sabato 17 agosto 2013

Celebrazione dell'Assunta con i Francescani a Samobor

Al giorno della celebrazione dell'Assunta, il 15 Agosto, si legano da sempre molteplici esperienze religiose ed antropologiche. Nel giorno di mezza estate dedicato a Maria e al dogma della sua assunzione in cielo, si vive il senso profondo di istanze fondamentali della speranza e della fede cristiana. Maria assurge a modello esemplare della gloria che Dio onnipotente riserva alla creatura che testimonia con la propria vita personale, e nell'esperienza comunitaria ed ecclesiale, l'accoglienza della Parola del Signore e vi aderisce incondizionatamente. Lo stesso giorno si celebra anche il Ferragosto, evento ricco di manifestazioni legate alle vacanze, alle tradizioni festaiole e popolari, alle immancabili escursioni turistiche 'fuori porta' verso luoghi di sicura amenità, siano esse ambientali e panoramiche o artistiche e culturali.
La chiesa francescana di Samobor, ad una mezzora d'auto da Zagabria, è dedicata alla Vergine Maria e costituisce un luogo spirituale ove la festa dell'Assunta viene vissuta sia nel pieno dei suoi significati religiosi e sia nelle suggestioni dello scenario antropologico e culturale. La devozione francescana per la Vergine è forte e risaputa ed è spiritualmente rappresentata nella solennità liturgica. La chiesa è anche un luogo d'arte, un gioiello barocco che è meta del turismo culturale croato. L'invito fatto dai frati al Nunzio Apostolico, per la celebrazione della Santa Messa dell'Assunta nella loro chiesa di Samobor, ha trovato una rispondenza stimolante da parte del rappresentante pontificio che ha esplicitato, con le sue parole rivolte ai frati di San Francesco e all'assemblea ecclesiale, le molteplici dimensioni della festa religiosa.
La celebrazione è stata principalmente commentata dall'agenzia informativa cattolica (IKA). Dalla Radio locale di Samobor è stata annunciata con un certo anticipo ed è stata poi commentata sul suo portale in rete ed arricchita con una bella galleria fotografica che ha ritratto i vari momenti della celebrazione e gli incontri realizzati con la comunità ecclesiale.

Una sintesi del discorso pronunciato dal vescovo Alessandro la possiamo ricavare dalla traduzione ad sensum del commento postato da IKA sul suo portale. 

2013/08/16 | IKA F – 26785 
Il Nunzio Apostolico celebra la Festa dell'Assunta nella chiesa francescana di S. Maria Assunta a Samobor

Samobor, (IKA) - "In tutto questo tempo del mio servizio in Croazia molte volte ho sentito parlare della città di Samobor, del suo centro storico, di questa bella e antica chiesa dedicata alla Vergine Maria. Così ho accettato volentieri l'invito, e sono felice ora di trovarmi in questa vivace comunità di credenti, e proprio oggi in occasione della festa dell'Assunzione di Maria al cielo. A tutti voi voglio trasmettere la particolare benedizione del Santo Padre, ed esprimere il suo desiderio di vedere continuare a brillare questa celebrazione mariana perchè porti molto frutto a ciascuno di voi e alle vostre famiglie, a questa comunità di francescani e a tutto il popolo croato, soprattutto in questo Anno della fede. Vogliamo affidare a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, i nostri progetti e le nostre difficoltà, la nostra gioia e la nostra speranza. Soprattutto a lei affidiamo i programmi della comunità francescana, perché ogni giorno sia in crescita nel carisma francescano, e per intercessione della Beata Vergine Maria noi possiamo tornare alle nostre case in pace e con la gioia nel cuore, nello spirito del motto francescano: Pace e Bene. Preghiamo San Francesco affinché accompagni con speciale amore questa comunità"
Con queste parole, il nunzio apostolico Alessandro D'Errico ha risposto al saluto di p. Krnoslava, Guardiano della fraternità di Samobor, all'inizio della Santa Messa nella antica chiesa francescana di S. Maria Assunta a Samobor, dove i fedeli celebrano da quasi 300 anni la festa di Maria. Una moltitudine di credenti nella chiesa, di fronte alla chiesa e nei spaziosi corridoi del convento, ha amorevolmente e rispettosamente salutato il nunzio apostolico e di fronte a lui ha mostrato l'amore e il rispetto per il Papa Francesco che egli rappresenta.
Nella sua omelia, don Nicola Vukoya ha presentato brevemente il contenuto di base della celebrazione, basandosi sulla Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus di Papa Pio XII. Con una solenne preghiera di apertura, e poi con un breve riferimento al testo evangelico egli ha osservato che la vita di tutti i giorni è una celebrazione del mistero della solennità di oggi.

