giovedì 23 maggio 2019

Il Nunzio Apostolico D'Errico smentisce parole a lui attribuite in un recente articolo de La Nuova Bussola Quotidiana


IL NUNZIO D'ERRICO SMENTISCE PAROLE A LUI ATTRIBUITE IN UN RECENTE ARTICOLO de LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA


In un recente articolo di Guido Villa apparso su La nuova Bussola Quotidiana il 12 maggio 2019 (dal titolo "Caso Stepinac, Chiesa croata e Vaticano ai ferri corti") - alquanto critico sulle dichiarazioni di Papa Francesco circa l'attesa canonizzazione del Beato Cardinale Alojzije Stepinac (durante il volo di ritorno dalla Macedonia del Nord, il 7 maggio 2019) – è stato fatto riferimento anche a parole che sarebbero state pronunciate dal Nunzio Apostolico Alessandro D'Errico nell'agosto 2013. A quel tempo Monsignor D'Errico era Nunzio Apostolico in Croazia.

Il Presule ha prontamente negato la veridicità delle parole a lui attribuite, e la smentita è stata pubblicata in calce all'articolo in questione ed anche con un post in rete dal titolo "Caso Stepinac, smentita del Nunzio e risposta". Successivamente c'è stato un intenso scambio di corrispondenza con la medesima direzione e il giornalista autore dell'articolo, che l'Arcivescovo ha ritenuto opportuno rendere pubblico "per amore di verità". Qui di seguito riportiamo l'importante scambio di corrispondenza.


1) 13 maggio - NUNZIO D'ERRICO

Spettabile Direzione,
buoni amici mi hanno segnalato un vostro recente articolo sulla questione del Beato Stepinac, dove si fa menzione anche di qualcosa che avrei detto qualche anno fa a Samobor . Mi dispiace, ma ciò non risponde a verità.
Vi prego pertanto di eliminare tutta la parte che fa riferimento al sottoscritto. Vi chiederei pure di pure di darmene cortese conferma attraverso questo indirizzo email.
Grazie.
+Alessandro D'Errico
Nunzio Apostolico


P. S. Qui di seguito riporto la parte dell'articolo dove si fa menzione del sottoscritto, che francamente mi lascia di stucco: "Le parole del Papa sull'aereo di ritorno....
«E basta con questo Stepinac!» Così monsignor Alessandro D'Errico, nunzio apostolico in Croazia dal 2012 al 2017, il 15 agosto 2013 rispondeva all'ennesima domanda sulla canonizzazione del beato Alojzije Stepinac durante un incontro presso il convento francescano di Maria Assunta di Samobor, nei pressi di Zagabria, alla presenza dei frati del convento e dei sacerdoti del locale Decanato, per una volta non ricorrendo alle consuete frasi fatte e dichiarazioni falsamente tranquillizzanti. La reazione del nunzio D'Errico è un chiaro segno che..... ".


2) 14 maggio 2019 - Dott. CASCIOLI e Dott. VILLA

Carissima Eccellenza,
mi dispiace che il nostro articolo l'abbia negativamente colpita, ma come vedrà dalla risposta di chi ha scritto l'articolo, il riferimento alle sue parole viene da un testimone dell'incontro. Pertanto io pubblicherò senz'altro la sua smentita ma anche la precisazione di Guido Villa, come è giusto che sia. Non ritengo invece giusto cancellare la parte che la riguarda perché è appunto supportata da una testimonianza diretta.
Cordiali saluti
RICCARDO CASCIOLI

