lunedì 29 febbraio 2016

Minoranze italiane diplomazia ed ordinazione episcopale dell'Ordinario Militare

L'ultima decade di Febbraio 2016 ha assunto un posto di rilievo nell'agenda del Nunzio Apostolico a Zagabria per i significativi impegni ecclesiali e di rappresentanza della Santa Sede.
Il giorno 20 febbraio S. E. l'Arcivescovo Alessandro D'Errico ha incontrato nella sede della Nunziatura il Deputato rappresentante delle Minoranze Italiane in Croazia Furio Radin.
Il comunicato dell'incontro è stato pubblicato in italiano sul portale di La Voce del Popolo Quotidiano Italiano dell'Istria e del Quarnero. Lo riportiamo poi di seguito nella sua intierezza.
Il 23 febbraio Vecernji List ha postato la notizia riguardante la visita in Vaticano del nuovo Ministro degli Esteri croato Miro Kovač. In buona evidenza ha riportato anche le parole di apprezzamento rivoltigli dal Nunzio Apostolico a Nome del Corpo Diplomatico ricevuto per una conferenza stampa. Riportiamo poi di seguito anche il testo del commento riguardante l'intervento del Nunzio.
Tra il 23 e il 27 febbraio si è verificato l'importante evento dell'ordinazione episcopale di Mons. Jure Bogdan nuovo Ordinario Militare della Croazia, che è stato preceduto dalla cerimonia durante la quale la Presidente delle Repubblica di Croazia, la Sig.a Kolinda Grabar-Kitarović,
ha conferito una decorazione al vescovo Jurja Jezerinca Ordinario Militare uscente.
Nel lungo articolo dedicato alla cerimonia dal portale di Slobodna Dalmacjia è stata evidenziata anche la significativa partecipazione del Nunzio Apostolico in Croazia insieme con le alte personalità civili e militari presenti. Ne leggiamo il testo nel prosieguo del post.
Il 27 febbraio S.E. l'Arcivescovo Alessandro D'Errico ha percorso gli oltre 400 Km che separano Zagabria da Spalato per partecipare insieme con altri vescovi della CEC all'ordinazione di Mons. Jure Bogdan Vescovo Ordinario Militare. L'importante evento ecclesiale è stato vissuto nella Concattedrale di San Pietro di Spalato ed ha avuto un momento di grande significato nella presentazione della bolla papale di nomina letta e consegnata dal Nunzio Apostolico alla Chiesa Croata e al nuovo Vescovo.
Per quest'ultimo avvenimento tra i numerosi servizi offerti dai media croati è molto rappresentativo l'articolo illustrato con foto e video dal portale della HRT croata. Buona anche la narrazione dell'evento leggibile con la traduzione elettronica sul portale di Laudato.hr.

Comunicato dell'incontro in Nunziatura


La Conferenza stampa con il Ministro degli Esteri
Kovac oggi ha tenuto un ricevimento per diplomatici e giornalisti in occasione del suo insediamento. Egli ha detto che la posizione della Croazia come membro attivo e consapevole della UE ha tra le priorità della politica estera la cooperazione con i paesi dell'Europa centrale e del Mediterraneo, con quelli sul Mar Baltico, e la cooperazione nel Sud Est Europa.
A nome del corpo diplomatico, il nunzio apostolico in Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, ha detto di aver apprezzato la sua "apertura alla comunità internazionale, il desiderio di mantenere e sviluppare relazioni di buon vicinato e il supporto per l'adesione dei paesi dell'Europa sud-orientale nell'UE e l'impegno per risolvere la crisi dei migranti in modo costruttivo".

La partecipazione alla cerimonia presidenziale della decorazione del Vescovo ordinario Militare uscente



Sintesi della lettura della Bolla papale su HRT.hr
Il nunzio apostolico in Croazia, Alessandro D'Errico nel leggere la Bulla papale ha detto che Papa Francesco ha chiamato mons. Bogdan al ministero episcopale svolto con diligenza, con saggezza, prudenza e soprattutto con l'amore, che è la virtù speciale dei pastori.




