domenica 19 agosto 2012

Cronaca della visita alle istituzioni ecclesiastiche di Varazdin


Il Nunzio Apostolico ha visitato le istituzioni ecclesiastiche a Varazdin 
Mons. D'Errico ha pregato nella cattedrale e sulla tomba di Marck Culej primo vescovo di Varazdin 



Varazdin (IKA 16-08-2012) - Dopo la festa della Assunzione della Beata Vergine Maria, Mercoledì 15 Agosto, con la solenne celebrazione eucaristica a Santa Maria di Medjimurje presieduta dal Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, insieme con il consulente di nunziatura mons. Mauro Lalli, nello stesso giorno ha visitato la città di Varazdin ed il suo centro storico. Insieme con il vescovo locale Giuseppe Mrzljak accompagnato da Damir Bobovac, capo del Registro e dell'Archivio della diocesi di Varazdin, e da diversi sacerdoti. 
Il Nunzio D'Errico ha visitato anche la Cattedrale di Varaždin dedicata all'Assunzione della Beata Vergine Maria, della cui bellezza e ricchezza artistica è stato particolarmente sorpreso. Nel Duomo è stato accolto dal rettore della cattedrale Blaise Horvat. Mons. D'Errico, ha pregato nella cattedrale e sulla tomba del primo vescovo di Varazdin. Mark Culej. 
Il Nunzio è stato poi accompagnato dal vescovo ed ha visitato il convento delle Orsoline, la chiesa del monastero della Natività, un centro spirituale e un asilo gestito dalle suore Orsoline. Dopo la sua visita alla chiesa francescana di S. Giovanni Battista, è stato accolto da P. Branimir Kosec. Poi ha visitato la chiesa parrocchiale di S. Nicola Vescovo in Varazdin, dove è stato accolto dal vicario parrocchiale Zarko Pavlovic. Al termine della sua visita alla città il Nunzio D'Errico ha visitato la residenza per i sacerdoti, dove si è intrattenuto in un breve incontro con il vescovo e i sacerdoti presenti. Mons.D'Errico non ha nascosto la sua soddisfazione e ha ringraziato il vescovo Mrzljak ed i suoi colleghi per la calorosa ospitalità.(traduzione ad sensum)


venerdì 17 agosto 2012

La solenne celebrazione dell'Assunta in comunione con la Chiesa di Croazia


La Santa messa dell'Assunta in Medjimurje ha rappresentato l'occasione di un dialogo diretto del Rappresentante del Papa con la Chiesa locale. Il senso della fraternità vissuto con il Vescovo ed il Popolo della Diocesi di Varazdin ha caratterizzato la riflessione sui temi della fede proposti dalla liturgia (Verginità e Dogma dell'Assunzione di Maria), e sui temi teologici e storico-culturali (Nuova Evangelizzazione e Identità Europea) che attualmente interpellano la Chiesa in Croazia.
Il Portale in rete della Diocesi di Varazdin ha dato ampio spazio all'avvenimento ed ha riportato la notizia della visita e della celebrazione con una bella galleria fotografica e con i saluti in croato del Nunzio Apostolico. 
Nel post la sintesi del contributo omiletico del Vescovo Mrzljak, e gli spunti della riflessione ecclesiale di S. E. Alessandro D'errico.


15.08.2012

Il Nunzio ha esortato a pregare per la nuova evangelizzazione e per la pratica religiosa, per l'impegno spirituale e civile della Chiesa in Croazia, in modo che tutte le forze vive delle nostre istituzioni siano docili allo Spirito Santo, e così noi - uniti in Cristo - possiamo prosperare e verificare i progressi compiuti dalla Croazia seguendo le migliori tradizioni di questa nazione.

Santa Maria, (IKA) - Alla festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, il 15Agosto, il Nunzio Apostolico nella Repubblica di Croazia, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, ha visitato la Diocesi di Varaždin e nella chiesa parrocchiale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria in Santa Maria di Medjimurje ha guidato la solenne celebrazione eucaristica in unione con il suo ospite il vescovo di Varazdin Josip Mrzljak. Prima della Messa il Nunzio D'Errico, insieme con il consulente della nunziatura mons. Mauro Lalli ha visitato il palazzo Vescovile di Varaždin, dove il vescovo Mrzljak lo ha accolto nella diocesi che quest'anno festeggia il suo 15° anniversario della fondazione e lo ha brevemente intrattenuto. Poi si sono recati a S. Maria, per la celebrazione della festa dell'Assunzione nella Chiesa barocca affollata di pellegrini.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da mons. D'Errico, con un sermone tenuto dal vescovo Mrzljak. Con il nunzio e il vescovo hanno concelebrato diversi sacerdoti, tra i quali mons. Lalli, il locale parroco Paul Markač e donjomeđimurski Dean Anthony Hoblaj. Con i molti fedeli locali, riuniti per la messa c'erano molti pellegrini dalle zone circostanti.

In segno di saluto, all'inizio della Messa, il vescovo Mrzljak ha detto che era contento che il Nunzio aveva scelto la festa dell'Assunta per la visita alla Diocesi di Varaždin. Ha ricordato che nel vescovato di Varazdin vi sono sette chiese parrocchiali dedicate all'Assunzione della Beata Vergine Maria e ha detto che Medjimurje nella storia ha attraversato varie prove, ma ha conservato la fede e l'orgoglio nazionale, e ha dato molti sacerdoti. Nella sua omelia ha ricordato che l'uomo riceve da Dio il dono della ragione che gli permette di cercare il significato della sua vita, della sua origine e del suo fine. Egli ha osservato che molti fedeli cristiani celebrano la festa di Maria, ed hanno particolarmente cara la festa della Natività di Nostra Signora e dell'Assunzione, dove si celebra l'inizio e la fine della vita di Maria. Ha poi sottolineato che per ciascuna delle persone in questo mondo è operante il piano di Dio, che Dio è l'unico padrone della vita e che nel cammino della vostra vita, proprio come Maria, abbiamo bisogno di ascoltare la parola di Dio e compiere la sua volontà. Egli ha aggiunto che la vita cristiana di tutti i fedeli deve giungere a quel grande momento che Maria ha sperimentato, e che tutti sperano. Alla fine ha sottolineato come in Maria sussista il segno della speranza che si trova in ogni uomo e ha invitato tutti ad accogliere il cammino di fede che Maria indica. Quindi il vescovo Mrzljak ha concluso che la nostra vita umana compie il suo fine nella celebrazione celeste. Alla fine della Messa, il pastore locale Markač ha ringraziato il Vescovo e per l'arrivo del Nunzio ed ha espresso soddisfazione che la parrocchia di Santa Maria abbia avuto per prima l'opportunità di ospitare il Nunzio Apostolico, e gli ha consegnato un regalo speciale -. Pizzo Svetomarsku