Alla fine della Messa, con parole di elogio per il Guardiano P. Krnoslava, Mons. D'Errico ha detto: "Ho bisogno di ringraziare lei e la vostra comunità che è qui da secoli in questo santuario, e voi tutti che siete venuti oggi a questo santuario mariano. Avete dato un esempio di fede sincera e di semplice amore per Maria, per Gesù e per la Chiesa. Questo santuario è un luogo educativo e di vacanze per i postulanti di questa Provincia che spera di divenire francescani. Prego quindi che siano sempre pronti alla sequela con le loro preghiere. Mi ha impressionato la forte spiritualità e la gioiosa partecipazione a questa celebrazione. Voglio ringraziare il coro e l'orchestra che con tanta gioia hanno allietato nostra celebrazione. Grazie e arrivederci. Mi auguro che ci si possa ancora vedere e lodare il Signore insieme".
Nella sala da pranzo francescana, dove sedevano a tavola sacerdoti, religiosi e fedeli laici, il Nunzio Apostolico ha espresso la sua gioia nel vedere insieme i vari membri della Chiesa, pronti per la generosa collaborazione nella nuova evangelizzazione. Ha esortato tutti a prendere a cuore le parole che Papa Francesco instancabilmente ripete quando invita tutti i ministri della Chiesa, e tutti i cristiani, a non aspettare ma ad andare incontro agli altri, ad essere aperti e onesti, capaci di dialogo e di nuova evangelizzazione.


mercoledì 7 agosto 2013

Sulla 'questione cattolica' di Bosnia-Erzegovina

In svariati post (raggiungibili dal sommario e/o attraverso l'inserimento nella ricerca interna delle voci: Croati di BiH e Cattolici di BiH) di questo blog che segue da oltre un anno le attività pastorali del Nunzio Apostolico Mons. D'Errico, si possono leggere i tratti fondamentali che caratterizzano la 'questione cattolica' in Bosnia-Erzegovina. Sono tratti delineati nei discorsi e nelle analisi storiche ed ecclesiastiche che lo stesso Nunzio ha sviluppato, nell'ultimo decennio, in varie circostanze con l'operato diplomatico, con il dialogo con le istituzioni civili, con i contributi dati alla comunicazione sociale, e con la sinergia del suo lavoro apostolico svolto in rappresentanza della Santa Sede e in collaborazione con le Conferenze Episcopali di Bosnia-Erzegovina e di Croazia.
Nunzio di 'frontiera' in Pakistan ai tempi di Giovanni Paolo II che aveva particolarmente a cuore la sorte della Chiesa in BiH, Mons. D'Errico nell'anno della dipartita del papa beato fu scelto da Benedetto XVI per essere suo rappresentante nella complessa situazione politica e religiosa della Bosnia-Erzegovina. Nello spirito missionario e nel dialogo interreligioso il vescovo Alessandro ha operato in un luogo multietnico e multireligioso, con componenti musulmane, ortodosse, e con altre minoranze e confessioni, ove il cattolicesimo, pur vissuto nella testimonianza eroica, va registrando dalla conclusione della guerra nei Balcani il sistematico calo del numero dei fedeli (da 800.000 del 1991 ai 440.000 del 2013), e vive le dinamiche di comunità dislocate, profughe, ed impegnate in difficili problematiche d'integrazione. Nel lungo periodo della Nunziatura a Sarajevo (2005-2012) Mons. D'Errico ha avuto modo di individuare le criticità e le particolarità del cattolicesimo locale ed ha praticato vie, contatti, metodologie ed azioni tese a qualificare la testimonianza della Chiesa e a risolverne le problematiche contingenti. Sono noti il grande spirito di collaborazione e di amicizia che lo hanno legato al Cardinale Vinko Pulijc, arcivescovo di Sarajevo, e agli altri Vescovi della CEBiH; sono noti i prestigiosi riconoscimenti ricevuti a livello nazionale ed internazionale per il suo lavoro diplomatico e pastorale (Golden Chart, Premio Bonifacio VIII, Libro In honorem...). L'incarico aggiuntivo di Rappresentante della Santa Sede in Montenegro, ed il suo passaggio alla Nunziatura di Zagabria nel Giugno 2012, sono leggibili nell'importanza che hanno in se come compiti specifici del Nunzio D'Errico e della Diplomazia Vaticana in quelle Nazioni, ma anche come espressioni che contengono estensioni ed istanze valorizzatrici del lavoro svolto a Sarajevo e delle aspettative della Chiesa di Bosnia-Erzegovina che ha necessità, per la sua stessa sopravvivenza, di avere una rete di comunicazioni, di solidarietà e di azioni più ampia di quella attuale.
La Chiesa di Roma, dai tempi di Giovanni Paolo II, attraverso il pontificato di Benedetto XVI, fino alle espressioni di papa Francesco riguardanti il carattere fondamentalmente pastorale del lavoro dei Nunzi Apostolici, ha sempre operato nel senso di una universalità che si fa carico delle criticità delle chiese locali e rilancia le loro problematiche in ambiti sociali risolutivi più efficaci ed espressivi della carità e della giustizia evangelica. E' quindi un dato spirituale, oltre che diplomatico, quello che spinge la Curia Romana, ed il Cardinale Bertone, a rendere noti i termini critici della questione dei Cattolici di BiH e ad indicare, insieme con gli incarichi pastorali del Nunzio, le vie di una prospettiva sovraterritoriale nel lavoro congiunto delle Conferenze Episcopali di Croazia e di Bosnia-Erzegovina.