Incontri istituzionali con Ministri del Governo Croato

La rubrica “Eventi della Chiesa in Croazia” della Radio Vaticana nell'ultima decade di febbraio ha dedicato sul suo portale in rete una copertina fotografica all'attività del Nunzio Apostolico a Zagabria, ed ha commentato il suo incontro con Ante Šprlje Ministro della Giustizia della Croazia. Dell'incontro avvenuto il 20 febbraio 2016 vi è stato anche il comunicato ufficiale del portale governativo.
L'incontro con il Ministro della Giustizia era stato preceduto da quello avuto il 15 febbraio u.s. con il Vice Primo Ministro Tomislav Karamarko (vedi il post precedente su questo blog) e da quello avuto con il 17 febbraio u.s. con il Ministro degli Esteri Miro Kovač.
Molti media croati, in data di 29 febbraio 2016, hanno anche annunciato l'incontro del Nunzio Apostolico a Zagabria con il Primo Ministro Tihomir Oreskovic.
Proponiamo di seguito il testo scritto di Radio Vaticana nella traduzione ad sensum dal croato che si può ascoltare anche nella versione audio. Esso riguarda il comunicato dell'incontro con il Ministro della Giustizia, ed i suoi contenuti si concentrano sugli aspetti riguardanti le relazioni con le Comunità religiose. Si accenna anche alle problematiche ulteriori della cooperazione e della solidarietà internazionale che erano state quelle precipue trattate nel colloquio avuto in precedenza con il Ministro degli Esteri.

Comunicato del Ministero. Il ministro della Giustizia Ante Šprlje ha ricevuto la scorsa settimana una visita dal nunzio apostolico in Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico. Si è Parlato dell'attuale cooperazione bilaterale tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia, e si è sottolineato il successo dell'attuazione del Trattato tra la Santa Sede e la Croazia. Anche se i rapporti con la Santa Sede sono molto buoni si pone la necessità di una maggiore cooperazione della Commissione Episcopale della BCC per i rapporti con lo Stato e con la Commissione governativa per i rapporti con le comunità religiose. Le due personalità hanno concordato sull'ulteriore rafforzamento del dialogo in tutti i settori della cooperazione quale prerequisito necessario per risolvere tutti i possibili problemi aperti.




Incontro con il Vice Primo Ministro del Governo della Croazia

I principali media politici e laici della Croazia hanno riportato e commentato la notizia ciorca l'incontro avvenuto il 15 febbraio 2016 nel Palazzo del Governo di Zagabria tra il Vice Primo Ministro ed il Nunzio Apostolico.

Il Vice Presidente del Governo Tomislav Karamarko e l'Arcivescovo Alessandro D'Errico hanno discusso le relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia, la problematica ecumenica legata alla canonizzazione del Beato Aloisio Stepinac, ed il sostegno della Croazia all'entrata nella UE della Bosnia-Erzegovina e degli altri paesi confinanti.
La notizia è stata illustrata anche con notevoli gallerie fotografiche dedicate all'incontro e navigabili mediante i link segnalati.
La Radio Vaticana, nella versione croata, ha inserito la notizia con buona evidenza ed approfondimenti nella rubrica degli “Eventi della Chiesa in Croazia”. Il link al portale in rete consente anche l'ascolto del servizio radiofonico dedicato.
Propongo nella traduzione ad sensum dal croato il comunicato pubblicato da Vecernji list, che è quello ufficiale del Governo Croato ed è lo stesso che si legge e si ascolta sul portale della Radio Vaticana.