Eccellenza reverendissima,
la frase da Lei pronunciata a Samobor mi fu riferita tre giorni dopo il fatto da un sacerdote croato presente a quell'incontro. Era molto triste, e mi chiese: «Cosa avrà voluto dire il Nunzio con quella frase?». Io gli risposi, già allora: «Significa che la canonizzazione del beato Stepinac non arriverà presto». Non c'era bisogno di doni mistici per capire quale sarebbe stato lo sviluppo della vicenda.
Tra l'altro, si tratta di un sacerdote molto umile e pio, devotissimo a papa Francesco, e non aveva nessun motivo per inventare qualcosa che non fosse stato detto.
Prendo quindi atto della Sua smentita, da parte mia confermo quanto ho scritto.
Un'ultima osservazione: è Suo buon diritto proporre una smentita o una rettifica, mi lascia un po' perplesso la Sua richiesta di cancellazione della parte di articolo che si riferisce alle Sue parole. E' una cosa che sinistramente ricorda il romanzo “1984” di George Orwell.…
GUIDO VILLA

3) 15 maggio 2019- NUNZIO D'ERRICO

Caro Direttore,
La ringrazio per la Sua mail. Avrà la cortesia di inviarmi il link della smentita da Lei pubblicata. Per quanto concerne la risposta del Dott. Villa, non avendo il suo recapito, chiedo la gentilezza di trasmettergli le mie osservazioni, che sottopongo pure alla Sua considerazione.

1. Non ho idea di chi sia il Sacerdote o Frate di questa "testimonianza", ma assolutamente non mi riconosco nello stile che avrei usato nella "risposta". Ho dovuto spesso rispondere a domande circa il Beato Stepinac, ma posso assicurare che ho sempre cercato di avere uno stile rispettoso verso tutti, e in primo luogo verso il medesimo Beato, per il quale nutro sincera devozione.

2. Le espressioni riportate si riferiscono al 2013. A quel tempo non c'erano difficoltà di gestione della questione Stepinac. Era stato da poco riconosciuto il miracolo dalla Congregazione per le Cause dei Santi e tutti aspettavamo con grande gioia la data della canonizzazione.

3. La questione divenne più complessa quando Papa Francesco decise di istituire una Commissione di Esperti Mista, composta del ortodossi serbi e cattolici croati. Questa iniziativa non piacque molto al grande pubblico croato, e per ovvi motivi la Nunziatura Apostolica si trovò “tra l'incudine e il martello", cercando di mediare tra le attese della Chiesa croata e la decisione del Papa…. Ma eravamo più avanti nel tempo (dal 2015 in poi). In diverse circostanze cercai di chiarire la decisione pontificia, per espresso mandato di Papa Francesco . Ma anche allora mi feci dovere di usare rispetto verso tutti, e di offrire i chiarimenti richiesti al meglio delle mie possibilità. Oggi, a distanza geografica e di qualche anno, "coram Domino" posso affermare serenamente che non ho mai liquidato le questioni in maniera sbrigativa e poco rispettosa, come purtroppo viene riportato nell'articolo del 12 maggio.

4. A mio parere, le affermazioni erroneamente a me attribuite creano ulteriore confusione: abbinando qualcosa che non ho detto alle dichiarazioni di Papa Francesco al ritorno dalla Macedonia del Nord, lasciano intravvedere una "strategia" che con c'è mai stata.

5. In questo senso rinnovo la richiesta di eliminare la parte che fa riferimento al sottoscritto.

6. Sono fiducioso che si potrà risolvere tutto in maniera amichevole.

Grazie per l' attenzione. Cordialmente auguro buon lavoro, "in iustitia et veritate".
+ ALESSANDRO D'ERRICO
Nunzio Apostolico a Malta e in Libia

