mercoledì 31 ottobre 2012

Saggezza ed esperienza nell'opera ecclesiale del Nunzio


Il Bollettino della sala Stampa della Santa Sede riporta oggi l'intero intervento di S. E. Dominique Mamberti alla Conferenza in occasione del 20° anniversario dei rapporti diplomatici tra Croazia e Santa Sede. Esso è stato ripreso da blog e portali diversi che seguono le vicende vaticane ed in molte lingue è stato divulgato anche a cura di Zenit 'il mondo visto da Roma', l'agenzia informativa cattolica internazionale promossa dalla vivace congregazione dei Legionari di Cristo e avvalentesi di volontari qualificati. La lettura intera dell'intervento di Mons. Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati che corrisponde a 'Ministro degli Esteri' del Vaticano, offre una visione di grande rilevanza storica e religiosa circa i rapporti tra la Croazia e la Chiesa Cattolica, ed in particolare evidenzia l'attuale importanza del ruolo della Nunziatura Apostolica a Zagabria. Per questo blog che segue il ministero pastorale di S.E. Alessandro D'Errico, Nunzio in Croazia, risulta fondamentale ed illuminante recuperare e riecheggiare i concetti e le parole dedicate del Segretario per i Rapporti con gli Stati:

Tramite le Rappresentanze Pontificie, la Santa Sede è in grado di facilitare il dialogo con le Autorità civili, di promuovere i contatti con le Chiese locali e di mantenere la sua presenza nella vita internazionale. Come sancisce il Codice di Diritto Canonico, oltre al suo ruolo di Rappresentante del Santo Padre presso la Chiesa locale, spetta al Nunzio Apostolico promuovere e sostenere le relazioni fra la Sede Apostolica e la comunità politica e istituzionale e affrontare le questioni che riguardano i rapporti fra la Chiesa e lo Stato (cfr. can. 365, § 1). Come è noto, il 21 maggio scorso, il Santo Padre ha conferito tale incarico all’Ecc.mo Mons. Alessandro D’Errico, che con saggezza ed esperienza prosegue l’opera dei suoi predecessori, rendendo ancora più intensi tali rapporti.”

La Conferenza, tenutasi alla Casina Pio IV sede della Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano, è seguita all'Incontro del Primo Ministro Milanovic con Benedetto XVI, ed anche la parole che il Papa ha dedicato alle problematiche dei cattolici della Bosnia-Erzegovina, nello stesso momento in cui ha rinnovato l’appoggio della Santa Sede alle legittime aspirazioni della Croazia alla piena integrazione europea, sono state recepite dai media di BH e rilanciate come un esplicito riconoscimento della brillante e saggia opera diplomatica del Nunzio D'Errico. Di seguito leggiamo direttamente il testo pubblicato dal Bollettino della Sala Stampa Vaticana.


