Mons.
D'Errico ha visitato la diocesi di Dubrovnik ed ha presieduto la
celebrazione eucaristica della solennità di San Giuseppe nella
cattedrale di Nostra Signora. Egli ha accolto l'invito del Vescovo
Uzinić e insieme con la comunità diocesana ha pregato in comunione
con Papa Francesco che a Piazza san Pietro ha celebrato la Santa
Messa dell'inizio del suo pontificato. Il grande significato
spirituale dell'avvenimento, celebrato dalla Chiesa universale
proprio nel giorno dedicato alla “custodia” del Santo padre
putativo di Gesù, è stato sottolineato dal Nunzio Apostolico in
Croazia che ha svolto un'omelia intensa ed ha condiviso la
benedizione del Santo Padre.
Il
portale della Diocesi di Dubrovnik ha dedicato un ampio commento alla
celebrazione del Vescovo D'errico insieme con una bella galleria
fotografica e con un un efficace video incentrato sull'omelia.
Anche le principali agenzie cattoliche croate (IKA e Glas Koncila) hanno divulgato commenti che si possono leggere ai link segnalati. Possiamo leggere tutti i contenuti dell'omelia direttamente dal testo in italiano preparato dal Nunzio.
Sullo
stesso portale, a firma di Angelina Tadic, è riportato un commento
con vasta galleria fotografica alla visita pomeridiana del Nunzio al
centro storico svolta in compagnia del Vescovo e di alcuni
funzionari. Sono riferite le impressioni del Nunzio sulla città e le
sue dichiarazioni ai giornalisti che lo hanno intervistato. Dalla
sintesi tradotta ad sensum leggiamo:
“Il
Nunzio ha detto di essere felice di visitare Dubrovnik in veste di
Nunzio in Croazia. Egli ha fatto un confronto con la precedente
esperienza di servizio in Bosnia-Erzegovina e in Montenegro ed ha
espresso le preoccupazioni della Santa Sede per le sorti in queste
nazioni della componente croata, sostanzialmente cattolica: "La
Santa Sede è molto preoccupata per la scomparsa del popolo croato in
Bosnia-Erzegovina e in Montenegro. La nostra preoccupazione deriva
dal punto di vista religioso. Perché se scompare il popolo croato
con lui scompare la fede cattolica.
Vi
è una continuità del popolo croato in tutti questi paesi, le radici
stesse, la stessa fede, la tradizione, la devozione alla Chiesa e al
Papa, le dinamiche stesse della missione, gli stessi doveri e gli
obblighi per la pastorale. Ma c'è una grande differenza. In questi
paesi, i croati sono solo un piccolo gruppo che ha grandi problemi.
In Bosnia-Erzegovina non si sentono riconosciuti come popolo
costituente, mentre la situazione è leggermente migliore in
Montenegro. Qui in Croazia, l'atmosfera è completamente diversa,
perché è un ambiente cattolico”. Per quanto riguarda il
cattolicesimo in Croazia, dove le autorità non hanno alcun problema
a riconoscere il valore storico della tradizione cattolica e la fede,
il Nunzio
Apostolico
ha detto che questo sarebbe più una riscoperta del cattolicesimo. La
fede cattolica è stata
intimamente
legata alla storia
e all'identità
dell'uomo
croato. I
Vescovi
non possono
abbandonare ciò che ha dato l'identità del popolo croato, e le
tensioni che si
registrano
tra alcuni vescovi e il governo saranno
senz'altro risolte ed avranno buon esito”.
Anche le principali agenzie cattoliche croate (IKA e Glas Koncila) hanno divulgato commenti che si possono leggere ai link segnalati. Possiamo leggere tutti i contenuti dell'omelia direttamente dal testo in italiano preparato dal Nunzio.