Alla fine della Messa il Nunzio ha rivolto saluti in lingua croata letti da Damir Bobovec, responsabile del Registro e Archivio vescovile di Varazdin. Mons. D'Errico ha detto che nella celebrazione della Messa ha affidato alla Beata Vergine Maria i piani e i programmi della Chiesa di Dio che è in Varazdin. Egli ha ringraziato il vescovo Mrzljak per le parole di accoglienza e per la cordialità fraterna con cui è stato ricevuto. Ha fatto particolarmente notare che la benedizione del Santo Padre porta il desiderio che "la celebrazione di questa festa mariana è in aumento dell'unità della fede, della speranza e dell'amore:. Principalmente dell'unità di servire Dio, la Chiesa, i fratelli, vicini e lontani, in particolare quelli che sono nel bisogno". Come ragione per il suo arrivo nella Diocesi di Varaždin mons. D'Errico ha indicato il suo desiderio di stabilire un contatto più personale e diretto con le diocesi che sono motori privilegiati della vita della Chiesa. Poi ha aggiunto: "Queste settimane in molti mi chiedono la mia prima impressione della Croazia. Francamente, non ho esitato a rispondere che l'impressione è molto positiva: la Chiesa è viva, la società è dinamica e ben organizzata, con grandi tradizioni di fede e di cultura particolare... La Chiesa è profondamente consapevole della sua responsabilità in questo particolare momento della sua storia, per le sfide che il Paese vive in preparazione per l'ingresso in Europa, che appare oggi un po 'distante dalle sue radici cristiane".

Poi ha indicato la nuova pagina nella storia croata - l'ingresso in Europa – come un'occasione provvidenziale per la nuova evangelizzazione, e ha detto che questo è "un movimento per un tempo di rinnovamento e riflessione, di iniziativa e di impegno per i valori che sono radicati nella vita sociale e nell'identità di questa nazione che viene non solo preservata e rafforzata, ma anche vista nei più ampi orizzonti". Poi ha aggiunto l'esigenza della nuova evangelizzazione, la quale "ci chiede di continuare ad essere un lievito vivo e l'anima di questo popolo che lo aiutano a sviluppare e prosperare." Egli ha sottolineato il mandato evangelico, che i credenti aprano le loro porte e camminino insieme con le persone di buona volontà, ci impone nei rapporti con persone e istituzioni con diversi titoli di “dare priorità a ciò che abbiamo in comune e non quello che ci divide ". Egli ha osservato che "il primo compito che abbiamo nelle attuali circostanze è l'urgente bisogno che la Chiesa ha di riflettere e di affrontare gli obblighi connessi ora con la nostra professione di fede, in Croazia e oltre".
Alla fine del suo discorso il Nunzio ha esortato tutti i presenti a pregare per la nuova evangelizzazione e per l'esercizio della fede, per "l'impegno spirituale e civile della Chiesa in Croazia, in modo che tutte le forze vive delle nostre istituzioni siano docili allo Spirito Santo, e così noi - uniti in Cristo - come il Santo Padre ha ripetuto molte volte durante il suo viaggio apostolico dello scorso anno, possiamo vivere il progresso e il percorso che la Croazia sta attuando in linea con le migliori tradizioni di questa nazione.
Al termine della Messa insieme con il Vescovo Mrzljak e tre neo-ordinati quest'anno il Nunzio ha invocato la benedizione di Dio.
Per celebrare la festa dell 'Assunzione della BVM dalla Congregazione di S. Maria sono stati preparati un triduo spirituale. La Messa serotina di Domenica 12 agosto è stata condotta da Stefano Sostaric Pastore da Belize, con un programma spirituale ed evangelico della comunità carismatica nella Diocesi di Varaždin. Lunedi 13 Agosto la Messa è stata guidata dal pastore Paul in Vratišincu Mesarić, e Martedì 14 agosto la Messa vespertina con una processione con le candele per le strade di Santa Maria è stata condotta dal cancelliere, mons. Anthony Percic. La Santa Messa mattutina in parrocchia è stata guidata dai sacerdoti Munđar Giovanni, nativo della vicina parrocchia Podturen, con una messa per il padre malato, e Stephen Najman, parroco di San Nicholas a Varazdin. (Traduzione ad sensum)


Sul Portale della Diocesi di Varazdin:












martedì 14 agosto 2012

La partecipazione al triduo dell'Assunta nella Diocesi di Varaždin


S. E. Alessandro D'errico il 15 Agosto, giorno della festa dell'Assunzione di Maria, sarà in visita alla Diocesi di Varazdin. Insieme con il vescovo locale, mons. Joseph Mrzljak, e con un gruppo di sacerdoti, egli celebrererà la Santa Messa nella parrocchiale di Medjimurje dedicata all'Assunta che per l'occasione della festa patronale sarà gremita di pellegrini. Ospite della comunità locale il Nunzio Apostolico vivrà un significativo momento di comunione ecclesiale che lo vedrà centralmente partecipe al momento liturgico culminante del triduo spirituale preparato dalla comunità diocesana croata in onore di Maria SS.ma Assunta in Cielo.

L'anticipazione è leggibile al portale web della Diocesi di Varaždin ed è diffusa dalla IKA.


SVETA MARIJA, 12. – 15. 8. 2012
La celebrazione dell'Assunzione di Maria in Medjimurje
Nella parrocchiale dell'Assunzione della Madonna in Medjimurje si celebrerà la festa patronale dell'Assunta.

