Con
la nomina del nuovo Segretario di Stato fatta da papa Francesco, i
cattolici di Croazia e i Croati cattolici di Bosnia-Erzegovina si
aspettano novità e attenzioni nuove per le espressioni della fede e
del dialogo interreligioso nelle loro nazioni. Di questa aspettativa
si è fatta interprete l'importante testata giornalistica di Večernji
list nelle edizioni di Zagabria e di Mostar, sia con il mezzo
cartaceo e sia con la comunicazione in rete, dedicando un ampio
spazio all'importanza e ai significati della nomina del vescovo
Pietro Parolin.
Večernji
list è anche la testata che ha curato la pubblicazione nel marzo
2012 del libro IN HONOREM scritto per la celebrazione della missione
settennale di S. E. Alessandro D'Errico come Nunzio Apostolico a
Sarajevo, e per evidenziare il lavoro diplomatico svolto con la firma
dell'Accordo di Base tra la Santa Sede e la Bosnia-Erzegovina.
Un lavoro svolto, a conclusione della crisi iugoslava, per
ristabilire il giusto ruolo dei Cattolici di BiH e per proporre un
orizzonte formale ed operativo al dialogo interreligioso e sociale
con le componenti ortodosse e musulmane.
La
presentazione dell'Accordo di Base e del quadro
storico-politico che ha rappresentato il contesto della sua
formulazione, insieme con il suo proporsi come modello per gli
accordi delle altre confessioni religiose con lo Stato: sono stati
anche gli argomenti della Relazione svolta con grande competenza da
mons. Pietro Parolin nel maggio 2009, nell'ambito di un Convegno
svolto all'Angelicum di Roma sul tema del rapporto tra la
Santa Sede e gli Stati Europei del post-comunismo. La Relazione del
Monsignore, divenuto prima Nunzio Apostolico in Venezuela ed ora
nominato Segretario di Stato del Vaticano, fu pubblicata in italiano
nel libro del decennale del Nunzio Apostolico D'Errico (Diplomazia
e Servizio Pastorale, 2009), ed in croato nel libro In
Honorem; essa è stata proposta alla rilettura anche nel post del
7 settembre 2013 di questo blog Chiesa e Diplomazia.
Negli
articoli scritti sulla nomina di Mons. Parolin, uno dei quali
riportato anche sul portale dei Croati di Bosnia-Erzegovina, Večernji
list ha fatto espresso riferimento alla relazione letta
all'Angelicum e al legame di amicizia con Mons. D'Errico. Di
seguito possiamo leggere il testo tradotto in italiano dell'articolo
sulla edizione cartacea di Zagabria. La traduzione ci è offerta da
Sr. Stella, collaboratrice della Nunziatura.
Večernji
List, 10 settembre 2013, pag. 24
Zoran
Krešić
IL
NUOVO “PRIMO MINISTRO” DEL VATICANO CAPISCE ANCHE I PROBLEMI DI
DAYTON E DELLA BiH
Petro
Parolin, il Segretario di Stato della Santa Sede, testimonia la
profondità del rinnovamento tra i sacerdoti
Il
Nuovo Segretario di Stato, l’Arcivescovo Pietro Parolin non e’
una sorpresa nella Curia Vaticana, e il suo arrivo testimonia il
molteplice rinnovamento tra i sacerdoti incominciato con l’arrivo
di Papa Francesco. Con la sua nomina è terminato il periodo
dell’uomo più potente del Vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone,
persino considerato più potente del Santo Padre, di Giovanni Paolo
II e di Benedetto XVI. Il Nuovo Segretario ha anche una specificità:
per la prima volta questa funzione è affidata a una persona che non
ha il titolo del Cardinale.
Vive
i principi del Papa
Il
Segretario di Stato presiede uno dei Dicasteri più vecchi e più
importanti nella Curia Vaticana. Fra poco sarà annoverato nel
Collegio dei Cardinali, il corpo che elegge il Papa. Egli è una
persona che nel suo lavoro fatto fin’ora ha vissuto i principi
proposti dal Papa Francesco e testimonia un nuovo volto della Chiesa
che esprime il rinnovamento interno. Secondo i dati accessibili il
Papa si fida molto di lui e questa considerazione si è dimostrata
evidente dopo la sua nomina, sulla quale da tempo ci sono state
speculazioni e ora si sono verificate. Al momento della nomina egli
ha detto che “non merita” quella posizione, e questa non è stata
un’espressione di disubbidienza o di rifiuto ma di umiltà. Le
aspettative dal nuove Segretario di Stato sono grandi perché in un
certo modo la Chiesa sta vivendo la sua trasfigurazione per quanto
riguarda l’umiltà e l'avvicinamento all’uomo povero. Le sue
competenze sono ampie e la sua posizione nella Segreteria di Stato
della Santa Sede si è affermata con i cambiamenti fatti negli anni
1968 e 1973 e svolgendo quasi tutte le funzioni politiche e
diplomatiche della Santa Sede e della Città del Vaticano. L'impegno
più importante è quello degli Affari Generali che richiegr un
servizio quotidiano, dipendente dalle esigenze del Santo Padre, e poi
ci sono i rapporti con le altre sezioni della Curia Romana. Egli
collabora alla stesura di tutti i documenti che prepara il Santo
Padre, ordina i compiti e le attività dei rappresentanti della Santa
Sede, sopratutto quando si tratta delle Chiese locali. Un'altra parte
del suo lavoro riguarda i rapporti con gli Stati, le relazioni
diplomatiche, i concordati e accordi simili. Parolin ha un’esperienza
sufficiente nella diplomazia (è stato in varie missioni della Santa
Sede e da una di esse proprio sta tornando in Vaticano) poi ha
lavorato anche in Vaticano. In tutti i posti dove ha lavorato -
Nigeria, Messico, Vaticano, Venezuela dove è stato Nunzio - ha
dimostrato la massima competenza, e il suo lavoro ha portato buoni
frutti. Nel breve curriculum vitae del nuovo Segretario di
Stato sta scritto che ha lavorato come Sotto-Segretario nella
Segreteria di Stato – Sezione per i Rapporti con gli Stati, quindi
conosce bene la situazione negli Stati con i quali il Vaticano ha i
rapporti diplomatici. Svolgendo questo servizio ha seguito con molta
attenzione il lavoro dell’attuale Nunzio Apostolico in Croazia,
l’Arcivescovo Alessandro D’Errico il quale, in quel periodo è
stato Nunzio Apostolico in BiH.
