giovedì 25 dicembre 2014

Il Messaggio radiofonico del Nunzio sull'autentico significato del Natale

Il notiziario della HRT pubblica un commento-audio in croato che riguarda il Messaggio di Natale che S.E. L'Arcivescovo Alessandro D'Errico ha rivolto dai microfoni della emittente radio-televisiva, nella fede ai Cattolici di Croazia e in amicizia alle altre componenti della Nazione e ai popoli viciniori della Bosnia-Erzegovina e del Montenegro. Il Nunzio Apostolico rivolge il suo messaggio in italiano, che viene contestualmente ripresentato in lingua nazionale dal commentatore. Per il blog presentiamo il testo intero predisposto direttamente da Mons. D'Errico, e segnaliamo il link per l'audio-commento divulgato dalla HRT. La lettura diretta consente di recepire il significato spirituale e gli edificanti stimoli pastorali che nel messaggio si legano alla Natività del Signore.
Il Messaggio del Nunzio è stato integralmente divulgato anche dal portale di Laudato e commentato da diversi media che hanno fatto riferimento al Natale in Croazia.

Auguri natalizi del Nunzio Apostolico
Arcivescovo Alessandro D’Errico
trasmessi alla Radio Croata
(Zagabria, Santo Natale 2014)

Cari ascoltatori, Sretan Božić! Sono lieto di poter porgere a ciascuno di voi un augurio cordiale e fraterno di Felice e Santo Natale. Un saluto particolare mi è caro rivolgere a quanti sono lontani dalla Croazia, e specialmente agli amici della Bosnia ed Erzegovina e di Montenegro, ove ho avuto la gioia di servire la Chiesa e il Santo Padre per diversi anni. Con voi vorrei condividere qualche riflessione che mi sta accompagnando in questi giorni.

La prima è questa: Cosa dobbiamo fare per vivere il Natale nel suo autentico significato cristiano? Questa domanda mi sembra opportuna come punto di partenza, perché vedete bene che c’è sempre il rischio di banalizzare il Natale. E cioè, il rischio di lasciarsi assorbire quasi completamente dalle suggestive tradizioni esteriori più o meno folcloristiche, dalle decorazioni, dal ritmo frenetico degli auguri e dei regali da scambiarci, e anche - perché no? - dalla preparazione dei momenti conviviali da vivere insieme.

Qual è allora il vero significato cristiano del Natale? Cosa la nostra fede ci invita a celebrare oggi? In fondo, la risposta è semplice: a Natale celebriamo la venuta di Gesù nel mondo, la Sua nascita a Betlemme da Maria e Giuseppe. Ma Gesù è il Figlio di Dio, inviato dal Padre Celeste per la nostra salvezza. Perciò questo è un evento che in primo luogo vuole parlarci di Dio. Ci dice che Dio in cui crediamo è un Padre premuroso, che si prende cura di noi, e manda il Figlio Gesù per liberarci dal male, indicarci la strada e portarci alla casa celeste.

Personalmente penso che a Natale dovremmo soprattutto meditare sul mistero della misericordia e della tenerezza di Dio nei nostri confronti. Gesù viene per prenderci per mano, e camminare con noi per le strade del mondo: sempre e specialmente nei momenti di difficoltà.

Purtroppo anche oggi non mancano difficoltà, di vario genere, come abbiamo ascoltato tante volte in queste settimane di campagna elettorale. Ebbene, come i Pastori e come i Magi, dobbiamo trovare il tempo di andare alla grotta di Betlemme. Lì dobbiamo sostare in contemplazione dinanzi al mistero della benevolenza di Dio, e pregare. Lì certamente troveremo consolazione, pace interiore, nuova speranza, energia spirituale per continuare il nostro cammino - non sempre facile - di testimonianza cristiana e di impegno civile e sociale.

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Consentitemi di aggiungere un’altra riflessione. La gioia del Natale che siamo chiamati a sperimentare soprattutto oggi, non bisogna confonderla con le allegrie passeggere che possono venire dal mondo, come ripete spesso Papa Francesco. Gli agi della vita, i piaceri mondani, le comodità consumistiche, possono dare solo allegrie superficiali e temporanee; ma queste spesso finiscono con il lasciarci ancora più insoddisfatti e tristi.

La gioia della Buona Novella di Natale è di altra natura e di ben altro livello. Viene dalla contemplazione del mistero di Dio che sceglie la terra come Sua dimora, per farsi trovare là dove concretamente trascorriamo i nostri giorni, nella gioia e nel dolore. E così non ci dovrebbe essere prova, per quanto dolorosa, in grado di offuscare questa gioia. Anche nelle difficoltà - anzi soprattutto allora - dovremmo richiamare alla mente e al cuore che Gesù è Dio-con-noi, l’Emanuele. A Betlemme Egli si è schierato una volta per tutte dalla parte dell’uomo, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà e dei nostri peccati.

In altre parole, nella contemplazione del Bambino di Betlemme possiamo trovare una immensa energia divina, che ci aiuta a superare le fatiche e le tristezze, perché è energia di vita che riscalda e trasforma il cuore.

Questa gioia dobbiamo viverla e irradiarla soprattutto in questo tempo natalizio. Non possiamo trattenerla per noi. E neppure possiamo accontentarci di comunicarla soltanto a quelli che ci sono cari, o che ci sono più vicini. Soprattutto a Natale siamo chiamati ad allargare lo sguardo agli orizzonti di Dio e dell’umanità, e in particolare ai nostri fratelli più poveri e a quelli che sono un po’ lontani dalla fede, che di più necessitano di gesti di solidarietà e di una parola di conforto.

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Cari ascoltatori, in questo spirito rinnovo gli auguri natalizi a tutti e ciascuno di voi. Per voi e con voi prego che le festività natalizie possano portare tanta serenità e tanta rinnovata speranza. Auguro che questo Natale sia un tempo di gioia, di speranza e di pace - ma anche occasione propizia per un rinnovato impegno di solidarietà, di incontro, di rispettosa attenzione per gli altri.

Rinnovo l’invito: Andiamo a Betlemme! E da lì ripartiamo per le strade della vita, fino alle periferie del mondo, materiali e spirituali, per portare la Buona Novella di Gesù, Dio-con-noi.

Sretan Božić!


sabato 20 dicembre 2014

La festa di San Nicola al Seminario Greco-Cattolico di Zagabria

Il portale dell'Eparchia di Križevci riporta la notizia della partecipazione del Nunzio Apostolico in Croazia alla celebrazione della festa di San Nicola che si è svolta il 6 Dicembre 2014 nel Seminario ortodosso di Zagabria ed in onore del vescovo Nicola Kekic. E' stato un momento di condivisione spirituale e di agape fraterna raccontato con enfasi ed ornato di belle fotografie che si possono visualizzare scaricando il documento originale al link segnalato sul portale e riportato in questo blog. Propongo la lettura della traduzione ad sensum del testo del documento pubblicato.