Per rimarcare questo aspetto spirituale, e per un diretto contributo conoscitivo, non voglio far mancare alla lettura un brano tratto dalla lunga intervista sulla sua missione diplomatica ed ecclesiale fatta da Vecernji list a Sarajevo nel febbraio del 2012 a Mons. D'Errico poco prima della nomina di Nunzio Apostolico a Zagabria. Riguarda l'analisi che egli velocemente propone per comprendere alcuni aspetti storici del Cattolicesimo in Bih. Consiglio comunque la lettura intera al link su questo stesso blog.

Nell’interessamento generale della Santa Sede per la BiH, mi pare ovvio che essa segua con particolare attenzione il popolo croato, che in grande maggioranza è cattolico. Ebbene, sì, i Superiori della Santa Sede sono preoccupati per il futuro della presenza cattolica in BiH. La situazione del popolo croato mi pare molto delicata, a motivo della configurazione istituzionale del Paese venuta dopo la guerra, e per il fatto che il popolo croato è il meno numeroso tra i popoli costitutivi. Inoltre, i dati statistici raccolti ogni anno dalle Curie diocesane documentano un fenomeno allarmante: c’è un costante calo demografico; e anzi in parecchie parrocchie sono rimasti solo pochi anziani. Qui non è solo questione della perdita di vite umane avvenuta durante la guerra; o del mancato ritorno dei profughi. C’è anche un inarrestabile esodo migratorio, soprattutto di giovani che non trovano lavoro e cercano altrove possibilità di impiego. E c’è pure un documentato calo del tasso di natalità: nel senso che il numero annuale dei morti diventa sempre maggiore rispetto a quello dei nati.
Sicché, se si continua di questo passo, in alcune aree si rischia di veder scomparire del tutto la presenza croata tra qualche anno. Questo è il motivo che ha indotto il Cardinale Bertone a scrivere – a nome del Santo Padre – il recente Messaggio ai Vescovi della regione croata circa il futuro della fede cattolica in BiH.
[...]
A scanso di equivoci, mi lasci dire anzitutto che apprezzo molto lo zelo, la preparazione e il dinamismo pastorale dei nostri Sacerdoti e dei nostri Religiosi. Tuttavia, sin dal mio arrivo in BiH ho dovuto costatare come in un recente passato qualche cosa non ha funzionato bene nelle loro relazioni. Perciò, non mi ha meravigliato che tra le linee prioritarie tracciate dalla Santa Sede per la Chiesa in BiH (di cui ho potuto parlare personalmente con il Santo Padre), c’era anche questa: nelle presenti circostanze si vede la necessità di una maggiore intesa e di una migliore collaborazione tra strutture e personale diocesani, e strutture e personale religiosi, specialmente in alcune aree. In altre parole, si vede l’urgenza di chiarire le difficoltà che ancora sussistono, e rafforzare il desiderio di lavorare insieme per l’unica Chiesa di Cristo, in questa Chiesa concreta.
In questi anni ho cercato di adoperarmi lungo due direttrici. In primo luogo, ho cercato di richiamare a più riprese che la storia della Chiesa in BiH ha una nota specifica che tutti devono serenamente riconoscere. Qui in vari secoli e in tempi difficili la Chiesa ha potuto continuare la sua presenza e la sua missione soprattutto grazie ai Francescani, che nel periodo ottomano seppero trovare la maniera di convivere con le autorità del tempo. La loro storia è ricca di amore per la Chiesa e per queste terre, fino al supremo sacrificio di sé. Direi che è grazie soprattutto ai Francescani che la fiaccola della fede cattolica è rimasta viva in BiH. Ad essi bisogna essere molto grati per il gran bene che hanno fatto e continuano a fare.
L’altra direttrice è stata di trasmettere fedelmente – ai Sacerdoti diocesani e ai Religiosi – il desiderio dei Superiori della Santa Sede, e anzi del Santo Padre in persona, che si chiariscano i motivi di tensione, e si dia insieme il proprio contributo per la crescita di questa Chiesa, nonostante le incomprensioni che pur ci sono state, e le difficoltà che ancora sussistono, per lo più ereditate del passato.
Personalmente sono convinto che nella Chiesa in BiH ci sono due grandi motori, che devono lavorare insieme: quello dei Sacerdoti secolari e delle Istituzioni diocesane da una parte, e quello dei Religiosi e delle Religiose dall’altra. Guardando al futuro, per quello che ho potuto sperimentare in questi anni, credo che non manca la buona volontà di risolvere i problemi. Perciò sono fiducioso che anche questo aspetto ecclesiale meno positivo sarà risolto prima o poi, con l’aiuto di Dio, e con l’impegno di fedeltà alla Chiesa di tutte le persone interessate.

