mercoledì 29 maggio 2013

Ricordo di una celebrazione nella Basilica Pontificia di San Sossio

In questi giorni si celebra, come ogni anno il 31 maggio dal 1807, la traslazione dei corpi dei Santi Sossio e Severino da Napoli a Frattamaggiore. Le iniziative religiose e civili, che con costanza ed impegno si attuano in onore dei Santi Patroni, sono sempre intense e significative e lasciano un segno rimarchevole della devozione, della cultura e della fede del popolo frattese.
Molte volte anche il Nunzio Apostolico, di ritorno al paese per brevi periodi di Maggio e di Avvento, si è ritrovato a partecipare alle celebrazioni patronali, lasciando segni importanti per la religiosità e la vita ecclesiale della comunità locale. L'icona introduttiva della solennità del Corpus Domini del 2008 ne è una riprova.
L'occasione odierna e la sua partenza di qualche giorno fa per Zagabria, sede della sua attuale Nunziatura in Croazia, dopo essere rimasto al suo paese per qualche settimana, stimola il ricordo di una sua bella celebrazione di qualche anno fa.
Spettò a lui aprire con solennità le celebrazioni che nel Novembre 2006 portarono all'elevazione a Basilica Pontificia la Chiesa di San Sossio di Frattamaggiore e la consacrarono meta religiosa del pellegrinaggio internazionale per la custodia del corpo del santo diacono martire Sossio e del corpo del santo monaco Severino evangelizzatore della Pannonia.
Sul portale della Basilica si può leggere la storia agiografica e devozionale di questa custodia. Per il ricordo della celebrazione di Mons. D'Errico, di grande valore per la storia ecclesiastica frattese, riporto la foto della bozza di un comunicato preparato per la stampa locale. 



martedì 14 maggio 2013

Giorni di maggio al paese natio


Un paio di settimane a maggio, nel tempo pasquale prima di Pentecoste, è in genere il periodo che Mons. D'Errico trascorre a Frattamaggiore, suo paese d'origine, per stare un poco con i familiari, con gli amici paesani, per recarsi qualche giorno a Roma, e per riagganciare la pastorale della comunità ecclesiale locale sia parrocchiale e sia diocesana.
In questi giorni di maggio ho avuto modo di incontrare alcune volte il vescovo Alessandro, e si è trattato sempre di esperienze importanti e significative. La prima volta è stata alla celebrazione dell'anniversario della dipartita di d. Ferdinando Ambrosio diacono permanente della parrocchia della Madonna del Carmelo e di San Ciro, la stessa originaria del vescovo. La parola di mons. D'Errico rivolta all'assemblea, ai familiari, e ai diaconi presenti, è stata ricca di significati per la conoscenza personale del diacono commemorato e veramente edificante per i fedeli.
La seconda volta è stata la concelebrazione con mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, per d. Maurizio Barbato, parroco di Frattaminore, morto improvvisamente per un incidente nella sua canonica. La presenza inaspettata di mons. D'Errico alla liturgia per il sacerdote defunto, che ha visto la partecipazione di gran parte del clero e della comunità diocesana, ha assunto significati ecclesiali importanti.
La terza volta è stato la celebrazione del sacramento della Cresima nel giorno dell'Ascensione del Signore e della Festa della Mamma per i giovani della Parrocchia della Madonna del Carmelo e di San Ciro.
La comunità parrocchiale attende per mesi il ritorno dell'illustre filiano, Arcivescovo e Nunzio Apostolico in Croazia, per la celebrazione dell'Eucaristia serotina, nei giorni della sua permanenza al paese, e per la Cresima dei giovani.
In particolare la Cresima da lui celebrata diviene un momento importante anche per la verifica della preparazione dei giovani e del lavoro della catechesi parrocchiale annuale svolta dai laici impegnati con la guida del parroco don Michele e del sacerdote cooperatore don Biagio. Nel dialogo che si svolge soprattutto tra il vescovo e i giovani, durante la celebrazione del Sacramento, sono portati i temi e i coinvolgimenti che fanno percepire la bellezza e la forza della scelta di vita cristiana. La parola del vescovo illustra i significati del sacramento della Confermazione ed esorta alla missione e alla testimonianza evangelica. I giovani, i loro familiari, e l'assemblea intera, vivono un momento di riflessione importante sul senso della chiesa locale. E' una esperienza esemplare ed esortativa che fa conoscere e percepire le dimensioni della Chiesa universale, del magistero del Papa e dei Vescovi di tutto il mondo, con sguardi particolari sui luoghi e sugli avvenimenti legati alla nunziatura nella regione europea della Croazia e degli altri paesi dei Balcani. In pratica l'omelia del vescovo diviene un libero e semplice discorrere tra i banchi dell'assemblea, un dialogare aperto e corrisposto con i giovani e le loro speranze, una esortazione con esiti entusiastici alla testimonianza forte e convinta della fede nel Signore risorto.
Il sacramento quest'anno è stato amministrato nella domenica dell'Ascensione e nel giorno della Festa della Mamma, e la circostanza ha permesso al vescovo di trasmettere un insegnamento semplice e puntuale durante il suo dialogo con i cresimandi. La spiegazione dei brani letti durante la Liturgia della Parola (At 1, 1-11; Sal 46; Eb 9, 24-28 e Eb 10, 19-23; Lc 24, 46-53) si è integrata, nello stile comunicativo semplice ed immediato di don Alessandro, con l'indicazione e lo sviluppo di tre punti di discussione e di riflessione: l'importanza antropologica e religiosa della Festa della Mamma, il significato dottrinario ed etico del mistero dell'Ascensione del Signore, e l'esortazione alla missione e alla testimonianza del Vangelo.
Ho potuto cogliere, nell'ambiente ecclesiale e nella cordialità e nell'informalità del clima che si è creato durante l'omelia, una brevissima sequenza di foto a testimonianza del dialogo del vescovo con i giovani che hanno ricevuto il sacramento della Cresima. La celebrazione è stata accompagnata dal giovanile coro strumentale della parrocchia che alla fine della celebrazione ha voluto omaggiare il Presule con la manifestazione di alcuni talenti artistici e musicali.