Il Nunzio celebra la festa di San Nicola nel seminario greco ortodosso a Zagabria
Sabato 6 Dicembre 2014, è stata celebrata la festa di San Nicola, vescovo di Mira, quando anche il Vescovo di Krizevi Nikola Kekic festeggia il suo onomastico. Per l'occasione Mons, Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia. Ha visitato il Vescovo Kekic ed il seminario greco-ortodosso. Il Vescovo Kekic ha presieduto la solenne liturgia, insieme con il parroco Krajacic, e con Daniel Hranilović, vicario parrocchiale di Zagabria. Al termine della liturgia, con la comunità riunita, si è avuto la consegna dei doni di San Cirillo e Metodio ai bambini. Poi è stato organizzato un incontro nella sala, dove i giovani riuniti sono stati esortati a vivere l'esempio di San Nicholas e sono stati incoraggiati ad essere buoni e diligenti.

Al pranzo, a cui hanno partecipato numerosi ospiti e teologi, il Nunzio Apostolico Mons D'Errico ha consegnato al Vescovo un messaggio di congratulazioni ed ha espresso la sua gioia per aver avuto l'opportunità di visitare il seminario greco-ortodosso e la chiesa Concattedrale dei Santi Cirillo e Metodio in questa occasione di festa e di gioia.



Incontro in Nunziatura con il Mufti

La notizia si può leggere sul portale del Centro Islamico di Zagabria, che da grande risalto alla visita del Mufti, avvenuta l'11 Dicembre 2014, e agli argomenti del dialogo costruttivo che vede fortemente impegnati i due Rappresentanti religiosi in Croazia. 
Su questo dialogo il blog ha predisposto vari post che sono rinvenibili nel suo archivio. Presento la notizia-comunicato con la traduzione ad sensum dal croato.

Il Mufti in visita da S. E. Alessandro D'Errico
Giovedì 11.12., il Mufti Dr. Aziz ef. Hasanovic ha incontrato il Nunzio Apostolico S. E. Alessandro D'Errico. Il Mufti ed il Nunzio hanno discusso le opportunità e le attività che si rendono possibili seguendo il modello concordato per la presentazione e la realizzazione dei progetti nella Repubblica di Croazia che riguardano la disciplina dei diritti e gli obblighi delle comunità religiose.
Il Nunzio in questa occasione si è congratulato con il Mufti per la presenza croata nel Comitato di Helsinki ed ha sottolineato che è il risultato di un lavoro dedicato al miglioramento di tutta la società.
Il Mufti ha ringraziato per le congratulazioni e ha detto al Nunzio che si tratta del riconoscimento di un impegno ulteriore per continuare a lottare e lavorare per il bene comune.

Nella conversazione hanno convenuto che avrebbero continuato a lavorare per l'inclusione di tutti i soggetti interessati alla promozione del progetto e all'applicazione del modello per la posizione delle comunità religiose, in particolare quelle di minoranza, che operano a beneficio di tutta la società in cui vivono.



Il Presidente Josipovic elogia l'opera diplomatica di mons. D'Errico

L'occasione dell'elogio del Presidente della Repubblica di Croazia per l'opera diplomatica del Nunzio Apostolico a Zagabria è stata offerta dalla presentazione della traduzione croata del libro La Santa Sede e la Repubblica di Croazia, 20 anni di Relazioni Diplomatiche (1992-2012).
Alla presentazione, avvenuta il 19 Novembre 2014 nello storico Palazzo Dverce di Zagabria, è stato già dedicato un post specifico su questo blog (vedi link).
Riporto in questa sede un brano tratto dal discorso del Presidente Josipovic, interamente leggibile in croato sul Portale in rete della Presidenza della Repubblica di Croazia, dal quale si evince la bella considerazione che il Capo dello Stato Croato rivolge all'opera diplomatica di S. E. l'Arcivescovo Alessandro D'Errico nel merito dei Rapporti con la Santa Sede.


Dal discorso di Josipovic

Il periodo di oltre venti anni di costruzione di relazioni diplomatiche tra i due paesi è stato caratterizzato da tre papi, tre uomini eccezionali: Papa Giovanni Paolo II, durante il cui pontificato è avvenuta l'instaurazione di relazioni diplomatiche, Papa Benedetto XVI, Papa Francesco... Tutti e tre sono stati scritti nel cuore dei croati cattolici, e godono di profondo rispetto dalla maggioranza dei cittadini croati.

Il tempo trascorso testimonia le relazioni bilaterali intense e costruttive tra i due paesi. Sono state effettuate nella comune buona volontà e nell'atmosfera dialogica. Alla loro costruzione hanno contribuito tutti i precedenti presidenti croati, tutti i precedenti presidenti del governo croato, la Conferenza episcopale croata e i suoi presidenti e rappresentanti della diplomazia croata e del Vaticano.


Dovremmo menzionare il contributo dei nunzi apostolici in Croazia nel periodo passato - Einaudi, Losanna e Cassari - e quello dell'attuale Nunzio Alessandro DꞌErrico che, per dirla come mons. Mamberti in questo libro, "con saggezza ed esperienza continua l'opera dei suoi predecessori." Colgo l'occasione per ringraziare Sua Eccellenza il Nunzio DꞌErrico, che è sempre pronto a parlare e collaborare. Riconoscendo inconfondibilmente i "segni dei tempi" in Croazia, il Nunzio DꞌErrico risponde sempre con grazia, con pazienza e saggezza.



Celebrazione dell'immacolata al Santuario mariano di Slavonski Brod

Città della Slavonia a circa 200 km a sud-est di Zagabria, Slavonski Brod è collocata sulla Sava al confine con la Bosnia-Erzegovina ed è luogo importante per le relazioni storiche ed attuali con i croati cattolici di questa nazione.
Mons. D'errico vi si è recato per presiedere il Pellegrinaggio e la Santa Eucaristia che si celebrano tradizionalmente nel giorno dell'Immacolata Concezione al Santuario mariano della Madonna del Perpetuo Soccorso.
L'invito ricevuto dall'Arcivescovo di Đakovo-Osijek, mons. Djourou Hranić, egli lo ha accolto con gioia per una serie di motivi che si legano alla sua personale devozione, nata quando era Nunzio in BiH, per il Servo di Dio Josip Stadler, Arcivescovo di Sarajevo, nato e battezzato in questa città e morto nel giorno dell'Immacolata.
L'Agenzia (KTA), che è espressione significativa della comunicazione dei Cattolici Croati di Bosnia-Erzegovina e che ha commentato la celebrazione, ha rilevato i sentimenti del Nunzio al suo arrivo e ha riportato fedelmente il senso della sua dichiarazione. La propongo di seguito.

Era difficile non vedere la gioia sul suo volto Nunzio, che al suo arrivo in questa città e al santuario, ha dichiarato: "E una grande gioia essere qui insieme con il caro Arcivescovo Hranić, che mi ha invitato. L'Arcivescovo Hranić per noi è un grande riferimento: egli è il primo Arcivescovo nominato dal Santo Padre Francesco per la Croazia e uno dei primi tra quelli nominati per la Chiesa universale. Sono grato anche al Decano Lenić, il direttore di questo famoso santuario, e uno dei motivi principali del mio arrivo gioioso è perché so che c'è una grande devozione per la Madre di Dio, venerata sotto il titolo di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso; alle Suore Orsoline sorelle, che operano qui un sacco di bene. Un'altra ragione per cui ho accettato l'invito è che la città di Slavonski Brod è il luogo di nascita di Mons Stadler, del quale ho sentito parlare fin dal mio primo giorno dell'incontro e del lavoro con il popolo croato, ed è ormai sono dieci anni. Da quando sono stato Nunzio in Bosnia-Erzegovina, dove il primo arcivescovo, dopo il restauro della gerarchia ecclesiastica, era Giuseppe Stadler, ed egli era considerato una figura centrale dei cattolici croati in Sarajevo. Una figura di grande pastore che io prima non conoscevo, ma quando ho scoperto di più su di lui, ho compreso l'importanza del suo patrocinio per il ministero in Bosnia ed Erzegovina e soprattutto per il popolo croato. La Provvidenza ha voluto che io continuassi il servizio in Croazia. Ho quindi accettato con gratitudine di venire in questa parrocchia e santuario, dove l'Arcivescovo Stadler è stato battezzato e dove ho pregato insieme con l'Arcivescovo Hranić e tutti i credenti che presto sia elevato all'altare della santità”. Quando gli è stato chiesto quando verrà di nuovo con gioia ha risposto: "Non appena sono nuovamente invitato da Mons Hranić".

La lettura intera dell'Agenzia, arricchita tra l'altro di una folta galleria fotografica, ci porta a conoscenza dei momenti della celebrazione, delle parole di accoglienza rivolte dell'Arcivescovo Hranic, e di una buona sintesi dell'omelia dell'Arcivescovo Alessandro D'Errico. Di seguito la traduzione ad sensum dal croato.

Slavonski Brod, 9 dicembre 2014.

FESTA dell'Immacolata Concezione a Slavonski Brod

Con lo slogan "Salve, Vergine pura, tutta piena di grazia!" Il Pellegrinaggio centrale è stato condotto dal Nunzio D'Errico

Festa dell'Immacolata Concezione, l'arcivescovo Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, ha celebrato Lunedi '8 dicembre con i fedeli di Slavonski Brod e con molti pellegrini che in quel giorno hanno visitato il santuario di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso ed hanno vissuto il giorno mensile di venerazione per la Madre celeste.
Con lo slogan "Salve, Vergine pura, tutta piena di grazia!" Insieme co l'Arcivescovo di Đakovo-Osijek, mons. Djourou Hranić, con il parroco e decano Ivan Lenić e con i sacerdoti locali, pellegrinaggio centrale è stato condotto dal Nunzio D'Errico.
Con la partecipazione di numerosi fedeli vi erano anche un bel numero di suore, tra le quali la provinciale delle Suore Orsoline, e rappresentanti della città e della contea di Brod e della Posavina.
Nel saluto di benvenuto l'Arcivescovo Hranić ha ringraziato il Nunzio per aver accettato l'invito di venire al santuario di Slavonski Brod, dedicato a Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e frequentato da migliaia di pellegrini; e all'inizio della Messa ha detto: "La povertà bussa alle porte di molte famiglie, che ora vivono in Slavonski Brod; molti giovani abbandonano questa città ... Rivolgiamo preghiere per tutti coloro che soffrono in questa città. A Maria, Madre della Chiesa e di tutta la nostra Arcidiocesi. E con fede e grande rispetto e gratitudine ci rivolgiamo verso il Successore di Pietro, la cui vicinanza abbiamo sempre sentito nel corso della storia, e chiediamo la benedizione apostolica".
Rivolgendosi ai fedeli all'inizio della Messa, il Nunzio ha detto di conoscere la situazione di questa parte della Croazia, che ha sofferto molto durante la guerra e le recenti inondazioni, e che registra l'elevata disoccupazione ed altri problemi. Ha incoraggiato i credenti a pregare Maria, e a viverne il modello. "Maria nel grembo di S. Anna è stata concepita senza macchia di peccato. Lei è piena di grazia. Tutti i privilegi che ha confermano che è stata scelta per essere la Madre del Figlio di Dio. E alla Madonna Perpetuo Soccorso, alla quale in modo particolare è rivolto il culto del santuario, ci rivolgiamo non solo per festeggiare, ma per esprimere la nostra devozione infantile in suo onore, per confermare la nostra fede, pregare per la forza, guardando il suo esempio per camminare nella fede, per crescere spiritualmente. Dobbiamo rispondere alle sfide che ci attendono; dobbiamo fare buon uso dei nostri talenti. Noi tutti dobbiamo sentirci come partecipanti attivi della nuova evangelizzazione, e avere Maria come modello migliore. Come lei dobbiamo andare verso i nostri fratelli in particolare quelli dei poveri, sia nel senso materiale e sia nel senso spirituale ... ", ha detto tra l'altro nella sua omelia il Nunzio D'Errico, e ad un certo punto spontaneamente è disceso tra i fedeli per continuare a comunicare tra loro attraverso la predicazione. Ha esortato a diventare consapevoli della visione della Chiesa, di cui sogna di Papa Francesco, e ha invitato tutti i croati a continuare ad essere fedeli al Santo Padre, per costruire insieme una società migliore, una società di amore e di giustizia in cui tutti favoriscono la pace e la responsabilità. Dopo essere stati insieme con i fedeli I due Presuli hanno pregato l'Ave Maria, hanno chiesto di continuare a pregare per il Santo Padre e per tutti i sacerdoti, e alla fine a tutti è stata impartita la benedizione apostolica.
Rivolgendo gratitudine al caro ospite per le parole incoraggianti, e ricordando il Servo di Dio Josip Stadler, nato a Brođanina, e primo Arcivescovo di Vrhbosna, e morto nel giorno della festa dell'Immacolata, alla fine il parroco Lenić ha chiesto al Nunzio di trasmettere a Papa Francesco la fedeltà popolo croato e l'accompagnamento della preghiera nell'esercizio del suo ministero di Pastore della Chiesa universale.
La celebrazione è stata arricchita dal coro diretto da Monica Zvonarek e dal professore d'organo Hrvoje Spicer. E' stata completata con la processione di pellegrinaggio attorno alla chiesa parrocchiale e con la preghiera affidata all'Immacolata. Insieme con i sacerdoti e i fedeli il Nunzio è stato in preghiera davanti all'immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso, deponendo un cesto di rose. Prima della Messa, si è incontrato con i rappresentanti della città e della contea di Brod e della Posavina.




lunedì 15 dicembre 2014

Messa giubilare a Zagabria per il 200° della restaurazione della Compagnia di Gesù

I duecento anni (1814-2014) si riferiscono al tempo trascorso dalla emanazione della Bolla Sollecitudo omnium ecclesiarum di Pio VII (7 agosto 1814) con la quale la Compagnia di Gesù veniva ricostituita dopo la soppressione del 1773 (Bolla Dominus ac Redemptor di Clemente XIV). L'avvenimento celebrativo ha assunto una somma importanza per la cultura e la storia ecclesiastica in Croazia, che può vantare la plurisecolare presenza dei Gesuiti a Zagabria.
Sul loro portale in rete è stata pubblicata una brochure contenente il programma delle celebrazioni, dalla Santa Messa giubilare presieduta dal Nunzio Apostolico, l'Arcivescovo D'Errico, ai simposi filosofici e teologici organizzati dall'Accademia che i Gesuiti hanno intitolato a San Francesco Saverio.
Vi è stata un'ampia diffusione dei commenti e delle iniziative svolte per il bicentenario, sostenuta dai numerosi media e portali di orientamento cattolico ed ecclesiale, ma anche dai tanti di orientamento laico che ne hanno messo in risalto i significati culturali ed accademici.
Una breve navigazione tra i link segnalati, con la traduzione elettronica dei testi originali croati leggibili sulla rete, può dare il segno dell'importanza e della ricezione dell'evento celebrativo della Compagnia di Gesù a Zagabria.
Per questo post recupero una sintesi dei commenti proposti da IKA e da Laudato, soprattutto riferita all'omelia del Nunzio e ai concetti da lui espressi durante la celebrazione e in occasione della video-intervista concessa al portale di Laudato insieme con il Provinciale dei Gesuiti.

2014/12/03 | 23:47 | IKA E - 165413/12
Celebrazione eucaristica per il 200° anniversario della restaurazione della Compagnia di Gesù
Eucaristia guidata dal nunzio apostolico nella Repubblica di Croazia
Zagreb (IKA) – La Celebrazione Eucaristica in occasione della celebrazione del 200° anniversario della restaurazione della Compagnia di Gesù nel giorno della festa di San. Francesco Saverio, il 3 dicembre, nella chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria Jordanovac, è stata guidata dal nunzio apostolico nella Repubblica di Croazia, l'arcivescovo Alessandro D'Errico. I concelebranti erano il vescovo militare in Croazia Juraj Jezerinac, il vescovo Nicola Kekic, il Vicario Generale della diocesi di Varaždin, mons. Ivan Godina, i Provinciali di varie comunità, e quaranta sacerdoti, tra i quali la maggior parte dei gesuiti. All'inizio della Messa, il Provinciale della Provincia croata della Compagnia di Gesù. Anto Tustonjić ha sottolineato che questa è l'occasione per ringraziare Dio per tutte le benedizioni e le grazie che i gesuiti hanno ricevuto negli ultimi 200 anni.
Introducendo la celebrazione, il Nunzio D'Errico ha ringraziato per l'invito a guidare la celebrazione, che è stato da lui accolto con piacere in segno di gratitudine per le tante cose che ha ricevuto dalla Compagnia di Gesù, fin dal momento della formazione sacerdotale quando era studente di teologia ed aveva docenti gesuiti. Ha inoltre sottolineato che il suo contatto con i gesuiti non si è fermato. Vale a dire che nelle Nunziature in cui ha lavorato aveva sempre incontrato collaboratori Gesuiti, e così è stato a Sarajevo, e ora a Zagabria.

Il Nunzio D'Errico: vi affido il sogno di una Chiesa dinamica e gioiosa

La Provincia Croata della Compagnia di Gesù ha solennemente celebrato Mercoledì 3 dicembre la festa di San Francesco Saverio, con il giubileo dei 200 anni della rifondazione della Società (1814-2014). La celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria, a Zagabria, è stata guidata dal nunzio apostolico nella Repubblica di Croazia, l'arcivescovo Alessandro D'Errico.
Autore: Laudato Foto: Laudato Mercoledì 3 dicembre 2014 alle 23:58
Predicazione del nunzio apostolico nella Repubblica di Croazia durante la celebrazione del 200° anniversario della restaurazione della Compagnia di Gesù
Ogni Messa ed Eucaristia è un rendimento di grazie a Dio. E 'soprattutto grazie a Dio in questo tempo in cui celebriamo solennemente il 200° anniversario della restaurazione della Compagnia di Gesù. Pertanto, prima di tutto voglio rivolgermi con gratitudine a Dio, che ha guidato il cuore e gli avvenimenti di questi 200 anni al fine di superare le difficoltà, i dubbi e le accuse che portarono alla soppressione della Compagnia. Rendiamo grazie a Dio per il ristabilimento della Società nel 1814, quando Papa Pio VII volle ripristinare la Compagnia di Gesù nel mondo. Rendiamo grazie a Dio per il bene che i gesuiti hanno fatto in tutto il mondo nel corso di questi 200 anni e di tutta la loro storia. Ovviamente non possiamo non essere a conoscenza anche di quelle pagine di storia che erano meno positive e di quello che è successo come spesso accade nelle vicende umane, ma con fiducia ci affidiamo alla misericordia di Dio. Allo stesso tempo, la nostra visione della fede si rivolge al futuro. Bisogna pregare per avere la luce e l'aiuto di Dio per tutti i membri della Compagnia di Gesù affinchè possano sempre essere degni figli di St. Ignazio, sempre fedeli alla missione e al carisma della Congregazione. Lasciatemi ora un po restringere il nostro orizzonte, in modo da poter concentrarsi in particolare sulla zona di apostolato e del ministero della Provincia Croata della Compagnia di Gesù, qui in Croazia e nei paesi limitrofi nelle particolari circostanze del nostro tempo. La situazione la conoscete meglio di me. Da una parte abbiamo una società che è in fase di transizione, caratterizzata da profondi cambiamenti; d'altra parte abbiamo la Chiesa ben organizzata, che è spesso impegnata nella testimonianza della sofferenza di fede e di fedeltà alla Sede Apostolica. Nel contesto delle sfide che provengono non solo dall'esterno, ma dall'interno della Chiesa, dal rinnovamento dello spirito che anima la Chiesa dall'interno fin dal 13 marzo 2013, quando uno dei figli di Sant'Ignazio è stato chiamato alla più alta carica del Sommo Pontefice. Non ho personalmente alcun dubbio che qui tutti vogliono continuare il percorso di assoluta fedeltà al Romano Pontefice, che costituisce uno degli elementi fondamentali della identità cristiana di questa nazione. Con tutto ciò, non posso nascondere che a volte vorrei pregare di accelerare un po 'il passo e mettere di lato le impostazioni del modello del passato e di accelerare il calendario per l'armonia piena e gioiosa con il Papa Francesco e con il suo sogno della Chiesa; con quel sogno della Chiesa di cui parla al n.27 della Evangelii Gaudium. In questo contesto, ho già detto in diverse occasioni ad alcuni di voi che sarebbe bello se si potesse fare la vostra parte più marcata, più determinata, espressiva del carisma della Congregazione di Gesù e del suo Statuto, e perché no, anche perché il Papa è anche egli un gesuita. 


Ecco, questo è ciò che nel mio cuore oggi voglio raccomandare a ciascuno di voi, in questo giorno solenne e importante per la Congregazione e per tutti voi. Quale punto del sogno del Papa si può ritenere più rilevante per la nostra Chiesa in Croazia e per la vostra missione? Si potrebbe indicare uno dei punti centrali della sua dottrina, che sono ben sviluppati nella Evangelii Gaudium che spesso egli ripete nelle meditazioni in Santa Marta e le Domeniche durante l'Angelus, ove è più evidente il tono personale della sua dottrina. Vorrei citare alcuni elementi che sembrano essere stati scritti e detti solo per noi: il punto di partenza è la fedeltà di Gesù missionario, le sue ultime parole prima di salire al cielo: "Andate e fate discepoli di tutti i luoghi e annunciare la Buona Novella a tutte le nazioni"- Questo "andare, uscire" contiene una dimensione fondamentale della Chiesa; comportamento che si può riassumere in poche parole programmatiche, e ciò significa che oggi più che mai la Chiesa deve essere la Chiesa in movimento. Auguriamo in altre parole una chiesa dinamica re non irrigidita e soddisfatta di ciò che ha ereditato dalla storia. Ciò significa: andare, uscire verso tutti, senza distinzione, fino agli estremi confini della terra (periferia); quelli materiali, ma non solo i confini materiali di coloro che sono emarginali e poveri, ma anche i confini spirituali di coloro che sono lontani dalla fede. Si cerca di dare un vantaggio agli incontri culturali, non al conflitto; alla cultura del dialogo, e non agli scontri culturali. Per esperienza sappiamo bene che non è sempre facile, ma certamente crediamo che non siamo soli, ma siamo solo servi inutili nel lavoro di evangelizzazione o meglio nella nuova evangelizzazione. Siamo solo i servitori dello Spirito di Dio che guida la Chiesa e opera in ciascuno di noi. Il Papa ripete spesso che non possiamo causare l' "imbottigliamento" dello Spirito Santo. Dobbiamo permettere a Lui di lavorare in noi in silenzio, nella contemplazione, nella preghiera, ma anche nelle attività e nelle iniziative che si promuovono, e ciò significa che non dobbiamo temere le novità e le sorprese. Nel n. 33 della Evangelii Gaudium il Papa dice parole molto specifiche. Sotto aspetto missionario è necessario lasciare il comodo criterio pastorale di "si è sempre lavorato in questo modo." Il Papa invita tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensamento degli oggetti, delle strutture, dello stile e del metodo di evangelizzazione senza restrizioni e senza paura; ovviamente in comunione e sotto la guida del vescovo per un discernimento pastorale e per una scelta saggia e realistica. Per essere in grado di applicare queste linee-guida del Papa, mi chiedo come semplificare le cose nella nostra testimonianza, nell'annuncio, nel metodo e nel contenuto?! Non è utile, a mio parere, parlare al sapiente della sapienza umana, abbiamo bisogno invece di essere semplici con le parole e con i comportamenti, come fa il Papa. E soprattutto dobbiamo stare attenti sui contenuti. Non ha senso perdere tempo in dettagli eccessivi e in minuzie. La 'buona novella' è molto semplice: Dio è Amore, Padre, misericordia, perdono; è il Buon Pastore che ci cerca e si prende cura di noi, come un pastore si prende cura della pecorella smarrita. Questa opera di rinnovamento pastorale dovrebbe avere una caratteristica speciale, che è esattamente la gioia che viene dalla Buona Novella, dall'incontro con il Signore risorto, dalla coscienza che noi siamo collaboratori di Dio nel suo disegno di salvezza. Non ha senso, ha ripetuto spesso il Papa, che i cristiani si vedano tristi e malinconici, come se avessero appena partecipato ad un funerale. Non ha senso, dice, vedere i cristiani rigidi, duri, e formalistici; sempre a piagnucolare e a lamentarsi o a suggerire qualcosa solo per evitare una partecipazione diretta e non essere inclusi nella cura e nella speranza del popolo di Dio. Il sogno della Chiesa del nostro tempo è affidato anche ai figli di Sant'Ignazio, e come vuole Papa Francesco, esso è il sogno di una chiesa dinamica che con semplicità e gioia apre gli orizzonti materiali e spirituali del mondo per farli essere orizzonti del Regno di Dio.





TRASCRIZIONE. Sono venuto con grande gioia a questa celebrazione. Intanto per l'importanza della festa dei 200 anni della ricostituzione dei nostri Gesuiti e della compagnia di Gesù. Ecco ho detto i nostri Gesuiti, e questa è una cosa interessante. Io considero i Gesuiti come parte fondamentale della mia formazione sacerdotale perché, forse non molti lo sanno, sono stato alunno dei Gesuiti. Nella mia formazione sacerdotale a Napoli, ero alunno della Sezione San Luigi, della Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale; e questa Sezione è affidata ai Gesuiti. E ancora di più sono stato alunno per quattro anni nel Seminario Interregionale Campano che di nuovo era affidato ai Gesuiti. Tutti i miei Superiori, Professori, Padri Spirituali del Seminario erano dei Gesuiti. E anche devo dire che sono molto grato ad essi perchè dappertutto in giro per il mondo dove sono stato, nel servizio delle Nunziature, ho sempre trovato qualche Gesuita nelle nostre Nunziature, che sono stati per noi preziosi; come del resto anche qui a Zagabria abbiamo un Gesuita (p. Ivica Hadash s.j. (ndr)). E' una bella festa. Spero che potremo insieme riflettere durante questa Santa Messa sull'importanza della festa e sul ruolo che la Compagnia di Gesù, ruolo importante che la Compagnia di Gesù, ha avuto e deve avere nel cammino della Chiesa in Croazia.


domenica 14 dicembre 2014

Visita alla Comunità delle Francescane dell'Immacolata Concezione di Zagabria

L'Arcivescovo D'Errico ha iniziato il percorso pastorale di Avvento con la visita ad una Comunità zagabrese di Suore Francescane che si ispirano all'antica aggregazione dell'Immacolata Concezione di Dubrovnik (vedi questo portale).
Il clima cordiale dell'incontro e del dialogo spirituale ha caratterizzato i vari momenti della visita che è culminata nella Celebrazione Eucaristica, e nelle parole che il Nunzio ha rivolto alle Suore nella prospettiva della missione ecclesiale propugnata da Papa Francesco. Riporto il commento tradotto ad sensum divulgato dalle principali agenzie cattoliche e dai portali vicini alle Suore Francescane. Si evince in qualche modo il senso e la struttura dell'omelia tenuta da Mons. D'Errico.  

Il Nunzio D'Errico ha visitato la comunità francescana

Il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'arcivescovo Alessandro D'Errico, ha visitato il 1 ° dicembre la comunità francescana di Zagabria dell'Immacolata Concezione di Dubrovnik.
Ha celebrato la messa nel monastero e poi si è intrattenuto in una conversazione fraterna con tutta la comunità di suore. All'inizio della celebrazione eucaristica, a nome della comunità delle francescane, il Nunzio è stato accolto dalla Sr. Darjia Jovanovic che gli ha augurato il benvenuto ed ha espresso la gioia e l'onore che la comunità provava per l'arrivo del rappresentante del Papa. Nella sua omelia il Nunzio ha parlato di Papa Francesco,conoscendo la particolare attenzione con cui le monache seguono i discorsi ed il magistero del Papa, e le difficoltà vissute dalla Chiesa. Il Nunzio D'Errico nella sua omelia ha parlato del Papa sotto tre aspetti - il Papa come Pietro che conferma i suoi fratelli, il Papa come testimone, e il Papa come pastore. Egli si è soffermato soprattutto su quest'ultimo aspetto, notando che il Papa sta cercando di essere semplice nei suoi discorsi, in modo che la gente possa capire. Inoltre ha parlato della necessità che nella Chiesa, e in particolare tra i monaci, vi sia un cambio di mentalità che porti ad una maggiore accoglienza e alla capacità di andare incontro a coloro che non conoscono Dio. "Perché la gente e i giovani vengono in chiesa sempre meno numerosi", ha detto il Nunzio D'Errico, "non possiamo avere paura di andare da loro e di semplicemente annunciare Gesù, la Buona Novella. La chiesa dovrebbe cercare quelli che sono spiritualmente e materialmente poveri, tutti coloro che sono trascurati, abbandonati ed emarginati". Ha osservato che i Francescani sono particolarmente portati a comprendere i poveri e la trasformazione della Chiesa come indica Papa Francesco, al fine di compiere al meglio il loro ruolo e contribuito. Ha detto che essi in modo speciale dovrebbe essere missionari, non necessariamente in qualche terra lontana, ma proprio dove vivono. Ha sottolineato che la loro comunità è ancora aperta, e ogni giorno continua a riconoscere i bisogni dell'uomo di oggi. Al termine della Santa Messa Suor Darjia ha ringraziato il Nunzio D'Errico per le sue ispirate parole, delle cose dette sul Papa e mostrando un modo semplice come si possa aiutare altre persone e soddisfare più facilmente il Signore.


Incontro a Zagabria con Dragan Čović Presidente di Bosnia-Erzegovina

Nella Nunziatura di Zagabria l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, rappresentante del Papa nella Repubblica di Croazia, ha incontrato il Sig.r Dragan Čović neo eletto Presidente della Bosnia-Erzegovina per la componente croata di questa Nazione. E' noto infatti che in Bosnia-Erzegovina vi sono 3 Presidenti: uno per ciascuno dei tre popoli costitutivi (uno per i serbi-ortodossi, uno per i croati-cattolici e uno per i bosgnacchi musulmani). Il Presidente Covic è stato recentemente eletto nelle elezioni di Ottobre 2014. L'incontro è stato particolarmente significativo, sia dal punto di vista religioso e sia dal punto di vista politico. Le due Personalità hanno infatti discusso della questione dei Croati-cattolici di Bosnia-Erzegovina e dei rapporti con la Repubblica di Croazia, nella prospettiva dell'unificazione europea.
La notizia dell'incontro è stata data dalle principali testate giornalistiche della Croazia che hanno estensioni anche in Bosnia-Erzegovina, come quella di Vecernji.ba e di Vijesti.ba. Essa è rimbalzata anche sui social, soprattutto sulle pagine e sui profili dei partiti politici. Propongo alla lettura una sintesi, tradotta ad sensum dal croato, dei commenti rilevati dalla rete.

INCONTRO A ZAGABRIA
D'Errico e Covic hanno discusso dei Croati in Bosnia-Erzegovina e dei rapporti con la Repubblica di Croazia
ZAGABRIA / Mostar – Il Nunzio Apostolico in Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico ha incontrato a Zagabria Dragan Covic, membro croato neoeletto della Presidenza della Bosnia-Erzegovina, Presidente dell'Assemblea popolare croata e di HDZ BiH.
In una conversazione aperta e cordiale il Rappresentante del Papa si è congratulato con Dragan Covic per la sua elezione come membro croato della Presidenza della Bosnia-Erzegovina e ha espresso i migliori auguri per il suo impegno e per quello degli altri due membri della Presidenza della Bosnia-Erzegovina, per il bene comune di quella nazione.
L' Arcivescovo D'Errico ha sottolineato che in BiH tutte le questioni in gran parte sono associate con la politica, e che uno dei doveri dell'inviato del Papa, sia in Croazia e sia in BiH, è quello di seguire con grande interesse ed attenzione tutti gli eventi. In particolare quelli relativi alla questione croata in Bosnia-Erzegovina. Egli ha detto che la Bosnia-Erzegovina non è sola e che l'Europa segue con attenzione ciò che in essa sta accadendo.
Dragan Covic durante la conversazione con l'inviato pontificio in Croazia ha delineato la situazione attuale in Bosnia-Erzegovina, ed ha parlato dei negoziati che hanno avuto luogo sulla formazione del governo e dei recenti accordi firmati tra i partiti politici.

Si è parlato delle prime mosse del membro croato della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina, della annuncio della visita di Covic in Vaticano, a Bruxelles e a Zagabria. Difatti appena eletto membro croato della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina egli ha visitato Zagabria e in una riunione con i funzionari croati li ha ringraziati per il sostegno dato al popolo croato in Bosnia-Erzegovina. 


mercoledì 10 dicembre 2014

Concerto di Laudato a Zagabria con video-intervista del Nunzio Apostolico

Valori di una nascente televisione cattolica dedicata alla famiglia in Croazia. E' questa la tematica sviluppata da S. E. Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico, intervistato il 27 Novembre 2014 durante la sua partecipazione al grande Concerto di Musica e Canti Spirituali organizzato a Zagabria dalla testata di Laudato per inaugurare il nuovo canale televisivo dedicato alle problematiche della fede e della famiglia. Il video dell'intervista è stato postato sul portale in rete qualche giorno dopo, nel giorno dell'Immacolata, e consente l'ascolto diretto, in italiano, delle parole del Nunzio che in precedenza erano state riferite in croato tra gli interventi, delle diverse Personalità civili e religiose presenti al Concerto, significativamente riportati e commentati nell'articolo pubblicato sul portale di Laudato il 28 Novembre 2014. Tutti i principali media e le agenzie cattoliche hanno dato notizie e commenti.
Presento alla lettura sia il testo del commento di Laudato, tradotto ad sensum, e sia il testo rilevato direttamente dalla visione e dall'ascolto dell'intervista fatta al Nunzio Apostolico.

Per l'occasione ha preso la parola, come rappresentante del Papa, il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, mons. Alessandro D'Errico. "Sostengo la televisione Laudato, e tutti quelli che sono impegnati in questo progetto, e mi colpisce il loro entusiasmo", ha detto il Nunzio visibilmente commosso dall'atmosfera del concerto. Nel suo discorso dettagliato e completo, ha sottolineato che, non appena è venuto in Croazia, ha notato che la Galleria ed il Portale Laudato realizzano un sacco di cose di valore per la Chiesa croata e nella società. Egli ha sottolineato che Laudato con le sue attività avvicina i cittadini e i credenti croati così come vuole Papa Francesco. Ha ricordato come la sua presenza e la sua azione in Croazia indica la presenza di Papa Francesco nel nostro paese e alla folla ha allegramente chiesto se gli piace Papa Francesco, ed ha ricevuto un fragoroso applauso con l'approvazione. Alla fine egli ha augurato il successo televisivo di Laudato, esprimendo la speranza che la TV il più rapidamente possibile possa iniziare la trasmissione. Ha ringraziato il direttore Ksenija Abramovic per il suo calendario e ha espresso apprezzamento per il suo impegno per la Chiesa in Croazia.


Sono venuto con grande gioia questa sera a questo bel concerto. Mi ha fatto piacere trovare tanto entusiasmo, tanta gioia. Sapevo che era un evento importante, perché era stato ben preparato. Ho parlato con la Sig.ra Ksenia nei giorni scorsi, e ho trovato tanto contenuto, tanta qualità e tanta professionalità da parte di tutti coloro che sono intervenuti. E sapevo anche che questo concerto aveva luogo soprattutto per uno scopo specifico; e cioè di far conoscere e sostenere il nuovo progetto che Laudato sta promuovendo di una televisione cattolica familiare. Personalmente devo dire che seguo Laudato praticamente fin dai primi passi. Nelle settimane scorse abbiamo celebrato tre anni dagli inizi di Laudato, e ho detto già a tutti quanti qui nel mio piccolo intervento, che Laudato ha avuto e sta avendo un ruolo importante; non soltanto per la Chiesa, ma vorrei dire anche per la Croazi, per il valore che sta promuovendo. E in questo contesto mi pare particolarmente importante il progetto di televisione che sta promuovendo. Sono contento. Lo seguo fin dagli inizi, logicamente, questo progetto. Sono contento che i Vescovi hanno dato la loro approvazione. E sono contento che un po' per volta raccoglie tanti consensi e tanti entusiasmi.  



giovedì 4 dicembre 2014

Intervento del Nunzio alla presentazione del libro sulle Relazioni Diplomatiche tra la Santa Sede e la Croazia

Nello scenario dello storico Palazzo Dverce di Zagabria, destinato agli eventi politicamente più importanti e rappresentativi della Capitale della Croazia (vedi questo post sul blog), si è tenuta il giorno 19 novembre 2014 la presentazione della traduzione croata del libro “La Santa Sede e la Repubblica di Croazia, 20 anni di Relazioni Diplomatiche (1992-2012). Il libro edito dalla Libreria Editrice Vaticana raccoglie i saggi e gli interventi sviluppati nel Convegno organizzato dall'Ambasciata di Croazia presso la Santa Sede nel Novembre del 2013, una iniziativa tra le più significative tra quelle che accompagnarono tra Ottobre e Novembre 2013 la visita istituzionale del Governo Croato in Vaticano (vedi questo post sul blog).

La presentazione del libro tradotto in croato, sempre edito dalla Libreria Editrice Vaticana, si è avvalsa degli interventi prestigiosi del Presidente della Repubblica di Croazia, Ivo Josipovic, del Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagabria, della Signora Vesna Kusin, Vice-Sindaco di Zagabria, e del Nunzio Apostolico in Croazia, S. E. l'Arcivescovo Alessandro D'Errico.
L'importanza culturale ed il significato storico dell'evento sono stati colti e ampiamente comunicati dai media, giornali, blogs, social network e portali istituzionali, i quali hanno riportato commenti e stralci delle relazioni tenute dalle Personalità intervenute. I link segnalati portano ad alcuni portali che hanno seguito l'evento con commenti e foto.

L'intervento del Nunzio Apostolico è riportato nel testo italiano da lui stesso predisposto per la presentazione di Zagabria.  





