martedì 6 ottobre 2015

Messaggio circa la canonizzazione del beato Alojzije Stepinac

Nei giorni della prima settimana di ottobre le principali agenzie cattoliche della Croazia e della Bosnia ed Erzegovina, insieme con svariati portali e notiziari in rete, hanno pubblicato e commentato le dichiarazioni del Nunzio Apostolico in Croazia riguardanti la canonizzazione del beato Aloisio Stepinac e la formazione di una Commissione mista proposta dal Santo Padre.


Le dichiarazioni di Mons. D'Errico sono riprese dall'intervista dialogata rilasciata in precedenza alla Radio Cattolica Croata. Presento il testo rivisto dallo stesso Nunzio.

ZAGABRIA, 18 settembre, 2015
Radio Croata  Cattolica – Messaggio del nunzio apostolico mons. Alessandro D'Errico circa il beato Alojzije Stepinac

         Grazie, sig.ra Tanja, per l'opportunità che mi da di offrire qualche chiarimento su una questione così importante, non soltanto per la canonizzazione del nostro cardinale beato Alojzije Stepinac, ma anche perché mi pare che questa è una questione molto delicata, per tutto quello che viene scritto e che sentiamo in questi giorni.
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         Mi consenta anzitutto di inquadrare brevemente la questione, prima di parlare specificamente della proposta del Santo Padre circa questo gruppo di esperti. E cioè, mi consenta di richiamare gli avvenimenti che hanno portato a questa proposta. Ricordo che eravamo parrecchi Vescovi il 10 febbraio dell’anno scorso (2014), in occasione della festa del card. Stepinac, ospiti a cena del nostro Arcivescovo Cardinale Bozanić. In quella circostanza qualcuno chiamò il Cardinale al telefono. Dopo, il cardinale ritornò e disse: “Ho una bella notizia, mi hanno chiamato dal Collegio San Girolamo in Roma. Lì c'era il Cardinale Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, per la festa del Cardinale Stepinac. Il Cardinale ha annunciato che il riconoscimento del miracolo che tutti aspettavamo è  venuto, e dunque praticamente la Congregazione per le Cause dei Santi ha terminato il grosso del suo lavoro. Ora si tratta soltanto di portare a termine le procedure, ma praticamente la causa si può dire terminata con un esito positivo circa la santità del Cardinale Stepinac”. Questo fu motivo di grande gioia per noi, che eravamo ospiti del Cardinale, perché sappiamo bene cosa significa il beato Stepinac per la Chiesa Universale e per il popolo croato, per la sua sofferenza, il suo martirio, la sua testimonianza di fedeltà alla Sede Apostolica.

         Purtroppo però nei giorni successivi ci furono  tante reazioni da parte dei Serbi e della Chiesa Ortodossa Serba. Ora io devo dire sinceramente che non ho letto la lettera che il Patriarca Ireneo pare abbia mandato a Roma.  I media ripetono spesso, che quando c’è stata la visita del cardinale Mamberti a Belgrado lo scorso anno (allora il card. Mamberti era il nostro ministro degli esteri), il card. Mamberti fece visita non soltanto alle autorità politiche, ma anche alle autorità religiose. Pare che in quella circostanza il patriarca Ireneo consegnò al card. Mamberti una lettera indirizzata al Santo Padre, nella quale sembra che il patriarca abbia domandato al Santo Padre di essere prudente su questa questione, perché la Chiesa ortodossa serba considera il card. Stepinac come una figura controversa, per il ruolo che egli avrebbe avuto al tempo dello Stato indipendente croato, perché lui era arcivescovo di Zagabria e non avrebbe fatto abbastanza per difendere le minoranze serbe e le minoranze rom contro la politica razziale dello Stato indipendente croato. Questo è quello che, più o meno, ripetono i media. Ripeto, io non ho letto la lettera del patriarca Ireneo.

         Sta di fatto che il Santo Padre, con la sua sensibilità ecumenica, a un certo punto ha preso personalmente - e questo io ci tengo a sottolineare, e me l'ha ripetuto il card. Parolin, Segretario di stato, l'altro giorno, quando abbiamo di nuovo parlato di questa questione - la decisione di fare una proposta sia alla Chiesa Ortodossa Serba, sia alla Conferenza  Episcopale Croata: e cioè, di creare un gruppo di esperti misto, ortodosso e cattolico, per rileggere i documenti che sono stati studiati dalla Congregazione per le cause dei santi circa il ruolo del Stepinac all'epoca dello Stato indipendente croato.
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         So bene che questa proposta ha provocato tanta sorpresa in Croazia, ma  personalmente non sono stato sorpreso, perché conosco bene il Santo Padre. A mio parere, questa è una proposta che dovrebbe essere inquadrata a partire dalle linee direttrici di questo pontificato e in particolare dall'Evangelii gaudium e dall'insistenza con cui Papa Francesco quasi ogni giorno parla delle necessità di un  cambiamento di mentalità. È cioè di una Chiesa che si apra, con serenità e fiducia, all'azione dello Spirito Santo, e che privilegi una cultura del dialogo e dell'incontro. Questo mi sembra particolarmente importante.

         Quello che vorrei suggerire a Lei, signora Tanja, e a tutti quelli che hanno scritto e scrivono su questo argomento, e a quelli che restano perplessi dinanzi a questa proposta del Santo Padre, è che bisognerebbe rileggere l' Evangelii gaudium e allora tutto sarà chiaro. Li troviamo quale tipo di Chiesa il Santo Padre propone, quali sono le direttive principali che il Papa propone in questa Esortazione Apostolica. È la prospettiva di una chiesa che non si chiude, che non va avanti da sola, che non procede per la sua strada, che non dice ‘questa e una questione mia e voi non c'entrate". Propone bensì un tipo di Chiesa che parte dal mandato di Gesù, dalle ultime parole di Gesù, pronunciate prima che egli ritornasse al cielo, “Andate, andate, annunciate la Buona Nuova a tutti i popoli“. Il Papa ripete quasi ogni giorno la necessità - la prima necessità pastorale per i nostri tempi e per il cammino di Nuova Evangelizzazione - di vivere nella vita di ogni giorno questo mandato di Gesù, e realizzare un cammino di Chiesa che esce, che va, che privilegia una cultura dell'incontro e del dialogo verso tutti, e in particolare verso le periferie. Ovviamente, quando parliamo di periferie, parliamo sia delle periferie materiali (i poveri), sia delle periferie spirituali (i lontani).

         Il Santo Padre lo ha ripetuto di nuovo qualche giorno fa ai nuovi vescovi. La preoccupazione della Chiesa deve essere non soltanto per quelli che vengono da noi, ma deve essere preoccupazione anche per quelli che venivano e non vengono più, e deve essere preoccupazione anche per quelli che non sono mai venuti. È cioè, realizzare nella vita di ogni giorno il testamento che Gesù ha lasciato prima di ritornare in cielo: di andare, prendere l'iniziativa, essere una Chiesa che esce e dialoga.

          Ovviamente in questo movimento di Chiesa verso le periferie, l'ecumenismo ha un ruolo particolare, perché è vero che tanti nostri fratelli sono separati, ma dobbiamo andare anche da loro, e specialmente da loro, in particolare quando poi si tratta di cristiani ortodossi, con i quali condividiamo la stessa fede e la stesa liturgia, anche se ci sono  differenze che sono venute nel corso dei secoli, per le tante zone di ombra che abbiamo dovuto registrare nella storia tra le due Chiese.

         Allora ripeto: se si inquadra questa proposta del Papa nell’ insieme dell’ Evangelii gaudium, nell’insieme della richiesta trasformazione di mentalità - in termini pastorali, in termini di servizio, in termini di dialogo, in termini di incontro -, allora anche questa proposta che lui sta facendo  riguardo alla commissione di esperti a livello ortodosso e cattolico sulla questione del Cardinale Stepinac, risulterà una logica e naturale conseguenza. A mio parere, chi legge bene l’Evangelii gaudium, o chi ascolta regolarmente quello che il Papa propone ogni giorno, credo che non avrà assolutamente niente di che meravigliarsi circa questa proposta. Egli non sta facendo niente contro  i Croati, ma sta semplicemente tirando le conclusioni della  visione ecclesiologica che propone fin dal primo giorno di Pontificato.
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         Ciò posto, vorrei, sulla base di quello che leggo e sulla base di quello che ascolto,  dirvi qualcosa di più concreto su questa proposta del Santo Padre.