INTERVENTO DEL SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI ALLA CONFERENZA IN OCCASIONE DEL 20° ANNIVERSARIO DEI RAPPORTI DIPLOMATICI TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA DI CROAZIA (29 OTTOBRE 2012)
Eminenze, Signor Presidente del Governo, Eccellenze, Signore e Signori,
In questa occasione della celebrazione del 20° anniversario dei Rapporti diplomatici tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia, sono lieto di porgere i miei saluti e felicitazioni in modo particolare a Lei, Signor Presidente del Governo della Repubblica di Croazia, che ci onora con la Sua partecipazione, nonché al Signor Ambasciatore, che, con competenza e passione, rappresenta un Paese così vicino alla Santa Sede geograficamente e ancora di più storicamente e religiosamente.
Il tema di cui tratteremo oggi è molto specifico, perché riguarda i 20 anni dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia, che giustamente sono qualificati come intensi nello stesso titolo della Conferenza. Tuttavia non possiamo avere una visione completa senza almeno accennare alla ricca storia anteriore all’ultimo ventennio.
Come premessa, infatti, vorrei ricordare che, da oltre tredici secoli, ci sono stati rapporti stretti e cordiali tra la Santa Sede e la Croazia. In questo spirito mi piace fare un passo indietro nella storia. Nel lontano 879, nello stesso mese di giugno in cui la Croazia moderna celebra ogni anno la propria indipendenza, Papa Giovanni VIII, in una lettera indirizzata al Principe Branimir, l’informava di aver elevato preghiere al Signore affinché "principatum terrenum, quem habes, prospere et securiter reggere possis". Questo riconoscimento del "principato terreno" di Branimir ebbe naturalmente un rilievo particolare, essendo stato compiuto dalla più alta Autorità ecclesiale e politica del mondo cristiano di quell’epoca. Questi forti legami fra la Croazia e la Santa Sede non sono venuti meno attraverso i secoli. In diverse occasioni, nel corso della storia e in circostanze non facili, i Croati hanno dimostrato fedeltà al Vangelo e al Successore di Pietro.
Il Santo Padre Benedetto XVI, durante la sua recente Visita Pastorale in Croazia, ha sottolineato tale aspetto dicendo: "Possiamo contare oltre tredici secoli di forti e speciali legami, sperimentati e consolidati in circostanze talvolta difficili e dolorose. Questa storia è testimonianza eloquente dell’amore del vostro popolo per il Vangelo e per la Chiesa. Fin dalle origini, la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli" (Cerimonia di benvenuto all’Aeroporto di Zagreb, 2 giugno 2011).
Ovviamente, ci riferiamo al passato per comprendere il presente e costruire un futuro migliore. Pertanto i valori spirituali e morali, di cui ha parlato il Santo Padre, devono ispirarci quando si adottano decisioni per oggi e per domani.
Nella più che millenaria storia della Croazia, gli ultimi venti anni sono stati tra quelli più difficili ed allo stesso tempo cruciali per il suo futuro. Specialmente quelli immediatamente successivi all’indipendenza. Tuttavia, le sfide continuano. Adesso i Croati non possono che interrogarsi circa i valori sui quali intendono costruire la vita dei singoli e quella dell’intera nazione.
Il 13 gennaio 1992 la Santa Sede ha riconosciuto l’indipendenza del Paese e il 29 febbraio dello stesso anno è stato nominato il primo Nunzio Apostolico. Un frutto visibile di questi rapporti diplomatici stabiliti nel 1992 sono stati i quattro Accordi, stipulati nel periodo dal 1996 al 1998, riguardanti i seguenti ambiti: questioni giuridiche, collaborazione in campo educativo e culturale, assistenza religiosa ai membri cattolici delle Forze Armate e della Polizia, questioni economiche.
Una testimonianza indiscutibile dell’affetto che la Santa Sede nutre per la Croazia sono state le quattro Visite dei Sommi Pontefici avvenute negli ultimi venti anni: tre del Beato Giovanni Paolo II, e quella appunto di Benedetto XVI. La prima Visita ha avuto luogo solo due anni dopo l’allacciamento dei rapporti diplomatici. Nella cerimonia di benvenuto, il 10 settembre 1994, il Papa nel suo discorso notò:
"Un evento di rilevante significato si è avuto nel 1992, quando il crollo del regime comunista, la proclamazione della sovranità croata ed il successivo riconoscimento internazionale portarono - per la prima volta nella storia più che millenaria della Nazione croata - allo scambio di Rappresentanze diplomatiche tra la Croazia e la Santa Sede".
A tale proposito, è di particolare interesse la relazione del primo Rappresentante Pontificio, S.E. Mons. Giulio Einaudi, che purtroppo non è potuto essere presente tra noi. Il suo intervento ripercorrerà le tappe salienti dell’Attività della Nunziatura a Zagreb nei primi anni dell’indipendenza. Illustrando gli intensi rapporti diplomatici fra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia, non possiamo infatti non sottolineare il ruolo importante della Nunziatura Apostolica in tale processo.
Tramite le Rappresentanze Pontificie, la Santa Sede è in grado di facilitare il dialogo con le Autorità civili, di promuovere i contatti con le Chiese locali e di mantenere la sua presenza nella vita internazionale. Come sancisce il Codice di Diritto Canonico, oltre al suo ruolo di Rappresentante del Santo Padre presso la Chiesa locale, spetta al Nunzio Apostolico promuovere e sostenere le relazioni fra la Sede Apostolica e la comunità politica e istituzionale e affrontare le questioni che riguardano i rapporti fra la Chiesa e lo Stato (cfr. can. 365, § 1). Come è noto, il 21 maggio scorso, il Santo Padre ha conferito tale incarico all’Ecc.mo Mons. Alessandro D’Errico, che con saggezza ed esperienza prosegue l’opera dei suoi predecessori, rendendo ancora più intensi tali rapporti.
Un segno visibile della cordialità delle relazioni è l’odierna presenza del Presidente del Governo della Repubblica di Croazia, il Sig. Zoran Milanović. Auspico vivamente che ciò sia un ulteriore stimolo perché i rapporti diventino ancora più stretti, alcuni nodi che sono pendenti si sciolgano e la collaborazione sia sempre più amichevole ed efficace.
Benché la Chiesa e la Comunità politica operino a livelli diversi e siano indipendenti l'una dall'altra, entrambe servono gli stessi soggetti che, allo stesso tempo, sono fedeli della Chiesa e cittadini dello Stato. In questo servizio c'è ampio spazio per il dialogo e la cooperazione, a servizio della dignità di ogni uomo. Al centro della mutua cooperazione, infatti, sta il nostro impegno condiviso per il bene comune e per la promozione dei valori spirituali e morali, che conferiscono alla società croata il suo saldo fondamento.
Concludendo, desidero quindi formulare un vivo e sentito augurio di continuo progresso alla Repubblica di Croazia, sia sotto il profilo materiale che, soprattutto, quello spirituale. In particolare, auguro che, nel momento in cui viene prospettata e realizzata l’aspirazione di piena integrazione nell’Unione Europea, la Croazia rafforzi la sua identità e così sia fermento di bene per gli altri Paesi – Grazie.



