STUDI
STORICI E RELIGIOSI è una rivista semestrale di ricerca,
documentazione e aggiornamento culturale, che da oltre un decennio
raccoglie interventi e studi di ricercatori e docenti che operano
nell'insegnamento superiore delle Scienze Religiose. Promossa da
Luciano Orabona, docente di Storia della Chiesa a Cassino, e da mons.
Fernando Angelino, direttore dell'Istituto di Scienze Religiose 'S.
Paolo' di Aversa, essa ha avuto origine nel contesto diocesano
aversano al tempo del vescovo Lorenzo Chiarinelli relazionandosi
positivamente con le iniziative culturali di altre diocesi della
Campania e con l'ambito accademico delle Università e dei Seminari
Teologici dell'Italia Meridionale. La nuova serie, iniziata 5 anni
fa, è ricollocata nella collaborazione elettiva con l'ISR 'S. Paolo' di Aversa
che ne cura la redazione e la pubblicazione nell'ambito degli studi
locali e nel campo più generale della divulgazione storica e
teologica.
La
rivista ha già pubblicato un corposo saggio di S. E. Alessandro
D'Errico sulla Diplomazia Vaticana (A. D'Errico, Diplomazia
Pontificia: compiti e principi; in: SSR a. II, n. 1, 2010)
ricevendo riconoscimenti lusinghieri per la qualità e l'importanza
rappresentata dall'argomento nel campo degli studi storici ed
ecclesiastici. Il saggio è pubblicato anche in questo blog con un post di Agosto 2012.
Nell'ultimo numero della rivista (SSR a. IV, n. 2,
2012) il direttore mons. Angelino ha voluto pubblicare anche la
recensione a firma di Marijan Sunic tradotta in italiano del libro In
Honorerm Alessandro D'Errico Apostolski Nuncij u BiH, pubblicato in
croato nel 2012 a cura del giornale Vecernij List. Si è trattato di
un omaggio editoriale ed augurale all'opera ecclesiale di Mons.
D'Errico prodotto all'indomani della sua nomina a Nunzio Apostolico
in Croazia. E significativa è apparsa la presentazione
dell'intellettuale croato al convegno di Mostar del marzo 2012
realizzato poco prima della partenza del Nunzio da Sarajevo.
Su
questo blog la presentazione è già stata pubblicata ad Aprile
scorso; la riproponiamo, con questo post intitolato con le parole del
recensore, per i significati culturali intrinseci del libro e per la
sua utilità al dibattito accademico e formativo nei seminari
politici e teologici.
Di
seguito leggiamo prima la nota editoriale di SSR e poi l'intero
intervento del prof. Šunjić
.
Dr. sc. Marijan Šunjić, prof.emer.
Recensione del libro
IN HONOREM - Alessandro
D'Errico, Nunzio apostolico in Bonia ed Erzegovina
L'intenzione principale di questo libro è quello di
rendere omaggio ad un diplomatico e uomo straordinario: il Nunzio Apostolico in
Bosnia-Erzegovina Alessandro D'Errico. Quest’atto di omaggio lo si realizza
mediante una descrizione dettagliata delle sue attività nell'ultimo tumultuoso
periodo storico dal 2005 fino ad oggi. Questa presentazione sarebbe incompleta
e anche incomprensibile se venisse a mancare una disamina dettagliata delle
condizioni in cui il Nunzio ha operato, una descrizione della complessa
situazione geopolitica delle condizioni e delle difficoltà che si sono
verificate in questa parte d'Europa e attraverso le quali sono è passati la
Bosnia e, in particolare, i croati cattolici. Questo quadro storico ricco e
sociologico dà un grande valore aggiunto al libro.
Il libro inizia con una prefazione del Cardinale Vinko
Puljić, alla quale fa seguito un articolo introduttivo di mons. Tomo Vukšić I
Romani Pontefici e il popolo croato. La maggior parte del testo è diviso in
quattro capitoli e termina con una postfazione dal Vescovo Franjo Komarica.
L'articolo del Vescovo Tomo Vukšić I Pontefici romani e
il popolo croato offre una panoramica molto buona circa i rapporti storici dei
Croati con la Santa Sede dagli inizi fino alla visita del papa Giovanni Paolo
II a Banja Luka nel 2003. Si pone l'accento su alcuni eventi chiave quali: il
riconoscimento dello Stato croato e l'approvazione della liturgia slava
(Giovanni III), i rapporti con i governanti bosniaci, tra cui il destino di
Caterina Vukčić Kosača, moglie del penultimo re bosniaco Stjepan Tomaš, la
grande attività di Papa Sisto V, l'aiuto fornito dal Papa nella difesa
dall'invasione ottomana, il tutto fino ai giorni nostri. L'autore, in forma
molto argomentata, copre l'intero campo di argomenti e i diversi quadri
nazionali, in cui si è trovato in questo
lungo periodo il popolo croato.
