Vedere, ascoltare. Poi dire, nella
spiritualità condivisa, le cose giuste per la vita della Chiesa.
Sono il senso delle visite e degli incontri realizzati e vissuti dal
Nunzio Apostolico nei primi due mesi della sua missione in Croazia.
E' l'opportunità di un potenziamento della conoscenza reciproca tra
le comunità e la persona del rappresentante del Papa.
I temi di riflessione e di proposizione
divengono necessariamente molteplici, come molteplici sono le istanze
e le relazioni che semplicemente si incrociano nel quotidiano e nel
locale della vita di una nazione europea ricca di diversificate
componenti, di valori storici e religiosi, di speranze e di progetti
di civiltà.
La comunicazione di Mons. D'Errico
all'assemblea riunitasi per la celebrazione dell'Assunta nella
Diocesi di Varazdin contiene e discute nell'ottica del magistero
teologico ed ecclesiale le tematiche della fede e della testimonianza
cristiana da incarnare nell'attualità storica e sociale, per dotare
del valore della nuova evangelizzazione il dialogo e l'impegno
dei credenti dei laici e dei cattolici in Croazia.
Le agenzie d'informazione hanno
sintetizzato tradotto e diffuso in croato le parole del Nunzio.
Proponiamo il testo intero originale in italiano per favorire la
riflessione anche spirituale durante la pausa estiva e recepire con
immediatezza le indicazioni pastorali di S. E. Alessandro D'Errico.
Saluto del Nunzio Apostolico in Croazia,
Arcivescovo Alessandro D’Errico,
al termine della Solenne Celebrazione
Eucaristica
nella parrocchia
di Santa Maria (Varaždin).
(Varaždin, 15 agosto 2012 - Solennità
dell’Assunta)
Rendo grazie alla
Provvidenza di Dio per la gioia che mi ha dato di celebrare con voi questa
importante solennità mariana. Oggi contempliamo la Vergine Santissima, Madre di
Dio e Madre nostra, assunta in cielo, segno di consolazione e di sicura
speranza. Insieme a voi, in questa Santa Messa ho affidato a Lei i progetti e i
programmi della Chiesa di Dio che è in Varaždin. Ed ho pregato per voi,
affinché la Sua intercessione ottenga per ciascuno di voi abbondanza di grazie
e benedizioni di Dio.
Sono grato al
Vescovo, l’Ecc.mo Mons. Josip Mrzljak, per le parole di benvenuto e per la
fraterna cordialità con cui mi ha accolto. Saluto cordialmente i Sacerdoti, e
in primo luogo il Parroco di Sveta Marija,
i Religiosi, le Religiose, gli Operatori di pastorale. A tutti porto la
benedizione del Santo Padre, con l’augurio che la celebrazione di questa grande
solennità mariana faccia crescere in unità di fede, di speranza e di amore; e soprattutto
in unità di servizio a Dio, alla Chiesa, ai fratelli vicini e lontani, e specialmente
a quelli che sono in particolare necessità.
**********
Perché ho desiderato
venire nella diocesi di Varaždin per la solennità dell’Assunta? Per un motivo
molto semplice. Come sapete, sono appena agli inizi della missione di Nunzio
Apostolico in Croazia che il Santo Padre mi ha affidato. In queste prime
settimane sto cercando soprattutto di vedere ed ascoltare. E così, tra le tante
istituzioni civili ed ecclesiastiche che ho potuto visitare, cerco di stabilire
un contatto più personale e diretto con le diocesi, che sono i motori
privilegiati della vita della Chiesa.
Mi fa piacere
costatare la vitalità e il dinamismo della diocesi di Varaždin. Durante queste
settimane, molti mi domandano quale sia la mia prima impressione della Croazia.