martedì 30 ottobre 2012

Un giorno pieno per le relazioni tra la Croazia e la Santa Sede


La visita al mattino del primo ministro Milanovic ed il simposio sulle relazioni diplomatiche al pomeriggio in Vaticano sono stati gli avvenimenti che hanno caratterizzato la giornata del 29 ottobre 2012 vissuta nel segno del dialogo tra la Croazia e la Santa Sede. Venti anni intercorrono tra la nomina del primo Nunzio a Zagabria (1992), che fu espressione del riconoscimento dell'indipendenza della Croazia da parte del Vaticano quando ancora era in corso la guerra seguita alla dissoluzione della federazione jugoslava, ed il simposio organizzato il 29 ottobre 2012 dall'Ambasciata di Croazia presso la Santa Sede, che è espressione di un dialogo politico-culturale consapevole sia di finalità etiche e sociali condivise nell'oggi e sia di un legame religioso antico con la Chiesa Cattolica. Un ventennio ricco di significati, di speranze, di iniziative e di progetti, che al suo compimento ha visto anche il dialogo pastorale, imbastito con la comunità ecclesiale e la società civile, e i primi impegni ufficiali in Croazia di S. E. Alessandro D'Errico, nominato da Benedetto XVI Nunzio Apostolico a Zagabria nel maggio scorso e proveniente dalle precedenti esperienze di nunziatura in Pakistan e in Bosnia-Erzegovina.
Le tematiche della Visita del Premier Croato, che ha incontrato il Santo Padre e poi il Cardinale Bertone e Mons. Mamberti, come si evince dai comunicati ufficiali e dai commenti dei media, hanno riguardato il consolidamento degli 'eccellenti' rapporti bilaterali, l'appoggio al percorso 'europeo' della Croazia, la valorizzazione di accordi nel campo giuridico ed istituzionale, educativo assistenziale e religioso. Hanno riguardato anche l'avviamento a soluzioni concordate di questioni dal valore simbolico per il diritto comune che hanno registrato difficoltà di interpretazione e di gestione, come quella dell'abbazia benedettina istriana di Dajla la cui proprietà un tempo appartenente all'abbazia di Praglia, dopo l'esproprio al tempo di Tito, è stata variamente attribuita e controversa tra lo Stato, la Diocesi di Parenzo-Pola e l'Ordine monastico. Significativo anche lo scambio dei doni: una penna al primo Ministro ed una monografia sull'architettura religiosa al Papa.
Le tematiche del Simposio celebrativo dei 20 anni di relazioni diplomatiche tra Croazia e Santa Sede sono state descritte nella prospettiva vaticana dall'intervento di S. E. l'arcivescovo Dominique Mamberti segretario per i Rapporti con gli Stati: Nella più che millenaria storia della Croazia, gli ultimi venti anni sono stati quelli più difficili e allo stesso tempo cruciali per il suo futuro […] una testimonianza indiscutibile dell’affetto che la Santa Sede nutre per la Croazia sono state le quattro visite dei Sommi Pontefici avvenute negli ultimi venti anni: tre del Beato Giovanni Paolo II e quella di Benedetto XVI”. L'intervento di Mons. Mamberti è leggibile quasi interamente nei portali vaticanisti. I media riportano anche brani di interventi delle personalità croate che, a partire dal Primo Ministro, esprimono considerazioni molto positive sulle relazioni bilaterali e riconoscono al ruolo del Papa e della Chiesa una fondamentale importanza per lo sviluppo delle relazioni interne ed internazionali della Croazia in questi ultimi 20 anni.
A seguire si possono leggere i comunicati di Radio Vaticana sulla Visita e sul Simposio, e compulsare i link per i portali di alcuni media che li hanno commentato.

Crisi e integrazione europea al centro dell'incontro del Papa col premier croato Milanović 
Stamani Benedetto XVI ha ricevuto il presidente del governo della Repubblica croata, Zoran Milanović, che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.“I cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - hanno permesso un fruttuoso scambio di opinioni sulle sfide che il Paese deve affrontare nell’attuale crisi economica, come pure sui temi di comune interesse nel quadro dei rapporti bilaterali. Al riguardo si è fatto cenno alla Conferenza promossa in occasione del 20.mo anniversario dei rapporti diplomatici, che si terrà oggi pomeriggio. Per quanto poi concerne il noto caso di Dajla, le due Parti hanno concordato di risolvere la questione il più presto possibile, nello spirito della tradizionale amicizia fra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia”. 
“Infine – conclude il comunicato - si è rinnovato l’appoggio della Santa Sede alle legittime aspirazioni della Croazia alla piena integrazione europea e ci si è soffermati sulla congiuntura regionale, con uno speciale riferimento alla situazione dei croati nella Bosnia ed Erzegovina”.

Mons. Mamberti sui 20 anni di rapporti tra Santa Sede e Croazia: la sfida ora è l'integrazione nell'Ue
Auguro alla Croazia di vedere realizzata presto, così come è nei programmi, “l’aspirazione alla piena integrazione europea”. Sono le parole con le quali l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, ha concluso ieri in Vaticano il suo intervento alla Conferenza celebrativa del 20.mo anniversario dei rapporti diplomatici Santa Sede e Croazia. Il servizio di Alessandro De Carolis:
È il 1992 l’anno di svolta nella storia recente della Croazia: il regime comunista cade, i croati sono tra i primi a proclamare la propria indipendenza da Belgrado, accelerando il processo di dissoluzione dell’allora Jugoslavia. La Santa Sede è tra i primi a riconoscere la nuova sovranità e appena due anni dopo Giovanni Paolo II rende visita al nuovo Stato, mentre in lontananza ancora rimbomba l’artiglieria contro Sarajevo. Dunque, pur contando 1300 anni di vicinanza e di rapporti “intensi” tra Santa Sede e l’antico popolo croato, non c’è dubbio – ha affermato mons. Mamberti – che “gli ultimi venti anni sono stati tra quelli più difficili ed allo stesso tempo cruciali per il suo futuro”. “Fin dalle origini – aveva detto nel giugno dello scorso anno Benedetto XVI visitando Zagabria – la vostra Nazione appartiene all’Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l’identità personale e nazionale dei suoi figli”. Oggi – ha ripreso mons. Mamberti dopo aver citato il Papa – “le sfide continuano” e i croati del 21.mo secolo “non possono che interrogarsi circa i valori sui quali intendono costruire la vita dei singoli e quella dell’intera nazione”.Benché la Chiesa e la comunità politica “operino a livelli diversi e siano indipendenti l'una dall'altra, entrambe – ha osservato il segretario per i Rapporti con gli Stati –servono gli stessi soggetti che, allo stesso tempo, sono fedeli della Chiesa e cittadini dello Stato”. In questo servizio, ha proseguito, “c'è ampio spazio per il dialogo e la cooperazione, a servizio della dignità di ogni uomo. Al centro della mutua cooperazione, infatti, sta il nostro impegno condiviso per il bene comune e per la promozione dei valori spirituali e morali, che conferiscono alla società croata il suo saldo fondamento”. Quindi, mons. Mamberti ha terminato l’intervento augurando alla Croazia che, “nel momento in cui viene prospettata e realizzata l’aspirazione di piena integrazione nell’Unione Europea”, il Paese “rafforzi la sua identità e così sia fermento di bene per gli altri Paesi”.


martedì 23 ottobre 2012

Conferenza dei vescovi croati ed eventi straordinari

Fonte: Ambasciata di Croazia presso la Santa Sede

Il 22 Ottobre 2012 il Nunzio Apostolico Mons. D'Errico ha partecipato alla “sessione plenaria straordinaria”, tale è la caratterizzazione data nel comunicato ufficiale, della Conferenza Episcopale Croata. Nella sede della BCC di Zagabria i vescovi riunitisi, con la presidenza dell'arcivescovo Marin Srakic, hanno discusso di tre eventi che interesseranno non poco, nei prossimi giorni, i cattolici e la vita sociale e culturale in Croazia.