Utilissime sono quelle parti che, in forma sintetica,
parlano delle specificità e della struttura della Santa Sede, della modalità
d'azione del Papa, del suo ruolo nella storia europea politica e spirituale e
degli importanti cambiamenti che si sono verificati in questo campo.
Capitolo I. La
Diplomazia della Santa Sede in Bosnia-Hercegovina comincia con l'articolo del
professor dr. sc. fra Iko Skoko Il rapporto tra la Santa Sede e la Bosnia fino
al riconoscimento dell'indipendenza (fino al 2000). Il tema è trattato, in
parte, dall'articolo precedente, ma si concentra sulla zona della
Bosnia-Erzegovina e si caratterizza per lo stile e il modo conciso
dell'esposizione. Questo articolo rende particolarmente importante e
dettagliata la cronologia e la descrizione di ciò che sia il professore dr. sc.
Franjo Sanjek, sia l'autore chiamano il "nodo gordiano bosniaco",
l'apparizione dell'eresia e tutto ciò che, dopo, è accaduto nei rapporti tra la
Santa Sede e i sovrani bosniaci (anche
quelli croato-ungheresi), sia sul piano religioso che quello politico. Quello
che segue è una descrizione dell'attività dei domenicani e dei francescani, le
conquiste ottomane e la caduta del regno bosniaco. La sezione successiva
descrive i rapporti, ancora non sufficientemente studiati, della Santa Sede dal
1463 al 1878, il processo di islamizzazione forzata e la penetrazione degli
ortodossi e, infine, la difficile condizione dei cattolici come risulta dalle
relazioni dei visitatori apostolici. Il periodo più recente è analizzato in
forma esauriente, innanzitutto l'Impero austro-ungarico (1878-1918), quindi il
Regno della Jugoslavia (1918-1941), il NDH (lo Stato Indipendente di Croazia) e
la SFR Jugoslavia, il tutto fino alla disgregazione della Jugoslavia.
Per meglio capire l'attività del
Nunzio Apostolico Alessandro D'Errico, tema principale di questo libro,
nell'articolo del vescovo Vukšić La diplomazia della Santa Sede e la missione
del Nunzio apostolico al servizio dell'uomo e dei valori vengono, prima di
tutto, descritti brevemente gli obiettivi, i principi e le modalità di azione
della diplomazia della Santa Sede. Già precedentemente è stato sottolineato
l'unicità della struttura e lo status della Santa Sede che è, allo stesso
tempo, il centro globale e spirituale di tutti i cattolici e uno Stato nel
contesto del diritto internazionale, con tutti gli attributi e le funzioni. Sia
lo status della Santa Sede sia l'ininterrotta tradizione di attività lungo
duemila anni, danno alla diplomazia della Santa Sede, un carattere specifico
che l'autore illustra anche con l'esempio concreto di impegno in
Bosnia-Erzegovina. Vorrei solo aggiungere che nella sua attività diplomatica
nel territorio della disintegrata Jugoslavia, nella nuova situazione venutasi a
creare, in particolare in Bosnia-Erzegovina, Croazia, Slovenia, la Santa Sede,
spinta dall'urgenza della situazione, ha addirittura rinunciato ad alcuni dei
suoi principi e per prima ha assunto iniziative volte a porre fine ai conflitti
armati e al raggiungimento di una pace giusta. Questo si vede meglio nell'articolo
del prof. dr. sc. fra Velimir Blažević L'impegno del papa Giovanni Paolo II e
della diplomazia vaticana per la Bosnia-Erzegovina durante la guerra in Bosnia
1992-1995. L'articolo descrive in dettaglio e in forma documentata gli
interventi pubblici del Santo Padre, la diffusione della verità sulla guerra in
Bosnia-Erzegovina, gli appelli per la fine della guerra e il ristabilimento
della pace, le preghiere e gli appelli a soccorrere le vittime, nonché i
pressanti inviti alla riconciliazione e al perdono dopo l'interruzione dei
conflitti armati. Altrettanto importante, se non più importante, è
quell'attività diplomatica invisibile della Santa Sede, che si è impegnata
presso la cosiddetta comunità internazionale allo scopo di intervenire e
mettere la parola fine all'aggressione, così come il riconoscimento
internazionale dei paesi emergenti nella speranza che questo possa contribuire
a stabilire la pace. La Santa Sede è stata tra i primi Stati a riconoscere la
Slovenia, la Croazia e la Bosnia-Erzegovina nell'aprile del 1992, allacciando
relazioni diplomatiche e inviando il suo
primo Nunzio Apostolico, mons. Francesco Monterisi.
