giovedì 17 agosto 2017

Discorso di inizio missione nella Solennità dell’Assunta a Malta

Il Portale dell’Arcidiocesi di Malta ha pubblicato un ampio commento ed il video intero di circa due ore relativo alla solenne celebrazione eucaristica della Solennità di Maria Assunta in Cielo, presieduta il 15 agosto 2017 dall’Arcivescovo Alessandro D’Errico nella suggestiva chiesa parrocchiale di Mosta.
La celebrazione è stata molto bella e partecipata dal clero e dal popolo di Malta.
Alla conclusione del rito eucaristico l’Arcivescovo D’Errico ha tenuto un intenso discorso in italiano, durato circa mezzora e spesso accompagnato da scroscianti applausi dell’assemblea, intorno alla missione pastorale affidatagli da Papa Francesco in Malta e Libia.


Parlando in inglese ha poi descritto i formalismi istituzionali della nomina e presentato al Presidente della Conferenza Episcopale di Malta le credenziali di Nunzio Apostolico a Malta prodotte dalla Santa Sede.

Leggiamo di seguito le parole del Nunzio trascritte dall’ascolto del video dell’Arcidiocesi.

Eccellenza Reverendissima, Arcivescovo di Malta, miei cari confratelli nel sacerdozio, miei cari fratelli e sorelle. Consentitemi anzitutto di dire un grande grazie al carissimo arcivescovo Charles Scicluna per le amabili, profonde parole di benvenuto che mi ha rivolto, e soprattutto per l’invito che mi ha fatto a presiedere, come primo atto del mio servizio di rappresentante pontificio, questa solenne celebrazione eucaristica durante la solennità dell’Assunzione di Maria, in questa bellissima e storica chiesa parrocchiale. Insieme all’arcivescovo saluto fraternamente il parroco, l’arcprete don Sebastian, i sacerdoti che hanno voluto prendere parte a questa concelebrazione, i religiosi, le religiose, e gli operatori di pastorale. Un particolare saluto sia consentito di rivolgere allo speaker del Parlamento della Repubblica di Malta, il signor Angelo Parrugia; al signor capo dell’opposizione Simon Fusutile; al signor Sindaco di Mosta Kirk Cassite; e atutte le distinte Autorità civili e religiose che sono presenti a questa celebrazione. Come forse avrete saputo sono arrivato a Malta soltanto pochi giorni fa, e un po’ per volta cerco di approfondire la mia conoscenza del contesto culturale, sociale e politico, ove dovrò svolgere la mia missione di rappresentante del Santo Padre Francesco, al quale va, come ha detto l’arcivescovo, il nostro filiale e grato saluto. In questi giorni, sin dal mio arrivo a Malta, parecchi mi hanno chiesto quali sono le mie aspettative e quqle è il mio programma di rappresentante pontificio. Ho cercato di rispondere in termini semplici, e lo stesso vorrei ripetere anche oggi. Il mio programma, le mie aspettative sono di servire il Santo Padre Francesco in queste belle chiese particolari, con gioia e al meglio delle mie possibilità. E tuttavia oggi vorrei anche aggiungere qualche breve osservazione che mi sembra opportuna. Ho incontrato il Santo Padre Francesco qualche settimana fa in udienza privata quando era stata già pubblicata la mia nomina a Malta e in Libia. E’ stato un incontro che ha lasciato il segno nella mia esperienza di vescovo e di sacerdote. Sono rimasto impressionato dalla profonda conoscenza di persone e di situazioni che il Santo Padre ha della Chiesa in Malta e in Libia. Ma sono stato impressionato in particolare dalla grande fiducia con cui egli guarda alle potenzialità di queste chiese particolari. Per me è stata la conferma che per la Santa Sede Malta è una realtà importante. E’ importante per la sua tradizione paolina e apostolica; è importante per la ricchezza delle tradizioni e di fede; è importante per la sua storia di fedeltà alla Sede Apostolica; è importante per il ruolo che tradizionalmente Malta esercita nel Mediterraneo, al quale la comunità internazionale guarda ancora con maggiore interesse durante questi tempi un po’ spinosi e delicati per le gravi questioni umanitarie che si dibattono in queste aeree. Perciò penso che insieme, da una parte gli organismi della Santa Sede e dall’altra parte le Chiese particolari, dobbiamo cercare, come l’Arcivescovo ha menzionato in diverse circostanze, dobbiamo cercare di rendere ancora più operative e ancora più visibili la nostra fedeltà alle direttive pastorali di Papa Francesco, che a me personalmente sembrano di grande attualità anche per la Chiesa di Dio che è in Malta.
Seconda osservazione. Per esperienza personale che ho maturato in più di quarant’anni di servizio per la Santa Sede in giro per il mondo, so bene che per le chiese di grandi tradizioni di fede come è quella di Malta qualche volta si corre anche un rischio sottile, come Papa Francesco più volte ha sottolineato; e cioè il rischio di guardare più al passato anziché al futuro. Il rischio di autocompiacimento per guardare tutta la grande tradizione di fede che abbiamo ereditato dai nostri padri. E perciò la parola, l’insegnamento, la testimonianza di Papa Francesco, mi sembrano molto attuali nell’invitarci ad un atteggiamento un poco diverso. Papa Francesco, ricordate… E’ vero che volete bene a Papa Francesco? Avete stima di Papa Francesco, è vero? Un applauso al Papa.