Tomislav Karamarko ha ricevuto il Nunzio Alessandro D'Errico

Il Vice Primo Ministro ed il Nunzio Apostolico hanno concordato l'importanza del sostegno croato ai paesi confinanti nel loro percorso verso l'adesione all'UE.
Il vice primo ministro croato Tomislav Karamarko oggi nella sede del governo ha ricevuto il nunzio apostolico in Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico.
Hanno discusso la cooperazione bilaterale tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia e l'efficace attuazione di un accordo tra i due paesi.
Il Vice Presidente del Governo ha sottolineato che le relazioni con la Santa Sede sono molto buone e senza problemi aperti e ha ringraziato il Nunzio Apostolico per l'affetto e l'amicizia che la Santa Sede ha per la Croazia, per il sostegno all'indipendenza croata nel periodo più buio della Guerra Patria, così come il supporto fornito alla Croazia sul suo percorso europeo.
Essi hanno inoltre discusso il processo di canonizzazione del cardinale Stepinac, che è in corso. Il Nunzio Apostolico, l'Arcivescovo D'Errico, ha ribadito che l'istituzione del gruppo di lavoro di esperti della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa serba è un gesto ecumenico con il ruolo informativo su quanto è stato fatto e che in nessun modo può rimettere in discussione la canonizzazione di Stepinac.
Il Vice Primo Ministro ed il Nunzio apostolico hanno concordato l'importanza del sostegno croato ai paesi confinanti nel loro percorso verso l'adesione all'UE. In particolare, questo processo è importante in Bosnia-Erzegovina, in quanto faciliterà e accelererà il ritorno e la sopravvivenza della componente croata in BiH.


sabato 20 febbraio 2016

Intervista sulla canonizzazione del beato Stepinac

Laudato.TV, portale cattolico croato in rete, il 12 febbraio 2016 ha postato sulla piattaforma di youtube il video dell'intervista rilasciata da S.E. l'Arcivescovo Alessandro D'Errico Nunzio Apostolico in Croazia. In una quindicina di minuti di dialogo con il giornalista, Mons. D'Errico ha avuto occasione di precisare i vari aspetti della questione riguardante la canonizzazione del beato Aloisio Stepinac e di evidenziare la posizione della Santa Sede unitamente con il magistero del Santo Padre.
L'intervista è stata condotta in italiano da Nikola Bolsec, e può essere seguita agevolmente e direttamente con la visione e l'ascolto del video in rete che è stato accompagnato dalla seguente didascalia tradotta ad sensum dal croato: 
'Lo scopo del gruppo di lavoro congiunto non è un nuovo processo del Beato. Stepinac a Belgrado'
Pubblicato il 12 feb 2016
Il nunzio apostolico in Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico esclusivamente per Laudato TV ha parlato del suo colloquio con il Santo Padre sul processo di canonizzazione del Beato Cardinale Alojzije Stepinac.


Il testo dell'intervista

Eccellenza, abbiamo letto molte volte, in vari articoli di stampa, che il Santo Padre, proponendo un Gruppo di Esperti misto sul Card. Stepinac, ha l'intenzione di costruire un "ponte" verso il Patriarca di Belgrado, Ireneo, e verso il Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa, Cirillo. Può dirci qualcosa a proposito di questa strategia ecumenica?

Grazie, caro Nikola, per questa domanda che ritengo molto importante. Anch’io ho letto tante volte in merito a questa supposta "strategia", ecumenica o geo-politica, del Santo Padre, attraverso la proposta di un Gruppo di Esperti misto (della Chiesa cattolica e della Chiesa serbo-ortodossa) in merito al Beato Alojzije Stepinac. Anzi, di questo ho parlato con Lui personalmente, quando mi ha ricevuto il 17 dicembre scorso. Quando sono tornato, poco prima di Natale, ho pensato spesso a quell'Udienza (che durò buoni 45 minuti). Devo dire che sono veramente e sinceramente convinto che non c’è nessuna "strategia" del tipo di quello che abbiamo letto in questi giorni e nei mesi passati.
Sono stato dal Santo Padre e abbiamo parlato soprattutto di questa Sua proposta, e poi anche di questioni che riguardano il presente e il futuro della Chiesa in Croazia. Mi ha colpito soprattutto una cosa: Papa Francesco mi ha fatto anche qualche confidenza, ma non una volta sola ha fatto riferimento ad una Sua "strategia", attraverso il Gruppo di lavoro sul Cardinale Stepinac.
D’altra parte, per come conosciamo il Santo Padre, che è veramente un esempio di vita cristiana e di Pastore illuminato, a me personalmente sembrerebbe molto strano che Egli faccia questi giochetti, che sanno più di manovre politiche, che di un'alta visione ecclesiale, che certamente dobbiamo riconoscere al nostro amatissimo Papa Francesco.