Il dibattito sulla questione dei Cattolici di Bih è stata proprio in questi giorni rilanciata a Zagabria con un altro articolo di Vecernji list. Sulla base del dato riguardante il calo ed il quasi dimezzamento del numero dei fedeli negli ultimi anni, in esso si paventa il rischio della scomparsa dei cattolici dalla Bosnia-Erzegovina nel giro di un decennio. Accanto alle problematiche storiche e territoriali abbordate con stile critico e linguaggio ricchi di toni e di rifermenti politici e culturali, importantissima appare la lettura svolta dal giornalista circa il ruolo del Nunzio a Zagabria con la quale egli coglie nel segno ecclesiale, indicando una priorità della sua missione in Croazia: se il Nunzio D'errico continua ad interessarsi di BiH, non si tratta di nostalgica memoria di anni belli trascorsi colà, ma piuttosto di fedele impegno (affidatogli dalla Santa Sede) per il futuro della Chiesa in BiH. Sono sicuro che lo stesso Nunzio condivide questa lettura.
Segue l'intero articolo di Vecernji list nella traduzione ad sensum dal croato operata con l'ausilio del mezzo informatico.

La prima linea del Vaticano continua ad est con i cattolici in Bosnia-Erzegovina.

Diminuisce il loro numero. Il confine si muove sulla Neretva

Drammatico appello al Vaticano: 800.000 cattolici in Bosnia-Erzegovina nel 1991, ora 440.000.