PRESENTAZIONE DELL’EDIZIONE CROATA DEL LIBRO
“SANTA SEDE E CROAZIA:
VENTI ANNI DI RAPPORTI DIPLOMATICI (1992012)”
(Zagabria, 19 novembre 2014)


Sono molto grato al Ministero degli Affari Esteri ed Europei, all'Accademia Diplomatica, alla Città di Zagabria, alla Casa editrice Alfa e soprattutto all’Ambasciatore Filip Vučak per l'impegno e la competenza con cui hanno promosso e seguito la pubblicazione di questo volume, che raccoglie gli atti della Conferenza che ebbe luogo in Vaticano il 20 ottobre 2012, in occasione del 20º Anniversario dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia. Conoscevo già l’edizione in lingua italiana di questo libro, che è stata per me di grande utilità per il mio servizio di Nunzio Apostolico in Croazia. Da tempo speravo che essa fosse tradotta e pubblicata anche in lingua croata. Sono lieto di costatare che ciò è stato fatto, grazie all’attivo interessamento di tante benemerite istituzioni. Sono certo che questo libro renderà un grande  servizio non soltanto ai diplomatici e agli esperti di relazioni internazionali, ma anche a tante persone che si interessano ai rapporti tra la Santa Sede e la Croazia. Su queste relazioni vorrei soffermarmi brevemente, raccogliendo le mie riflessioni in quattro punti.
  

1.     In primo luogo, vorrei sottolineare che i rapporti stretti e cordiali della Santa Sede con il popolo croato hanno una storia plurisecolare. Già nel lontano 879 - oltre undici secoli orsono - Papa Giovanni VIII, indirizzò una  lettera al Principe Branimir, assicurando preghiere per il suo “principato terreno”. Come sapete, questo gesto di Papa Giovanni VIII è considerato come il primo riconoscimento internazionale della Croazia, perché il riconoscimento del Papa - che allora era la più alta autorità ecclesiale e politica - era qualcosa di simile all’odierna ammissione nelle Nazioni Unite.

Inoltre, sono ben documentati anche contatti anteriori tra la Sede Apostolica e queste terre, fin dai tempi di San Paolo (2 Tim. 4,10).

Questi forti legami tra la Croazia e la Santa Sede non sono venuti meno attraverso i secoli, ed hanno ispirato le relazioni intercorse dal 1992 ad oggi.

2.     Il riconoscimento dell’indipendenza dell’attuale Croazia da parte della Santa Sede avvenne 13 gennaio 1992 sotto il pontificato di San Giovanni Paolo II.  Spesso si dice che la Santa Sede è stata il primo soggetto di diritto internazionale a riconoscere la Croazia. Ciò non è esatto, perché il primo a riconoscerla - nel 1991 - fu la Slovenia, che fu seguita dall’Islanda, dalla Lituania, dall’Irlanda e dalla Germania. Il riconoscimento della Santa Sede venne agli inizi del 1992, due giorni prima di quel famoso 15 gennaio 1992, allorché gli altri Paesi membri della Comunità Europea riconobbero l’indipendenza della Croazia.

Che Giovanni Paolo II (il Papa di quel periodo) avesse una particolare attenzione per il popolo croato, lo dimostrano le tre Visite Pastorali da lui compiute, e i numerosi interventi a livello pastorale e diplomatico. Ma dev’essere chiaro che, riconoscendo Croazia e Slovenia - i cui popoli avevano fatto democraticamente la scelta dell’indipendenza, secondo quanto consentito dalla Costituzione della Jugoslavia del 1974 - il Papa ha sempre precisato che tale riconoscimento non era diretto contro nessuno. Piuttosto, davanti al triste spettacolo dei combattimenti, Giovanni Paolo II pensò che il riconoscimento internazionale delle due Repubbliche avrebbe potuto porre fine al conflitto armato. Perciò, dando precise istruzioni al suo Segretario di Stato, egli chiese che ogni iniziativa fosse accompagnata da una precisazione: il riconoscimento delle nuove Repubbliche da parte della Santa Sede era pensato non per allargare le ostilità, ma per fermarle.


3.     Segno tangibile delle eccellenti relazioni che intercorrono tra Croazia e la Santa Sede, sono i quattro Accordi firmati e ratificati tra il 19 dicembre 1996 e il 14 dicembre 1998. Il primo riguarda le questioni giuridiche; il secondo la collaborazione in campo educativo e culturale; il terzo l’assistenza ai fedeli cattolici membri delle Forze armate e della Polizia; il quarto questioni economiche.

A distanza di diciotto anni dalla firma dei primi tre Accordi e di sedici da quella dell’Accordo sulle questioni economiche, si può affermare che la loro applicazione è stata sostanzialmente positiva. L’Accordo che tuttora richiede una maggiore attenzione ed applicazione è quello sulle questioni economiche, per ciò che riguarda i beni confiscati durante il regime comunista jugoslavo.


4.     In questo contesto di plurisecolari e consolidate relazioni con il popolo croato, e nella visione dell’Europa a due polmoni  - di cui Giovanni Paolo II parlava spesso - non può meravigliare l’appoggio incondizionato che la Santa Sede ha dato al processo di integrazione europea della Croazia.

Dal nostro punto di vista, la Croazia - per la sua storia e la sua collocazione geografica - è sempre stata parte della civiltà europea. In questa prospettiva, l’Arcivescovo Dominique Mamberti – che allora era il nostro “Ministro degli Esteri” (Segretario per i Rapporti con gli Stati) - il 30 giugno 2013, alla vigilia dell’entrata della Croazia nell’Unione Europea, dichiarò pubblicamente che rendeva grazie a Dio “per un traguardo rimarchevole nella storia della Nazione croata” (Omelia alla chiesa di San Girolamo dei Croati, in Roma). Tuttavia, egli affermò che questo traguardo non doveva essere considerato come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza per una nuova missione: “Questo vuole dire un impegno ancora più intenso nella costruzione della casa comune che è il nostro continente ... vedendo in essa non soltanto l’opportunità per il progresso e la prosperità della propria patria, ma anche per la costruzione dell’Europa come una casa comune di popoli di pari dignità”. E poi aggiunse: “Se un compito ha oggi la Croazia, se c’è un impegno oggi che possiamo consegnare con fiducia al popolo croato, è quello di ravvivare in Europa la consapevolezza delle radici cristiane, mediante la testimonianza di valori di cui essa stessa è portatrice”.

Perciò, guardando al futuro europeo della Croazia, il nostro augurio è che, come altre Nazioni di solida tradizione cristiana, essa possa offrire all’Europa uno specifico contributo di valori spirituali e morali; e cioè, di quei valori che hanno plasmato per secoli l’identità personale e nazionale dei suoi figli.