Sicuramente straordinario è considerato l'evento della visita in Vaticano del Primo Ministro Zoran Milanovic per il giorno 29 ottobre 2012. I desiderata diplomatici degli eccellenti rapporti bilaterali tra la Croazia e la Santa Sede avranno modo di trovare riscontri concreti nell'udienza con il papa Benedetto XVI e nei colloqui con il cardinale Bertone.

L'importanza dell'avvenimento 'politico' è sottolineata dall'altro evento di carattere 'culturale' che si è prefigurato con il “simposio sulle relazioni”, il quale viene in contemporanea organizzato a Roma dall'Ambasciata di Croazia presso la Santa Sede per celebrare il 20° anniversario dello “stabilimento delle relazioni diplomatiche” con il Vaticano.

Questi due avvenimenti, che la Croazia vive per la celebrazione del legame storico e culturale con il cattolicesimo, assumono significati ulteriori con il terzo evento discusso dai vescovi croati che assume il carattere 'religioso' del pellegrinaggio nazionale a Roma dal 5 al 9 novembre 2012 per la celebrazione dell'Anno della Fede.

Si conoscono le tematiche del dialogo e delle relazioni della Santa Sede con la Croazia, grazie alla diffusa comunicazione delle agenzie cattoliche ed istituzionali, e delle risonanze sui media in generale. Le attività del Nunzio in Croazia sono sempre riferite in questa prospettiva. Un buon approfondimento di queste tematiche, d'altro canto, può essere fatto per questa occasione anche con la lettura della pagina dell'Ambasciatore Filip Vučak sul portale in rete dell'Ambasciata di Croazia presso la Santa Sede. Il testo è in italiano ed è esaustivo per la narrazione e per gli intenti dei rapporti diplomatici con il Vaticano. 

2012/10/22 | 14:44 | IKA E - 145296/10
Dichiarazione della sessione plenaria straordinaria della Conferenza Episcopale Croata
Zagabria, 22 Ottobre 2012
Zagabria (IKA) - speciale sessione plenaria della Conferenza Episcopale Croata, presieduta dal Presidente della BCC mons. Marin Srakić, Arcivescovo di Djakovo Osijek, svoltasi il 22 Ottobre presso la sede della Conferenza Episcopale Croata, Ksaverska Strada 12A, a Zagabria. L'assemblea ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico in Croazia mons. Alessandro D'Errico.
I
Vescovi hanno discusso la prossima visita del 29 Ottobre in Vaticano del Primo Ministro croato Mr. Zoran Milanovic, nonché un simposio sulle relazioni tra la Santa Sede e la Croazia per celebrare il 20° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede e organizzato dall'Ambasciata croata presso la Santa Sede.
Durante la
sessione i Vescovi hanno considerato opportuno il rendimento di grazie con un pellegrinaggio nazionale a Roma per l' "Anno della Fede", che si terrà dal 5 al 9 Novembre 2012. Segreteria della Conferenza Episcopale Croata (traduzione ad sensum)













                                              

venerdì 19 ottobre 2012

L'omelia per la festa di San Luca: il compito evangelico degli operatori sanitari


Un filo rosso lega l'opera del Nunzio D'Errico alla testimonianza dei medici cattolici in Croazia. E' quello del Magistero e dell'orientamento della Chiesa sulle problematiche della bioetica e della tutela della vita fin dal suo concepimento. Infatti, fin dai primi giorni della sua missione a Zagabria e durante la consegna delle credenziali diplomatiche, l'arcivescovo D'Errico si è ritrovato a dialogare pubblicamente, come rappresentante della Santa Sede, su queste problematiche nel cui merito stava allora operando il Parlamento Croato. Il chiarimento della visione della vita, dalla prospettiva cattolica ed ecclesiale, è divenuta così una questione di fondamentale importanza; anche nel dibattito sociale e nella pratica professionale dei medici cattolici che hanno celebrato la festa di San Luca, loro celeste patrono, insieme con il Nunzio con una Santa Messa nella Basilica del Sacro Cuore di Zagabria. 
L'avvenimento, che è stato annunziato nel post precedente di questo blog, ha ricevuto attenzione immediata dall'agenzia informativa cattolica, la quale ha pubblicato sul suo portale, nel giro di qualche ora, un commento sulla celebrazione e il discorso in croato del Nunzio rivolto all'Associazione Medica Croata e agli operatori sanitari.
L'Eucaristia è stata concelebrata con i padri Gesuiti, con l'assistente spirituale dell'Associazione don Draženko Tomic e don Antonio Bekavac che ha guidato la vigilia di preparazione spirituale dei partecipanti. Il coro è stato diretto da Leonard Bergovec.
L'omelia, sottolineando il significato della festa di San Luca, si è incentrata sul compito evangelico assegnato all'attività dei medici e degli operatori della sanità; un compito che invita alla testimonianza della fede nell'esercizio della professione e all'assunzione coraggiosa e coerente degli attegiamenti che il Magistero indica ai fedeli in rapporto alla bioetica e al rispetto della vita. Riportiamo direttamente le parole di S. E. Alessandro D'Errico. 