4) 15 maggio 2019 - DOTT. VILLA

Eccellenza Reverendissima,
sono il dottor Guido Villa, autore dell’articolo apparso sulla Nuova Bussola Quotidiana del quale Ella ha smentito il primo paragrafo, quello che riguarda la frase da Lei pronunciata davanti ai frati del convento di Samobor e ai sacerdoti del locale Decanato il 15 agosto 2013.
Con tutto il rispetto dovuto a Lei come successore degli apostoli e Nunzio Apostolico, mi permetto di ribadire quanto già scritto nella mia risposta alla richiesta di smentita. Rimanendo sulla mia posizione, tuttavia non affermo assolutamente che Ella non stia dicendo la verità. Da una parte, come ho scritto nella replica, questa frase mi è stata riferita dal sacerdote in questione tre giorni dopo, domenica 18 agosto 2013, mentre è perfettamente comprensibile che Lei possa non ricordare con precisione ogni singola parola detta nei cinque anni di servizio quale Nunzio Apostolico presso la Repubblica di Croazia, tanto più che quello che ho riferito, essendo accaduto una volta sola, appare chiaramente come uno scatto di impazienza dinanzi alla milionesima domanda sulla canonizzazione del beato Stepinac, che però, ho ipotizzato, manifestava il fatto che la canonizzazione del cardinal Stepinac rappresentava un problema per la Chiesa, e ciò per i motivi che ho specificato nell’articolo.
Nella Sua e-mail al direttore dott. Cascioli, che ci legge in copia, Ella scrive che "Le espressioni riportate si riferiscono al 2013. A quel tempo non c'erano difficoltà di gestione della questione Stepinac. Era stato da poco riconosciuto il miracolo dalla Congregazione per le Cause dei Santi e tutti aspettavamo con grande gioia la data della canonizzazione".
Anche a proposito di questo punto mi permetto di non essere d'accordo.
I serbi hanno seguito con molta attenzione lo sviluppo della causa di canonizzazione, tant'è che il patriarca Irinej ha affermato, nella sua lettera a papa Francesco del 2016, di avere già scritto a papa Benedetto XVI sulla questione, ma di non avere avuto risposta (vedi qui). Quindi il caso Stepinac ha sempre rappresentato un problema, tanto maggiore quanto più avanzava il processo.
In realtà i problemi sono nati esattamente con l'annuncio pubblico dell'approvazione del miracolo e della prossima canonizzazione di Stepinac. Ricordo perfettamente l'annuncio fatto in cattedrale dal cardinale Bozanić , e ricordo ahimè perfettamente anche i miei pensieri immediati di quel momento:
è un errore annunciare pubblicamente una cosa del genere fin da subito senza aspettare la firma del Papa e l'annuncio della data della cerimonia (a quel punto i giochi sarebbero stati fatti), poiché i serbi reagiranno sicuramente e impediranno la canonizzazione.
Non ho doni mistici, era semplicemente una considerazione oggettiva fondata sulla conoscenza della situazione.
Eccellenza Reverendissima, quanto io ho scritto non rappresenta minimamente un'offesa personale rivolta a Lei. Essendo in stretti rapporti di amicizia con la signora Ksenija Abramović , fondatrice e direttrice di Laudato televizija, sono al corrente dei Suoi sforzi e dell'appoggio decisivo che Ella ha dato affinchè questa opera del Signore prendesse corpo con tutti i benefici spirituali che ne derivano, nonchè il Suo impegno affinchè a Radio Marija non venisse tolta la concessione radiofonica.
Egualmente sono al corrente dei Suoi sforzi, soprattutto quando Ella era Nunzio Apostolico in Bosnia-Erzegovina, ma anche dopo, affinchè la Santa Sede avesse un atteggiamento non negativo nei confronti dei fatti di Medjugorje, e so che il Suo intervento a tale proposito è risultato decisivo.
Al di là del fatto che ogni decisione sul taglio o meno della frase in questione spetta al direttore della Nuova Bussola Quotidiana, per amore di verità non posso di mia sponte modificare l'articolo poichè il fatto che tale frase mi sia stata riferita da un sacerdote tre giorni dopo l'incontro è la pura e semplice veritè (al limite si può aggiungere nel testo una frase del tipo "come riferito da un sacerdote presente all'incontro").
Allo stesso modo, in occasione di un articolo sui fatti di Medjugorje che ho intenzione di scrivere nelle prossime settimane, egualmente per amore della verità sono disposto a menzionare Sua Eccellenza e i Suoi sforzi per vedere accolti positivamente presso la Santa Sede i fatti che avvengono nella cittadina dell'Erzegovina croata.
Nell'implorare la Sua benedizione di successore degli apostoli su di me e la mia famiglia, La saluto cordialmente.
dott. GUIDO VILLA