1. Prima cosa, come menzionavo la commissione non è stata ancora formata. Siamo ancora a livello di proposta accettata in termini generali, di una proposta che è stata fatta personalmente dal Papa  al Patriarca Ireneo e che il Cardinale Parolin a nome del Santo Padre ha fatto alla Conferenza Episcopale Croata. Sembra che essa avrà sei membri, tre da parte ortodossa e tre da parte cattolica, ai quali sei membri si aggiungeranno - su richiesta dalla parte ortodossa - altri due membri indipendenti. Di questa richiesta, il Cardinale Parolin ha parlato già con i membri del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Croata,  che l'hanno accolta favorevolmente, perché i membri indipendenti possono dare una maggiore oggettività al lavoro della commissione.

2. Secondo, non è stato ancora stabilito chi sarà il presidente di questa commissione. Lo stanno cercando, perché è una cosa molto delicata; ma in ogni caso, il cardinale Parolin diceva che per il lavoro della Commissione ci sarà il patrocinio della Santa Sede, attraverso un dicastero della Curia Romana. Stanno valutando bene quale può essere il Dicastero che possa prendere il patrocinio di questo delicato lavoro.

3. Terzo, evidentemente, se non è stata formata la commissione, non si può ancora parlare di un’agenda concreta di lavoro, e neppure è stato stabilito concretamente quanto tempo richiederà il lavoro di questa commissione. Il Cardinale Parolin diceva che tutto questo sarà discusso alla prima riunione, che si farà a Roma, quando la commissione sarà formata. Alla prima riunione si stabilirà l’agenda, che cosa si vuole chiarire con il lavoro di questa commissione, e soprattutto si fisserrano bene i tempi di lavoro, perché qualcuno ha detto che c’è il rischio che poi non si finisce più, che non si finisce mai questo lavoro.

4. Un’ultima osservazione. Mi dispiace quando leggo che il Papa vorrebbe che il Cardinale Stepinac sia di nuovo giudicato da Belgrado. Non è cosi. Credo di conoscere bene il Papa. Lui ha un’enorme considerazione del popolo croato, della Croazia e della santità di Stepinac. Quando la presidente Kolinda Grabar Kitarović è stata dal Papa, ha parlato anche di questo. Il Papa le ha detto - e lei l'ha ripettuto ai giornalisti - che per lui è fuori discussione che il cardinale Stepinac sia santo, perché il lavoro che doveva essere fatto dalla Congregazione per le cause dei santi sostanzialmente è terminato.  Qui non ci sono dubbi. Il dubbio era soltanto se vogliamo procedere subito, andando avanti per la nostra strada, chiudendo l’orecchio a ciò che ci viene detto dalla Chiesa  Ortodossa Serba, o se invece vogliamo fare un gesto di carità ecumenica. Il Papa ha deciso per un gesto di carità ecumenica, che non significa discutere di nuovo la santità di Stepinac. Questo è stato già fatto ed è fuori discussione. Si tratta soltanto di rileggere il lavoro che la Congregazione ha fatto per i documenti storici e di presentarlo con serenità. Quindi non si tratta di un riesame della santità di Stepinac. Si tratta di rileggere i documenti e di mostrare il lavoro che è stato fatto, con serenità e fiducia ecumenica, e soprattutto con tanta fede nello Spirito Santo che anima il cammino della Chiesa. Con la speranza, dice il Papa, che questo possa servire anche a far apprezzare ancor di più la figura e la santità del cardinale Stepinac, e possa pure  servire ad un miglioramento delle relazioni  tra le due chiese (la Chiesa ortodossa serba e la Chiesa Cattolica croata) e finalmente possa servire al processo di piena riconciliazione tra i due popoli, che a noi sembra assolutamente necessario in questo momento di grandi difficoltà economiche e di grandi problemi sociali. Come la questione dei profughi che arrivano dal Medio oriente sta dimostrando, è necessario che ci sia un approccio comune, una politica comune, una strategia comune tra la Croazia e  i Paesi vicini per far fronte a questa e ad altre emergenze.
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         Questa è la nostra speranza, questo il nostro augurio. Sono certo che - a parte le comprensibili emozioni, che possono essere venute in un primo tempo, quando si e parlato di questa proposta del Santo Padre - la Chiesa di Dio che è in Croazia saprà anche in questa circostanza dare un ulteriore segno di fedeltà e di devozione alla Sede Apostolica e al nostro amatissimo papa Francesco.  
    