Associazione Croata dei Medici Cattolici
Festa di San Luca
(Zagabria, 18 ottobre 2012)

Sono grato al Presidente dell’Associazione Croata dei Medici Cattolici, dott. Franjo Turalija, e al Segretario Generale, dott. Ivan Ćelić, per l'invito che mi hanno rivolto a presiedere questa celebrazione eucaristica, nella festa di San Luca, patrono dei medici cattolici. L’ho accolto volentieri per l’importanza della vostra Associazione, e per la considerazione e la stima che ho per voi. E ciò tanto più che questo momento di preghiera e di riflessione ha luogo qui, in questa bella Basilica del Sacro Cuore, che rappresenta uno dei centri più importanti della presenza pastorale dei carissimi Padri Gesuiti a Zagabria.

Miei cari operatori sanitari cattolici, voi sapete bene che il Magistero della Chiesa guarda con grande attenzione alle Associazioni dei Medici Cattolici. E ciò perché voi vi proponete di vivere la vostra professione nell’ascolto ecclesiale della parola di Dio e nell’adesione al Magistero della Chiesa. E così, rivisitando vari interventi recenti del Magistero, nei giorni scorsi ho trovato due indicazioni, che a me sembrano particolarmente importanti per le vostre attività, nel nostro concreto contesto sociale e pastorale della Croazia.

La prima. I documenti della Chiesa ricordano spesso che anche a voi è rivolta la parola di Gesù: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete visitato”. E cioè, l’operatore sanitario cattolico è invitato ad avvicinarsi al paziente scorgendo in lui il volto sofferente di Gesù. Siete chiamati a prendervi cura dei pazienti che vengono a voi, come persone affidate da Dio alla vostra responsabilità, riservando una speciale preferenza per chi è più povero, più solo e più bisognoso. Siete invitati a vivere la vostra professione come esercizio concreto dell’amore per il prossimo. San Giuseppe Moscati, il grande medico napoletano, amava ripetere: “Sarà la carità, non la scienza, a cambiare il mondo!” Perciò, dovrebbe essere qui la vostra identità di operatori sanitari cattolici. E cioè, di professionisti che non sono mossi da calcoli umani o interessi mondani, ma sono ispirati dalla parola di Gesù e dall’esempio del Maestro, che è venuto per servire e non per essere servito.

Seconda. C’è poi un altro punto delicato, sul quale ritornano spesso il Santo Padre e la Gerarchia cattolica. La vostra professione dovrebbe essere sempre, per la sua stessa natura, un servizio alla vita. Ebbene, voi sapete bene che, nella prospettiva biblica e cristiana, la vita è dono di Dio che nessuno può manipolare, né tanto meno eliminare. Tuttavia, questo principio, che è così chiaro nell’ottica cristiana, si trova oggi ad incontrare tante difficoltà. Purtroppo ciò non riguarda soltanto le questioni del rapporto con i pazienti, ma anche altri ambiti più complessi (e pure di natura legislativa) che potrebbero mettere a rischio la tutela della vita nel suo inizio, nel suo termine o nel suo sviluppo. In questa situazione, ciò che la Chiesa si aspetta da voi è che viviate con coerenza i vostri convincimenti di fede, anche nelle difficoltà. E che siate attivi e fedeli testimoni di una visione cristiana della vostra professione, al servizio della vita.

So per esperienza che questo non sempre è facile. Perciò affido le vostre intenzioni alla protezione di Maria, Salus Infirmorum, e di San Luca, patrono dei medici cattolici. Il mio augurio, che si fa preghiera in questa Eucaristia, è che possiate sperimentare, oggi e sempre, le consolazioni e la gioia che vengono dalla testimonianza fedele della missione che a voi è affidata dall’Associazione dei Medici Cattolici e, attraverso essa, dalla stessa Chiesa di Cristo. 



 


mercoledì 17 ottobre 2012

Con i medici per la festa di San Luca nella Basilica del Sacro Cuore di Zagabria


L'annuncio della celebrazione del Nunzio D'Errico il 18 ottobre con i medici croati per la festa di San Luca a Zagabria è riportato da qualche giorno dall'agenzia cattolica croata e dal portale croato di Radio Maria. Il luogo è la Basilica de Sacro Cuore che è officiata dai padri Gesuiti. Si trova al centro di Zagabria e vi si svolge, nello stile dell'ordine di Sant'Ignazio di Loyola, un lavoro pastorale intenso e a tutto campo. Dalle catechesi parrocchiali alle esperienze di dialogo e spiritualità, la Basilica vive una pratica ecclesiale che intreccia la tradizione liturgica con i modelli della nuova evangelizzazione e rappresenta un luogo di forte attrazione per i ricercatori della fede e di testimonianza per i credenti impegnati. 

Il Nunzio Apostolico celebra la Santa Messa vespertina delle 19.00 ed insieme con i rappresentanti dell'Associazione dei Medici Cattolici, convenuti per la festa del santo patrono della loro categoria professionale, avrà occasione di onorare la figura e l'esempio del Santo evangelista Luca. 
A seguire riportiamo la notizia divulgata in rete ed alcuni collegamenti, in particolare quello al portale della Basilica del Sacro Cuore di Zagabria e quello al Portale di GlasKoncila, per un approfondimento delle attività che vi si svolgono. Si può leggere anche la scheda su San Luca di santiebeati.it.