5) 15 maggio 2019 - NUNZIO D'ERRICO

Caro Dott. Villa
grazie per la mail, per il tempo che mi dedica, e per le espressioni di apprezzamento sul mio servizio nel Balcani (ai quali, come ben scrive, mi sono dedicato con grande dedizione).
Mi permetta di ribadire la mia amara sorpresa per le espressioni che mi vengono addebitate. Ripeto che non è nel mio stile rispondere in tal modo, che mi sembra autoritario e un po' villano, specialmente quando si tratta di Sacerdoti e Religiosi .
Quanto all'agosto 2013, ha ragione Lei che la questione Stepinac era già di vecchia data. Ma in Croazia vivevamo "sonni tranquilli", felici che il miracolo fosse stato riconosciuto. Delle difficoltà che il Patriarca Ireneo stava scrivendo a Papa Francesco, venni a conoscenza parecchi mesi dopo, e dal Papa stesso fui informato che i Serbi avevano già scritto cose analoghe in occasione della beatificazione.
Allora mi domando: perché mi sarei dovuto impazientire dinanzi ad una richiesta che mi veniva fatta circa il Beato Stepinac, che tra l'altro avevo scelto come Patrono del mio servizio in Croazia? .... E con i Frati francescani, che mi sono particolarmente cari, anche per il poco che ho cercato di fare per essi in Bosnia ed Erzegovina e in Montenegro?
D'altra parte, non mi meraviglia anche questa, perchè purtroppo, quando la questione si complico', furono diffusi parecchi falsi sul mio conto, per la posizione che ritenni doveroso assumere, nel cercare di spiegare la decisione del Santo Padre circa la Commissione di Esperti Mista .
Sicchè, se proprio non se la sente di eliminiare il primo paragrafo dell'articolo, mi dispiace... molto, anzi moltissimo. ..... Qualcuno mi consiglia di andare per vie legali..... Ma in questo caso ciò mi pare lontano da ogni logica evangelica.... Preferisco accogliere anche questa sofferenza ....e perdonare, largamente .
Mi dispiace pure che il web è già pieno di questo paragrafo che certamente, mio malgrado, può offuscare il mio servizio alla causa del Beato Stepinac. .... Veda Lei...... magari con il Direttore.
Il Signore La assista e illumini nel Suo servizio alla verità.
+ ALESSANDRO D'ERRICO

6) 15 maggio 2019 - NUNZIO D'ERRICO

Caro Direttore,
Grazie per la pubblicazione della mia smentita e della replica del dottor Villa.
Giacchè poi tra ieri e oggi c'è stato un sostanzioso scambio di corrispondenza a tre (l'ultimo direttamente con il giornalista autore dell'articolo, e per conoscenza a Lei), Le domanderei di valutare se non sia il caso che si pubblichi tutto.... per amore di verità.
Eventualmente questa corrispondenza recente potrebbe seguire nel medesimo post ciò che è stato già pubblicato. Grazie
+ ALESSANDRO D'ERRICO