A dire la verità, non ho esitazione nella risposta. È un’impressione molto
positiva. È una Chiesa viva, ben organizzata. È una società dinamica, con grandi
tradizioni di cultura e di fede. Soprattutto, è una Chiesa – mi pare di capire
– che avverte molto le responsabilità di questo preciso momento della sua
storia, dinanzi alle sfide che il Paese si trova ad affrontare, quando si
prepara ad entrare in un’Europa che sembra essere alquanto lontana dalle sue
radici cristiane.
Ebbene, come
Rappresentante del Santo Padre, mi sforzo di ripetere che per Sua Santità e per
la Santa Sede è bene che queste responsabilità - dinanzi alle sfide dell’ora
presente, nel contesto dell’integrazione europea - siano avvertite soprattutto da
noi, persone di fede, convinti che l’identità personale e nazionale di questo
popolo e di questo Paese è una identità fatta di valori spirituali e morali,
trasmessi dalla plurisecolare professione di fede cristiana. Tali
responsabilità dobbiamo sentire di più noi se siamo convinti che la nuova pagina di storia che sta per aprirsi è una
opportunità provvidenziale di nuova
evangelizzazione, estesa fuori dei confini della Croazia.
Perciò mi preme
riaffermare che, a mio parere, proprio qui è il grande compito – o meglio, la
grande missione – per la Chiesa di Dio che è in Croazia. Di conseguenza, le
sfide del momento presente richiedono di rimboccarsi le maniche e fare buon uso
dei talenti ricevuti. È tempo di un rinnovato dinamismo di riflessione, di
iniziative e di impegno, per poter non solo conservare e consolidare, ma anche
testimoniare in orizzonti più larghi quei valori che sono alle radici del
vivere sociale e dell’identità di questo popolo.
Così pure, mi pare
necessario avvertire, con rinnovata consapevolezza di fede, che il mandato di
una nuova evangelizzazione per i
nostri tempi, che ci viene consegnato dal Santo Padre per un ascolto fedele
della Buona Novella di Gesù, ci chiede di continuare ad essere – pur in
circostanze non sempre facili – fermento vivo ed anima di questo popolo,
aiutandolo - al meglio delle nostre
forze di Chiesa - a svilupparsi e a progredire. Ci domanda di aprire le nostre
porte. Ci invita a camminare insieme con tutte le persone di buona volontà. Ci
domanda di privilegiare ciò che abbiamo in comune, anziché ciò che divide,
nelle nostre relazioni con persone ed istituzioni che - a vario titolo -
sembrano “non vicine” a noi.
In breve, a me pare
che il primo compito che urge per la nostra Chiesa nelle circostanze presenti è
di interrogarci di nuovo sugli impegni connessi oggi con la nostra professione
di fede, dentro e fuori della Croazia. Ed è quello che cercheremo di fare, specialmente
nei prossimi mesi, durante l’Anno della Fede
che ci prepariamo a celebrare.
**********
Consentitemi
un’ultima breve riflessione. Siamo ben consapevoli dei nostri limiti. Perciò,
in autentica povertà di spirito, ci rendiamo conto che non potremmo assolvere
al nostro compito senza l’aiuto dello Spirito di Dio, che guida la storia e
anima la Chiesa di Cristo. Sicché, vorrei invitare tutti e ciascuno a pregare,
e a pregare molto - intensamente - per la Nuova
Evangelizzazione. A pregare per l’Anno
della Fede. A pregare intensamente per l’impegno spirituale e civile della
Chiesa in Croazia, per far sì che tutte le forze vive delle nostre istituzioni
si rendano docili all’azione dello Spirito Santo. E tutti insieme - uniti in Cristo, come il Santo Padre ha
ripetuto tante volte nella Sua Visita
Apostolica dello scorso anno - possiamo progredire e far progredire la
Croazia nel solco delle migliori tradizioni di questo popolo.
Queste ansie, queste
speranze, queste attese, deponiamo oggi ai piedi di Maria, Madre della Chiesa, affinché
vegli con amore materno sulla Chiesa di Dio che è in Varaždin e su tutto il
popolo croato, qui in Croazia e fuori del Paese. Amen.
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