giovedì 25 dicembre 2014

Il Messaggio radiofonico del Nunzio sull'autentico significato del Natale

Il notiziario della HRT pubblica un commento-audio in croato che riguarda il Messaggio di Natale che S.E. L'Arcivescovo Alessandro D'Errico ha rivolto dai microfoni della emittente radio-televisiva, nella fede ai Cattolici di Croazia e in amicizia alle altre componenti della Nazione e ai popoli viciniori della Bosnia-Erzegovina e del Montenegro. Il Nunzio Apostolico rivolge il suo messaggio in italiano, che viene contestualmente ripresentato in lingua nazionale dal commentatore. Per il blog presentiamo il testo intero predisposto direttamente da Mons. D'Errico, e segnaliamo il link per l'audio-commento divulgato dalla HRT. La lettura diretta consente di recepire il significato spirituale e gli edificanti stimoli pastorali che nel messaggio si legano alla Natività del Signore.
Il Messaggio del Nunzio è stato integralmente divulgato anche dal portale di Laudato e commentato da diversi media che hanno fatto riferimento al Natale in Croazia.

Auguri natalizi del Nunzio Apostolico
Arcivescovo Alessandro D’Errico
trasmessi alla Radio Croata
(Zagabria, Santo Natale 2014)

Cari ascoltatori, Sretan Božić! Sono lieto di poter porgere a ciascuno di voi un augurio cordiale e fraterno di Felice e Santo Natale. Un saluto particolare mi è caro rivolgere a quanti sono lontani dalla Croazia, e specialmente agli amici della Bosnia ed Erzegovina e di Montenegro, ove ho avuto la gioia di servire la Chiesa e il Santo Padre per diversi anni. Con voi vorrei condividere qualche riflessione che mi sta accompagnando in questi giorni.

La prima è questa: Cosa dobbiamo fare per vivere il Natale nel suo autentico significato cristiano? Questa domanda mi sembra opportuna come punto di partenza, perché vedete bene che c’è sempre il rischio di banalizzare il Natale. E cioè, il rischio di lasciarsi assorbire quasi completamente dalle suggestive tradizioni esteriori più o meno folcloristiche, dalle decorazioni, dal ritmo frenetico degli auguri e dei regali da scambiarci, e anche - perché no? - dalla preparazione dei momenti conviviali da vivere insieme.

Qual è allora il vero significato cristiano del Natale? Cosa la nostra fede ci invita a celebrare oggi? In fondo, la risposta è semplice: a Natale celebriamo la venuta di Gesù nel mondo, la Sua nascita a Betlemme da Maria e Giuseppe. Ma Gesù è il Figlio di Dio, inviato dal Padre Celeste per la nostra salvezza. Perciò questo è un evento che in primo luogo vuole parlarci di Dio. Ci dice che Dio in cui crediamo è un Padre premuroso, che si prende cura di noi, e manda il Figlio Gesù per liberarci dal male, indicarci la strada e portarci alla casa celeste.

Personalmente penso che a Natale dovremmo soprattutto meditare sul mistero della misericordia e della tenerezza di Dio nei nostri confronti. Gesù viene per prenderci per mano, e camminare con noi per le strade del mondo: sempre e specialmente nei momenti di difficoltà.

Purtroppo anche oggi non mancano difficoltà, di vario genere, come abbiamo ascoltato tante volte in queste settimane di campagna elettorale. Ebbene, come i Pastori e come i Magi, dobbiamo trovare il tempo di andare alla grotta di Betlemme. Lì dobbiamo sostare in contemplazione dinanzi al mistero della benevolenza di Dio, e pregare. Lì certamente troveremo consolazione, pace interiore, nuova speranza, energia spirituale per continuare il nostro cammino - non sempre facile - di testimonianza cristiana e di impegno civile e sociale.

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Consentitemi di aggiungere un’altra riflessione. La gioia del Natale che siamo chiamati a sperimentare soprattutto oggi, non bisogna confonderla con le allegrie passeggere che possono venire dal mondo, come ripete spesso Papa Francesco. Gli agi della vita, i piaceri mondani, le comodità consumistiche, possono dare solo allegrie superficiali e temporanee; ma queste spesso finiscono con il lasciarci ancora più insoddisfatti e tristi.

La gioia della Buona Novella di Natale è di altra natura e di ben altro livello. Viene dalla contemplazione del mistero di Dio che sceglie la terra come Sua dimora, per farsi trovare là dove concretamente trascorriamo i nostri giorni, nella gioia e nel dolore. E così non ci dovrebbe essere prova, per quanto dolorosa, in grado di offuscare questa gioia. Anche nelle difficoltà - anzi soprattutto allora - dovremmo richiamare alla mente e al cuore che Gesù è Dio-con-noi, l’Emanuele. A Betlemme Egli si è schierato una volta per tutte dalla parte dell’uomo, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà e dei nostri peccati.

In altre parole, nella contemplazione del Bambino di Betlemme possiamo trovare una immensa energia divina, che ci aiuta a superare le fatiche e le tristezze, perché è energia di vita che riscalda e trasforma il cuore.

Questa gioia dobbiamo viverla e irradiarla soprattutto in questo tempo natalizio. Non possiamo trattenerla per noi. E neppure possiamo accontentarci di comunicarla soltanto a quelli che ci sono cari, o che ci sono più vicini. Soprattutto a Natale siamo chiamati ad allargare lo sguardo agli orizzonti di Dio e dell’umanità, e in particolare ai nostri fratelli più poveri e a quelli che sono un po’ lontani dalla fede, che di più necessitano di gesti di solidarietà e di una parola di conforto.

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Cari ascoltatori, in questo spirito rinnovo gli auguri natalizi a tutti e ciascuno di voi. Per voi e con voi prego che le festività natalizie possano portare tanta serenità e tanta rinnovata speranza. Auguro che questo Natale sia un tempo di gioia, di speranza e di pace - ma anche occasione propizia per un rinnovato impegno di solidarietà, di incontro, di rispettosa attenzione per gli altri.

Rinnovo l’invito: Andiamo a Betlemme! E da lì ripartiamo per le strade della vita, fino alle periferie del mondo, materiali e spirituali, per portare la Buona Novella di Gesù, Dio-con-noi.

Sretan Božić!


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