Da
quale parte si possa applicare
L’Arcivescovo
Parolin, già Nunzio Apostolico in Venezuela, è amico molto stretto
del Nunzio D’Errico. Nella sua relazione fatta nella Pontificia
Università di San Tomaso d’Aquino a Roma, in mese di maggio 2009,
con parole precise e misurate ha testimoniato la conoscenza della
situazione nella società e la pressione sulla Chiesa, durante il
comunismo sui territori della Jugoslavia, e anche ha sottolineato che
gli è noto il significato della stipulazione del accordo principale
tra due Stati, tra Santa Sede e Bosnia ed Erzegovina. Secondo lui,
questo accordo dovrebbe essere l’introduzione nella
ristabilizzazione della convivenza secolare dopo gli anni di guerra
nella BiH.
“Questo
cambiamento della situazione politica, delle leggi e della prassi
quotidiana da una parte permette l’applicazione dei principi e
delle regole di democrazia e contribuisce alla costruzione della
concordia sociale, e d’altra parte e molto utile per il processo
dell’integrazioni della BiH in Europa. Questa è una grande
aspirazione della BiH che storicamente è sempre appartenuta
all’Europa come ha detto il Segretario di Stato, il Cardinale
Tarcisio Bertene nel momento dello scambio degli strumenti di
ratifica dell’Accordo fondamentale tra la Santa Sede e la BiH”:
questa e’ la valutazione di Pietro Parolin. In questo contesto
l’Accordo principale tra due Stati ha un significato storico. “Non
è soltanto importante, ma è anche storico: non e’ soltando un
segno in più della cura della Sante Sede per la comunità cattolica
locale, tanto provata nella sua storia recente, ma e’ una
dimostrazione che le Autorità nella BiH desiderano intraprendere una
nuova strada verso i principi democratici riconosciuti a livello
internazionale. Questo accordo conferma che esse (autorità)
intendono dare un’importanza effettiva al principio della libertà
religiosa per arrivare in tal modo alla tanto desiderata concordia
sociale nel Paese”: ha detto il neoeletto Segretario di Stato
della Santa Sede. La BiH ha un’accordo specifico che non può
essere applicato in nessun altra parte del mondo, dopo aver fermato
la guerra che ha portato questo Paese in una totale paralisi. Invece
questo accordo con la Santa Sede, dal Nunzio Apostolico Parolin, e
ora Segretario di Stato della Santa Sede, è stato presentato come un
modello ideale per stabilire i rapporti tra la Santa Sede e altri
Stati multinazionali e multiconfessionali. Il modello presentato è
stato inaugurato dal Rappresentante Pontifico di allora,
l’Arcivescovo Alessandro D’Errico. Il rientro dell’Arcivescovo
Parolin in Vaticano sarà molto importante per le Chiese locali in
Croazia e BiH nonché per i croati cattolici nella BiH, perchè la
loro posizione è molto delicata, più delicata degli altri popoli
costituzionali. Avendo una comunicazione molto vivace e molto buona
con il Nunzio in Croazia, il Segretario di Stato avrà anche una
precisa e esatta diagnosi della completa situazione nello Stato e si
potrà aspettare un proseguimento del forte appoggio alla società
croata e alla comunità cattolica.
CHI
E’ D’ERRICO
La
sua prima missione è stata quella in Pakistan
Ha
62 anni, l’Arcivescovo Alessandro D’Errico ha una buona
comunicazione con il nuovo Segretario di Stato Pietro Parolin, che
prende possesso di questo ufficio nella metà del mese di Ottobre.
Prima di essere stato Nunzio in Croazia ha trascorso 7 anni come
Nunzio Apostolico in BiH, e per due anni, nello stesso tempo, è
stato anche il Nunzio in Montenegro. La prima missione come Nunzio
Apostolico è stata quella in Pakistan. Večernji
list ha pubblicato il libro “In
honorem Alessandro D’Errico, Nunzio Apostolico in BiH”,
nel quale sono state portate le testimonianze molto positive su di
lui, da parte di varie personalità ed è stata pubblicata anche la
relazione del Segretario di Stato Parolin sulla BiH.
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