Eccellenza, Signor Nunzio Apostolico, può dirci di che cosa Lei ha parlato con il Santo Padre, e che cosa ha detto il Santo Padre di questo Gruppo di Lavoro misto?

Certamente. È quello che spesso mi domandano da diverse parti e che in qualche modo ho già cercato di esporre, prima ai nostri Vescovi - quando li ho incontrato in occasione della Conferenza Episcopale di gennaio – e poi anche alla Settimana Pastorale, organizzata dalla Facoltà Teologica di Zagabria. Volentieri posso richiamare qualche elemento anche oggi.
Anzitutto, sono rimasto impressionato da come il Santo Padre è informato delle reazioni venute in Croazia. Poi sono rimasto impressionato anche dalla chiarezza del quadro che aveva, dalla Sua "visione" della questione, e al tempo stesso, dalla fermezza con cui diceva le cose.
Circa i contenuti, posso sintetizzarli intorno a tre nuclei, e cioè intorno a tre argomenti. Il primo: Il Santo Padre ha cercato di dirmi quali sono le Sue intenzioni a proposito di questo Gruppo di Esperti misto. Il secondo: la natura di questo Gruppo. E terzo: alcuni aspetti organizzativi, che riguardano il lavoro del Gruppo.
Allora, per quanto riguarda le Sue intenzioni, Egli ha insistito soprattutto sul fatto che potrebbe firmare anche subito il Decreto sulla santità di Stepinac perché non ha dubbi, e me l'ha fatto capire in mille modi. Non ha dubbi sulla figura di Stepinac, per la conoscenza che già aveva del Beato (attraverso i tanti croati che ha incontrato in Argentina, quando era Arcivescovo di Buenos Aires), e che ora ha approfondito ancora meglio attraverso il lavoro compiuto dalla Congregazione per le Cause dei Santi, che è quasi terminato. Come sa, lo scorso anno tutti speravamo che si potesse giungere al Decreto del Santo Padre in tempi brevi. Invece sono nate le difficoltà che conosciamo, che hanno portato a questa proposta del Santo Padre.
Lei mi domanda: che cosa ha detto il Santo Padre? Cercherò di essere fedele il più possibile.
"Se firmo oggi questo decreto, mi ha detto, c'è il rischio di una nuova tensione tra le due Chiese, la Chiesa serbo-ortodossa e la Chiesa cattolica in generale, e in particolare la Chiesa di Dio che è in Croazia”. E aggiungeva: "Questo dobbiamo evitarlo, perché noi siamo sicuri del lavoro che abbiamo fatto. Non dobbiamo avere paura di mostrare il lavoro che abbiamo fatto. Ci ho pensato a lungo, personalmente. Quando il Patriarca Ireneo mi ha scritto, ci ho pensato a lungo e ho ritenuto che potevamo metterci insieme intorno a un tavolo e rileggere insieme il ruolo che il Beato Stepinac ha avuto durante la Seconda Guerra Mondiale, e così presentare anche il lavoro che è stato fatto dalla Congregazione, in un'atmosfera di serenità. La speranza è che questo possa servire a dissipare le ombre che ci sono state nel cammino tra le due Chiese, e così mettere le due Chiese intorno a un tavolo per una serena e fraterna discussione. La speranza è anche che questo possa servire nel cammino di piena riconciliazione tra i due popoli, perché anche questo è un aspetto importante. Dobbiamo lavorare insieme per una piena riconciliazione, perché questo sarebbe di grande significato, non solo tra le due Chiese, ma anche tra i due popoli e i due Stati. E questo sarebbe un grande contributo anche alla stabilità nella regione.
D'altra parte, se si legge bene l'Evangelii Gaudium, questa proposta che faccio è soltanto un'applicazione dei principi che ho esposto in quel Documento, e che cerco di proporre frequentemente nelle Messe che celebro a Santa Marta. Io parlo spesso di un cambiamento di mentalità. Questo è il punto di partenza: dobbiamo cambiare mentalità. Purtroppo dobbiamo riconoscere che c'è stata, e in qualche ambiente c'è ancora, una mentalità di Chiesa un po' chiusa, che andava avanti da sola per le proprie strade, e non si preoccupava di quello che altri possono obiettare o possono dubitare. Invece noi dobbiamo sentire la necessità di confrontarci con le diverse istanze che incontriamo nella vita sociale, nella vita politica, nella vita religiosa. Sentiamo la necessità di costruire una cultura del dialogo e dell'incontro, e di non restare chiusi nei nostri parametri.
Questa proposta è un po' anche l'applicazione delle ultime parole di Gesù: "Andate nel modo intero, annunciate la Buona Novella a tutti i popoli". È necessario "uscire" dai nostri schemi e "andare" verso tutti, in particolare verso le periferie; ma non solo le periferie "materiali" (i poveri, i diseredati, i profughi che incontriamo nella vita di ogni giorno). Ci sono anche le "periferie spirituali": di tante persone che venivano e non vengono più, o che non sono mai venute nelle nostre chiese. In questo "uscire", in questo "andare" verso le periferie spirituali, evidentemente dobbiamo dare un posto privilegiato ai fratelli separati. E cioè, penso che la via ecumenica sia molto importante in questo processo di Chiesa-in-uscita che vogliamo costruire".
E poi, aggiungeva con tanto calore e con tanta fermezza: "Lo dica a tutti, e non si stanchi di ripeterlo: io non ho niente contro la figura del Cardinale Stepinac e non ho niente contro il popolo croato. So che alcuni dicono che io non capisco la storia e le relazioni tra serbi e croati; ma vorrei che fosse chiaro che per me la Chiesa dovrebbe essere una Chiesa aperta, nonostante le difficoltà che si presentano: una Chiesa che dialoga, una Chiesa ecumenica; e questo si applica anche nel campo specifico di ciò che riguarda la decisione che dobbiamo prendere, circa la canonizzazione del Beato Cardinale Alojzije Stepinac".

