domenica 8 marzo 2015

Incontro Europeo dei Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie

L'importanza dell'Incontro si evince dai molteplici annunci delle Agenzie cattoliche che lo hanno preceduto (vedi questo post) e dalla risonanza dell'avvenimento che è stato seguito e commentato dai media cattolici della Croazia e degli altri Paesi dell'area dei Balcani. Lo stesso portale del Notiziario del Vaticano e la Radio Vaticana, riportando i contenuti dell'omelia di Mons. D'errico, hanno dato ampio spazio e divulgazione al valore che hanno assunto per la Chiesa Universale e per l'Evangelizzazione dei Popoli i 5 giorni dell'Incontro Europeo dei Direttori Nazionali del POM svoltosi a Luznica e al Santuario Mariano Nazionale di Marja Bistrica.

All'incontro ha partecipato, in rappresentanza di Papa Francesco anche l'Arcivescovo Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico in Croazia, il quale ha presieduto la celebrazione eucaristica del 3 marzo 2015 al Santuario. Riporto il testo intero della sua omelia in italiano.


Incontro Europeo dei Direttori Nazionali
delle Pontificie Opere Missionarie

Santa Messa al Santuario Nazionale Mariano di Marija Bistrica
Omelia del Nunzio Apostolico
(3 marzo 2015)
  