I successivi tre articoli descrivono la drammatica visita
pastorale di papa Giovanni Paolo II a Sarajevo nell'aprile del 1997, la visita
a Banja Luka nel giugno del 2003, e anche le visite nella Repubblica di
Croazia. Mons. Ivo Tomšević nell'articolo Esperienze di un Nunzio in
Bosnia-Erzegovina descrive gli anni di preparazione per una visita a Sarajevo a
cui ha collaborato anche il Nunzio Apostolico, con molti dettagli interessanti
che illustrano tutta l'incertezza e i possibili pericoli a cui è andato
incontro, coraggiosamente, il Santo Padre, a anche tutti coloro che in quei
giorni hanno lavorato per l'organizzazione della visita papale. Appunto questi
dettagli, visti dal punto di vista del Nunzio e degli organizzatori diretti,
sono una preziosa e istruttiva testimonianza di questi eventi storici.
Mons. Ante Orlovac nell'articolo Le due visite del papa
Giovanni Paolo II in Bosnia-Erzegovina, scrive anch'egli su questi avvenimenti,
in qualità di partecipante diretto, con particolare accento al clima sociale,
economico e politico in cui si sono verificate le due visite papali, fornendoci
quindi un altro punto di vista su questi eventi, complementare ai precedenti.
Entrambi questi testi contengono una forte nota personale che impedisce loro di
essere una fredda descrizione cronologica e consentendoci di comprendere meglio
sia il coraggio di tutti i partecipanti sia il carattere di eventi stessi.
Il terzo articolo, intitolato La seconda visita pastorale
del Santo Padre Giovanni Paolo II in Bosnia-Erzegovina (Banja Luka, 22 giugno
2003) - Viaggio Apostolico al servizio della fede, della speranza e dell'amore,
è uscito dalla penna di una persona altamente qualificata ed informata il
Cardinale Angelo Sodano, ex Segretario di Stato di Sua Santità, il primo dei
suoi collaboratori. La storia confermerà il ruolo di primo piano svolto dal
Cardinale Sodano in tutte le missioni affidategli dal Santo Padre.
Fanno seguito due articoli sulla regolamentazione delle
questioni giuridiche tra la Santa Sede e la Bosnia-Erzegovina dopo il
raggiungimento dell'indipendenza. Il vescovo mons. Tomo Vukšić nell'articolo Le
relazioni tra la Santa Sede e la Bosnia-Erzegovina – dal riconoscimento
dell'indipendenza fino ad oggi, fa l'analisi di due importanti documenti: l’Accordo di base tra la Santa Sede e la
Bosnia-Erzegovina, e l’Accordo tra la Santa Sede e la Bosnia-Erzegovina circa
l’assistenza religiosa ai fedeli cattolici, membri delle Forze Armate di
Bosnia-Erzegovina.
Va posto l'accento sul fatto che, negli ultimi tempi, la
definizione della posizione dei fedeli cattolici e delle relazioni della Santa
Sede con gli altri paesi non sono più regolate da concordati, ma da accordi
molto più flessibili e realistici come è stato fatto, per esempio, nel caso
della Repubblica di Croazia: questo esempio è stato seguito da altri paesi
post-comunisti. Data l'importanza di questo nuovo approccio vengono elencate le
singole parti dell'articolo che meritano un'attenta lettura per la
comprensione: Preparazione dell'accordo; Riferimento ai principi, Personalità
giuridica, Libero esercizio della missione apostolica, Libertà di culto, Beni
temporali della Chiesa, Istituti educativi e caritativi, forze militari e di
sicurezza; la Questione dei matrimoni, i Possibili problemi e la ratifica
dell'Accordo, il Protocollo aggiuntivo all'accordo di base tra la Santa Sede e
la Bosnia-Erzegovina.