Visita a Dubrovnik
Solennità di San Giuseppe
(Omelia, 19 marzo 2013)
Sono grato al Vescovo Uzinić per la gioia che mi dà oggi di celebrare
con voi la Solennità di San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale. Lo ringrazio
vivamente per le parole di benvenuto che mi ha rivolto e per la fraternità con
cui mi ha accolto. Saluto cordialmente i Vescovi presenti, i sacerdoti, i religiosi,
le religiose, gli operatori di pastorale e tutti voi che partecipate con tanta
devozione a questa Santa Messa.
Oggi è un grande giorno per la Chiesa Universale, perché questa
mattina il Santo Padre Francesco ha inaugurato solennemente il Suo pontificato.
Il Vescovo mi diceva che state pregando molto per Lui. Ora, come Rappresentante
Pontificio, vorrei invitarvi ad intensificare la preghiera per Lui,
specialmente in questa Santa Messa. Egli è Pietro, la roccia su cui è fondata
la Chiesa; è il principio ed il fondamento visibile dell’unità. Il nostro
augurio per Lui oggi - che si fa preghiera in questa Eucaristia - è che da tutti
sia accolto fedelmente il Suo magistero; e per tutti Egli sia un costante punto
di riferimento, soprattutto nelle difficoltà in cui talvolta vengono a trovarsi
le Chiese particolari e le società civili.
Mons. Uzinić mi aveva invitato a venire a Dubrovnik due mesi fa, quando
ancora era Papa il venerato Santo Padre Benedetto XVI, che oggi celebra la
festa onomastica. Anche per Lui vorrei invitarvi a pregare oggi, come segno di
filiale gratitudine per il molto che Egli ci ha dato, in otto anni di
illuminato magistero e di esemplare ministero apostolico.
Inoltre, questo è un giorno importante per la vostra comunità
diocesana anche perché voi celebrate il secondo anniversario dell’Ordinazione episcopale
del vostro Vescovo. Ho un caro ricordo di quel giorno. Ero Nunzio Apostolico in
Bosnia ed Erzegovina. Mi trovavo a Mostar per la Sessione primaverile della
Conferenza Episcopale di Bosnia e Erzegovina; e, naturalmente, nelle conversazioni
con i confratelli Vescovi, l’Ordinazione del nuovo Vescovo di Dubrovnik era un
argomento ricorrente. In questi due anni, Mons. Uzinić ha saputo raccogliere
l’eredità spirituale dei venti anni di episcopato di Mons. Puljić; e abbiamo
tutti apprezzato lo zelo e il dinamismo del suo ministero episcopale. Perciò,
in questa Santa Messa rendiamo grazie a Dio per tutto ciò che egli ha
realizzato e sta realizzando; ci congratuliamo con Lui; e, guardando al futuro,
affidiamo allo Spirito Santo, attraverso l’intercessione di San Giuseppe, i
suoi progetti e le sue speranze per la Chiesa di Dio che è in Dubrovnik.
**********
Miei cari fratelli e sorelle, per la nostra meditazione vorrei
proporre qualche breve riflessione sulla figura e sull’insegnamento di San
Giuseppe, così come ci vengono presentati dai pochi passi di Vangelo che
parlano di lui. Mi colpiscono soprattutto due aspetti. In primo luogo, egli appare nei momenti chiave dell’infanzia di
Gesù, ma di lui non è registrata neppure una parola. In secondo luogo, si sottolinea sempre la sua piena disponibilità a
fare la volontà di Dio.
Così avviene anche nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato. Giuseppe
si trova dinanzi ad una situazione umanamente imbarazzante: Maria, sua promessa
sposa, attende un bambino. Egli si domanda, come farebbe ogni uomo, cosa deve
fare. Riceve un sogno, rivelatore dei disegni di Dio: “Non temere Giuseppe. Ciò che è avvenuto è opera dello Spirito Santo”. E
la sua risposta è pronta e incondizionata: “Fece
come l’angelo del Signore gli aveva ordinato”.