7) 16 maggio - DOTT. CASCIOLI

Caro monsignor D'Errico,
la ringrazio della sua attenzione e delle sue precisazioni su tutta la vicenda Stepinac. Le dirò anche un mio piccolo pensiero in merito, che viene da un giornalista cattolico che non è croato e che guarda quindi alla vicenda da una prospettiva non certo nazionalista.
Sicuramente non possiamo non tenere conto delle vicende storiche e delle tante sensibilità che in un caso di santità sono coinvolte. Però quello che trovo molto pericoloso è sottomettere ogni decisione sulla canonizzazione di una persona o di un gruppo di persone all'approvazione del mondo o, almeno, di una parte interessata. Come cattolico è questo che mi lascia molto perplesso. Stepinac non è certo l'unico caso, e non è neanche il primo. Questo avviene anche per Pio XII e certamente per altri casi. Per i martiri cinesi Giovanni Paolo II sfidò apertamente il regime comunista e andò avanti malgrado minacce e ritorsioni. Credo sia la strada corretta, una volta accertata la santità della persona secondo l'iter previsto dalla Chiesa.
Le dirò anche che non trovo ne insultante ne diffamante l'episodio a cui le sue mail fanno riferimento, è piuttosto la fotografia di una situazione sicuramente complessa. Ho comunque pubblicato la sua smentita sia in un articolo a parte sia in fondo all'articolo incriminato, credo quindi di aver assolto a ogni dovere di correttezza e di rispetto. Invece la ricchezza di spunti delle mail successive potrebbe essere l'occasione di un altro articolo che approfondisca altri aspetti del caso Stepinac (senza ritornare sull'episodio incriminato). Ad esempio con una intervista a lei, fatta da un nostro redattore. Potremmo così aggiungere altri tasselli per far comprendere tutta la vicenda senza appesantire quanto già scritto e rettificato con dei botta e risposta che ai lettori risulterebbero incomprensibili.
Grazie per la sua attenzione
RICCARDO CASCIOLI


8) 17 maggio 2019 - NUNZIO D'ERRICO

Grazie, caro Direttore.
Capisco le perplessità circa una pubblicazione dell'intero nostro scambio di corrispondenza e ne prendo atto. Mi riservo di farlo io in qualche modo, per amore di verità e anche perchè questa è stata un'occasione per chiarire alcuni aspetti di una questione certamente complessa, come ben dice.

Purtroppo non sono in grado di accettare la proposta di un'intervista, che comunque ho apprezzato. Ho lasciato la Croazia due anni fa, ed è come se non avessi più "il polso della situazione"; e neppure conosco abbastanza gli sviluppi di questioni allo studio. D'altra parte è buona prassi del nostro servizio di "non invadere il campo" affidato ad altri degnissimi colleghi.

Comunque, per informazione Sua e del Dott. Villa, e in vista di un nuovo eventuale articolo, segnalo un' intervista tra le tante che ho concesso circa il Beato Stepinac. L'ho riascoltata poco fa e la ritengo ancora di grande attualità, specialmente per gli aspetti da Lei menzionati nella sua ultima mail. Perciò, con mail successive invio: 1) il link per l'edizione video di YouTube, pubblicata da Laudato TV (è in italiano con sottotitoli in croato, con due o tre frasi di introduzione in lingua croata); e 2) il link per l'edizione testuale apparsa su un blog che segue le mie attività.

E’ stato un piacere avere questa corrispondenza con Lei e con il Dott. Villa, pur con l'amarezza delle circostanze. Mi rendo conto che era difficile realizzare quello che domandavo, ma.... almeno il primo scambio di corrispondenza è stato pubblicato.
Buon lavoro! Il Buon Dio vi illumini e vi assista in questo momento non proprio facile per la Chiesa.
+ ALESSANDRO D'ERRICO
Nunzio Apostolico a Malta e in Libia 

P. S. I due link:




Il testo dell'intervista è il seguente:


Eccellenza, abbiamo letto molte volte, in vari articoli di stampa, che il Santo Padre, proponendo un Gruppo di Esperti misto sul Card. Stepinac, ha l'intenzione di costruire un "ponte" verso il Patriarca di Belgrado, Ireneo, e verso il Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa, Cirillo. Può dirci qualcosa a proposito di questa strategia ecumenica?