2012/10/18 | IKA N - 144506/10
Il Nunzio D'Errico con medici cattolici celebra San Luca

Zagabria (IKA) - Celebrazione solenne dei membri dell'Associazione Medica Cattolica Croata Giovedi 18 Ottobre presso la Basilica del Sacro Cuore a Zagabria per la festa del santo patrono Luca.
La Santa Messa tenuta alle ore 19 sarà guidata dal Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico.
Per la preparazione alla celebrazione il 16 e 17 ottobre, il raccoglimento spirituale per i membri dell'Associazione sarà guidato da p. Antonio Bekavac, OFM, cappellano in ospedale.







martedì 16 ottobre 2012

Il discorso nella Cattedrale di Pozega e gli onori della Contea


All'indomani della celebrazione della festa patronale di Santa Teresa D'Avila (vedi post precedente), la narrazione della visita di S. E. Alessandro D'Errico in Slavonia si arricchisce del contributo importante del testo originale del suo discorso nella cattedrale di Pozega.
Egli si è rivolto a tutti i presenti, popolo ed autorità, esprimendo gratitudine per l'accoglienza ricevuta. Ha subito spiegato gli orientamenti dati alla sua missione di rappresentante pontificio in questi primi mesi di ministero in Croazia, ed ha sviluppato la sua comunicazione indicando le motivazioni e gli stimoli pastorali che lo hanno portato a visitare la diocesi e la contea slavonica.
Gli orientamenti hanno riguardato l'opportunità della sua presenza nelle realtà locali per la conoscenza diretta delle problematiche ecclesiali e per lo stabilimento di relazioni proficue di dialogo e di collaborazione con le istituzioni sociali. Ha colto poi i significati della partecipazione dei rappresentanti ecclesiastici e civili, del Presidente della Conferenza Episcopale Croata e del Presidente della Contea, alla festa patronale in onore di Santa Teresa d'Avila che si lega alle celebrazioni anniversarie del 15° di erezione della Diocesi. Si è rivolto ai giovani numerosi pervenuti con le loro scuole e i loro docenti per stimolarli sulla via dello studio e delle professioni e per spronarli a vivere la loro fede cristiana impegnati e attenti agli insegnamenti del Concilio.
I portali in rete della Diocesi di Pozega e della Contea hanno dedicato ampio spazio alla visita del Nunzio Apostolico. Nel post precedente è stato anticipato il commento con la galleria del portale diocesano; in questo viene aggiunto il commento del portale della Contea, dopo la lettura del discorso dell'arcivescovo D'Errico in italiano e in croato.


Festa patronale della citta’ di Pozega
(Pozega, 15 ottobre 2012)

Al termine di questa Santa Messa, sento il dovere di esprimere viva gratitudine a voi, per tutto ciò che avete organizzato per questa mia prima visita alla diocesi di Požega, e per l’esempio che mi avete dato di partecipazione devota e gioiosa a questa Liturgia Eucaristica.

Un grazie particolare rivolgo all’Eccellentissimo Arcivescovo Mons. Marin Srakić, Presidente della Conferenza Episcopale Croata ed Arcivescovo Metropolita di Ðakovo-Osijek, che con la sua presenza e la sua omelia ha reso ancora più significativa questa festa patronale di Santa Teresa. Ringrazio per la loro partecipazione i sacerdoti, i religiosi, le religiose, gli operatori di pastorale, e in primo luogo il Rettore della cattedrale don Ivica Žuljević.

Sono lieto che a questa Celebrazione Eucaristica si sono unite anche parecchie autorità civili, con il Presidente della Contea. Questo mi pare un bel segno della buona collaborazione che c’è a Požega tra autorità ecclesiastiche e civili. Nei miei contatti con le più alte autorità della Repubblica, ripeto spesso che è importante che - pur nella diversità di prospettive - tutti cerchiamo di servire i cittadini del Paese, al meglio delle nostre possibilità. L’augurio è che questa collaborazione possa non solo continuare, ma anche svilupparsi a tutti livelli, per il bene della città di Požega e del Paese.

Ovviamente, la mia gratitudine si rivolge in modo particolare al Vescovo Mons. Antun Škvorčević, per l’invito a venire qui oggi, per le parole di benvenuto che mi ha indirizzato, e per la fraterna cordialità con cui mi ha accolto.

A tutti porto una speciale benedizione del Santo Padre, con l’augurio che la celebrazione della festa patronale di Santa Teresa faccia crescere ancor più in unità di fede, speranza e amore; e soprattutto in unità di servizio a Dio, di servizio alla Chiesa e di servizio al popolo di Dio a noi affidato.
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Devo aggiungere che ho accolto l’invito del vostro degno Pastore con grande gioia, per diversi motivi.

Primo. Come sapete sono arrivato in Croazia solo tre mesi fa. In questa prima fase del mio servizio, sto cercando soprattutto di vedere, di ascoltare, e di stabilire contatti personali con le autorità civili e religiose. E così, tra le tante istituzioni che cerco di visitare, mi sforzo di privilegiare un contatto più diretto con le diocesi, che sono i motori privilegiati della vita della Chiesa.

In secondo luogo, so bene che questa mia visita s’inquadra nel contesto più ampio delle intense celebrazioni che state avendo in questi giorni. Ieri avete celebrato 15 anni della erezione della diocesi di Požega e l’inizio dell’Anno della Fede. Oggi è la festa di Santa Teresa d’Avila, patrona della Cattedrale e della città. Il mio augurio è che anche dalla visita del Rappresentante Pontificio, e in particolare dalla benedizione del Santo Padre, possano venire nuove energie spirituali per il vostro impegno di testimonianza cristiana.

Terzo. Il vescovo Škvorčević, quando mi ha invitato, mi ha detto subito che questa Messa era dedicata in particolare ai giovani e agli studenti della Scuola Cattolica, che hanno Santa Teresa come loro patrona. Questo mi ha colmato di gioia, perché - cari giovani - voi sapete bene come il Santo Padre e la Chiesa guardano a voi con attenzione privilegiata, com’è testimoniato per esempio dalle Giornate Mondiali della Gioventù, alle quali partecipano regolarmente lo stesso Santo Padre e le più alte autorità ecclesiastiche.