Rischi che la fede cattolica scompaia del tutto nel giro di un decennio

A causa delle lunghe file di coloro che lasciano il loro paese, le zone di confine in cui vivono i croati in Bosnia-Erzegovina si stanno sempre più muovendo verso la Neretva. E non molto tempo fa veniva cantata sulla Drina una Bosnia piena di tristi storie di rifugiati. Per troppo tempo si sono incrociate le braccia di fronte alla scomparsa di una nazione. I cattolici in Bosnia-Erzegovina sono in realtà sulla "prima linea" del Vaticano. Sono le ultime unità omogenee cattoliche a est. E nella lotta per la sopravvivenza i vescovi in BiH Puljic Komarika, Smith, Collision, Vukšić e Semren sono come i generali che non hanno militari. Hanno bisogno di aiuto!
I Croati in Bosnia-Erzegovina in tutti questi anni si sentono come se fossero alleati minori. Essi sono delusi da America, Germania, Croazia … Solo non hanno mai lasciato il Vaticano. E quando non c'erano mosse pubbliche, hanno creduto all'opera della diplomazia della Santa Sede.
Papa Francesco nel primo incontro con il cardinale Puljic ha detto:. "E tu, tu vieni dalla Chiesa dei martiri, dalla Chiesa delle sofferenze". Si vede che il papa argentino conosce perfettamente la situazione in Bosnia-Erzegovina.
Papa Wojtyla ignorò le minacce di morte, al fine di andare a Sarajevo. Ha anche annunciato la guerra nel 1994, ma la visita è stata rinviata a causa del pericolo. Lo ha fatto nel 1997 con l'invio di un messaggio ai cattolici, "Voi non siete soli, siamo con voi". Nel 2003 ha voluto la messa a Banja Luka, anche se la notte prima dell'arrivo il vescovo Komarica ha annunciato il rischio di essere ucciso.
Il tedesco papa Benedetto ha usato ogni occasione per evidenziare la scomparsa di un popolo. In particolare sarà ricordato per una lettera drammatica a suo nome inviata dal Segretario Tarcisio Bertone ai vescovi di Bosnia-Erzegovina e Croazia. Egli ha sottolineato che la situazione è allarmante. A causa del calo dei Cattolici da circa 800.000 nel 1991 a circa 440 mila attuali. Egli ha messo in guardia i vescovi: "La fede cattolica in Bosnia-Erzegovina rischia di scomparire completamente nel giro di un decennio". Quindi, il Papa ha pregato i capi della Chiesa in Bosnia-Erzegovina e Croazia alla condivisione collegiale e, come pastori che hanno la prima responsabilità del popolo di Dio, ad intensificare il loro impegno per il futuro della Chiesa in Bosnia-Erzegovina". È stato sottolineato che, in questo senso, "La Chiesa non mancherà di collaborare con le autorità civili ed ogni persona di buona volontà". Quindi, abbiamo bisogno di dialogo e di comunione reciproca. La divisione è un terreno fertile per gli strateghi che incoraggiano l'emigrazione di croati.
Una forte impronta nell'attuazione delle raccomandazioni del Vaticano è lasciata dal legato italiano Alessandro D'Errico. Che sei anni fa è stato in servizio in Bosnia. L'anno scorso è stato trasferito a Zagabria. Gli ho chiesto di recente se ora sta perseguendo "un ordine del Vaticano", insieme con i vescovi, che ha ricevuto a Sarajevo. Con grande rispetto, ha parlato degli sforzi dei vescovi croati per aiutare i loro connazionali in Bosnia-Erzegovina. Ha enumerato le molte azioni. Egli è sicuro che i vescovi della Croazia non saranno mai stanchi di quella missione.
Proprio come con i rappresentanti della Chiesa, in qualità di rappresentante del Papa in Croazia, così ha implementato con successo e suggestione la collaborazione del Vaticano con le autorità civili indipendentemente dalle influenze dei partiti. Rispetta la volontà degli eletti del popolo. E soprattutto quelli che vogliono aiutare.
Come Nunzio in BiH D'Errico era l'inviato del Santo Padre all'insediamento del presidente croato. È interessante notare che è stato il primo ricevimento al palazzo presidenziale preparato da Josipovic. Un impegno centrale dell'inviato papale in molti incontri è la questione dei croati in BiH. E' lo stesso ordine del giorno che ha avuto agli incontri con il primo ministro Jadranka Kosor, Zoran Milanovic, con i ministri, e con il capo dell'opposizione Karamarko … D'Errico oggi a Zagabria con uguale fervore lavora per le persone con cui ha vissuto per sei anni condividendone la sofferenza.
Il Vaticano attraverso i suoi pastori cerca di proteggere il suo gregge in BiH. Pertanto, nei tempi del dopoguerra, il Papa è arrivato alla "Sarajevo musulmana" e alla "ortodossa Banja Luka". Ha inviato il messaggio "questo è un paese cattolico". Ed in questo paese "ci vogliono seppellire vivi" ripete con voce quasi disperata Puljic. Tutto tace: è il silenzio assordante dei becchini che fanno il loro lavoro. Si riproduce la prima linea. Si stanno scavando nuove trincee. Su loro già incombe la Neretva. Invece di aiutarli, l' "Europa cristiana" li costringe in una camicia di forza?!


martedì 6 agosto 2013

Le parole del Nunzio Apostolico alla Santa Messa per la Festa della Vittoria

Il 5 Agosto 1995 è una data memorabile per la Croazia che dal 1 luglio 2013 è annoverata a pieno titolo tra le Nazioni dell'UE: è il Giorno della Vittoria che l'ha portata sulla via dell'indipendenza, della libertà e della pace, e che ha contribuito a rendere importante e sicuro il suo nuovo percorso europeo.
A Knin, città della Dalmazia settentrionale, non lontano dal confine con la Bosnia-Erzegovina, nel luogo che fu teatro dell'operazione bellica decisiva che decretò la Vittoria della Croazia, nella Chiesa dedicata alla Madonna del 'Grande Voto', il 5 Agosto 2013 è stato celebrato il 18° anniversario del Giorno memorabile. Sono convenuti numerosissimi cittadini croati, Autorità civili e religiose, veterani e giovani generazioni per commemorare insieme nello spirito della festa, della riflessione e del dialogo, con atteggiamenti e manifestazioni che hanno avuto espressioni forti e valori propositivi. Si sono svolti discorsi molteplici con connotati religiosi, popolari, politici. Le presenze e gli interventi sono stati all'altezza della giornata memorabile: il Presidente della Repubblica che ha parlato dei significati storici e culturali nazionali, il Presidente del Consiglio dei Ministri che ha parlato delle scelte e della prospettive politiche; Ministri, Sindaci e Rappresentanti Civili e Militari.