venerdì 10 maggio 2013

Studenti e Pastori nei tre secoli della Pontificia Accademia Ecclesiastica


Fu ispirata dal beato Sebastiano Valfrè, dell'Oratorio di San Filippo Neri, e fu fondata a Roma nel 1701 dall'abate Pietro Garagni per essere una Accademia dei Nobili Ecclesiastici da diffondere anche nelle altre diocesi. Per i primi anni la sua sede fu l'antico palazzo Orsini, rilevato nel 1688 dai Gabrielli, che oggi si denomina Palazzo Taverna a Monte Giordano.
Fin dall'origine l'Accademia ebbe l'attenzione e l'appoggio del Pontefice Clemente XI, il quale si adoperò per trasferirla prima nel Palazzo Gottofredi a Piazza Venezia (1703), e poi nella sede definitiva che ancora oggi sussiste dell'antico Palazzo Severoli a Piazza della Minerva.
Nel corso del '700 varie vicissitudini si verificarono per la scuola che ebbe tra i suoi studenti anche Carlo Rezzonico che divenne papa Clemente XIII (1758-1769). Con papa Pio VI (1775-1799) l'Accademia fu rilanciata con ricchi benefici dopo un periodo di crisi e si consolidò la consuetudine che i suoi migliori studenti pronunciassero un discorso in occasione della festa della Cattedra di San Pietro.
Annibale della Genga, eletto papa Leone XII (1823-1829), fu anch'egli studente dell'Accademia. Con il pontificato del beato Pio IX (1846-1878) si regolamentò e si precisò lo scopo dell'Accademia nella formazione dei giovani ecclesiastici per il servizio diplomatico della Santa Sede o per il servizio di Curia dello Stato Pontificio. Si stabilì l'obbligo per gli studenti di conseguire la Laurea in Teologia e Diritto e di frequentare un Corso triennale di Diplomazia e Lingue Estere. Gioacchino Pecci, eletto papa Leone XIII (1878-1903), fu anch'egli giovane studente dell'Accademia. Da papa s'impegnò per sollevarne il tenore della preparazione culturale e intellettuale richiedendo periodiche dissertazioni pubbliche da parte degli allievi.
Nel corso del '900 altri papi hanno significativamente legato la loro opera all'AccademiaGiacomo Della Chiesa, eletto papa Benedetto XV (1914-1922), fu prima studente e poi docente di Stile Diplomatico; papa Pio XI (1922-1939) diede alla scuola il nome nuovo di Pontificia Accademia Ecclesiastica e ne legò la protezione al Segretario di Stato pro tempore; Pio XII (1939-1958), che fu in essa docente di Diplomazia Ecclesiastica, nel 1945 formulò il Regolamento dell'Accademia che è ancora oggi in vigore.
Alle vicende e agli indirizzi contemporanei dell'Accademia è anche legata l'opera dei pontefici Giovanni XIII, Paolo VI che vi fu giovane studente, e Giovanni Paolo II che vi dedicò molta parte del suo magistero. Dei tempi recenti sono memorabili le udienze e i discorsi diplomatici di Benedetto XVI; mentre oggi cominciano a delinearsi dinamiche e compiti nuovi per l'Accademia nell'ambito delle scelte e delle attività pastorali che il nuovo papa Francesco sta realizzando per la Chiesa universale.
L'Accademia ha celebrato nel 2001 il 3° centenario della sua istituzione, e nei tre secoli della sua storia si sono formati in essa circa 2000 studenti; cinque di loro sono saliti sul Soglio di Pietro, moltissimi sono divenuti Vescovi, Cardinali, Rappresentanti della Diplomazia Pontificia e Nunzi Apostolici.
Sul Portale Vaticano dedicato all'Accademia Pontificia Ecclesiastica si possono leggere note storiche dell'Istituzione e si può scorrere l'elenco degli studenti che l'hanno frequentata dall'epoca della fondazione fino al 2002. Al n. 1476 dell'elenco, relativamente all'anno 1974, vi è segnalato: D’Errico Alessandro, Aversa (Italia), Arciv. tit. di Carini, Nunzio Apostolico.
Giovanissimo sacerdote, Mons. D'errico fu scelto tra i migliori studenti di Teologia e Filosofia della Diocesi di Aversa e fu inviato a Roma dal Vescovo Antonio Cece per gli studi diplomatici presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica.