domenica 2 settembre 2012

Le parole di S. E. Alessandro D'Errico alla celebrazione dell'Assunta nella Diocesi di Varazdin


Vedere, ascoltare. Poi dire, nella spiritualità condivisa, le cose giuste per la vita della Chiesa. Sono il senso delle visite e degli incontri realizzati e vissuti dal Nunzio Apostolico nei primi due mesi della sua missione in Croazia. E' l'opportunità di un potenziamento della conoscenza reciproca tra le comunità e la persona del rappresentante del Papa.
I temi di riflessione e di proposizione divengono necessariamente molteplici, come molteplici sono le istanze e le relazioni che semplicemente si incrociano nel quotidiano e nel locale della vita di una nazione europea ricca di diversificate componenti, di valori storici e religiosi, di speranze e di progetti di civiltà.
La comunicazione di Mons. D'Errico all'assemblea riunitasi per la celebrazione dell'Assunta nella Diocesi di Varazdin contiene e discute nell'ottica del magistero teologico ed ecclesiale le tematiche della fede e della testimonianza cristiana da incarnare nell'attualità storica e sociale, per dotare del valore della nuova evangelizzazione il dialogo e l'impegno dei credenti dei laici e dei cattolici in Croazia.
Le agenzie d'informazione hanno sintetizzato tradotto e diffuso in croato le parole del Nunzio. Proponiamo il testo intero originale in italiano per favorire la riflessione anche spirituale durante la pausa estiva e recepire con immediatezza le indicazioni pastorali di S. E. Alessandro D'Errico.


Saluto del Nunzio Apostolico in Croazia,
Arcivescovo Alessandro D’Errico,
al termine della Solenne Celebrazione Eucaristica
nella parrocchia di Santa Maria (Varaždin).
(Varaždin, 15 agosto 2012 - Solennità dell’Assunta) 