La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Nunzio Apostolico, in rappresentanza del Papa, che ha introdotto con parole di grande significato storico ed ecclesiale. Hanno concelebrato il Vescovo dell'Ordinariato Militare, che ha tenuto l'omelia, ricca di toni esegetici ed escatologici, sui significati della data del 5 Agosto (Vittoria, Liberazione della Patria, Giorno dei Veterani, Madonna Patrona dell'Ordinariato Militare), ed altri prelati religiosi e sacerdoti convenuti dalle varie Diocesi.

La celebrazione religiosa è stata ripresa e commentata dai media televisivi e radiofonici nazionali. Le agenzie cattoliche d'informazione e decine di portali ecclesiastici e diocesani, compresi numerosi blog personali e profili su social-network, hanno divulgato la notizia con commenti estesi. Insieme con il commento IKA ha predisposto anche i link per la lettura del testo intero dell'Introduzione di Mons. D'Errico e dell'omelia del Vescovo George Jezerinac.
La narrazione degli avvenimenti che portarono alla Vittoria del 1995 ('Operazione Tempesta') si può leggere su una pagina dedicata della emittente radiotelevisiva HRT. Un commento politico sui discorsi del Presidente Josipovic e del Primo Ministro Milanovic si può leggere sul portale di HIC.hr. Una galleria fotografica, con watermark, si può visionare su Cropix. La navigazione in rete consente ulteriori approfondimenti.

Per questo post presentiamo direttamente alla lettura il testo originale in italiano del discorso introduttivo di S. E. Mons. Alessandro D'Errico. 


PAROLE D’INTRODUZIONE ALLA SANTA MESSA
(Festa della Vittoria, Knin 5 agosto 2013)

Come Rappresentante Pontificio, sono lieto di partecipare alle solenni celebrazioni di questa Giornata della Vittoria, che è pure Giornata di Ringraziamento e dei Veterani di guerra, e anche Festa Patronale del Ordinariato Militare.

Penso con emozione a quel 5 agosto di 1995, quando il coraggio e l’ardore patriottico delle Forze Armate croate condussero alla vittoria, che ebbe un ruolo di primaria importanza per la costruzione della Croazia come Stato indipendente.

Facendo memoria di quel giorno, oggi sono venuti qui le più alte autorità dello Stato, i vertici delle Forze Armate, personalità del mondo politico, diplomatico, sociale e culturale. E ciò perché tutto il popolo croato sente il dovere di esprimere viva gratitudine a coloro che non esitarono ad offrire la propria vita per la difesa della Patria.

Il pensiero va in primo luogo a coloro che persero la vita per la liberazione; e, una volta di più, in questa Santa Messa vogliamo domandare per essi il premio eterno all’eterno Signore della vita e della storia. Al tempo stesso la gratitudine si estende a coloro che sopravvissero alle difficoltà di quelle operazioni militari: ai Veterani di guerra, che con la loro testimonianza di servizio e di amore alla Patria sono un prezioso e perenne esempio per le nuove generazioni.

Ma, accanto a ciò, nell’atmosfera di preghiera di questa celebrazione eucaristica, vogliamo essere fedeli alle tradizioni di fede che hanno fatto grande questo popolo. Perciò desideriamo rendere grazie soprattutto a Dio, per tutte le grazie e per tutte le benedizioni con cui Egli ha accompagnato il cammino non sempre facile del popolo croato, anche nei momenti di difficoltà.

Oggi è pure la Giornata dell’Ordinariato Militare, che ha come celeste Patrona la Madonna del Grande Voto croato. A Lei, Madre di Gesù e Madre nostra, affidiamo i progetti e le speranze per il futuro della Croazia. Quest’anno è la prima volta che queste celebrazioni hanno luogo dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea. A Maria, celeste Patrona dell’Ordinariato Militare, affidiamo soprattutto le intenzioni e l’impegno di coloro che hanno la delicata responsabilità di questa nuova fase di storia europea della Croazia; e a Lei ci rivolgiamo con sentimenti filiali, fiduciosi di ottenere per tutti abbondanza di benedizioni e di grazie.


lunedì 5 agosto 2013

Celebrazione del Perdono di Assisi con i Francescani di Zagabria

La prima visita del Nunzio Apostolico alla Parrocchia di Santa Maria degli Angeli di Sesvetskoj Sopnica nelll'hinterland di Zagabria, risale al Luglio del 2012. Con la notizia di quell'avvenimento su questo blog potemmo anche conoscere un quadro sintetico della realtà socio-parrocchiale che riporto con le parole e i concetti espressi in quella occasione:

