L'importanza
dell'Incontro si evince dai molteplici annunci delle Agenzie
cattoliche che lo hanno preceduto (vedi questo post) e dalla risonanza dell'avvenimento
che è stato seguito e commentato dai media cattolici della Croazia e
degli altri Paesi dell'area dei Balcani. Lo stesso portale del
Notiziario del Vaticano e la Radio Vaticana, riportando i contenuti
dell'omelia di Mons. D'errico, hanno dato ampio spazio e divulgazione
al valore che hanno assunto per la Chiesa Universale e per
l'Evangelizzazione dei Popoli i 5 giorni dell'Incontro Europeo dei
Direttori Nazionali del POM svoltosi a Luznica e al Santuario Mariano
Nazionale di Marja Bistrica.
Incontro Europeo dei
Direttori Nazionali
delle Pontificie Opere
Missionarie
Santa Messa al Santuario Nazionale
Mariano di Marija Bistrica
Omelia del Nunzio
Apostolico
(3 marzo 2015)
Consentitemi anzitutto di ringraziare vivamente
il Rev. Antun Štefan, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in
Croazia, per le parole di benvenuto che mi ha rivolto, e ancor più per l'invito
a presiedere questa solenne Celebrazione eucaristica. L’ho accettato ben
volentieri per l'importanza ecclesiale di questo Incontro Europeo dei Direttori Nazionali delle Pontificie Opere
Missionarie; ed anche perché - sin dal momento in cui ne ho avuto notizia -
esso mi ha fatto ritornare, con tanta gratitudine a Dio, agli anni intensi che
ho trascorso in terre di missione, in
varie parti del mondo.
Come Rappresentante Pontificio, mi è
caro rivolgere un particolare saluto al Rev.mo Segretario Generale della
Pontificia Opera Missionaria della Propagazione della Fede, Padre Ryszard Szmydki,
e ai Direttori Nazionali di Paesi europei convenuti in Croazia in questi giorni,
per uno scambio di esperienze, d’informazioni e di opinioni. Al tempo stesso,
mi è caro esprimere loro viva gratitudine per il servizio prezioso che essi rendono
alle missioni, con il loro impegno di animazione e di cooperazione missionaria,
per portare il Vangelo ai popoli lontani, in ogni parte della terra.
Assieme ad essi, saluto fraternamente
il Rettore di questo famoso Santuario nazionale mariano, Mons. Zlatko Koren, i
Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, e tutti voi - cari fratelli e sorelle -
che avete accolto l'invito dei vostri Pastori a venire qui oggi, per
raccomandare alla intercessione di Maria i lavori di questo importante evento
ecclesiale.
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Con voi vorrei fare qualche breve riflessione
circa la missione universale della Chiesa e l’urgenza di una nuova stagione
evangelizzatrice, sulle quali Papa Francesco ritorna tanto spesso.
Ricorderemo che il Concilio Vaticano II
ha affermato che la Chiesa è missionaria per sua natura, perché così l'ha
voluta il Fondatore. Questo significa che la missione non è un optional, ma piuttosto una sua dimensione
essenziale. E così, dopo il Concilio, i Papi che si sono succeduti hanno dedicato
all'azione evangelizzatrice della Chiesa documenti importanti e parte considerevole
del loro ministero. Tuttavia, direi che l'urgenza di evangelizzazione viene
oggi ancor più sottolineata e riaffermata da Papa Francesco. Egli, sin
dall'inizio del Suo pontificato, ha indicato la gioia di evangelizzare come dimensione
fondamentale della Chiesa.
Cosa dice Papa Francesco? E’
interessante notare che il Santo Padre pone proprio il mandato missionario di
Gesù alla base del Suo programma pastorale. E cioè, invita a prestare dovuta attenzione
alle ultime parole che il Maestro affidò ai discepoli, prima di far ritorno al
Padre. Sono sempre importanti le ultime parole di persone care. Altrettanto e ancor
più importanti devono essere per noi le ultime parole di Gesù. Quali sono?