Il vescovo Vukšić, nei due successivi brevi articoli,
fornisce una panoramica comparativa di questi rapporti nella regione
multiconfessionale in cui si trova la Bosnia-Erzegovina. Il primo articolo
L'Accordo di base tra la Santa Sede e il Montenegro, e poi L'importanza
ecumenica, dialogica e politica dell'Accordo della Bosnia-Erzegovina con la
Santa Sede, con i capitoli: La Bosnia-Erzegovina e il Montenegro più vicini
agli standard europei, La Chiesa Cattolica non vuole privilegi, La parità di
diritti per tutte le comunità religiose.
Questi due articoli sono una buona integrazione e
spiegazione di alcuni importanti elementi degli Accordi sopraccitati; a tutto
questo si collega bene anche l'articolo L'Accordo di base tra la Santa Sede e
la Bosnia-Erzegovina nel rapporto con la comunità ortodossa e mussulmana,
uscito dalla penna di mons. Pietro Parolin, ex sottosegretario per i Rapporti
della Santa Sede con gli Stati e attualmente Nunzio Apostolico in Venezuela.
Questo testo, in realtà, si basa su una lezione tenuta, nel 2009, durante una
conferenza internazionale dal titolo: „The Holy See and the States of
Post-Communist Europe. Key Aspects of their Relations
Twenty Years after the Fall of the Berlin Wal“, presso la Pontificia Università
San Tommaso d'Aquino. Esso si compone
di tre parti. La prima tratta della situazione storica delle comunità religiose
in Bosnia-Erzegovina nel contesto politico e sociale. La seconda parte descrive
le fasi più importanti della preparazione, firma, ratifica e modifica del già nominato
Accordo di base e del Protocollo Addizionale; mentre la terza parte discute
l'importanza dell'Accordo nel suo significato ecumenico e interreligioso.
Notiamo che c'è una grande copertura riguardo la trattazione di questi temi
anche negli altri articoli di questo libro rivista ma, il particolare valore di
questo testo deriva dal fatto che su questi temi scrive un autore di grande
esperienza che gli consente di avere, su tutti questi problemi, una visione più
ampia - specialmente di tipo giuridico – e un'altra prospettiva di tipo
complementare.
Nell'articolo L'erezione della Facoltà teologica
cattolica, il vescovo Tomo Vukšić scrive su questo importante evento grazie al
quale la Facoltà di teologia cattolica è stata inserita nell'Università di
Sarajevo il 28 febbraio 2011, con la firma dell'Accordo di diritti e doveri
reciproci con l'Università di Sarajevo, e dopo che il Cardinale Zenon
Grocholewski, Prefetto della Congregazione romana per l'Educazione Cattolica,
ha firmato il decreto con il quale si
eleva la Teologia Cattolica Vrhbosna di Sarajevo - la più antica istituzione di
istruzione superiore in Bosnia-Erzegovina - al livello di facoltà teologica.
Questo evento è frutto di anni di preparazione a cui ha partecipato anche il
Nunzio Apostolico Alessandro D'Errico.
(Il Capitolo II dal titolo Il messaggero di pace:
l'arcivescovo Alessandro D'Errico, è dedicato alla descrizione dettagliata
della vita e dell'opera del Nunzio Apostolico. Si inizia con un reportage sul
suo luogo natale Frattamaggiore, vicino Napoli, segue poi una descrizione del suo
percorso sacerdotale a partire dall'ordinazione avvenuta il 24 marzo 1974. Zoran
Krešić e l'ex segretario del Nunzio, Valdemar, hanno preparato una breve
presentazione della carriera diplomatica del Nunzio, durante la quale ha
prestato servizio nelle Nunziature apostoliche in tutto il mondo: in Thailandia
(dal 1977 al 1981), in Brasile (dal 1981 al 1984), in Grecia (dal 1984 al
1986), in Polonia (1992-1998) e in Pakistan (dal 1998 al 2005).-paragrafo da
rivedere
L'articolo successivo Raccolta delle più significative
omelie, conferenze, discorsi, interviste, lettere e di altri interventi
pubblici del Nunzio Alessandro D'Errico, preparati da Zoran Krešić è molto
interessante, perché illustra la persona del Nunzio da un altro punto di vista
meno formale - come uomo e come amico. L'articolo consiste, come da titolo, in
una raccolta dei suoi discorsi tenuti in varie occasioni e in luoghi diversi.
Essi rivelano che il Nunzio non solo possiede un'ottima conoscenza della storia
dei Croati cattolici nella regione, con tutti i momenti belli e difficili, ma
anche una familiarità con i tanti problemi e dolori che attualmente affliggono i
Croati.