La Parrocchia di Santa Maria degli Angeli, che si richiama alla Basilica sorta sulla Porziuncola di Assisi, è officiata dai frati francescani della provincia bosniaca e si trova a Sesvetskoj Sopnica, un quartiere periferico di Zagabria con una popolazione in espansione e con una vita sociale ricca di fermenti culturali. La pastorale della diocesi di Zagabria trova in essa un luogo impegnativo per una sua espressione moderna e legata ai cambiamenti sociali. Con la chiesa, che assume spazi e forme architettoniche moderne rispondenti alle esigenze spirituali del quartiere, si integrano strutture logistiche che cercano di valorizzare anche i progetti sociali e culturali. La visita di Mons. D'Errico avviene nello spirito del Nunzio che anche in Croazia, come già in Bosnia-Erzegovina, ritrova i temi del lavoro pastorale dei francescani ed il calore della loro amicizia, e ridona loro e ai filiani della parrocchia il plauso e l'incoraggiamento pontificio.

I frati hanno invitato il Nunzio a presiedere quest'anno la celebrazione centrale della Festa di Santa Maria degli Angeli e del perdono della Porziuncola. 
La celebrazione della festa patronale dei Francescani di Zagabria è stata preparata con un triduo di preghiere ed è culminata nella celebrazione partecipatissima del 2 Agosto presieduta dall'arcivescovo D'Errico e concelebrato da numerosi sacerdoti del decanato dell'arcidiocesi e da frati referenti della parrocchia e di altre custodie locali.  
  
Nei giorni precedenti l'agenzia cattolica IKA ha fatto sistematicamente apparire l'annuncio dell'avvenimento sul portale in rete, ed ha poi descritto e commentato con un significativo approfondimento l'avvenuta celebrazione del Perdono di Assisi a Zagabria. L'IKA ha soprattutto evidenziato il devoto pellegrinaggio di fedeli provenienti dai vari luoghi e che hanno fraternizzato con i locali parrocchiani che per la maggior parte sono croati profughi dalla Bosnia.
L'avvenimento è stato commentato anche da altri portali che trattano tematiche ecclesiali e diocesane. Con particolare enfasi culturale ed estetica (risalto degli aspetti identitari nazionali e rilievo dei codici artistici e musicali) è stato descritto anche dall'agenzia cattolica di Bosnia-Erzegovina. E' noto che il notiziario di KTA segue con attenzione anche le attività del Nunzio Apostolico a Zagabria, sia per il settennio da lui trascorso a Sarajevo e sia quando queste atttività esprimono direttamente le istanze dei Croati di BiH e l'impegno socio-pastorale di Mons. D'Errico a favore dell'integrazione e della testimonianza della fede.
Segue la traduzione ad sensum del post di KTA

Sesvetska Sopnica, 4 Agosto 2013
In Sesvetska Sopnica CELEBRAZIONE della Patrona S.Maria degli Angeli
La celebrazione centrale dell'Eucaristia presso l'altare esterno di fronte alla chiesa parrocchiale è stata presieduta da Mons. Alessandro D'Errico.
Venerdì scorso, il 2 ° Agosto, festa di S. Maria degli Angeli, conosciuta nella storia francescana come la Porziuncola, nella parte orientale della città, nel santuario della Madonna e del Sacro Cuore in Sesvetska Sopnica si è raccolto un gran numero di pellegrini e devoti della Madonna Nostra Signora degli Angeli, così come pellegrini provenienti da altre parrocchie vicine e da quelle regioni che hanno con la parrocchia sentimenti di vicinanza religiosa.
La Messa del mattino è stata celebrata dal guardiano del convento di S. Elias di Sesvetska Sopnica Fra Bozo Lujic. La celebrazione centrale dell'Eucaristia presso l'altare esterno di fronte alla chiesa parrocchiale è stata presieduta da Mons. Alessandro D'Ericco, nunzio apostolico nella Repubblica di Croazia, e ha prediccato Ivica Vrbić, guardiano del convento di S.. Leopoldo a Dubrava, hanno concelebrato il Decano di Sesvetski Vladimir Hren, il parroco Zdravko Dadić, il vicario parrocchiale Don Stipo Karajica, il parroco di Kotor Varos Anto Simunovic, il parroco di Dobrinja vicino a Sarajevo don Pietro Karajica, i diaconi permanenti Bozidar Chadash e Miljenko Bosnjak, e una dozzina di sacerdoti di parrocchie vicine. Alla Messa hanno partecipato anche il rappresentante del sindaco di Zagabria Ivan Tolic, Autorità di altre città e rappresentanti di associazioni locali.
La celebrazione eucaristica è stata accompagnata da armonie strumentali e vocali, con un coro misto sotto la direzione di Monika Blazevic. Nella sua omelia, il predicatore ha parlato del significato di questa festa nella storia, interpretando il significato speciale del perdono della Porziuncola, sia per i tempi passati, e sia in modo particolare per i credenti di oggi.
Per questa occasione si sono impegnati i fedeli e benefattori della parrocchia, in collaborazione con i sacerdoti, con il consiglio pastorale e con i giovani della parrocchia.
La Celebrazione  della festa della Madonna è cominciata con un triduo guidato da p. Vladimir Kerečeni. Queste serate hanno avuto il compito di riunire un gran numero di fedeli e pellegrini nella preghiera della corona della pietà mariana e nella liturgia penitenziale. Il primo giorno del Triduo è stato dedicato alla famiglia, il secondo giorno al rinnovamento spirituale dei giovani, e il terzo giorno al perdono, con particolare attenzione al perdono della Porziuncola. (KTA / s.t.)