Grazie, caro Nikola, per questa domanda che ritengo molto importante. Anch’io ho letto tante volte in merito a questa supposta "strategia", ecumenica o geo-politica, del Santo Padre, attraverso la proposta di un Gruppo di Esperti misto (della Chiesa cattolica e della Chiesa serbo-ortodossa) in merito al Beato Alojzije Stepinac. Anzi, di questo ho parlato con Lui personalmente, quando mi ha ricevuto il 17 dicembre scorso. Quando sono tornato, poco prima di Natale, ho pensato spesso a quell'Udienza (che durò buoni 45 minuti). Devo dire che sono veramente e sinceramente convinto che non c’è nessuna "strategia" del tipo di quello che abbiamo letto in questi giorni e nei mesi passati.
Sono stato dal Santo Padre e abbiamo parlato soprattutto di questa Sua proposta, e poi anche di questioni che riguardano il presente e il futuro della Chiesa in Croazia. Mi ha colpito soprattutto una cosa: Papa Francesco mi ha fatto anche qualche confidenza, ma non una volta sola ha fatto riferimento ad una Sua "strategia", attraverso il Gruppo di lavoro sul Cardinale Stepinac.
D’altra parte, per come conosciamo il Santo Padre, che è veramente un esempio di vita cristiana e di Pastore illuminato, a me personalmente sembrerebbe molto strano che Egli faccia questi giochetti, che sanno più di manovre politiche, che di un'alta visione ecclesiale, che certamente dobbiamo riconoscere al nostro amatissimo Papa Francesco.

Eccellenza, Signor Nunzio Apostolico, può dirci di che cosa Lei ha parlato con il Santo Padre, e che cosa ha detto il Santo Padre di questo Gruppo di Lavoro misto?