In occasione della festa della parrocchia Mercoledì 15 agosto alle ore 11 insieme con la moltitudine dei pellegrini nella chiesa parrocchiale dell'Assunzione di Maria celebrererà la messa centrale il nunzio apostolico nella Repubblica di Croazia, mons. Alessandro D'Errico, che in occasione della festa dell'Assunzione visiterà la Diocesi di Varaždin. La Messa sarà celebrata in comunione con il vescovo locale,, e con i sacerdoti del decanato.
Il triduo di preparazione spirituale inizia Domenica 12 agosto. Il programma spirituale di 18 ore inizia con una messa alle 19 con la partecipazione della comunità evangelico-carismatica della diocesi di Varazdin guidata dal direttore spirituale p. Stephen Sostaric, parroco di Belica.
Lunedi 13 Agosto alle 19 la Messa sarà guidata da p. Paul Mesarić pastore in Vratišincu. Martedì 14 Agosto la Santa Messa tenuta alle ore 19 sarà seguita da una processione con le candele guidata da mons. Anthony Perčić, Cancelliere della diocesi di Varazdin.




venerdì 10 agosto 2012

Celebrazione della festa di San Lorenzo all'Ospedale di Gornja Bistra

Fonte:  dnevnik.hr

S. E. Alessandro D'Errico ha voluto trascorrere la mattinata del 10 Agosto, festa di san Lorenzo martire, all'Ospedale pediatrico di Gornja Bistra. La visita ai piccoli pazienti si è svolta nella condivisione dell'opera sanitaria complessa e necessaria che si svolge nella rinomata struttura ospedaliera pediatrica croata. L'occasione è stata resa ancora più significativa con la celebrazione eucaristica e l'incontro con i volontari italiani coordinati dall'Associazione 'Il Giardino delle Rose Blu' fondata dal sacerdote don Ermanno D'Onofrio. I giovani numerosi e provenienti dalle diverse regioni offrono il loro servizio spontaneo ai bambini ricoverati in collaborazione con i tecnici e i medici locali. Quest'anno essi sono alla loro XII Tendopoli allestita nel parco ospedaliero ed hanno avuto l'opportunità di dialogare con il connazionale Nunzio Apostolico in Croazia e di fare con lui una bella esperienza ecclesiale e di condivisione etica delle loro motivazioni.

I giornalisti croati hanno conversato proficuamente con Mons. D'Errico, e i media e le agenzie di informazione hanno ripreso e rilanciato la notizia dell'avvenimento, descrivendone lo svolgimento ed evidenziandone i significati. Per la lettura diretta di questi significati di seguito riportiamo il testo del comunicato-stampa ufficiale ed il testo dell'omelia dell'arcivescovo D'Errico.
Particolarmente interessanti sono altresì le sottolineature giornalistiche (dnevnik.hr) di alcuni passaggi della conversazione con il Nunzio:
“D'Errico ha detto che si tratta di una preziosa collaborazione che sottolinea i valori positivi e ha sottolineato che la Chiesa vuole incoraggiare tali iniziative e di essere presenti in tutte le cose che riguardano la società e la natura”;
“ha detto che il Papa Benedetto XVI ha parlato delle radici cattoliche secolari del popolo croato e che, alla luce della nuova evangelizzazione, la Chiesa opera in conformità con lo sviluppo della società, percui come nunzio sente una grande responsabilità per il benessere delle nuove generazioni in Croazia”;
“ha ricordato che la Croazia farà parte presto dell'Unione europea e ha sottolineato che la Chiesa guarda a ciò con grande speranza e vuole contribuire per il benessere dei suoi cittadini e dei croati”;
“il Direttore dell'Ospedale, Zeljko Weiss, ha sottolineato che la collaborazione con il Giardino delle Rose Blu dura da oltre un decennio e che essa è preziosa e rompe le barriere e i confini, ed è un grande aiuto per i nostri piccoli pazienti che sono legati ai loro letti".

COMUNICATO STAMPA
10 agosto 2012
Il Nunzio Apostolico in Croazia, alla festa di San Lorenzo, ha presieduto la Santa Messa all’Ospedale pediatrico di Gornja Bistra.

Il Nunzio Apostolico in Croazia, Arcivescovo Alessandro D’Errico, ha presieduto una solenne Celebrazione Eucaristica all’Ospedale pediatrico di Gornja Bistra per bambini con particolari disagi, in occasione della XII Tendopoli, organizzata dall’Organizzazione internazionale Onlus “Il Giardino delle rose blu”, il cui presidente e fondatore è un Sacerdote della diocesi di Frosinone (Italia), don Ermanno D’Onofrio.
I volontari del Giardino delle rose blu operano da oltre 12 anni a Gornja Bistra e in altri campi operativi della Croazia e di Paesi vicini. In questi anni, oltre 5.600 volontari hanno realizzato una vera e propria “staffetta dell’amore”, dandosi il cambio e garantendo una presenza continuativa presso l’Ospedale. In particolare, ogni anno si realizza una Tendopoli che porta più di 150 volontari a Gornja Bistra.
Hanno concelebrato Mons. Mauro Lalli, Consigliere della Nunziatura Apostolica, Don Ermanno D’Onofrio ed altri Sacerdoti italiani. Tra gli ospiti, era presente anche l’Incaricato d’Affari a.i. dell’Ambasciata d’Italia, Dott. Paolo Palminteri. All’omelia, il Nunzio D’Errico si è soffermato anzitutto sul significato della Tendopoli e del Campo permanente del Giardino delle rose blu: “Qui – egli ha detto – non si porta soltanto aiuto materiale. Si porta se stessi. Si portano cuori disponibili ad amare. Si porta il desiderio di donarsi totalmente, rinunciando al superfluo, rendendosi utili in ogni modo e mettendosi a disposizione degli altri. Voi sperimentate in questi giorni che c’è più gioia nel donare che nel ricevere. E nel momento in cui donate voi stessi, voi percepite che state ricevendo molto di più. E sentite il bisogno di condividere queste esperienze, vivendo come comunità: comunità di persone che amano, che donano e si donano”.
Soffermandosi poi sulla festa di San Lorenzo, il Nunzio D’Errico ha detto che San Lorenzo può insegnare molto a tutti i cristiani e in particolare ai volontari della Tendopoli: “Arcidiacono di Roma nella seconda metà del III secolo, egli fu incaricato delle attività caritative della Diocesi e svolse questo compito con assoluta dedizione, diventando testimone esemplare di carità fino alla completa donazione di sé nel martirio. Fu un vero testimone di amore, inteso e vissuto secondo l’ottica della Buona Novella di Gesù. … Il suo esempio invita a trovare motivazioni ben più alte rispetto a quelle umano-filantropiche per le attività caritativo-assistenziali. … Il nostro amore e il nostro servizio agli altri s’inquadrano in una esperienza di fede. Crediamo in Dio che è amore, che ci invita a fare come Lui e a vivere di Amore con la A maiuscola. Come Lui siamo chiamati ad un amore disinteressato. Come Lui siamo invitati ad un servizio, come quello che voi rendete, che si prende cura di tutti, in particolare degli ultimi, delle fasce più deboli della società”.
A conclusione del suo intervento, il Nunzio D’Errico ha detto che abbiamo bisogno di questo Amore soprattutto in queste terre: qui in Croazia e in altri Paesi vicini, che hanno conosciuto anche in epoca recente una terribile guerra. “Avvertiamo soprattutto in queste terre la necessità di un messaggio di amore che riporti serenità, riconciliazione, armonia sociale: per il bene di tutti e in particolare di coloro che sono stati più colpiti dalla guerra”.