Papa Francesco ci ricorda spesso che l’essenziale della missione della Chiesa è di essere fedeli all’ultima parola di Gesù: “Andate! Andate nel mondo intero! Annunciate la Buona Novella a tutti i popoli!” Questo significa, dice il Papa, “andare” significa che non possiamo fermarci, non possiamo restare seduti dinanzi alle sfide dell’ora presente. Il programma di Papa Francesco che noi sposiamo volentieri è di una Chiesa che va, una Chiesa che esce; dice lui che esce dalle sacrestie; una Chiesa che va per il mondo; una Chiesa in movimento. Sommatizziamo che cosa intende il Papa quando parla di una “Chiesa in uscita”, di una “Chiesa in movimento”. E’ importante per la mia missione di rappresentante pontificio, è importante per il carissimo arcivescovo Scicluna, come abbiamo ascoltato e sentito già diverse volte durante questa liturgia, è importante per tutti coloro che hanno a cuore il bene di questo popolo e di questa Chiesa. Una chiesa in movimento, una Chiesa in uscita secondo lo spirito della Evangelii Gaudium. E’ in primo luogo una Chiesa che va verso tutti senza discriminazioni, senza differenze, in un atteggiamento di dialogo, dialogo positivo, costruttivo, attento e rispettoso. In secodo luogo è una Chiesa, il Papa lo ripete spesso, che deve amare le “periferie”, deve andare verso le periferie, non solo verso il centro; in primo luogo le “periferie esistenziali”, verso i lontani, verso quelli che sono lontani dalla nostra fede e dalla nostra visione di vita; quelli che non sono mai venuti in chiesa. Qualche volta qualcuno dice che tu vai, caro Nunzio, da quello che è un comunista, da quello che non è mai venuto in chiesa. E Papa Francesco mi fa. “ma bravo, Nunzio, così devi fare! Dobbiamo andare ai lontani, da quelli che non sono mai venuti”.
E poi, aggiunge Papa Francesco, non ci sono solo quelli che non sono mai venuti , ci sono anche, e sono tanti, quelli che venivano e non vengono più. E dobbiamo andare, è la nostra visione, andate non vi fermate, non vi sedete, andate! E’ la parola motto, la parola simbolo del programma di Papa Francesco. E dobbiamo andare anche in un altro contesto molto delicato, anche per la relatà storica, reale, dell’isola di Malta. Ma questo il Papa ce l’ha a cuore. Lui dice: caro Nunzio ho dei progetti particolari ne parleremo quando lei ha già potuto rendersi conto di come è la realtà maltese. Vi prego di accogliere questa parola del Papa con tutta la devozione e lo spirito filiale di cui siete capaci. Dobbiamo continuare la grande tradizione di carità che ha animato il cammino di fede di questa Chiesa, dei vostri padri. Dobbiamo andare anche verso le “periferie materiali”, i poveri, gli ammalati, e lo dobbiamo fare con grande zelo. Ma dobbiamo andare anche verso i migranti, verso i profughi, verso i rifugiati che bussano alle nostre porte. Dobbiamo sentirci messi in discussione. La ricchezza della vostra fede è la Parola che Paolo migrante ha annunciato. E come possiamo chiudere
oggi le porte dinanzi ai tanti “paoli” che bussano alla nostra sensibilità pastorale e cristiana.
Terza e ultima osservazione. Papa Francesco mi diceva: “caro Nunzio, devo dire la verità, a volte mi domando se non è troppo quello che domando”. “Ma, dice, penso che questa è la missione di Pietro oggi, di confermare nella fede i fratelli, di richiamare all’essenziale della vita cristiana, di richiamare la parole di Gesù. E io vi ripeto, dice Papa Francesco, lo dica alla Chiesa in Malta, la parola di Gesù è di andare, con gioia, con fiducia nello Spirito che ama la Chiesa. Dica alla Chiesa in Malta di non imbottigliare lo Spirito Santo, di non mettere lo Spirito Santo dentro una bottiglia! Di lasciare che lo Spirito lavori in profondità, in ascolto delle suggestioni e dei consigli che Egli ci darà”.
Eccellenza, Arcivescovo Charles, dieci anni fa quando ci siamo incontrati per la prima volta in Vaticano, quando lei era Promotore di Giustizia alla Congregazione della Dottrina della Fede, io Nunzio Apostolico in Bosnia ed Erzegovina, non avrei mai pensato che un giorno avrei avuto la gioia di servire la Chiesa di Dio che è in Malta, lo spirito della grande tradizione paolina, avendo come Arcivescovo Vostra Eccellenza.
Il Papa saluta tutti, ma soprattutto incoraggia tutti. Il nostro programma, le nostre aspettative: andiamo con gioia per le vie che lo Spirito ci indica, per le vie che hanno fatto grande questa chiesa.
Mi raccomando alla vostra preghiera e ffido a Maria Assunta in Cielo, segno di consolazione e di sicura speranza, i nostri comuni progetti di servizio. E attravereso la moderna intercessione di Maria domando abbondanza di grazie, abbondanza di consolazione e di gioia, abbondanza di zelo apostolico e di ardore paolino, in tutti e ciascuno di voi nella Chiesa di Dio che è in Malta e in Libia.
Thank you very much.





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