lunedì 2 dicembre 2013

L'Accensione della Prima Candela di Avvento a Zagabria

Sul luogo di una fonte antica, di cui si narra il legame leggendario con l'origine della città di Zagabria; intorno alla Fontana Mandusevac dove sorge ora la Piazza del Bano Jelacic, la principale della Città Bassa, si è svolta la cerimonia dell'Accensione della Prima Candele di Avvento.
Il luogo d'origine della città ha offerto suggestioni congeniali e significative per la celebrazione dell'inizio del tempo di attesa del Natale, dei Primi Vespri della I Domenica di Avvento che introducono il cammino della fede incontro alla luce del Signore che nasce.
La leggenda narra che Manda, la fanciulla dal cui nome deriva quello della Fontana, offrì dell'acqua purissima da bere al grande condottiero fondatore, e che la stessa Zagabria abbia voluto significare nell'etimologia antica del suo nome questo avvenimento.
La leggenda d'origine della città e la dimensione liturgica della luminosa tradizione natalizia si sono così incrociate sabato sera, il 30 Novembre 2013, nelle auree serotine della piazza croata.
Le Agenzie cattoliche (IKA e Glas Koncila), ed il portale web con la pagina sui social-network della Città di Zagabria, hanno riportato la notizia dell'avvenimento con ampi commenti e con belle fotografie.


S. E. Alessandro D'Errico ha avuto l'onore di presiedere come Nunzio Apostolico la Celebrazione della Parola ed il Rito dell'Accensione della Prima Candela di Avvento. La cerimonia si è svolta con alcuni momenti distinti. Mons. D'Errico ha portato la parola della Chiesa e la benedizione Apostolica; ha colto i significati religiosi e civili del Natale a Zagabria ed ha indicato gli orientamenti pastorali in armonia con il magistero di Papa Francesco; ha poi esortato tutti a vivere i valori di fede e di civiltà che si legano al mistero della Natività del Signore. Il testo intero del suo intervento in italiano è riportato di seguito.


E' poi intervenuto, con la lettura del Vangelo e con breve omelia, il Vicario Episcopale Mons. Zvonimir Sekelj, accompagnato da Mons. Zlatka Golubića parroco di Santa Maria.
Il Sindaco Milan Bandić si è rivolto a tutti presenti “ricordando che l'Avvento è un momento in cui più che mai c'è bisogno di sacrificarsi per la gentilezza e la solidarietà, per dedicarsi alla famiglia, ai vicini e agli amici, ai poveri e agli infermi”. Citando Papa Francesco sulla dignità del dell'uomo e sul valore del servizio svolto per la giustizia e la verità, egli ha messo in risalto il significato civile e culturale dell'accensione della candela di Avvento: un modo per portare la luce necessaria delle buone azioni a tutti coloro che in questi tempi difficili di questa luce hanno estremo bisogno.

La celebrazione si è arricchita con i canti della tradizione natalizia zagabrese.


Parole del Nunzio Apostolico
alla Cerimonia di accensione
della Prima Candela di Avvento
(Zagabria, 30 novembre 2013)


Come Rappresentante Pontificio, sono lieto di partecipare a questa suggestiva Celebrazione, che apre il tempo di Avvento, e cioè il periodo liturgico di preparazione al Natale. Sono grato al Sindaco Milan Bandić, a Mons. Zvonimir Sekelj, e a Mons. Zlatko Golubić per l’invito che mi hanno rivolto a presiedere questa celebrazione. In essa vedo un segno ulteriore della felice collaborazione che c’è tra l’Amministrazione comunale e le Comunità religiose. Nella preghiera, auspico che questa collaborazione possa ancora crescere in futuro, per il bene della Città di Zagabria, e di coloro che vivono o vengono a Zagabria.

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Miei cari fratelli e sorelle, da oggi il nostro sguardo di fede già si volge al Natale, che è certamente una festa tra le più care della tradizione cristiana croata. A Natale celebriamo il grande mistero di Dio che viene incontro a noi, nella nostra debolezza, e ci invia il Figlio, per liberarci dal peccato e indicarci la strada da seguire. È un mistero grande, che vogliamo contemplare fin da oggi. Sono certo che questa contemplazione potrà portare molti frutti: di consolazione, di speranza e di pace, nella nostra vita personale, nelle nostre famiglie e nella nostra città.

Con tutta semplicità, devo aggiungere che oggi mi accompagna pure un altro pensiero, che ritengo altrettanto importante. Come il Santo Padre Francesco ripete spesso, la contemplazione del Padre Celeste che viene incontro a noi, ci invita anche a realizzare nella nostra vita quotidiana un movimento analogo, verso tutti i fratelli che incontriamo per le strade del mondo. In altre parole, anche noi siamo chiamati a comportarci con gli altri, come Dio si comporta con noi. Il Papa insiste molto sulla necessità che anche noi cristiani, come il Padre Celeste, dovremmo prendere l’iniziativa, uscire dai nostri piccoli o grandi egoismi, essere capaci di farci poveri in spirito, andare verso tutti, senza differenze, fino alle periferie del mondo. Il nostro andare verso gli altri dovrebbe sempre essere segnato da amicizia e rispetto; ma evidentemente dobbiamo coltivare la responsabilità e la gioia di annunciare e testimoniare i valori in cui crediamo, per la costruzione di una società migliore. In particolare, dovremmo andare verso coloro che sono un pò lontani dalla fede, e verso le fasce più povere della società, che di più avvertono il bisogno di una parola di solidarietà e di speranza.

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Miei cari fratelli e sorelle, questo è l’augurio che mi è caro formulare per Natale e per questo tempo di Avvento: a voi oggi, e - attraverso voi - a tutti i cittadini di Zagabria. Sia tempo di gioia, perché Dio viene incontro a  noi. Ma sia anche tempo di rinnovato impegno, di solidarietà, di incontro, di dialogo, di attenzione agli altri, perché solo così sarà possibile costruire la tanto auspicata armonia sociale, per il bene di tutti. E questo mi pare importante, specialmente oggi, quando ancor più si avverte la necessità di camminare insieme, per il bene della Croazia e del popolo croato.

Affido queste intenzioni all’intercessione di Maria, che celebreremo Immacolata nei prossimi giorni, e del grande Beato Alojzije Stepinac. E fin da ora mi è caro augurare per tutti un Natale di serenità, di gioia e di pace.

Amen ! 



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