Testo e commento su:    Laudato       IKA         KTA         Vecernji list

lunedì 5 ottobre 2015

Attività pastorali ed ecclesiali di inizio ottobre

Nella prima settimana di ottobre il Nunzio Apostolico in Croazia è stato impegnato in alcune attività di carattere pastorale: la visita alla Scuola Elementare Cattolica di Zagabria dedicata a Santa Teresa di Lisieux, la Benedizione della Cappellania Militare di Kamensko dedicata agli Angeli Custodi, e la visita al Santuario Nazionale di Karlovac. Un percorso svolto in un paio di giorni, 2 e 3 ottobre, che è culminato poi nella solenne concelebrazione nella Cattedrale di Zagabria ove il Cardinale Bozanic ha ordinato nove nuovi diaconi.
Le Agenzie Cattoliche e molti media croati hanno seguito e commentato queste attività del Nunzio, rimarcando e pubblicando, soprattutto nel fine settimana, le dichiarazioni che Mons. D'Errico ha ufficialmente espresso in una intervista alla Radio Cattolica Croata nel merito della canonizzazione del Beato Aloisio Stepinac e circa l'istituzione di una Commissione mista di esperti proposta ad hoc da Papa Francesco.
Questo post è dedicato alla visita della Scuola di Zagabria, all'itinerario della Cappellania Militare e del Santuario Nazionale di Karlovac, regione situata ad un centinaio di chilometri dalla Capitale della Croazia, e alle ordinazioni diaconali. Il post successivo è dedicato alle dichiarazioni di S.E. Mons. Alessandro D'Errico, Rappresentante del Papa, relative alla canonizzazione del beato Arcivescovo di Zagabria.

Visita alla Scuola Elementare Cattolica. La notizia principale è riportata dalla IKA (>> vedi >>) ed è ripresa anche dal portale di Radio Maria Croata (>> vedi >>). La Scuola diretta di Carmelitani celebra il suo terzo anniversario della fondazione nel giorno dedicato a Santa Teresa del Bambino Gesù. L'Arcivescovo D'Errico ha celebrato l'Eucaristia nella chiesa dei Domenicani insieme con il padre carmelitano Vinko Mamic, direttore della Scuola, e con altri sacerdoti. Alla folta assemblea di genitori e ragazzi il Nunzio Apostolico ha rivolto una omelia che ripropongo nella traduzione ad sensum dal croato.
Nella sua omelia il Nunzio D'Errico ha parlato dell'importanza dell'educazione cattolica nella società, del precedente regime che in Croazia non ha permesso la creazione di scuole cattoliche e ha lodato gli sforzi eccezionali di p. Mamic per stabilire la prima scuola elementare cattolica di Zagabria. Ha ricordato i momenti chiave nella vita della Patrona Santa Teresa di Gesù Bambino, e del suo esempio che insegna ogni giorno a fare piccole buone azioni. Ha ricordato anche S. Teresa d'Avila e S. Caterina da Siena come altre Sante 'Dottori della Chiesa'. Ha incoraggiato il bambini, i genitori e il personale scolastico a persistere in tutti gli sforzi educativi per il bene del singolo, della Chiesa e della società, e ha ringraziato tutti i presenti e rappresentanti della città di Zagabria, il Ministero della Scienza, dell'Istruzione e dello Sport per tutto il supporto fornito a beneficio della scuola.

Itinerario della Cappellania Militare. Due momenti significativi per la vita e la rappresentanza ecclesiale del Nunzio In Croazia: la benedizione della Cappella dedicata ai Santi Angeli Custodi nella sede militare di Kamensko, con la Santa Messa concelebrata insieme con l'Ordinario Militare Mons. Jezerinac; e la visita al Santuario Nazionale di San Giuseppe in Karlovac (>> vedi >>) ove ha potuto conversare con il rettore sulla storia e sull'importanza del Santuario per la nazione croata. I commenti riferiti dai vari portali (>> vedi IKA >>) mettono in risalto il richiamo devozionale fortemente sentito in Croazia alla protezione dei Santi Angeli, e l'importanza delle Forze Armate in relazione al Trattato tra la Santa Sede e la Croazia.


Ordinazioni diaconali. Grande risonanza nella chiesa di Zagabria si è avuta sui media per la celebrazione in Cattedrale della ordinazione di nove nuovi diaconi per le mani dell'Arcivescovo Bozanic (>> vedi >>). Alla solenne concelebrazione, vissuta nel clima spirituale del 17° anniversario della beatificazione del Cardinale Aloisio Stepinac, hanno partecipato anche l'Arcivescovo Alessandro d'Errico, il Vescovo ausiliario Ivan Sasko e circa un centinaio di altri sacerdoti.