Rendo grazie alla Provvidenza di Dio per la gioia che mi ha dato di celebrare con voi questa importante solennità mariana. Oggi contempliamo la Vergine Santissima, Madre di Dio e Madre nostra, assunta in cielo, segno di consolazione e di sicura speranza. Insieme a voi, in questa Santa Messa ho affidato a Lei i progetti e i programmi della Chiesa di Dio che è in Varaždin. Ed ho pregato per voi, affinché la Sua intercessione ottenga per ciascuno di voi abbondanza di grazie e benedizioni di Dio.
Sono grato al Vescovo, l’Ecc.mo Mons. Josip Mrzljak, per le parole di benvenuto e per la fraterna cordialità con cui mi ha accolto. Saluto cordialmente i Sacerdoti, e in primo luogo il Parroco di Sveta Marija, i Religiosi, le Religiose, gli Operatori di pastorale. A tutti porto la benedizione del Santo Padre, con l’augurio che la celebrazione di questa grande solennità mariana faccia crescere in unità di fede, di speranza e di amore; e soprattutto in unità di servizio a Dio, alla Chiesa, ai fratelli vicini e lontani, e specialmente a quelli che sono in particolare necessità.
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Perché ho desiderato venire nella diocesi di Varaždin per la solennità dell’Assunta? Per un motivo molto semplice. Come sapete, sono appena agli inizi della missione di Nunzio Apostolico in Croazia che il Santo Padre mi ha affidato. In queste prime settimane sto cercando soprattutto di vedere ed ascoltare. E così, tra le tante istituzioni civili ed ecclesiastiche che ho potuto visitare, cerco di stabilire un contatto più personale e diretto con le diocesi, che sono i motori privilegiati della vita della Chiesa.
Mi fa piacere costatare la vitalità e il dinamismo della diocesi di Varaždin. Durante queste settimane, molti mi domandano quale sia la mia prima impressione della Croazia. A dire la verità, non ho esitazione nella risposta. È un’impressione molto positiva. È una Chiesa viva, ben organizzata. È una società dinamica, con grandi tradizioni di cultura e di fede. Soprattutto, è una Chiesa – mi pare di capire – che avverte molto le responsabilità di questo preciso momento della sua storia, dinanzi alle sfide che il Paese si trova ad affrontare, quando si prepara ad entrare in un’Europa che sembra essere alquanto lontana dalle sue radici cristiane.
Ebbene, come Rappresentante del Santo Padre, mi sforzo di ripetere che per Sua Santità e per la Santa Sede è bene che queste responsabilità - dinanzi alle sfide dell’ora presente, nel contesto dell’integrazione europea - siano avvertite soprattutto da noi, persone di fede, convinti che l’identità personale e nazionale di questo popolo e di questo Paese è una identità fatta di valori spirituali e morali, trasmessi dalla plurisecolare professione di fede cristiana. Tali responsabilità dobbiamo sentire di più noi se siamo convinti che la nuova  pagina di storia che sta per aprirsi è una opportunità provvidenziale di nuova evangelizzazione, estesa fuori dei confini della Croazia.
Perciò mi preme riaffermare che, a mio parere, proprio qui è il grande compito – o meglio, la grande missione – per la Chiesa di Dio che è in Croazia. Di conseguenza, le sfide del momento presente richiedono di rimboccarsi le maniche e fare buon uso dei talenti ricevuti. È tempo di un rinnovato dinamismo di riflessione, di iniziative e di impegno, per poter non solo conservare e consolidare, ma anche testimoniare in orizzonti più larghi quei valori che sono alle radici del vivere sociale e dell’identità di questo popolo.
Così pure, mi pare necessario avvertire, con rinnovata consapevolezza di fede, che il mandato di una nuova evangelizzazione per i nostri tempi, che ci viene consegnato dal Santo Padre per un ascolto fedele della Buona Novella di Gesù, ci chiede di continuare ad essere – pur in circostanze non sempre facili – fermento vivo ed anima di questo popolo, aiutandolo  - al meglio delle nostre forze di Chiesa - a svilupparsi e a progredire. Ci domanda di aprire le nostre porte. Ci invita a camminare insieme con tutte le persone di buona volontà. Ci domanda di privilegiare ciò che abbiamo in comune, anziché ciò che divide, nelle nostre relazioni con persone ed istituzioni che - a vario titolo - sembrano “non vicine” a noi.
In breve, a me pare che il primo compito che urge per la nostra Chiesa nelle circostanze presenti è di interrogarci di nuovo sugli impegni connessi oggi con la nostra professione di fede, dentro e fuori della Croazia. Ed è quello che cercheremo di fare, specialmente nei prossimi mesi, durante l’Anno della Fede che ci prepariamo a celebrare.
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Consentitemi un’ultima breve riflessione. Siamo ben consapevoli dei nostri limiti. Perciò, in autentica povertà di spirito, ci rendiamo conto che non potremmo assolvere al nostro compito senza l’aiuto dello Spirito di Dio, che guida la storia e anima la Chiesa di Cristo. Sicché, vorrei invitare tutti e ciascuno a pregare, e a pregare molto - intensamente - per la Nuova Evangelizzazione. A pregare per l’Anno della Fede. A pregare intensamente per l’impegno spirituale e civile della Chiesa in Croazia, per far sì che tutte le forze vive delle nostre istituzioni si rendano docili all’azione dello Spirito Santo. E tutti insieme - uniti in Cristo, come il Santo Padre ha ripetuto tante volte nella Sua Visita Apostolica dello scorso anno - possiamo progredire e far progredire la Croazia nel solco delle migliori tradizioni di questo popolo.
Queste ansie, queste speranze, queste attese, deponiamo oggi ai piedi di Maria, Madre della Chiesa, affinché vegli con amore materno sulla Chiesa di Dio che è in Varaždin e su tutto il popolo croato, qui in Croazia e fuori del Paese. Amen.



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