Solenne Celebrazione Eucaristica
alla Festa della XIIª Tendopoli a Gornja Bistra
organizzata dalla Onlus “Il giardino delle rose blu
(Omelia, 10 agosto 2012 – Festa di San Lorenzo martire)

Sono veramente contento di essere con voi oggi. Ho accolto volentieri l’invito di don Ermanno a presiedere questa Eucaristia, anzitutto per l’importanza di questa Tendopoli: la 12ª, che come ogni anno porta più di 150 volontari da tutta Italia all’Ospedale pediatrico di Gornja Bistra. E poi perché quest’anno festeggiate anche il 10º anniversario del Campo permanente, e cioè della presenza continuativa dei volontari a Gornja Bistra.
Come sapete bene, fino al 5 gennaio 2002 i viaggi dei volontari privilegiavano l’aiuto materiale, pur sempre necessario in ogni esperienza caritativo-assistenziale. Con il Campo permanente, il sostegno dei volontari ha preso una forma nuova. Non si portano più tanto aiuti materiali. Si porta se stessi. Si portano cuori disponibili ad amare. Si porta il desiderio di donarsi totalmente, rinunciando al superfluo, rendendosi utili in ogni modo e mettendosi a disposizione degli altri.
Qui è il grande significato del Campo permanente e della Tendopoli. Voi sperimentate in questi giorni che c’è più gioia nel donare che nel ricevere. E nel momento in cui donate voi stessi, voi percepite che state ricevendo molto di più. E sentite il bisogno di condividere queste esperienze, vivendo come comunità: comunità di persone che amano, che donano e si donano.
Perciò direi che questa esperienza del Campo permanente e della Tendopoli, invitano a volare alto. A guardare lontano. A ridimensionare i piccoli e i grandi problemi della vita. A vivere in profondità e con coerenza la fede cristiana. Fede in Dio Amore, Che ci chiama a partecipare del Suo dinamismo di vita, che è Amore.
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Cari fratelli e sorelle, quest’anno celebrate la festa della Tendopoli oggi, 10 agosto, festa di San Lorenzo. Ritengo che questa sia una coincidenza provvidenziale, perché San Lorenzo è una figura di Santo che può insegnare molto: a tutti i cristiani e in particolare a voi, per l’esperienza della Tendopoli che state vivendo.
Ricordate? Lorenzo visse nella prima metà secolo terzo. Era tempo di catacombe. Un tempo di grandi ideali e di grandi testimonianze. Era originario della Spagna. Dopo gli studi umanistici e teologici in patria, si trasferì a Roma. Qui era Vescovo Papa Sisto II, che era stato suo maestro a Saragozza. Nel 257 Sisto II affidò a Lorenzo il compito di Arcidiacono. E cioè, di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano 1500 persone: soprattutto poveri e vedove.
Nel 258 scoppiò la persecuzione dell’imperatore Valeriano. Papa Sisto II fu sorpreso a celebrare l’Eucaristia nelle catacombe di San Callisto e fu martirizzato il 6 agosto, per decapitazione, insieme a quattro diaconi. Quattro giorni dopo, fu la volta di Lorenzo, che aveva 33 anni. Il suo supplizio fu particolarmente crudele. Fu bruciato vivo su una graticola messa sul fuoco ardente. Per la verità, Lorenzo avrebbe anche potuto aver salva la vita, se solo avesse consegnato, secondo la richiesta dei persecutori, i tesori della Chiesa entro tre giorni. Ebbene, il 10 agosto del 258, si presentò alla testa di un corteo di poveri di ogni tipo, dicendo: “Ecco i nostri tesori, sono tesori eterni. Non vengono mai meno anzi crescono”. Si può immaginare la rabbia dei suoi interlocutori. E così si può pure capire, in qualche modo, la crudeltà del martirio che gli fu inflitto.
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Cosa può insegnare a noi San Lorenzo? Cosa può dire concretamente a voi nell’esperienza che state vivendo? L’Arcidiacono, come ho accennato, era il responsabile delle attività caritative. E Lorenzo svolse questo compito con assoluta dedizione, diventando testimone esemplare di carità fino alla completa donazione di sé nel martirio. Fu un vero testimone di Amore, inteso e vissuto secondo l’ottica della Buona Novella di Gesù.
Perciò Lorenzo invita in primo luogo a vivere le esperienze caritative ed assistenziali a partire dal Vangelo e dall’insegnamento di Gesù. Ricordate? Al Maestro, quando Gli fu chiesto quale fosse il più grande dei comandamenti, Egli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua forza, con tutto il tuo cuore”. Ma poi aggiunse subito: “Il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso”.
E che questo fosse un punto importante della Buona Novella che annunciava, lo specificò quando raccontò la parabola dell’Ultimo Giudizio: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero malato e mi avete visitato …”. E ancora, poco prima di chiudere la Sua esperienza terrena, nell’Ultima Cena lasciò ai discepoli il Comandamento Nuovo, come testamento spirituale: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato”.
Ecco allora un insegnamento importante: c’è sempre il rischio, anche per bravi volontari come voi, di non valorizzare appieno il significato di esperienze forti, come quelle che state vivendo. Il rischio di limitarsi a motivazioni solo umane, filantropiche, certamente sempre valide per chi non ha la grazia della fede. Ma l’esempio di San Lorenzo e l’insegnamento di Gesù invitano a trovare motivazioni ben più alte. E cioè, il nostro amore per gli altri e il nostro servizio agli altri, s’inquadrano in una esperienza di fede. Crediamo in Dio che è Amore, che ci invita fare come Lui e a vivere di Amore con la A maiuscola. Come Lui siamo chiamati ad un amore disinteressato. Come Lui, siamo investiti di un servizio come quello che voi rendete, che si prende cura di tutti e in particolare degli ultimi, delle fasce più deboli della società. “Amatevi come Io vi ho amato”. Nella misura in cui queste parole del Maestro saranno assimilate e diventeranno parte della nostra vita, come lo fu per San Lorenzo, sarà allora che avremo fatto l’upgrade del nostro servizio agli altri. Sarà allora che comprenderemo appieno che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Sarà allora che come San Lorenzo, potremo affrontare ogni difficoltà a viso aperto, lieti di poter dare la nostra testimonianza di Amore al servizio di Dio Amore.
Di questo Amore abbiamo bisogno soprattutto in queste terre: qui in Croazia e in altri Paesi vicini, che hanno conosciuto in epoca recente una terribile guerra che ha causato tanti lutti e distruzioni. Avvertiamo soprattutto in queste terre la necessità di un messaggio di Amore, che riporti serenità, riconciliazione, armonia sociale: per il bene di tutti e in particolare di coloro che sono stati più colpiti dalla guerra.
Grazie allora per il vostro esempio. Grazie per quello che fate e per quello che siete. Grazie per le iniziative di Amore che promuovete. Possa la intercessione di San Lorenzo, testimone e missionario di Amore, ottenere ogni desiderato bene per noi, per la Tendopoli e il Campo permanente, e per tutti i progetti del Giardino delle rose blu. Amen. 



