Nello
stemma di S. E. Alessandro D'Errico, Arcivescovo titolare di Carini e
Nunzio Apostolico in Croazia, c'è un riferimento iconografico
diretto a Frattamaggiore sua città d'origine e al patrono San Sossio
diacono e martire durante la persecuzione del 303-305 in Campania.
All'indomani dell'elezione episcopale, nel descrivere personalmente
la simbolica del suo stemma, Mons. D'Errico spiegò che in esso “c’è
un campo composto da una fascia rossa con una palma: il rosso è la
palma sono evidentemente segni di martirio. Questo perchè volevo
ricordare la mia origine: vengo da una Città e da una Diocesi che
hanno per patroni un martire: S. Sosio per Frattamaggiore e S. Paolo
per Aversa.”
Il
legame storico-culturale con la sua città d'origine e soprattutto
quello religioso con la comunità ecclesiale locale continua ad
essere molto forte e ricco di espressioni recproche tra i compaesani
ed il vescovo frattese missionario e diplomatico in giro per il mondo
che ogni tanto ritorna per qualche settimana al suo paese. La sua
presenza a Frattamaggiore, che coincide in genere con il tempo
pasquale e con l'avvento, diviene subito un avvenimento catalizzatore
che vivacizza la vita ecclesiale e rende particolarmente
significativi i discorsi e gli incontri che si fanno in città.
Tutti
gli altri momenti importanti per la chiesa e la storia locale che si
vivono durante l'anno trovano d'altro canto sempre la possibilità di
essere comunicati a mons. D'Errico e di ricevere da lui i segnali
spirituali della sua partecipazione. Anche quest'anno, in occasione
della festa patronale che ricorre il 23 settembre, egli attraverso la
rete informatica non ha fatto mancare il segno della sua
partecipazione agli eventi frattesi, alla preghiera e alle
celebrazioni della comunità ecclesiale locale riunita intorno alla
memoria del martire San Sossio. E la comunità locale rammemora con
letizia le sue catechesi sui significati agiografici ed ecclesiali
del martirio del santo patrono e i suoi sproni alla conoscenza e alla
valorizzazione del patrimonio culturale della tradizione religiosa
frattese.
La
descrizione di mons. D'errico del suo stemma episcopale.
Anzitutto il
Vescovo porta nel suo stemma un cappello verde che è segno della
dignità vescovile; poi ci sono a destra e a sinistra dei fiocchi che
per l’Arcivescovo sono quattro (per un Cardinale sono cinque, e per
un Vescovo tre). C’è quindi un motto. Io ho scelto: “VENI SANCTE
SPIRITUS” (Vieni Spirito Santo) per due motivi . Il primo perchè
questa elezione all’episcopato è maturata durante l’anno che il
Papa aveva consacrato allo Spirito Santo, nel cammino di preparazione
al terzo millennio. Il secondo motivo è legato alla consapevolezza
che l’episcopato è un dono di Dio, al quale dobbiamo dare una
adesione incondizionata, nonostante i nostri limiti. Essendo io ben
cosciente dei miei limiti, ritengo fondamentale pregare e
accompagnare con la preghiera questo ministero; ed invitare gli altri
alla preghiera: una preghiera che deve accompagnare costantemente il
mio episcopato, rivolto soprattutto allo Spirito Santo che è datore
di vita e anima interna della Chiesa. Lo scudo ha come tema
dominante, la parte alta ove c’è lo Spirito Santo simbolizzato da
una colomba, che richiama il motto. Poi c’è un campo composto da
una fascia rossa con una palma: il rosso è la palma sono
evidentemente segni di martirio. Questo perchè volevo ricordare la
mia origine: vengo da una Città e da una Diocesi che hanno per
patroni un martire: S. Sosio per Frattamaggiore e S. Paolo per
Aversa. Nel campo in basso a sinistra di chi guarda c’è un rimando
alla Parrocchia di appartenenza, che come è noto è quella di Maria
Ss. del Carmine in S. Ciro. S. Ciro era un medico e come riferimento
alla Sua professione ho preferito un calice con serpente anziché il
simbolo di Esculapio che poteva risultare troppo “pagano”.
Sull’ultimo campo a destro c’è una “M” che sta per MARIA,
per l’ultima mia esperienza in Polonia che è consacrata alla
Madonna di Czhestochova. Tra parentesi consentitemi ricordare che
anche l’immaginetta preparata in ricordo della mia ordinazione
Episcopale riporta l’icona della Madonna di Czhestochova. La “M”
dice pure un riferimento a questo Papa che mi ha elevato
all’Episcopato. E ciò perché anche il Papa porta una “M” nel
suo stemma.
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