sabato 3 agosto 2013

Incontro di lavoro con il Ministro dell'Interno Ranko Ostojic

Il 29 Luglio scorso il Ministro dell'Interno Ranko Ostojic, Vice Presidente del Consiglio della Croazia, ha ricevuto in visita di lavoro S. E. Mons. Alessandro D'Errico.
Il comunicato del Ministero dell'Interno, che ha notificato la visita del Nunzio Apostolico e ha dato conto dei temi discussi nell'incontro con il Ministro e con i suoi Collaboratori, è stato subito pubblicato sul portale web istituzionale.
Il comunicato è stato poi ripreso e pubblicato dalle Agenzie Cattoliche croate (IKA e Glas Koncila) che di solito seguono l'attività del Nunzio in Croazia.


La divulgazione della notizia dell'incontro al Ministero dell'Interno ha preso anche altre vie mediatiche. Vecernji list, l'importante testata giornalistica croata che ha anche estensioni in BiH, le ha dedicato uno spazio sul suo portale in rete; un blog culturale molto seguito della Provincia Cappuccina di Croazia l'ha ripresa e commentata con interesse ed importanza; un sito parrocchiale (Parrocchia San Matteo) dell'Arcidiocesi di Zagabria l'ha inserita tra gli approfondimenti della sua pagina sulla Catechesi; una comunity liberale in rete l'ha commentata e discussa. Molte altre ancora sono state le tipologie dei media che hanno ripreso e commentato la notizia.
In questa diversificata divulgazione si intravede l'importanza delle considerazioni e delle aspettative che le realtà civili e religiose in Croazia hanno rispetto alle iniziative e ai temi che si trattano con il rappresentante della Santa Sede nell'autorevole luogo del Ministero dell'Interno. Si può certo immaginare il riferimento e la ricaduta positiva rispetto alla pastorale delle manifestazioni popolari della religiosità e alle dimensioni comportamentali che attengono l'etica, la legalità e le problematiche dell'educazione e della cultura giovanile.



Di seguito leggiamo la traduzione ad sensum del comunicato pubblicato sul portale del Ministero dell'Interno.

Visita di lavoro del nunzio apostolico Alessandro D'Errico al MUP
29 Luglio 2013 pubblicato alle 18:00
Foto: MI
Il Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni Ranko Ostojic ha ricevuto oggi con i suoi collaboratori, Berislava Mance, capo del Dipartimento di Relazioni Internazionali e Ivan Mestrovic Segretario dell'Ufficio del Ministro, in visita di lavoro Mons. Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico in Croazia.
Mons. D'Errico ha colto l'occasione per congratularsi con il Vice Primo Ministro per la recente nomina e per ringraziare da parte della Santa Sede il Ministero degli Interni per l'ottima disponibilità che la Nunziatura Apostolica sempre goduto in Croazia, sia in situazioni di emergenza e sia nelle circostanze normali.
Il rappresentante del Papa ha sottolineato che la Santa Sede considera la Croazia come il paese più importante della regione, motivo per cui il Vaticano pone uno speciale interesse nel seguire gli eventi nel nostro paese e le relazioni croate e internazionali.
Il Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni Ranko Ostojic ha notato che la Santa Sede ha sempre avuto buoni rapporti con la Repubblica di Croazia sottolineando in particolare il contributo dato per consentire al nostro paese di entrare nell'Unione europea.
Hanno discusso della cooperazione bilaterale, che è stata giudicata molto buona, e sono state evidenziate le aree in cui questa cooperazione può essere ulteriormente migliorata.