Certamente. E’ quello che spesso mi domandano da diverse parti e che in qualche modo ho già cercato di esporre, prima ai nostri Vescovi - quando li ho incontrato in occasione della Conferenza Episcopale di gennaio - e poi anche alla Settimana Pastorale, organizzata dalla Facoltà Teologica di Zagabria. Volentieri posso richiamare qualche elemento anche oggi.
Anzitutto, sono rimasto impressionato da come il Santo Padre è informato delle reazioni venute in Croazia. Poi sono rimasto impressionato anche dalla chiarezza del quadro che aveva, dalla Sua "visione" della questione, e al tempo stesso, dalla fermezza con cui diceva le cose.
Circa i contenuti, posso sintetizzarli intorno a tre nuclei, e cioè intorno a tre argomenti. Il primo: Il Santo Padre ha cercato di dirmi quali sono le Sue intenzioni a proposito di questo Gruppo di Esperti misto. Il secondo: la natura di questo Gruppo. E terzo: alcuni aspetti organizzativi, che riguardano il lavoro del Gruppo.
Allora, per quanto riguarda le Sue intenzioni, Egli ha insistito soprattutto sul fatto che potrebbe firmare anche subito il Decreto sulla santità di Stepinac perchè non ha dubbi, e me l'ha fatto capire in mille modi. Non ha dubbi sulla figura di Stepinac, per la conoscenza che già aveva del Beato (attraverso i tanti croati che ha incontrato in Argentina, quando era Arcivescovo di Buenos Aires), e che ora ha approfondito ancora meglio attraverso il lavoro compiuto dalla Congregazione per le Cause dei Santi, che è quasi terminato. Come sa, lo scorso anno tutti speravamo che si potesse giungere al Decreto del Santo Padre in tempi brevi. Invece sono nate le difficoltà che conosciamo, che hanno portato a questa proposta del Santo Padre.
Lei mi domanda: che cosa ha detto il Santo Padre? Cercherà di essere fedele il più possibile.
"Se firmo oggi questo decreto, mi ha detto, c'è il rischio di una nuova tensione tra le due Chiese, la Chiesa serbo-ortodossa e la Chiesa cattolica in generale, e in particolare la Chiesa di Dio che è in Croazia. E aggiungeva: "Questo dobbiamo evitarlo, perchè noi siamo sicuri del lavoro che abbiamo fatto. Non dobbiamo avere paura di mostrare il lavoro che abbiamo fatto. Ci ho pensato a lungo, personalmente. Quando il Patriarca Ireneo mi ha scritto, ci ho pensato a lungo e ho ritenuto che potevamo metterci insieme intorno a un tavolo e rileggere insieme il ruolo che il Beato Stepinac ha avuto durante la Seconda Guerra Mondiale, e così presentare anche il lavoro che è stato fatto dalla Congregazione, in un'atmosfera di serenità. La speranza è che questo possa servire a dissipare le ombre che ci sono state nel cammino tra le due Chiese, e così mettere le due Chiese intorno a un tavolo per una serena e fraterna discussione. La speranza è anche che questo possa servire nel cammino di piena riconciliazione tra i due popoli, perchè anche questo è un aspetto importante. Dobbiamo lavorare insieme per una piena riconciliazione, perchè questo sarebbe di grande significato, non solo tra le due Chiese, ma anche tra i due popoli e i due Stati. E questo sarebbe un grande contributo anche alla stabilità nella regione.
D'altra parte, se si legge bene l'Evangelii Gaudium, questa proposta che faccio è soltanto un'applicazione dei principi che ho esposto in quel Documento, e che cerco di proporre frequentemente nelle Messe che celebro a Santa Marta. Io parlo spesso di un cambiamento di mentalità. Questo è il punto di partenza: dobbiamo cambiare mentalità. Purtroppo dobbiamo riconoscere che c'è stata, e in qualche ambiente c'è ancora, una mentalità di Chiesa un po' chiusa, che andava avanti da sola per le proprie strade, e non si preoccupava di quello che altri possono obiettare o possono dubitare. Invece noi dobbiamo sentire la necessità di confrontarci con le diverse istanze che incontriamo nella vita sociale, nella vita politica, nella vita religiosa. Sentiamo la necessità di costruire una cultura del dialogo e dell'incontro, e di non restare chiusi nei nostri parametri.
Questa proposta è un po' anche l'applicazione delle ultime parole di Gesù: "Andate nel modo intero, annunciate la Buona Novella a tutti i popoli". E’ necessario "uscire" dai nostri schemi e "andare" verso tutti, in particolare verso le periferie; ma non solo le periferie "materiali" (i poveri, i diseredati, i profughi che incontriamo nella vita di ogni giorno). Ci sono anche le "periferie spirituali": di tante persone che venivano e non vengono più, o che non sono mai venute nelle nostre chiese. In questo "uscire", in questo "andare" verso le periferie spirituali, evidentemente dobbiamo dare un posto privilegiato ai fratelli separati. E cioè, penso che la via ecumenica sia molto importante in questo processo di Chiesa-in-uscita che vogliamo costruire".
E poi, aggiungeva con tanto calore e con tanta fermezza: "Lo dica a tutti, e non si stanchi di ripeterlo:io non ho niente contro la figura del Cardinale Stepinac e non ho niente contro il popolo croato. So che alcuni dicono che io non capisco la storia e le relazioni tra serbi e croati; ma vorrei che fosse chiaro che per me la Chiesa dovrebbe essere una Chiesa aperta, nonostante le difficoltà che si presentano: una Chiesa che dialoga, una Chiesa ecumenica; e questo si applica anche nel campo specifico di ciò che riguarda la decisione che dobbiamo prendere, circa la canonizzazione del Beato Cardinale Alojzije Stepinac".

Grazie mille, caro Nunzio. Abbiamo compreso questo primo punto. Lei ha menzionato altri due punti, che mi pare siano interessanti per il nostro popolo e per i nostri media.