giovedì 9 agosto 2012

Alla tendopoli dei volontari presso l'Ospedale pediatrico di Gornja Bistra

Fonte: Famiglia Cristiana
Mons. D'Errico ha in agenda per il 10 agosto 2012, in 
occasione della festa di San Lorenzo,  l'incontro con i volontari italiani della XII Tendopoli delle 'Rose Blu' a Gornja Bistra, popoloso comune della regione di Zagabria, dove funziona l'Ospedale pediatrico dedicato alle malattie croniche e genetiche dei bambini. Il luogo, sottratto all'isolamento che può legarsi alle estreme problematiche della sanità e del disagio dei piccoli pazienti,   richiama l'amorevole attenzione e l'impegno di migliaia di volontari, soprattutto italiani, che danno vita ad esperienze di aiuto e di condivisione con l'istituzione sanitaria locale.



Zagabria, (IKA) – Da dodici anni all'Ospedale speciale per le malattie croniche dei bambini di Gornja Bistra opera la sezione italiana dell'organizzazione internazionale “Blue Rose Garden”, contribuendo in questi anni ad umanizzare la vita dei bambini ospedalizzati, con l'aiuto di oltre 5000 volontari di tutte le età.
Nei giorni dal 5 al 13 Agosto si tiene nel parco dell'Ospedale un campo tende di volontariato estivo; i volontari aiutano nella progettazione dell'ambiente ospedaliero e nella socializzazione con i bambini pazienti (con giochi, passeggiate, accudimenti ed alimentazione), con lo scopo amorevole di aiutare i bambini che soffrono di gravi malattie incurabili.
Il 10 Agosto alle ore 10.30 ci sarà la cerimonia di chiusura del campo. Il nuovo Nunzio in Croazia, l'Arcivescovo Alessandro d'Errico celebrerà la Santa Messa ed incontrerà il volontariato in ospedale. 







mercoledì 8 agosto 2012

Diplomazia Pontificia: compiti e principi


E' il testo di una conferenza tenuta il 12 Febbraio 2009 alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Sarajevo. L'importanza delle tematiche sviluppate e il dibattito suscitato a livello accademico hanno reso opportuna una diffusa pubblicazione. Il testo della conferenza, rimaneggiato per l'occasione, ha trovato anche il luogo della riflessione teologica e storico-ecclesiale tra le pagine di 'Studi Storici e Religiosi' (N.1, 2010), la rivista semestrale che viene stampata a cura dell'Istituto di Scienze Religiose 'San Paolo' della diocesi di Aversa originaria di S. E. Alessandro D'Errico.
Mons. D'Errico tratta alcune fondamentali questioni che riguardano la Diplomazia Pontificia, dandone una lezione semiologica storica ed istituzionale, e sottolineandone le specificità etiche ed ecclesiali. Il Nunzio Apostolico viene accreditato dalla Santa Sede, ossia dal Governo Centrale della Chiesa Cattolica con a capo il Papa, sia per stabilire rapporti diplomatici e relazioni bilaterali con le Autorità degli Stati e sia per rappresentare il magistero pontificio nella comunione ecclesiale locale. Il suo ruolo si esprime quindi nell'irrinunciabile dialogo, per la pace e per il servizio a favore della salvezza e della dignità della persona umana e dei popoli, svolto nella prospettiva umanitaria evangelica e missionaria.
Alcune annotazioni personali di Mons. D'Errico, intercalate nella sapiente trattazione dell'argomento, sono estremamente significative per la consapevolezza e la testimonianza della fede di un nunzio apostolico: il “martirio della pazienza”, allocuzione del cardinale Casaroli, che caratterizza il sentimento antropologico della fiducia incrollabile nell'umana bontà e nella riuscita delle intenzioni diplomatiche della Santa Sede, e la coscienza ecclesiale di essere “servo inutile” a disposizione del Signore nel compimento del proprio dovere. 

DIPLOMAZIA PONTIFICIA:
COMPITI E PRINCIPI

Alessandro D'Errico

Recentemente ho tenuto una conferenza sulla diplomazia pontificia alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Sarajevo. In tale circostanza parecchi mi hanno chiesto di mettere per iscritto le mie riflessioni, al fine di una più larga e più fedele diffusione. Da ciò trae origine anche questo articolo, con il quale intendo rispondere alle questioni che spesso si pongono qua e là in merito alla diplomazia vaticana.

Santa Sede o Stato della Città del Vaticano?