E perché questa attenzione privilegiata? Per un motivo molto semplice. Perché voi rappresentate il futuro della società e della Chiesa. Qui in Croazia ciò è vero ancora di più, perché - dopo gli anni bui dell’epoca socialista - sentiamo la necessità di laici preparati e qualificati, per fa sì che la Chiesa nel suo insieme, e nella differenziazione dei suoi carismi, possa affrontare adeguatamente le sfide dell’ora presente.

Ecco allora, cosa vorrei raccomandare a voi, cari giovani. Cercate di vivere intensamente e cristianamente questi anni di formazione, perché ciò che seminate oggi, raccoglierete domani. Certo, c’è bisogno anche di costanza e sacrificio. Ma è sempre così: non si può sperare di avere buoni frutti domani, se oggi non valorizziamo in pienezza ciò che la Provvidenza di Dio mette a nostra disposizione.

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Un punto particolare mi preme raccomandare a voi, in questo processo tanto importante di formazione, nel contesto concreto della nostra cara Croazia. Quando mi si domanda che cosa ritengo più importante nella nostra concreta situazione, ebbene - sulla base di ciò che ho potuto vedere e sperimentare in giro per il mondo durante i miei 35 anni di servizio alla Santa Sede - non esito nella risposta. Oggi vedo soprattutto l’urgenza e la necessità di laici cristiani che vivano profondamente lo spirito del Concilio Vaticano II, di cui abbiamo celebrato i cinquanta anni di apertura qualche giorno fa.

Ora, tra le grandi eredità del Concilio, ce n’è una di particolare importanza: quella di una sincera apertura al mondo; di dialogo con gli altri, anche con i lontani, con un atteggiamento positivo e costruttivo. Un dialogo che privilegi ciò che c’è in comune, anziché ciò che divide. Un dialogo che manifesti il sincero desiderio di lavorare insieme, con tutte le persone di buona volontà, in un’atmosfera di fiducia reciproca. Un dialogo, per il quale cerchiamo sinceramente di capire l’altro, di ascoltare l’altro, di credere nell’altro.

San Paolo diceva che al di sopra di tutto ci deve essere sempre la carità. Ecco il principio al quale dobbiamo ispirarci sempre, anche nelle difficoltà. Solo così sarà possibile giungere a soluzioni di armonia sociale, dove le parti trovano un comune accordo, sulla base di ciò che hanno in comune; e, per il bene comune, rinunciano ad elementi minori.

So bene che questi principi sono alla base del programma e dell’identità del vostro Ginnasio; e me ne rallegro molto. E così pure, sono contento che proprio la settimana scorsa i “maturanti” del vostro Ginnasio sono stati in Vaticano, ove hanno potuto ascoltare direttamente la parola illuminatrice del Santo Padre sull’Anno della Fede e sul Concilio Vaticano II.

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Miei cari fratelli e sorelle, depongo nelle mani di Santa Teresa d’Avila, vostra patrona, questi nostri auspici, queste nostre speranze, questi nostri auguri. E al tempo stesso, depongo i vostri desideri e le vostre intenzioni, domandando che sia lei ad ottenere abbondanza di benedizioni per voi, per la diocesi di Požega, e per tutta la Chiesa di Dio che è in Croazia. Amen!



Na kraju ove Svete Mise osjećam dužnost iskazati vam živu zahvalnost za sve ono što ste organizirali za ovaj moj prvi posjet Požeskoj biskupiji i za primjer pobožnog i radosnog sudjelovanja u ovoj Euharistiji koji ste mi dali.

Posebnu zahvalu upućujem preuzvišenom nadbiskupu monsinjoru Srakiću, predsjedniku Hrvatske Biskupske Konferencije, đakovačko-osječkom nadbiskupu i metropoliti koji je svojom prisutnošću i svojom propovijedi uzveličao ovaj blagdan vaše zaštitnice svete Terezije. Zahvaljujem za sudjelovanje: svećenika, redovnika, redovnica, pastoralnih djelatnika i u prvom redu rektoru katedrale don Ivici Žuljeviću.

Radostan sam da su se ovom euharistijskom slavlju pridružile i građanske vlasti na čelu s gradonačelnikom, gospodinom ………………. Čini mi se da je ovo jedan lijepi znak dobre suradnje koja postoji u Požegi između crkvenih i građanskih vlasti. U mojim kontaktima s najvišim vlastima Republike Hrvatske, često ponavljam da je važno da - unatoč različitim viđenjima stvari - svi nastojimo najbolje što možemo, služiti građanima ove Zemlje. Naša je želja da se ta suradnja može ne samo nastaviti, nego i razvijati na svim razinama za dobro grada Požege i čitave Zemlje.

Naravno, svoju zahvalnost upućujem na poseban način biskupu, monsinjoru Antunu Škovorčeviću, za poziv koji mi je uputio da budem danas ovdje, za riječi dobrodošlice kojima me je dočekao i za bratsku srdačnost kojom me je prihvatio.

Svima nosim poseban blagoslov Svetog Oca želeći da vam ovo slavlje blagdana vaše zaštitnice svete Terezije pomogne rasti još više u jedinstvu vjere, nade i ljubavi i iznad svega u jedinstvu služenja Bogu, u služenju Crkvi i u služenju narodu Božjem koji nam je povjeren. Moram dopuniti da sam s velikom radošću, zbog različitih razloga, prihvatio poziv vašeg časnog Pastira.

Prvo. Kao što znate u Hrvatsku sam došao tek prije tri mjeseca. U ovom prvom periodu svoje službe, nastojim iznad svega gledati, slušati i uspostaviti osobne veze s građanskim i vjerskim vlastima. I evo, među tolikim ustanovama koje nastojim posjetiti, trudim se dati prednost neposrednim vezama s biskupijama koje su privilegirani motori života u Crkvi.