Grazie mille, caro Nunzio. Abbiamo compreso questo primo punto. Lei ha menzionato altri due punti, che mi pare siano interessanti per il nostro popolo e per i nostri media.

Sì, ci sono altri due punti. Il secondo è collegato alle intenzioni del Santo Padre. Esso riguarda la natura di questo Gruppo di Esperti; e cioè, che cosa è questo Gruppo, che cosa si propone di realizzare. Egli è stato molto chiaro. Poi me ne ha parlato ancora di più il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, con il quale mi sono fermato per un'altra ora e mezza, per approfondire ciò che il Santo Padre mi aveva detto. In breve, posso ribadire che la natura del Gruppo di Esperti non è quella di studiare o ristudiare la santità del Cardinale Stepinac. Questa è una questione interna alla Chiesa Cattolica. Invece, la natura della Commissione vuole essere, anzitutto, quella di rileggere le circostanze nelle quali il Beato Stepinac storicamente si è trovato a svolgere la sua missione di cristiano, di Sacerdote e di Vescovo. E' una rilettura storica di ciò che il Beato Stepinac ha potuto fare, durante quegli anni molto travagliati. D'altra parte è facile renderci conto che non è possibile giudicare con gli occhi di oggi una realtà di cinquanta, sessanta, settant'anni fa, che per molti aspetti era parecchio diversa da quella attuale, sia per il contesto generale, sia per il contesto di riflessione ecumenica, che è venuta successivamente.
Allora, la scopo della Commissione non è quello di "far giudicare di nuovo da Belgrado - come qualcuno pure ha scritto - la santità di Stepinac", di fare "un secondo giudizio" su Stepinac. La sua natura è di ordine storico: rileggere le circostanze che il Cardinale ha affrontato in quel tempo e che in qualche modo possono avere influito su qualche aspetto della sua personalità o dei suoi interventi. Inoltre direi che essa ha anche uno scopo informativo, nel senso che si vuole condividere il lavoro storico, che è stato fatto in questi anni. Mons. Batelja mi ha ripetuto tante volte che ci sono quattro grandi volumi che raccolgono gli studi che sono stati fatti, a livello di inchiesta diocesana, e al livello della Congregazione per le Cause dei Santi. Si tratta di mostrare il lavoro compiuto sulla figura di Stepinac e serenamente di rispondere a eventuali obiezioni che ancora ci fossero, per potere arrivare - nella maniera più serena possibile - a una decisione, da parte nostra, di canonizzazione del Cardinale.
D'altra parte, i nostri Vescovi, nella Conferenza Episcopale di ottobre, hanno diffuso un comunicato molto bello, in cui hanno detto che dobbiamo ringraziare il Santo Padre per l'iniziativa di questo Gruppo di Esperti, perché questo darà l'opportunità di far meglio conoscere  la santità, l'eroicità, l'esemplarità del Cardinale Stepinac in una maniera più approfondita, e in ambiti più larghi di quelli che potevano essere costituiti dalle nostre comunità. Attraverso questo Gruppo, speriamo di poter mostrare la figura luminosa del Beato Alojzije Stepinac anche alle Chiese Ortodosse, e non soltanto in Croazia e nei Paesi vicini, ma anche fuori degli orizzonti geografici di queste terre.