Le prime domande - di base - sono queste: Cosa è meglio dire: diplomazia della Santa Sede o
dello Stato della Città del Vaticano? E come si esercita questa diplomazia, se il Vaticano non ha
industria, né commercio, né esercito; e di conseguenza non ha una cooperazione economica o
cooperazione militare da offrire?
Per rispondere a queste questioni, anzitutto mi sembra importante chiarire cosa si intende per Santa Sede e per Stato della Città del Vaticano. Nel diritto e nella prassi internazionale per Santa Sede si intende il Governo Centrale della Chiesa Cattolica (con a capo il Papa), al quale viene riconosciuta sovranità piena e assoluta nella sua missione spirituale - e percio il diritto di legazione attivo e passivo - come a uno Stato. Attualmente la Santa Sede ha relazioni diplomatiche con 177 Paesi; ma a questo numero bisogna aggiungere ancora qualcosa, come dirò piu avanti.
Quali sono i motivi per giustificare questo riconoscimento, che attualmente è unico nella storia del diritto internazionale e diplomatico?
Ci sono diverse teorie internazionalistiche, che non mi e possibile esporre qui per limiti di tempo. Tuttavia vorrei almeno accennare a una teoria di piu facile presentazione, di ordine storico. Come sapete, per molti secoli - dal 754 al 1870 - il Papa e stato anche Sovrano temporale di uno Stato vero e proprio, che si chiamava "Stati Pontifici". Esso copriva un territorio abbastanza vasto, che corrispondeva piu o meno all'Italia centrale di oggi. Gli Stati Pontifici conobbero serie difficolta nella seconda meta del XIX secolo. Allora in Italia, che aveva una diversa configurazione politica, e comprendeva parecchi piccoli Stati sovrani, maturò il senso di una unità nazionale, che (con la soppressione dei piccoli Stati) si realizzò soprattutto negli anni 1859-1870. Roma – allora capitale degli Stati Pontifici – fu occupata nel 1870. A livello internazionale il Sommo Pontefice continuò di fatto ad esercitare il diritto di legazione attivo e passivo, pur trovandosi nella difficile situazione di vedere occupati i territori degli Stati Pontifici. Fu cosi che un po' per volta i Papi che si succedettero in quegli anni maturarono l'idea di rinunciare alla sovranita temporale, per concentrarsi sulla missione spirituale di Capo della Chiesa Cattolica.
La questione fu risolta nel 1929, quando fu stipulato il Trattato Lateranense con l'Italia. Con esso fu riconosciuta la sovranita piena e assoluta del Papa nella sua missione spirituale (come a un Capo di Stato); e al tempo stesso fu riconosciuta anche la sua potesta sovrana su un piccolo territorio di Roma, intorno al colle Vaticano. Nacque cosi lo Stato della Città del Vaticano (SCV), che in questa prospettiva e erede degli Stati Pontifici. Perciò per SCV intendiamo il piccolo territorio (44 ettari) riconosciuto come Stato, per garantire la indipendenza e la sovranità della Santa Sede, e per facilitare la sua missione spirituale ma anche internazionale.
Allora, chi e il soggetto di diritto internazionale, il soggetto della diplomazia pontificia? La Santa Sede o lo Stato della Citta del Vaticano?
La risposta e che entrambi sono soggetti di diritto internazionale; e entrambi hanno un unico Sovrano, che è il Papa. Ma lo SCV e certamente atipico nella sua sovranità, perche essa è finalizzata a quella della Santa Sede, come ho cercato di chiarire.
Di conseguenza, dire diplomazia dello SCV o Ambasciata dello SCV e parecchio limitativo: la diplomazia pontificia è diplomazia della Santa Sede; e i Nunzi Apostolici sono Ambasciatori della Santa Sede. Cosi pure, il passaporto dei diplomatici vaticani è della Santa Sede; e nella lista diplomatica di tutti i Paesi con i quali abbiamo relazioni diplomatiche, veniamo sotto il nome "Santa Sede".
A conferma di cio, vorrei ricordare che nella lista dei Paesi pubblicata annualmente dall'ONU, al
nome "Santa Sede" è aggiunta una specificazione; e cioè, che all'ONU deve essere usato il nome "Santa Sede", eccetto tuttavia cio che riguarda l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni e l'Unione Universale delle Poste, ove bisogna usare il termine SCV.
Tuttavia, direi che e corretto anche parlare di diplomazia vaticana, se per "Vaticano" intendiamo non solo lo SCV, ma una maniera piu estesa di intendere la Santa Sede, come autorità morale e spirituale nella Comunita Internazionale.

Nunziature e Nunzi Apostolici

Le Ambasciate della Santa Sede hanno il nome di Nunziatura Apostolica; e l'Ambasciatore della Santa Sede ha il nome di Nunzio Apostolico. La parola "Nunzio" è di origine latina. Significa messaggero, inviato; la parola "apostolico" fa riferimento al Papa e alla Sua missione. Perciò il Nunzio Apostolico è l'Inviato del Papa, l'Ambasciatore del Papa e della Santa Sede. Dire che il Nunzio Apostolico è l'Ambasciatore della Santa Sede, è si corretto, per ovvi motivi; ma non dice interamente la sua funzione e la sua missione. E questo per un motivo molto semplice: il Nunzio Apostolico è l'Inviato della Santa Sede, del Papa; ma il Papa e la Santa Sede hanno non solo una funzione diplomatica, ma anche una funzione spirituale: di Governo Centrale della Comunita Cattolica. Questi due aspetti, queste due funzioni sono fondamentali per intendere meglio il lavoro di un Nunzio e di una Nunziatura Apostolica.
Dal punto di vista del diritto interno della Chiesa, un documento importante per capire e definire le funzioni dei Nunzi Apostolici è quello di Paolo VI, del 1969: la Sollecitudo Omnium Ecclesiarum. Questo documento è passato nella sostanza nell'attuale Codice di Diritto Canonico, che è in vigore dal 1983. Questi due testi legislativi - di diritto interno alla Chiesa Cattolica - presentano tre compiti per la missione del Nunzio Apostolico:
Compito diplomatico: e quello presso gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, analogo a quello di altri Ambasciatori;
Compito ecclesiale: il Nunzio Apostolico ha anche una missione presso la Comunita Cattolica del Paese al quale e inviato. E' una funzione di coordinamento a livello locale, e di tramite tra le
Comunita Cattoliche e il Governo Centrale della Chiesa (Santa Sede);
Compito ecumenico e interreligioso. Oggi - dopo le incomprensioni del passato - si insiste molto sulla necessita di un dialogo tra le culture e tra le religioni. Parliamo di dialogo ecumenico, quando si tratta di relazioni con altre denominazioni religiose cristiane (gli Ortodossi, per es., per ciò che riguarda la Bosnia ed Erzegovina). Parliamo di dialogo interreligioso, quando si tratta di relazioni e contatti con altre religioni non-cristiane, come per
esempio l'Islam.
Per questa ragione, all'inizio della sua missione un Nunzio Apostolico riceve due Lettere Credenziali: una per il Capo di Stato al quale e inviato (come gli altri Ambasciatori), e un'altra per il Presidente della Conferenza dei Vescovi della Comunita Cattolica locale (che qui in Bosnia ed Erzegovina è il Card. Vinko Puljić, Arcivescovo Metropolita di Vrhbosna-Sarajevo). Così è stato anche per me, quando sono arrivato nel 2006.
Da un punto di vista internazionalistico, della figura del Nunzio Apostolico si parla espressamente nella Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche, del 1961. L'art. 14 della Convenzione di Vienna parla di 3 classi di Capi-Missione; per la prima classe dice espressamente che essa e "quella di Ambasciatori o Nunzi Apostolici accreditati presso i Capi di
Stati, e quella di altri Capi Missione che hanno un rango equivalente". Poi – e questo è un punto interessante – di nuovo si parla dei Nunzi Apostolici all'art. 16. Questo articolo riguarda la decananza, l'ordine di precedenza tra i Capi Missione. Orbene, al par. 1 si stabilisce che i Capi Missione prendono il loro rango secondo la data e l'ora in cui hanno assunto le loro funzioni; poi, al par. 3 si dice: "Questo articolo non tocca gli usi che sono accettati o saranno accettati dallo Stato accreditatario per ciò che concerne la precedenza del Rappresentante della Santa Sede".
Questo paragrafo trova la sua ragion d'essere nel fatto che in molti Paesi - soprattutto quelli a maggioranza cattolica (ma non solo quelli) - c'è l'uso di dare al Nunzio Apostolico la precedenza tra i Capi Missione. In altre parole, il Nunzio Apostolico diventa subito Decano del Corpo Diplomatico, dal momento in cui presenta le Credenziali. Questo avviene in tutta l'America Latina, in quasi tutta l'America Centrale, in parecchi Paesi di Europa, in qualche Paese di Asia e di Africa (Filippine, Costa d'Avorio, Marocco). Tra i Paesi europei ci sono tra l'altro: Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Belgio, Irlanda, Italia, Malta, Austria, Svizzera, Ungheria, Slovacchia, Polonia. Per i Balcani, cio avviene in Slovenia e in Croazia (in questa regione, abbiamo un Nunzio Apostolico non-decano a Belgrado e a Sarajevo; e un Nunzio Apostolico non residente per Maceonia e Montenegro).
Come ho già accennato, attualmente la Santa Sede ha relazioni diplomatiche con 177 Paesi. Ad essi bisogna aggiungere la Comunità Europee e il Sovrano Militare Ordine di Malta. Poi ci sono Missioni Speciali presso la Federazione Russa e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. A Livello multilaterale, la Santa Sede è presente presso una trentina di Organizzazioni Internazionali e Organizzazioni Regionali.