Si può poi notare qualcosa di insolito che lo fa
discostare dalla solita prassi
„diplomatica“ e dal riserbo: il Nunzio si identifica con le persone a
cui si rivolge, condivide le loro preoccupazioni e sofferenze ma, allo stesso
tempo, come un buon pastore e rappresentante del Sommo Pontefice, indica loro
la strada giusta e li incoraggia. Sorprende la sua conoscenza delle circostanze
e ancor di più la prontezza all'impegno concreto e, „senza peli sulla lingua“,
la cura dei giusti interessi degli emarginati e delle persone lese. Particolarmente interessante è l'intervista
del Nunzio con il giornalista Jozo Pavković, in cui si espone una visione
generale della sua vita e le sue opinioni personali sulle questioni trattate in
questo libro.
Il Capitolo III intitolato Le testimonianze – i racconti
sul Nunzio, contiene le dichiarazioni
sul Nunzio rilasciate da persone pubbliche e famose: i presidenti della
Repubblica di Croazia e del Montenegro, un membro presidenziale della
Presidenza della Bosnia-Erzegovina, il Presidente della Repubblica Serba e
altre illustri personalità. Anche se ciò che meglio descrivere la figura del
Nunzio è il suo lavoro e le sue parole, come testimoniano i testi di questo
volume, l'immagine è ben completata dalle numerose dichiarazioni di elogio,
rilasciate sulla base di posizioni molto
diverse e di esperienze personali.
Il Capitolo IV contiene gli allegati che riguardano i
documenti giuridici, presi in esame in
forma dettagliata anche nel capitolo I. Essi sono stati preparati dal vescovo
Tomo Vukšić. Sono i testi bilingue (inglese-croato) dei Trattati tra la Santa
Sede e la Bosnia-Erzegovina: l’Accordo di base tra la Santa Sede e la
Bosnia-Erzegovina, il Protocollo Addizionale all'accordo tra la Santa Sede e la
Bosnia-Erzegovina, l’Accordo tra la Santa Sede e la Bosnia-Erzegovina circa
l’assistenza religiosa ai fedeli cattolici, membri delle Forze Armate di
Bosnia-Erzegovina e il testo (italiano-montenegrino) dell'Accordo di Base tra
la Santa Sede e il Montenegro. Questa raccolta di saggi, dedicata al Nunzio
Apostolico in Bosnia Erzegovina Alessandro D'Errico, si conclude con una
calorosa postfazione del vescovo Franjo Komarica.
Permettetemi di concludere. Da quanto detto è evidente
che questo libro ha molti livelli e
raggiunge diversi obiettivi importanti.
• La descrizione dell'azione e della luminosa figura del
Nunzio Apostolico Alessandro D'Errico è il modo migliore di riconoscimento e di
apprezzamento per l'impegno saggio e generoso a favore del popolo croato e di
tutti gli altri cittadini della Bosnia-Erzegovina.
• L'attività del Nunzio Apostolico, inserita nel
necessario quadro politico e sociale,
consente una corretta valutazione e apprezzamento delle sue posizioni e
di quelle della Santa Sede, o più precisamente del Capo della Chiesa cattolica,
sia nell'immediato che nella storia
precedente. Sono state anche offerte indicazioni utili sulla struttura e sul
lavoro diplomatico della Santa Sede.
• Un aspetto importante di questa attività è la
descrizione dettagliata degli sforzi della Santa Sede e, in particolare, del
papa Giovanni Paolo II per l'instaurazione della pace in Bosnia-Erzegovina e
delle sue visite apostoliche, attraverso le quali, si possono vedere come tutte
le procedure si sono distaccate dalla prassi diplomatica abituale della Santa Sede.
• In forma esauriente sono presentati gli Accordi tra la
Santa Sede e la Bosnia-Erzegovina, come importante fattore di nuove relazioni,
con una loro analisi comparativa che permette di analizzare meglio ciò che -
secondo questi accordi - potrebbe e dovrebbe essere la posizione dei cattolici
nella multiconfessionale Bosnia-Erzegovina.
•
Attraverso la descrizione dell'attività e delle parole del Nunzio Apostolico
Alessandro D'Errico, pronunciate in numerose occasioni negli incontri con i
fedeli, questo libro trasmette il suo messaggio di speranza e di
incoraggiamento, tanto necessario in questi tempi difficili, a tutti i
cattolici e a tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina.
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