Grazie. Signor Nunzio, è molto interessante. E il terzo punto?

Il terzo punto riguarda gli aspetti organizzativi. Eravamo al 17 dicembre, il Santo Padre mi diceva che aspettava per metà gennaio un'alta Delegazione serbo-ortodossa per discutere del Gruppo di Esperti (e, come sapete, ciò è avvenuto). Il Santo Sinodo della Chiesa serbo-ortodossa aveva accettato in linea di principio la proposta del Santo Padre. Ora si trattava di mettere a punto qualche aspetto pratico e di stabilire quanti saranno i membri del Gruppo, quando si incomincerà il lavoro, dove si farà la prima riunione, ecc. Il 17 dicembre, il Santo Padre diceva che si pensa grosso modo a tre membri per ciascuna parte, ma che si può essere elastici se sarà opportuno allargare il numero dei membri per una parte e per l'altra; si pensa a un patrocinio della Santa Sede e si dovrà stabilire quale Organismo della Santa Sede avrà il patrocinio di questa Commissione; e aggiungeva che si proporrà che la prima riunione si faccia a Roma, e sarà proprio durante questa prima riunione che si stabilirà con esattezza il programma di lavoro da seguire e in particolare l'arco di tempo necessario per il lavoro di questa Commissione.

domenica 7 febbraio 2016

La settimana teologica pastorale a Zagabria e la canonizzazione del Beato Stepinac

Dal 26 al 28 Gennaio 2016 si è tenuta a Zagabria la 56.a Settimana Teologica Pastorale. L'evento è stato organizzato dalla Università Cattolica e si è svolto nella sede del Seminario Interdiocesano. Il tema trattato ha riguardato “La Teologia e la Pastorale della Misericordia” ed ha registrato una grande partecipazione di pubblico e diversi ed autorevoli interventi. Un particolare rilievo ha assunto la discussione della questione della canonizzazione del Beato Aloisio Stepinac. Sull'argomento è intervenuto direttamente il Nunzio Apostolico in Croazia, l'arcivescovo Alessandro D'Errico, che ha trasmesso ai presenti la benedizione del Santo Padre e nella prospettiva del discorso ecumenico, e del dialogo con la Chiesa Serba, ha delineato i principali aspetti della questione della canonizzazione e i positivi intendimenti di Papa Francesco a riguardo.
Le principali agenzie cattoliche della Croazia (IKA, Laudato ed altre) hanno dato ampio spazio alla comunicazione e agli interventi susseguitisi nel dibattito del Tema della Settimana. 

Sono stati evidenziati il carattere interecclesiale ed ecumenico delle rappresentanze accademiche religiose e civili presenti, croate bosniache e serbe; è stato riportato l'intervento del cardinale Bozanic Arcivescovo di Zagabria, nella veste di Gran Cancelliere della Facoltà Teologica Cattolica, che ha tracciato la figura del Beato Aloisio Stepinac come un volto della misercordia di Dio. Sono stati riportati anche gli interventi del Cardinale Vinko Pulic Arcivescovo di Sarajevo, del Rettore dell'Università di Zagabria Dott. Damir Boras, del ministro della Scienza dell'Istruzione e dello Sport Dott. Predrag Šuštar, del Vice Sindaco di Zagabria Stipe Zeba.
Riporto nella traduzione ad sensum dal croato i contenuti fondamentali dell'intervento del Nunzio Apostolico Mons. D'Errico registrato dalle agenzie. Segue poi anche il link al video realizzato da Laudato sulla Settimana Teologica Pastorale e postato su youtube; in particolare le parole del Nunzio che è stato tra gli autorevoli intervistati.