Quelle che abbiamo ascoltato dal Vangelo appena proclamato: "Andate, fate discepoli tutti i popoli, battezzate
nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28, 19). Queste parole risuonano oggi
intensamente per noi, nella gioia di questo Incontro
dei Direttori Nazionali europei delle Pontificie Opere Missionarie, e sono dirette
a tutti, anche se in maniera diversificata. E tutti siamo invitati a sentirci
coinvolti, a darci da fare, a far buon uso dei talenti ricevuti.
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Allora ci chiediamo: cosa possiamo fare per vivere l'impegno di
evangelizzazione secondo le prospettive e le direttive di Papa Francesco? Il
Santo Padre indica tre campi per l’esercizio
di questo impegno.
C'è anzitutto il campo della pastorale ordinaria, che riguarda i fedeli che
frequentano regolarmente le nostre comunità. E’ il campo che si estende specialmente
ai Paesi di lunga tradizione cristiana, come la Croazia e tanti altri Paesi che
sono qui rappresentati dai rispettivi Direttori Nazionali. Anche ad essi, anche
a noi Gesù chiede di andare. E cioè,
di costruire una Chiesa in uscita,
che non si limiti semplicemente a conservare un’eredità ricevuta dal passato.
Il Papa è molto chiaro: chiede una
trasformazione di mentalità. Non è più tempo di pensare solo a conservare
quello che ancor abbiamo. E' tempo di rimboccarsi le maniche e mettersi in
movimento. Le nostre comunità sono invitate oggi più che mai ad andare per le vie del mondo, secondo
l'invito di Gesù, e dare la loro testimonianza di annuncio gioioso del Vangelo,
in un atteggiamento di apertura, dialogo, comprensione, senza chiudersi a nessuno.
In particolare, il Papa aggiunge che dobbiamo privilegiare le periferie del mondo; e cioè i poveri, gli ammalati, gli esclusi,
le categorie sociali che più avvertono la necessità di sostegno e di conforto. Per
tutti dobbiamo essere strumenti della misericordia di Dio, della Sua tenerezza,
del Suo amore per ogni uomo ed ogni donna.
Il secondo
campo di evangelizzazione è collegato al primo. Esso riguarda i lontani: i battezzati che non vivono
le esigenze del battesimo, e coloro che per vari motivi si trovano ad essere
agnostici, o atei, o disinteressati alla proposta di Gesù. Anche questo campo richiede
molta attenzione da parte delle nostre comunità. Se vogliamo essere fedeli alle
ultime parole di Gesù, non possiamo limitarci ad osservare questo triste
fenomeno. Invece, dobbiamo avere il coraggio e lo zelo apostolico di andare per le vie del mondo, renderci
presenti, fare il primo passo, nei modi che lo Spirito Santo suggerirà a
ciascuno. Il tutto ovviamente deve essere accompagnato da preghiera intensa,
affinché questi nostri fratelli possano riscoprire la gioia della fede e dell'incontro
con Dio.
C'è poi l'ambito più specificamente missionario: la proclamazione della
Buona Novella a coloro che ancora non conoscono Gesù o l’hanno sempre
rifiutato. Sono passati due mila anni. Ci sono ancora tante aree del mondo,
dove vivono persone che non conoscono Gesù. Ebbene, le nostre comunità non possono
non avvertire la necessità e l’urgenza di andare
e offrire anche ad essi la gioia del Vangelo. E’ per questo che lo Spirito di
Dio regolarmente ispira a tante persone generose di lasciare la loro patria,
come Abramo, e andare verso terre
lontane.