         Consentitemi anzitutto di ringraziare vivamente il Rev. Antun Štefan, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Croazia, per le parole di benvenuto che mi ha rivolto, e ancor più per l'invito a presiedere questa solenne Celebrazione eucaristica. L’ho accettato ben volentieri per l'importanza ecclesiale di questo Incontro Europeo dei Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie; ed anche perché - sin dal momento in cui ne ho avuto notizia - esso mi ha fatto ritornare, con tanta gratitudine a Dio, agli anni intensi che ho trascorso in terre di missione,  in varie parti del mondo.
         Come Rappresentante Pontificio, mi è caro rivolgere un particolare saluto al Rev.mo Segretario Generale della Pontificia Opera Missionaria della Propagazione della Fede, Padre Ryszard Szmydki, e ai Direttori Nazionali di Paesi europei convenuti in Croazia in questi giorni, per uno scambio di esperienze, d’informazioni e di opinioni. Al tempo stesso, mi è caro esprimere loro viva gratitudine per il servizio prezioso che essi rendono alle missioni, con il loro impegno di animazione e di cooperazione missionaria, per portare il Vangelo ai popoli lontani, in ogni parte della terra. 
         Assieme ad essi, saluto fraternamente il Rettore di questo famoso Santuario nazionale mariano, Mons. Zlatko Koren, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, e tutti voi - cari fratelli e sorelle - che avete accolto l'invito dei vostri Pastori a venire qui oggi, per raccomandare alla intercessione di Maria i lavori di questo importante evento ecclesiale.
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         Con voi vorrei fare qualche breve riflessione circa la missione universale della Chiesa e l’urgenza di una nuova stagione evangelizzatrice, sulle quali Papa Francesco ritorna tanto  spesso.
         Ricorderemo che il Concilio Vaticano II ha affermato che la Chiesa è missionaria per sua natura, perché così l'ha voluta il Fondatore. Questo significa che la missione non è un optional, ma piuttosto una sua dimensione essenziale. E così, dopo il Concilio, i Papi che si sono succeduti hanno dedicato all'azione evangelizzatrice della Chiesa documenti importanti e parte considerevole del loro ministero. Tuttavia, direi che l'urgenza di evangelizzazione viene oggi ancor più sottolineata e riaffermata da Papa Francesco. Egli, sin dall'inizio del Suo pontificato, ha indicato la gioia di evangelizzare come dimensione fondamentale della Chiesa.
         Cosa dice Papa Francesco? E’ interessante notare che il Santo Padre pone proprio il mandato missionario di Gesù alla base del Suo programma pastorale. E cioè, invita a prestare dovuta attenzione alle ultime parole che il Maestro affidò ai discepoli, prima di far ritorno al Padre. Sono sempre importanti le ultime parole di persone care. Altrettanto e ancor più importanti devono essere per noi le ultime parole di Gesù. Quali sono? Quelle che abbiamo ascoltato dal Vangelo appena proclamato: "Andate, fate discepoli tutti i popoli, battezzate nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28, 19). Queste parole risuonano oggi intensamente per noi, nella gioia di questo Incontro dei Direttori Nazionali europei delle Pontificie Opere Missionarie, e sono dirette a tutti, anche se in maniera diversificata. E tutti siamo invitati a sentirci coinvolti, a darci da fare, a far buon uso dei talenti ricevuti.
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         Allora ci chiediamo: cosa possiamo fare per vivere l'impegno di evangelizzazione secondo le prospettive e le direttive di Papa Francesco? Il Santo Padre indica tre campi per l’esercizio di questo impegno.
         C'è anzitutto il campo della pastorale ordinaria, che riguarda i fedeli che frequentano regolarmente le nostre comunità. E’ il campo che si estende specialmente ai Paesi di lunga tradizione cristiana, come la Croazia e tanti altri Paesi che sono qui rappresentati dai rispettivi Direttori Nazionali. Anche ad essi, anche a noi Gesù chiede di andare. E cioè, di costruire una Chiesa in uscita, che non si limiti semplicemente a conservare un’eredità ricevuta dal passato.
         Il Papa è molto chiaro: chiede una trasformazione di mentalità. Non è più tempo di pensare solo a conservare quello che ancor abbiamo. E' tempo di rimboccarsi le maniche e mettersi in movimento. Le nostre comunità sono invitate oggi più che mai ad andare per le vie del mondo, secondo l'invito di Gesù, e dare la loro testimonianza di annuncio gioioso del Vangelo, in un atteggiamento di apertura, dialogo, comprensione, senza chiudersi a nessuno. In particolare, il Papa aggiunge che dobbiamo privilegiare le periferie del mondo; e cioè i poveri, gli ammalati, gli esclusi, le categorie sociali che più avvertono la necessità di sostegno e di conforto. Per tutti dobbiamo essere strumenti della misericordia di Dio, della Sua tenerezza, del Suo amore per ogni uomo ed ogni donna.
         Il secondo campo di evangelizzazione è collegato al primo. Esso riguarda i lontani: i battezzati che non vivono le esigenze del battesimo, e coloro che per vari motivi si trovano ad essere agnostici, o atei, o disinteressati alla proposta di Gesù. Anche questo campo richiede molta attenzione da parte delle nostre comunità. Se vogliamo essere fedeli alle ultime parole di Gesù, non possiamo limitarci ad osservare questo triste fenomeno. Invece, dobbiamo avere il coraggio e lo zelo apostolico di andare per le vie del mondo, renderci presenti, fare il primo passo, nei modi che lo Spirito Santo suggerirà a ciascuno. Il tutto ovviamente deve essere accompagnato da preghiera intensa, affinché questi nostri fratelli possano riscoprire la gioia della fede e dell'incontro con Dio.
         C'è poi l'ambito più specificamente missionario: la proclamazione della Buona Novella a coloro che ancora non conoscono Gesù o l’hanno sempre rifiutato. Sono passati due mila anni. Ci sono ancora tante aree del mondo, dove vivono persone che non conoscono Gesù. Ebbene, le nostre comunità non possono non avvertire la necessità e l’urgenza di andare e offrire anche ad essi la gioia del Vangelo. E’ per questo che lo Spirito di Dio regolarmente ispira a tante persone generose di lasciare la loro patria, come Abramo, e andare verso terre lontane.
         Com’é noto, la Croazia ha una grande tradizione missionaria, che si continua ancor oggi. Dobbiamo rendere grazie a Dio per i tanti missionari croati che operano in terre lontane: Sacerdoti, Religiosi, Religiose, fedeli laici. Per esperienza personale - per gli anni che ho trascorso in terre di missione - so bene che la vita dei missionari non sempre è facile: per la diversità di culture e di abitudini, per mancanza di mezzi e di personale, per vere e proprie persecuzioni che talvolta essi devono subire. E, per esperienza personale, so pure quanto sia importante la preghiera e il sostegno delle Chiese che inviano i propri missionari. Perciò, oggi vogliamo pregare specialmente per i nostri missionari, e vogliamo assicurare che continueremo a dare il nostro sostegno anche materiale per lo svolgimento della loro missione.