Il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, ha trasmesso ai presenti la benedizione del Papa Francesco. Egli ha sottolineato che il tema di questa settimana è particolarmente importante per la Chiesa perché si inserisce nel contesto dell'Anno della Misericordia voluto da Papa Francesco. Ha espresso la sua gioia per la condivisione dell'argomento che testimonia la relazione di comunione della Chiesa di Dio in Croazia con la Sede Apostolica, ed il dinamismo della riflessione teologica e pastorale della Facoltà. Poi a braccio è andato avanti riferendosi al discorso del cardinale Bozanic, che ha ringraziato per le sagge parole sulla questione della canonizzazione del cardinale Stepinac. Sentendosi per questo interpellato il Nunzio ha voluto introdurre alcune cose che sono molto importanti per questo caso, ed ha ricordato che nel mese di dicembre è stato a Roma, e ha avuto l'opportunità di incontrare e parlare con il Santo Padre. Gran parte della discussione è stata dedicata proprio alla proposta del Santo Padre sulla formazione del gruppo di lavoro per la canonizzazione. Egli è rimasto impressionato quando ho visto che il Santo Padre è stato informato e sorpreso per ciò che è successo nell'opinione pubblica in Croazia, ed ha riassunto la sua conversazione in tre punti. In un primo momento egli ha detto che il papa gli ha chiesto di trasmettere il messaggio dei suoi intendimenti positivi circa la santità del cardinale Stepinac, e nei confronti del popolo croato. Il Papa gli ha detto di essersi ritrovato in una situazione in cui si potrebbero ripetere tensioni tra le due Chiesa e due popoli. Pertanto il Papa ha detto che la sua intenzione era quella di sottolineare, ispirandosi anche alla Evangelii Gaudium, ciò che viene spesso ripetuto nelle sue omelie nella Casa Santa Marta. Il Papa ha voluto parlare della Chiesa che non si chiude, della Chiesa che è aperta a tutto ciò che sta accadendo intorno a lei. Parla costantemente della chiesa che esce alla periferia, sia materiale che spirituale. Una Chiesa posta in dialogo con i diversi attori ed una Chiesa fondamentalmente pastorale. Il Papa ha sottolineato che l'istituzione del gruppo di lavoro di esperti della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa serba deve essere intesa come un gesto ecumenico ed un uscire verso la periferia, la periferia spirituale dove la Chiesa è posta in dialogo con i diversi attori. Il Papa pensa, ha osservato il Nunzio, che non si tratta di un nuovo processo di santità per Stepinac, ma che il gruppo di lavoro dovrebbe avere un ruolo informativo di tutto ciò che è già stato fatto. Infine, il Nunzio ha parlato della dimensione organizzativa. Riferendosi al suo incontro con il Papa avuto il 17 dicembre scorso, ha detto che il Papa ha fatto riferimento alla delegazione della Chiesa ortodossa serba prevista a metà gennaio. Pertanto, il gruppo di lavoro dovrebbe essere di 3-5 membri, e la prima sessione, che sarà in Vaticano sarà stabilita con una agenda. In conclusione il Nunzio ha aggiunto che il Papa è consapevole del fatto che questa iniziativa coinvolge molto il popolo croato, ed è sicuro che contribuirà alla piena riconciliazione tra i due popoli, come pure alla relazioni ecumeniche e alla stabilità in queste aree. 


Le parole del Nunzio Apostolico intervistato: “Questo mi sembra di grande attualità per la nostra Chiesa in Croazia e per il Popolo di Dio croato; perchè questa Misericordia deve essere esercitata a tutti i livelli per crescere nel cammino di Nuova Evangelizzazione come il Santo Padre desidera”