Com’é noto, la Croazia ha una grande
tradizione missionaria, che si continua ancor oggi. Dobbiamo rendere grazie a
Dio per i tanti missionari croati che operano in terre lontane: Sacerdoti, Religiosi,
Religiose, fedeli laici. Per esperienza personale - per gli anni che ho
trascorso in terre di missione - so bene che la vita dei missionari non sempre è
facile: per la diversità di culture e di abitudini, per mancanza di mezzi e di
personale, per vere e proprie persecuzioni che talvolta essi devono subire. E,
per esperienza personale, so pure quanto sia importante la preghiera e il sostegno
delle Chiese che inviano i propri missionari. Perciò, oggi vogliamo pregare
specialmente per i nostri missionari, e vogliamo assicurare che continueremo a
dare il nostro sostegno anche materiale per lo svolgimento della loro missione.
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Un’ultima breve osservazione. Questi tre
campi di evangelizzazione sono strettamente collegati tra loro, perché la
Chiesa è essenzialmente missionaria: essi sono solo tre aspetti di un’unica
realtà, che è la Chiesa voluta da Gesù. Inoltre, da tale prospettiva, la missio ad gentes deve essere la forza trainante, perché l’ansia di
evangelizzare ai confini -
testimoniata da missionari santi e generosi – non può non aiutare le comunità a
realizzare una pastorale in uscita
efficace, e un rinnovamento delle strutture e delle opere.
Possiamo allora comprendere il sogno di Papa Francesco, di cui Egli
parla al n. 27 della Evangelium Gaudium,
nella Sua sollecitudine di Supremo Pastore della Chiesa: "Sogno una scelta missionaria - Egli
scrive - capace di trasformare ogni cosa".
E cioè, una Chiesa in movimento, che si apra agli orizzonti del mondo, ad un
servizio della comunione e della cultura dell'incontro. Una Chiesa dalle porte
aperte, simbolo di luce, amicizia, fiducia. Una Chiesa tesa ad annunciare e testimoniare
la gioia del Vangelo. E' il sogno che oggi soprattutto vogliamo accogliere
senza riserve, insieme ai nostri Vescovi, che seguono con tanta attenzione le
indicazioni pastorali che il Santo Padre offre giorno dopo giorno, con il Suo
magistero e con il Suo esempio di vita.
L’augurio
per la nostra amatissima Chiesa di Dio che è in Croazia, che si fa preghiera
dinanzi alla Madonna, è che la sensibilità missionaria (per la “missio ad gentes”) - che da sempre
contraddistingue le nostre comunità - possa meglio ispirare, animare e
sostenere l’impegno per una nuova evangelizzazione. Di questo avvertiamo
l’urgenza e la necessità, insieme a Papa Francesco: sia per ciò che riguarda la
pastorale ordinaria, sia per ciò che concerne la doverosa sollecitudine per i
lontani.
Pertanto, dinanzi alla Madonna vogliamo
pregare affinché si avverta sempre più l’urgenza di una trasformazione di mentalità, come spesso ripete il Papa. E cioè, la necessità di guardare al presente
e al futuro della Chiesa evangelizzatrice, piuttosto che al passato. E quella di
renderci disponibili al-l’azione dello Spirito di Dio, che anima la Chiesa, “con generosità e coraggio … senza divieti né
paure ” (EG. 33), e senza ricorrere al “comodo
criterio pastorale del ‘si è sempre fatto così’ ” (ib.).
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A Maria - Madre della Chiesa evangelizzatrice e Stella della nuova evangelizzazione - affidiamo i lavori di questo
importante evento ecclesiale, ma anche le nostre speranze e il nostro impegno.
A Lei chiediamo di aiutarci a dire, con gioia e piena disponibilità, il nostro “sì” all'invito di Gesù a far risuonare la
Buona Novella in tutte le nostre attività. Attraverso Lei, chiediamo dal Padre
Celeste – che ha inviato per noi il Figlio Gesù, e continua ad operare tra noi
con la forza dello Spirito Santo - che la gioia del Vangelo si accresca nelle
nostre comunità e nessuna periferia sia privata della sua luce. Amen!
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