mercoledì 26 dicembre 2012

Natale a Zagabria: vita ecclesiale e messagio radiofonico del Nunzio in Croazia

Un Natale vissuto nella tradizionale liturgia celebrata nella cattedrale accanto al cardinale Bozanic e all'insegna della solidarietà e del dialogo con la società civile. Il Nunzio Apostolico in Croazia ha trascorso il Natale a Zagabria tra varie iniziative che lo hanno visto prima come ospite d'onore al caffè della solidarietà organizzato a favore della Caritas dal Sindaco e dal suo entourage (vedi post precedente); poi concelebrante della Santa Messa del Giorno, ed autore di un messaggio natalizio indirizzato al popolo croato attraverso la Radio Cattolica.

Nelle aure natalizie gli interventi del Nunzio assumono significati importanti per la vita ecclesiale odierna in Croazia. L'opportunità e l'urgenza del dialogo continuo della Chiesa con la Società e le Istituzioni si pongono sempre come compiti peculiari per la Nunziatura, e ancor più nella congiuntura etico-politica attuale caratterizzata dal diffuso confronto delle idee che riguardano la lettura laica e/o religiosa dei valori morali e delle problematiche educative.
Da una breve navigazione in rete, alla scoperta delle tematiche che si trattano nelle sedi della vita ecclesiale e civile, si può cogliere l'importanza dei discorsi che si svolgono e si confrontano oggi e vengono rappresentati sui media croati, dalle omelie e conferenze religiose alle precisazioni e ai dibattiti politici ed istituzionali.

In questo post, dopo la presentazione visiva della notizia riguardante la celebrazione del Natale nella Cattedrale di Zagabria con la presenza del Presidente della Repubblica e del Primo Ministro, si può leggere, e spiritualmente meditare, il testo in italiano del messaggio radiofonico natalizio di S. E. Alessandro D'Errico alla Croazia.
Auguri natalizi
del Nunzio Apostolico
Arcivescovo Alessandro D’Errico
trasmessi alla Radio Cattolica Croata
*****
Zagabria, Santo Natale 2012

Cari ascoltatori della Radio Cattolica Croata, Sretan Božić!
Come Rappresentante del Santo Padre Benedetto XVI, sono lieto di poter porgere a ciascuno di voi e alle vostre famiglie auguri di un felice, cristiano e Santo Natale. Mi rivolgo a voi, cari amici che vivete in Croazia, e a tutti voi, che - per vari motivi - siete lontani dalla patria e vivete in diverse parti del mondo.
So bene che Natale è una festa molto cara al popolo croato, perché l’ho già sperimentato gli anni scorsi, quando ero Nunzio Apostolico in Bosnia ed Erzegovina e in Montenegro. Come forse saprete, questo è il primo Natale che trascorro in Croazia. Ebbene, posso dire che qui sto vivendo ancora più intensamente le belle tradizioni natalizie croate. Qui, come avviene un po’ dappertutto nei Paesi a grande maggioranza cattolica, direi che in questi giorni tutto parla di Natale: le strade, i negozi, il presepe e l’albero di Natale, i canti, i doni, e anche le tradizioni culinarie! Questo è bello. Questo senz’altro accresce il fascino di Natale.
Ma a me pare che tutto ciò può comportare anche un rischio: quello di limitarsi a considerare Natale solo come una bella festa folkloristica; di limitarsi ad esteriorità, a criteri consumistici di regali da scambiarsi o di momenti conviviali da vivere insieme. In breve, il rischio di banalizzare il Natale e di perdere di vista il profondo significato spirituale che esso dovrebbe avere.
Come allora bisognerebbe vivere il Natale, per quello che esso dovrebbe essere, nel suo autentico significato? Questa domanda ho posto a me stesso nei giorni scorsi, e vorrei porre a voi oggi, in questo giorno benedetto.
Per me stesso, ho trovato molto utile qualche riflessione semplice, a partire dai Vangeli dell’infanzia di Gesù, che ci raccontano la Sua nascita. Lì, il lieto evento della Sua venuta nel mondo, come sapete, provoca reazioni diverse. Da una parte, c’è la gioia dei Magi e dei Pastori; dall’altra c’è il timore e la preoccupazione di Erode e l’indifferenza dei Dottori della Legge.
E allora mi sono domandato: Oggi, cosa può dire a me, cosa può dire a noi, la buona novella della nascita di Gesù? E soprattutto, cosa può provocare di positivo nella nostra vita?
Cosa dice a me? La risposta è molto semplice. La nascita di Gesù ci parla in maniera forte di Dio, soprattutto in quest’Anno della Fede, quando siamo impegnati a riscoprire in pienezza la bellezza delle verità in cui crediamo. Natale ci dice che il Dio in cui crediamo è un Padre premuroso che si prende cura di noi, Suoi figli. E perciò, manda il Figlio Gesù per riaprirci la strada, liberarci dal male e riportarci alla casa celeste.
Ma è evidente che tutto questo possiamo comprendere e vivere solo se saremo capaci - come i Pastori e come i Magi - di accogliere l’invito, “andare” a Betlemme, sostare dinanzi alla grotta, contemplare e meditare il mistero di Dio che si rivela nel Bambino Gesù. In altre parole, con tutta semplicità vorrei dirvi che non possiamo restare indifferenti come i Dottori della Legge, e neppure avrebbe senso lasciarsi prendere dalla preoccupazione e dal timore di Erode.
Personalmente sono convinto che, se troveremo il tempo di “andare” spiritualmente a Betlemme - nelle nostre chiese, nelle nostre case, nella nostra vita - sarà Natale vero anche per noi, come lo fu per i Magi e i Pastori.
Come loro, sono certo che anche noi proveremo tanta gioia, tanta serenità, tanta pace interiore, perché avvertiremo che il piccolo Gesù non è un bambino qualsiasi, ma il Figlio di Dio venuto per la nostra salvezza. Sentiremo anche noi che non siamo soli per le strade della vita. Avvertiremo che Dio è vicino a noi, sempre, anche nelle difficoltà, per piccole o grandi che possano essere. E anzi, è vicino a noi soprattutto nelle difficoltà, per darci forza, darci luce e indicarci la strada da battere.
Ecco perché giustamente si dice che Natale è festa di gioia, di pace, di luce. È giusto dire così, perché Natale è la festa del Dono di Dio per noi. Dono che il Padre Celeste ci fa nel Figlio Gesù per dare pace, gioia e luce a tutti gli uomini di buona volontà, come cantano gli Angeli sulla grotta; e cioè, a tutti coloro che accolgono il Suo invito e lo conservano nel loro cuore.
Questo allora è l’augurio che mi è caro rivolgere a voi oggi, cari ascoltatori, vicini e lontani.
Buon Natale! Sia, questo Natale, festa dell’accoglienza del Dono di Dio nel Figlio Gesù!
Buon Natale! Sia festa di pace e serenità per tutti!
Buon Natale! Sia festa di luce, soprattutto per coloro che sono alla ricerca di soluzioni adeguate a questioni delicate, per la propria vita o per gli uffici pubblici che esercitano.
L’augurio cristiano che rivolgo a voi è che il Bambino Gesù -Emmanuele, Dio-con-noi - nasca veramente anche per noi oggi: nella nostra vita personale, nelle vostre famiglie e nella nostra società.
Sretan Božić!


Nessun commento:

Posta un commento