Il
notiziario della HRT pubblica un commento-audio in croato che
riguarda il Messaggio di Natale che S.E. L'Arcivescovo Alessandro
D'Errico ha rivolto dai microfoni della emittente radio-televisiva,
nella fede ai Cattolici di Croazia e in amicizia alle altre
componenti della Nazione e ai popoli viciniori della
Bosnia-Erzegovina e del Montenegro. Il Nunzio Apostolico rivolge il
suo messaggio in italiano, che viene contestualmente ripresentato in
lingua nazionale dal commentatore. Per il blog presentiamo il testo
intero predisposto direttamente da Mons. D'Errico, e segnaliamo il
link per l'audio-commento divulgato dalla HRT. La lettura diretta
consente di recepire il significato spirituale e gli edificanti
stimoli pastorali che nel messaggio si legano alla Natività del
Signore.
Il
Messaggio del Nunzio è stato integralmente divulgato anche dal
portale di Laudato e commentato da diversi media che hanno fatto
riferimento al Natale in Croazia.
Auguri
natalizi del Nunzio Apostolico
Arcivescovo
Alessandro D’Errico
trasmessi
alla Radio Croata
(Zagabria,
Santo Natale 2014)
Cari ascoltatori, Sretan
Božić!
Sono
lieto di poter porgere a ciascuno di voi un augurio cordiale e
fraterno di Felice
e Santo Natale.
Un saluto particolare mi è caro rivolgere a quanti sono lontani
dalla Croazia, e specialmente agli amici della Bosnia ed Erzegovina e
di Montenegro, ove ho avuto la gioia di servire la Chiesa e il Santo
Padre per diversi anni. Con voi vorrei condividere qualche
riflessione che mi sta accompagnando in questi giorni.
La
prima è questa: Cosa
dobbiamo fare per vivere il Natale nel suo autentico significato
cristiano?
Questa domanda
mi
sembra opportuna come punto di partenza, perché vedete bene che c’è
sempre il rischio di banalizzare il Natale. E cioè, il rischio di
lasciarsi assorbire quasi completamente dalle suggestive tradizioni
esteriori più o meno folcloristiche, dalle decorazioni, dal ritmo
frenetico degli auguri e dei regali da scambiarci, e anche - perché
no? - dalla preparazione dei momenti conviviali da vivere insieme.
Qual
è allora il vero significato cristiano del Natale? Cosa la nostra
fede ci invita a celebrare oggi?
In fondo, la risposta è semplice: a Natale celebriamo la venuta di
Gesù nel mondo, la Sua nascita a Betlemme da Maria e Giuseppe. Ma
Gesù è il Figlio di Dio, inviato dal Padre Celeste per la nostra
salvezza. Perciò questo è un evento che in primo luogo vuole
parlarci di Dio. Ci dice che Dio in cui crediamo è un Padre
premuroso, che si prende cura di noi, e manda il Figlio Gesù per
liberarci dal male, indicarci la strada e portarci alla casa
celeste.
Personalmente
penso che a Natale dovremmo soprattutto meditare sul mistero della
misericordia e della tenerezza di Dio nei nostri confronti. Gesù
viene per prenderci per mano, e camminare con noi per le strade del
mondo: sempre e specialmente nei momenti di difficoltà.
Purtroppo
anche oggi non mancano difficoltà, di vario genere, come abbiamo
ascoltato tante volte in queste settimane di campagna elettorale.
Ebbene, come i Pastori e come i Magi, dobbiamo trovare il tempo di
andare
alla grotta di Betlemme.
Lì dobbiamo sostare in contemplazione dinanzi al mistero della
benevolenza di Dio, e pregare. Lì certamente troveremo consolazione,
pace interiore, nuova speranza, energia spirituale per continuare il
nostro cammino - non sempre facile - di testimonianza cristiana e di
impegno civile e sociale.
**********
Consentitemi
di aggiungere un’altra riflessione. La gioia del Natale che siamo
chiamati a sperimentare soprattutto oggi, non bisogna confonderla con
le allegrie
passeggere che
possono venire dal mondo, come ripete spesso Papa Francesco. Gli agi
della vita, i piaceri mondani, le comodità consumistiche, possono
dare solo allegrie
superficiali e temporanee;
ma queste spesso finiscono con il lasciarci ancora più insoddisfatti
e tristi.
La
gioia della Buona Novella di Natale è di altra natura e di ben altro
livello. Viene dalla contemplazione del mistero di Dio che sceglie la
terra come Sua dimora, per farsi trovare là dove concretamente
trascorriamo i nostri giorni, nella gioia e nel dolore. E così non
ci dovrebbe essere prova, per quanto dolorosa, in grado di offuscare
questa gioia. Anche nelle difficoltà - anzi soprattutto allora -
dovremmo richiamare alla mente e al cuore che Gesù è Dio-con-noi,
l’Emanuele.
A Betlemme Egli si è schierato una volta per tutte dalla parte
dell’uomo, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie,
delle nostre difficoltà e dei nostri peccati.
In
altre parole, nella contemplazione del Bambino di Betlemme possiamo
trovare una immensa energia divina, che ci aiuta a superare le
fatiche e le tristezze, perché è energia di vita che riscalda e
trasforma il cuore.
Questa
gioia dobbiamo viverla e irradiarla soprattutto in questo tempo
natalizio. Non possiamo trattenerla per noi. E neppure possiamo
accontentarci di comunicarla soltanto a quelli che ci sono cari, o
che ci sono più vicini. Soprattutto a Natale siamo chiamati ad
allargare lo sguardo agli orizzonti di Dio e dell’umanità, e in
particolare ai nostri fratelli più poveri e a quelli che sono un po’
lontani dalla fede, che di più necessitano di gesti di solidarietà
e di una parola di conforto.
**********
Cari
ascoltatori, in questo spirito rinnovo gli auguri natalizi a tutti e
ciascuno di voi. Per voi e con voi prego che le festività natalizie
possano portare tanta serenità e tanta rinnovata speranza. Auguro
che questo Natale sia un tempo di gioia, di speranza e di pace - ma
anche occasione propizia per un rinnovato impegno di solidarietà, di
incontro, di rispettosa attenzione per gli altri.
Rinnovo
l’invito: Andiamo
a Betlemme!
E da lì ripartiamo
per le strade della vita, fino alle periferie del mondo, materiali e
spirituali, per portare la Buona Novella di Gesù, Dio-con-noi.
Sretan
Božić!
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