Altri elementi singolari della diplomazia pontificia.

Mi pare opportuno menzionare altri due aspetti di minore importanza, ma forse interessanti.
I diplomatici della Santa Sede non vengono reclutati in un solo Paese, ma in tutti e cinque i Continenti. In passato c'era una maggioranza di italiani; negli ultimi anni si sta allargando sempre più il cosiddetto fenomeno di internazionalizzazione della diplomazia pontificia (lo stesso Papa viene dalla Germania; Giovanni Paolo II era polacco). Il motivo è ovvio, considerando ciò che abbiamo detto circa la Santa Sede come Governo Centrale della Chiesa cattolica, che è sparsa in tutto il mondo. A Sarajevo, il Nunzio Apostolico è italiano, il primo Collaboratore è polacco. La Bosnia ed Erzegovina ha tre diplomatici vaticani (uno e alla Nunziatura Apostolica in Brasile, un altro in Nuova Zelanda, un altro al Protocollo della Casa Pontificia).
Il doppio accreditamento di un Nunzio Apostolico (presso lo Stato e presso la Comunità Cattolica locale) fa si che un rappresentante pontificio è sempre a casa sua; nel senso che viene accolto dalla Comunita Cattolica locale anzitutto come un Arcivescovo, che è l'Inviato personale del Papa. Percio, quando viaggia, il Nunzio è sempre ospite di Vescovi/Sacerdoti/Religiosi del posto. Per la mia esperienza, trovo che ciò è molto utile: ci consente di capire meglio la mentalità del posto e di partecipare naturalmente alla vita di ogni giorno delle popolazioni locali. A mio avviso, anche questo è uno dei tanti piccoli segreti della diplomazia vaticana: nel senso che partiamo - diciamo cosi – avvantaggiati rispetto ai nostri colleghi di altri Paesi, perchè non siamo mai considerati "stranieri".

La diplomazia più antica?

Spesso si dice che la diplomazia pontificia è tra le più antiche. Alcuni dicono anzi che è la più antica in assoluto. E' corretto? Forse si.
Intanto bisogna considerare che inviati e ambascerie tra Sovrani sono vecchi come il mondo. Ma ricorderete che come data di nascita della diplomazia moderna - e cioè di inviati e missioni permanenti – un po' tutti prendono il 1445, allorchè l'allora Repubblica di Venezia aprì una missione diplomatica permanente a Firenze. Nel giro di pochi anni, fecero altrettanto parecchi Stati, e anche gli Stati Pontifici. Per la nostra diplomazia, l'anno 1500 è una tappa importante,
perchè fu allora che si aprirono le prime due Nunziature Apostoliche nel senso moderno: a Venezia e a Parigi. Dunque, mi sembra corretto dire che la diplomazia pontificia è tra le più antiche.
Al limite si potrebbe anche dire che la diplomazia pontificia è la piu antica in assoluto, perchè gia molto prima del 1445 i Papi avevano istituzionalizzato una forma di missione permanente. Mi riferisco a ciò che i Sommi Pontefici usavano fare nel Medio Evo, inviando un proprio Rappresentante presso la Corte di Costantinopoli (che aveva preso il posto di Roma come guida
dell'Impero Romano, a partire dal 536). Questo inviato papale era chiamato Apocrisario. Un po'
per volta gli Apocrisari furono inviati anche presso i nuovi Regni che apparirono in Europa, alla caduta dell'Impero Romano. Particolare importanza ebbe l'Apocrisario presso la Corte dei Franchi. Qualche studioso fa notare che la figura dell'Apocrisario non puo essere equiparata "sic et simpliciter" ad un Nunzio Apostolico: perchè l'Apocrisario poneva in contatto due Autorità complementari in seno ad una medesima societa (Chiesa e Stato), e non due Autorità della medesima natura (cioè due Governi sovrani). In ogni caso, tutti sono d'accordo nell'affermare che questa figura – dell'Apocrisario – rappresenta certamente un primo passo verso la nomina dei moderni Nunzi Apostolici, che venne a partire dal 1500, come ho menzionato, quando il Papa ormai non era solo Capo della Chiesa Cattolica, ma anche Sovrano degli Stati Pontifici. Allo stesso modo, un po' tutti sono d'accordo nel riconoscere che la nostra Scuola Diplomatica è la piu antica in assoluto. Essa si chiama Pontificia Accademia Ecclesiastica, e si trova al centro di Roma (in un palazzo extraterritoriale) alle spalle del Pantheon. Fu istituita da Papa Clemente XI nel 1701. Pochi anni fa ha celebrato il terzo centenario di fondazione, con la partecipazione di Giovanni Paolo II e delle piu alte autorità della Santa Sede. La Pontificia Accademia Ecclesiastica ha alunni che vengono dai cinque continenti (circa trenta ogni anno, per almeno due anni di corso).

Principi guida della diplomazia pontificia.

Penso sia utile presentare a grandi linee alcuni principi che guidano la diplomazia vaticana.

