domenica 23 settembre 2012

Per la solennità di San Sossio martire patrono di Frattamaggiore


Nello stemma di S. E. Alessandro D'Errico, Arcivescovo titolare di Carini e Nunzio Apostolico in Croazia, c'è un riferimento iconografico diretto a Frattamaggiore sua città d'origine e al patrono San Sossio diacono e martire durante la persecuzione del 303-305 in Campania. All'indomani dell'elezione episcopale, nel descrivere personalmente la simbolica del suo stemma, Mons. D'Errico spiegò che in esso c’è un campo composto da una fascia rossa con una palma: il rosso è la palma sono evidentemente segni di martirio. Questo perchè volevo ricordare la mia origine: vengo da una Città e da una Diocesi che hanno per patroni un martire: S. Sosio per Frattamaggiore e S. Paolo per Aversa.”
Il legame storico-culturale con la sua città d'origine e soprattutto quello religioso con la comunità ecclesiale locale continua ad essere molto forte e ricco di espressioni recproche tra i compaesani ed il vescovo frattese missionario e diplomatico in giro per il mondo che ogni tanto ritorna per qualche settimana al suo paese. La sua presenza a Frattamaggiore, che coincide in genere con il tempo pasquale e con l'avvento, diviene subito un avvenimento catalizzatore che vivacizza la vita ecclesiale e rende particolarmente significativi i discorsi e gli incontri che si fanno in città.
Tutti gli altri momenti importanti per la chiesa e la storia locale che si vivono durante l'anno trovano d'altro canto sempre la possibilità di essere comunicati a mons. D'Errico e di ricevere da lui i segnali spirituali della sua partecipazione. Anche quest'anno, in occasione della festa patronale che ricorre il 23 settembre, egli attraverso la rete informatica non ha fatto mancare il segno della sua partecipazione agli eventi frattesi, alla preghiera e alle celebrazioni della comunità ecclesiale locale riunita intorno alla memoria del martire San Sossio. E la comunità locale rammemora con letizia le sue catechesi sui significati agiografici ed ecclesiali del martirio del santo patrono e i suoi sproni alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio culturale della tradizione religiosa frattese.

La descrizione di mons. D'errico del suo stemma episcopale. 

Anzitutto il Vescovo porta nel suo stemma un cappello verde che è segno della dignità vescovile; poi ci sono a destra e a sinistra dei fiocchi che per l’Arcivescovo sono quattro (per un Cardinale sono cinque, e per un Vescovo tre). C’è quindi un motto. Io ho scelto: “VENI SANCTE SPIRITUS” (Vieni Spirito Santo) per due motivi . Il primo perchè questa elezione all’episcopato è maturata durante l’anno che il Papa aveva consacrato allo Spirito Santo, nel cammino di preparazione al terzo millennio. Il secondo motivo è legato alla consapevolezza che l’episcopato è un dono di Dio, al quale dobbiamo dare una adesione incondizionata, nonostante i nostri limiti. Essendo io ben cosciente dei miei limiti, ritengo fondamentale pregare e accompagnare con la preghiera questo ministero; ed invitare gli altri alla preghiera: una preghiera che deve accompagnare costantemente il mio episcopato, rivolto soprattutto allo Spirito Santo che è datore di vita e anima interna della Chiesa. Lo scudo ha come tema dominante, la parte alta ove c’è lo Spirito Santo simbolizzato da una colomba, che richiama il motto. Poi c’è un campo composto da una fascia rossa con una palma: il rosso è la palma sono evidentemente segni di martirio. Questo perchè volevo ricordare la mia origine: vengo da una Città e da una Diocesi che hanno per patroni un martire: S. Sosio per Frattamaggiore e S. Paolo per Aversa. Nel campo in basso a sinistra di chi guarda c’è un rimando alla Parrocchia di appartenenza, che come è noto è quella di Maria Ss. del Carmine in S. Ciro. S. Ciro era un medico e come riferimento alla Sua professione ho preferito un calice con serpente anziché il simbolo di Esculapio che poteva risultare troppo “pagano”. Sull’ultimo campo a destro c’è una “M” che sta per MARIA, per l’ultima mia esperienza in Polonia che è consacrata alla Madonna di Czhestochova. Tra parentesi consentitemi ricordare che anche l’immaginetta preparata in ricordo della mia ordinazione Episcopale riporta l’icona della Madonna di Czhestochova. La “M” dice pure un riferimento a questo Papa che mi ha elevato all’Episcopato. E ciò perché anche il Papa porta una “M” nel suo stemma.




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