Na drugom mjestu, dobro znam da se ovaj moj posjet uklapa u širi kontekst snažnih slavlja koja slavite ovih dana. Jučer ste slavili 15 godina postojanja Požeške biskupije i početak Godine Vjere. Danas je blagdan svete Terezije

Avilske, zaštitnice katedrale i grada. Moja je želja da također i posjet Papinskog Predstavnika i osobito blagoslov Svetog Oca, mogu donijeti duhovnu snagu za vaše nastojanje kršćanskog svjedočenja.

Treće. Kada me je biskup Škvorčević pozvao, rekao mi je odmah da će ova Misa biti posvećena na poseban način mladima, đacima Katoličke škole kojoj je sveta Terezija zaštitnica. To me je ispunilo radošću, zato jer – mladi – vi znate dobro da Sveti Otac i Crkva gledaju na vas s posebnom pažnjom, a to svjedoče na primjer i Svjetski dani mladih, na kojima redovito sudjeluju Sveti Otac i najviše crkvene vlasti.

Zašto ta posebna pažnja? Zbog jednog jednostavnog razloga. Zato jer vi predstavljate budućnost društva i Crkve. Ovdje u Hrvatskoj, to je više nego istina, zato jer – nakon godina tame socijalističkog vremena – osjećamo potrebu za vjernicima laicima koji su pripremljeni i stručni i sposobni pomoći, kako bi se Crkva u svojoj cjelini, i u različitosti svojih karizmi, mogla prikladno suočiti s izazovima sadašnjeg vremena.

Evo dakle, dragi mladi, što bih vam želio preporučiti. Nastojte snažno i kršćanski živjeti godine svojeg obrazovanja, zato jer ono što sijete danas, sutra ćete brati. Sigurno potrebna je ustrajnost i žrtva. Ali to je uvijek tako: ne možemo sutra očekivati dobre plodove, ako danas ne vrednujemo u punini ono što nam Božja Providnost stavlja na raspolaganje.

Jedna posebna stvar potiče me da vam nešto preporučim, u ovom procesu tako važnog obrazovanja, u konkretnom ozračju naše drage Hrvatske. Kada me pitaju što smatram najvažnijim u našoj konkretnoj situaciji, dakle – na temelju onoga što sam mogao vidjeti i iskusiti hodeći po svijetu tijekom mojeg 35-godišnjeg služenja Svetoj Stolici – ne ustručavam se odgovoriti. Danas vidim iznad svega hitnost i potrebu kršćanskih laika koji duboko žive duh II. vatikanskog koncila, čiju smo slavili pedesetu obljetnicu otvaranja prije nekoliko dana.

Evo, među velikim nasljeđima Koncila, ima jedno posebno važno: ono koje govori o iskrenoj otvorenosti svijetu; dijalogu s drugima, također i s onima koji su daleko, s pozitivnim i konstruktivnim ponašanjem. To je dijalog koji daje prednost onome što je zajedničko, pred onim što nas razdvaja. To je dijalog koji pokazuje iskrenu želju da radimo zajedno, sa svim osobama dobre volje, u ozračju međusobnog povjerenja. To je dijalog, pomoću kojeg iskreno nastojimo razumjeti drugoga, slušati drugoga i vjerovati drugom.
Sveti Pavao je govorio da iznad svega mora biti uvijek ljubav. Dakle, to je načelo koje nas uvijek mora nadahnjivati, također i u teškoćama. Samo tako moći ćemo postići rješenja društvenog sklada, gdje različite strane nalaze

zajednički dogovor, na temelju onoga što imaju zajedničko; i za zajedničko dobro, stavljajući na stranu nebitne stvari.

Dobro mi je poznato da su ova načela temelj programa identiteta vaše Gimnazije; i to me jako raduje. Isto tako sam zadovoljan da su upravo prošli tjedan maturanti vaše Gimnazije bili u Vatikanu gdje su mogli neposredno slušati riječi Svetoga Oca koje bacaju svjetlo na Godinu Vjere i na II. vatikanski koncil.

Zato, velikom radošću stavljam danas u ruke svete Terezije Avilske, vaše zaštitnice, ove naše razgovore, naše nade i ove naše želje. Isto tako, stavljam vaše želje i vaše nakane u njezine ruke, moleći da ona izmoli obilje blagoslova za vas, za Požešku biskupiju i za čitavu Crkvu Božju u Hrvatskoj. Amen!


Il Nunzio Apostolico in Pozega per Santa Teresa

Lunedì 15 Ottobre 2012 – Ufficio del Prefetto - Notizie

In occasione della festa di Santa Teresa d'Avila, nella cattedrale di Pozega dedicata alla santa, le parrocchie e le scuole cattoliche ginnasiali e classiche hanno partecipato alla solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Nunzio Apostolico in Croazia, Mons. Alessandro D'Errico e concelebrata dall'Arcivescovo di Osječk-Đakovo Marin Srakić e dal Vescovo di Pozega Anthun Skvorcevic. Mons. D'Errico viene accolto da tutti i presenti e Marijan Aladrović lo ha ringraziato per essere venuto in Pozega-Slavonia.
La celebrazione è iniziata con la tradizionale processione dalla chiesa di S. Lorenzo, nella quale si sono riuniti i rappresentanti di diversi gruppi di fedeli delle parrocchie di Požega, gli studenti e personale della scuola cattolica classica e superiore e della scuola elementare cattolica, i rappresentanti di molte organizzazioni, le forze dell'esercito croato e la polizia.
Alla fine della Messa, il prefetto Marijan Aladrović e il suo vice Ferdinando Troha hanno incontrato il Nunzio Apostolico, l' Arcivescovo di Osijek-Đakovo e il Vescovo di Pozega. Il prefetto Aladrović ha detto che è stato onorato di partecipare alla Messa guidata dal Nunzio Apostolico, e agli ospiti illustri in questa occasione ha dato una monografia su Pozega e dintorni del 1910 ristampato due anni fa per l' 800° anniversario dalla Contea. (Traduzione ad sensum)