1° principio. La Santa Sede ha piena consapevolezza del suo ruolo singolare nella Comunità Internazionale: si tratta - come ho cercato si esporre nella prima parte - di un'autorità spirituale, morale, non temporale. Un'autorità che viene al Papa dal fatto di essere Capo della Chiesa Cattolica. Spesso i Sommi Pontefici hanno parlato del ruolo della Santa Sede come "esperta in umanità", "coscienza morale" dell'umanità. Questo è il campo proprio di competenza della Santa Sede: non questioni di interessi economici o militari, ne di schieramenti politici. Certamente ci rendiamo conto che talvolta non e facile partecipare ad assisi di diplomazia multilaterale o a negoziati bilaterali senza una cooperazione economica o militare da offrire in contropartita. Ma crediamo fermamente nella forza delle idee e della ragione. E in ciò siamo incoraggiati dai risultati a volta sorprendenti ottenuti dalla nostra diplomazia disarmata: come nel corso della mediazione tra Argentina e Cile (a partire dal 1979); oppure quando pensiamo a ciò che può essere stato il ruolo avuto dalla Santa Sede - di cui si parla tanto spesso – nel declino dei regimi comunisti del secolo scorso.
Qualche volta è piu difficile. E allora c'e un "martirio della pazienza" da esercitare, come diceva il grande Cardinale Agostino Casaroli, che fu il primo Segretario di Stato di Giovanni Paolo II, per molti anni. E con pazienza continuiamo a proporre le nostre idee, e ad attendere tempi migliori.

2° principio. Al centro e alla base della nostra diplomazia poniamo la persona umana, senza differenze di razza, di cultura o di religione; e, di conseguenza, i diritti fondamentali della persona. Per citarne alcuni - i piu frequenti nei nostri interventi - il diritto alla vita, all'educazione, alla libertà, alla partecipazione nella vita politica. Particolare importanza diamo alla libertà di coscienza e di religione: ogni persona deve essere libera di esprimersi secondo quanto gli viene ispirato o dettato dalla propria coscienza; e deve essere libera di scegliere e praticare la propria religione, non solo a livello privato, ma anche a livello pubblico e sociale. Perciò, quali che siano i sistemi politici, giuridici o economici, riteniamo che essi dovrebbero porsi al servizio della persona umana e mai "sopra" o "contro" di essa.

3° principio. A livello di aggregazione di gruppi e di popoli, riteniamo che non ci sia un modello stereotipato da offrire. Siamo contrari ad ogni forma di neo-colonialismo politico o culturale, che cercasse di imporre un sistema che funziona in ben altre condizioni di economia, politica e storia. In altre parole, non proponiamo nessun sistema politico o costituzionale come il migliore in assoluto. Tuttavia, in termini generali, riteniamo che gli ideali democratici meglio garantiscono la partecipazione dei cittadini al processo politico, e meglio assicurano la necessaria corresponsabilità nel destino del proprio Paese.

4° principio. A livello di relazioni internazionali, sosteniamo gli sforzi della diplomazia multilaterale e il rispetto del diritto internazionale. Dal nostro punto di vista, come avviene per i singoli, anche le relazioni tra gli Stati devono essere regolate da giustizia, solidarietà, uso della ragione, leggi giuste; e non dalla violenza, dalla forza, dalle intimidazioni e dalle pressioni. Questo è il motivo per il quale la Santa Sede ha sempre sostenuto il ruolo dell'ONU. Ed è per questo motivo che i Papi hanno sempre fatto visita all'ONU (Benedetto XVI è stato a New York nell'aprile dello scorso anno). Ovviamente l'ONU lo intendiamo non come un centro burocratico-amministrativo, ma come un centro morale, dove tutti i Paesi e tutti i Popoli del mondo sviluppano la consapevolezza di costituire come una grande famiglia, la Famiglia delle Nazioni. E ciò richiede rispetto, fiducia, sostegno reciproco, specialmente per i Paesi piu poveri e piu deboli, analogamente a ciò che avviene in una famiglia.

5° principio. Alla luce di tutto ciò, riteniamo che la guerra non costituisce una soluzione per i conflitti, che purtroppo emergono sulla scena internazionale con regolare periodicità. La guerra
andrebbe sempre evitata e scongiurata, perchè la violenza è ripetitrice di violenza. Crediamo nella forza e nella possibilità del dialogo e del negoziato, e proponiamo che bisogna sempre fare tutto il possibile per giungere ad una piena riconciliazione tra le parti in conflitto, attraverso opportune vie diplomatiche. Perciò condanniamo il terrorismo e ogni forma di violenza che venisse esercitata per far valere i propri diritti. Per casi eccezionali, quando proprio fosse inevitabile il ricorso alle armi, per adempiere il dovere di proteggere lo Stato o la Comunità Internazionale (diritto di difesa), diciamo che questo uso della forza deve essere ben definito e limitato da specifici criteri umanitari. E ciò per evitare - tanto per essere chiari - gli abusi e i crimini che in epoca recente si sono avuti anche in Europa, anche nei Balcani, e anche in Bosnia ed Erzegovina.
In termini positivi, crediamo nella necessità di promuovere sempre - a livello preventivo – le condizioni necessarie per una pace giusta e per una solidale armonia sociale e internazionale. In altre parole, una pace che non significa solo assenza di guerra, ma un insieme di condizioni positive, che garantiscano ai singoli, alle comunità e agli Stati, di esprimersi e svilupparsi con serenità, nel rispetto della dignità della persona umana, in armonia con gli altri, con relazioni ispirate a criteri di giustizia e di solidarietà.

Sarei tentato di aggiungere qualche personale esperienza del mio servizio ecclesiale di Nunzio Apostolico in Pakistan (1999-2005) e in Bosnia ed Erzegovina (dal 2006). Preferisco rimandare questa parte ad una futura elaborazione, per non andare oltre lo scopo che mi sono prefisso per questo articolo (presentazione generale della diplomazia pontificia). Tuttavia, a conclusione di quanto ho cercato di esporre, ritengo opportuno far cenno ad un piccolo episodio “personale”. Qualche giorno fa, un amico mi ha chiesto cosa provo quando ascolto o leggo espressioni di ammirazione o gratitudine per la diplomazia vaticana. Ho risposto che ne sono contento, ovviamente; ma che ho appreso da grandi Maestri. E cioè, che non ne possiamo fare un vanto, perchè anche nelle attività a livello internazionale dobbiamo avere sempre l'insegnamento di Gesù, che ci ha chiesto di ripetere incessantemente: “ Siamo servi inutili: abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,10).