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          Un’ultima breve osservazione. Questi tre campi di evangelizzazione sono strettamente collegati tra loro, perché la Chiesa è essenzialmente missionaria: essi sono solo tre aspetti di un’unica realtà, che è la Chiesa voluta da Gesù. Inoltre, da tale prospettiva, la missio ad gentes deve essere la forza trainante, perché l’ansia di evangelizzare ai confini - testimoniata da missionari santi e generosi – non può non aiutare le comunità a realizzare una pastorale in uscita efficace, e un rinnovamento delle strutture e delle opere.
         Possiamo allora comprendere il sogno di Papa Francesco, di cui Egli parla al n. 27 della Evangelium Gaudium, nella Sua sollecitudine di Supremo Pastore della Chiesa: "Sogno una scelta missionaria - Egli scrive - capace di trasformare ogni cosa". E cioè, una Chiesa in movimento, che si apra agli orizzonti del mondo, ad un servizio della comunione e della cultura dell'incontro. Una Chiesa dalle porte aperte, simbolo di luce, amicizia, fiducia. Una Chiesa tesa ad annunciare e testimoniare la gioia del Vangelo. E' il sogno che oggi soprattutto vogliamo accogliere senza riserve, insieme ai nostri Vescovi, che seguono con tanta attenzione le indicazioni pastorali che il Santo Padre offre giorno dopo giorno, con il Suo magistero e con il Suo esempio di vita.
          L’augurio per la nostra amatissima Chiesa di Dio che è in Croazia, che si fa preghiera dinanzi alla Madonna, è che la sensibilità missionaria (per la “missio ad gentes”) - che da sempre contraddistingue le nostre comunità - possa meglio ispirare, animare e sostenere l’impegno per una nuova evangelizzazione. Di questo avvertiamo l’urgenza e la necessità, insieme a Papa Francesco: sia per ciò che riguarda la pastorale ordinaria, sia per ciò che concerne la doverosa sollecitudine per i lontani.
         Pertanto, dinanzi alla Madonna vogliamo pregare affinché si avverta sempre più l’urgenza di una trasformazione di mentalità, come spesso ripete il Papa.  E cioè, la necessità di guardare al presente e al futuro della Chiesa evangelizzatrice, piuttosto che al passato. E quella di renderci disponibili al-l’azione dello Spirito di Dio, che anima la Chiesa, “con generosità e coraggio … senza divieti né paure ” (EG. 33), e senza ricorrere al “comodo criterio pastorale del ‘si è sempre fatto così’ ” (ib.).

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         A Maria - Madre della Chiesa evangelizzatrice e Stella della nuova evangelizzazione - affidiamo i lavori di questo importante evento ecclesiale, ma anche le nostre speranze e il nostro impegno. A Lei chiediamo di aiutarci a dire, con gioia e piena disponibilità, il nostro “sì” all'invito di Gesù a far risuonare la Buona Novella in tutte le nostre attività. Attraverso Lei, chiediamo dal Padre Celeste – che ha inviato per noi il Figlio Gesù, e continua ad operare tra noi con la forza dello Spirito Santo - che la gioia del Vangelo si accresca nelle nostre comunità e nessuna periferia sia privata della sua luce. Amen!


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