Sì, ci sono altri due punti. Il secondo è collegato alle intenzioni del Santo Padre. Esso riguarda la natura di questo Gruppo di Esperti; e cioè, che cosa è questo Gruppo, che cosa si propone di realizzare. Egli è stato molto chiaro. Poi me ne ha parlato ancora di più il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, con il quale mi sono fermato per un'altra ora e mezza, per approfondire ciò che il Santo Padre mi aveva detto. In breve, posso ribadire che la natura del Gruppo di Esperti non è quella di studiare o ristudiare la santità del Cardinale Stepinac. Questa è una questione interna alla Chiesa Cattolica. Invece, la natura della Commissione vuole essere, anzitutto, quella di rileggere le circostanze nelle quali il Beato Stepinac storicamente si è trovato a svolgere la sua missione di cristiano, di Sacerdote e di Vescovo. E' una rilettura storica di ciò che il Beato Stepinac ha potuto fare, durante quegli anni molto travagliati. D'altra parte è facile renderci conto che non è possibile giudicare con gli occhi di oggi una realtà di cinquanta, sessanta, settant'anni fa, che per molti aspetti era parecchio diversa da quella attuale, sia per il contesto generale, sia per il contesto di riflessione ecumenica, che è venuta successivamente.
Allora, la scopo della Commissione non è quello di "far giudicare di nuovo da Belgrado - come qualcuno pure ha scritto - la santità di Stepinac", di fare "un secondo giudizio" su Stepinac. La sua natura è di ordine storico: rileggere le circostanze che il Cardinale ha affrontato in quel tempo e che in qualche modo possono avere influito su qualche aspetto della sua personalità o dei suoi interventi. Inoltre direi che essa ha anche uno scopo informativo, nel senso che si vuole condividere il lavoro storico, che è stato fatto in questi anni. Mons. Batelja mi ha ripetuto tante volte che ci sono quattro grandi volumi che raccolgono gli studi che sono stati fatti, a livello di inchiesta diocesana, e al livello della Congregazione per le Cause dei Santi. Si tratta di mostrare il lavoro compiuto sulla figura di Stepinac e serenamente di rispondere a eventuali obiezioni che ancora ci fossero, per potere arrivare - nella maniera più serena possibile - a una decisione, da parte nostra, di canonizzazione del Cardinale.
D'altra parte, i nostri Vescovi, nella Conferenza Episcopale di ottobre, hanno diffuso un comunicato molto bello, in cui hanno detto che dobbiamo ringraziare il Santo Padre per l'iniziativa di questo Gruppo di Esperti, perchè questo darà l'opportunità di far meglio conoscere la santità, l'eroicità, l'esemplarità del Cardinale Stepinac in una maniera più approfondita, e in ambiti più larghi di quelli che potevano essere costituiti dalle nostre comunità. Attraverso questo Gruppo, speriamo di poter mostrare la figura luminosa del Beato Alojzije Stepinac anche alle Chiese Ortodosse, e non soltanto in Croazia e nei Paesi vicini, ma anche fuori degli orizzonti geografici di queste terre.

Grazie. Signor Nunzio, è molto interessante. E il terzo punto?

Il terzo punto riguarda gli aspetti organizzativi. Eravamo al 17 dicembre, il Santo Padre mi diceva che aspettava per metà gennaio un'alta Delegazione serbo-ortodossa per discutere del Gruppo di Esperti (e, come sapete, ciò è avvenuto). Il Santo Sinodo della Chiesa serbo-ortodossa aveva accettato in linea di principio la proposta del Santo Padre. Ora si trattava di mettere a punto qualche aspetto pratico e di stabilire quanti saranno i membri del Gruppo, quando si incomincerà il lavoro, dove si farà la prima riunione, ecc. Il 17 dicembre, il Santo Padre diceva che si pensa grosso modo a tre membri per ciascuna parte, ma che si può essere elastici se sarà opportuno allargare il numero dei membri per una parte e per l'altra; si pensa a un patrocinio della Santa Sede e si dovrà stabilire quale Organismo della Santa Sede avrà il patrocinio di questa Commissione; e aggiungeva che si proporrà che la prima riunione si faccia a Roma, e sarà proprio durante questa prima riunione che si stabilirà con esattezza il programma di lavoro da seguire e in particolare l'arco di tempo necessario per il lavoro della Commissione.