In questo
senso possiamo capire una piccola nota dello stesso brano, ove si dice: “Era un uomo giusto”. Qui “giusto” non è da intendersi nel senso
di giustizia distributiva, e cioè di dare a ciascuno il suo. Qui “giusto” significa che Giuseppe era un
uomo pio: uomo sempre alla ricerca della volontà di Dio, e sempre animato da
grandi criteri di amore per il prossimo. In altre parole, anche per Giuseppe,
come per Maria sua sposa, alla base della sua vita c’è anzitutto un
atteggiamento di fede, come ci viene suggerito dalla seconda lettura. Fede è fidarsi
di Dio sempre, in ogni circostanza. Anche e soprattutto nelle difficoltà. Fede
è sperare contro ogni speranza, nella rinuncia ai criteri dell’uomo, per un
completo abbandono ai criteri di Dio.
**********
Nei giorni scorsi, pensando a questa celebrazione, mi chiedevo che
cosa può dire in concreto a noi oggi l’esempio di Giuseppe. Vorrei limitarmi a
presentare brevemente qualche pista di riflessione.
Prima pista. Giuseppe è uomo
“giusto” che confida nel Signore. Egli ci dice che - quali che siano o che
saranno le difficoltà che incontreremo - il nostro impegno di vita cristiana e
il contributo che vogliamo dare a livello sociale e civile per il bene del
Paese, devono nutrirsi soprattutto di fede e di preghiera. L’esempio di San
Giuseppe ci ricorda che la preghiera non è un aspetto “opzionale” della vita cristiana.
Come farebbe ogni figlio, che sa di avere un padre che si preoccupa di lui,
dobbiamo presentare a Dio, che è nostro Padre celeste, le nostre ansie, le
nostre difficoltà, le nostre speranze, i nostri desideri, i nostri progetti. Ed
è proprio questo che vogliamo fare oggi: per noi, per le nostre famiglie, per
la comunità diocesana, per la Chiesa, per il mondo intero, e specialmente per
Papa Francesco e per Benedetto XVI.
Seconda pista. L’esempio di
Giuseppe, uomo laborioso, che accompagna lo spirito di fede con lavoro intenso,
umile e responsabile, ci dice che ciascuno deve avvertire il dovere di fare la
sua parte, nella Chiesa e nella società. Nessuno deve esimersi da questa
responsabilità. Ciascuno deve sentirsi chiamato da Gesù, il Maestro, a fare
buon uso dei talenti ricevuti. Con serietà e responsabilità. Perché come si
dice: “La casa grande si costruisce con
piccoli mattoni”.
Terza pista. La vita di Giuseppe, uomo
giusto, che cerca di conformare sempre le sue scelte ai criteri di Dio, ci
invita a continuare la nostra ricerca, sincera e appassionata, dei criteri di
Dio. Così com’è avvenuto in passato, secondo le migliori tradizioni del popolo
croato, dobbiamo cercare in Lui, Padre celeste, e nella Parola di Gesù, il
riferimento costante per le questioni che dobbiamo affrontare. Così, per
esempio: Dio è Amore, che pensa al di sopra dei criteri dell’uomo: perciò,
come Lui siamo chiamati a diffondere perdono, misericordia e comprensione. Dio è Principe della Pace: come Lui,
abbiamo il dovere di essere operatori di pace, annunciatori e costruttori di
riconciliazione, lavorando insieme con tutte le persone di buona volontà,
cercando insieme la soluzione dei problemi, in spirito di dialogo positivo e
costruttivo. Dio è comunione di vita
nelle diversità delle Persone: questa unità - unità nella diversità - è ciò che
dobbiamo auspicare per le nostre comunità diocesane e per la società civile.
**********
Miei cari
fratelli e sorelle, affido queste riflessioni alla celeste protezione di San
Giuseppe, di San Biagio, e di Maria Madre della Chiesa. Attraverso la loro
intercessione, prego per il Santo Padre Francesco e per Benedetto XVI, per il vostro
Vescovo, per i degni sacerdoti che lo accompagnano nell’esercizio del Suo
ministero episcopale, per tutti e per ciascuno di voi. Per tutti auspico abbondanza
di benedizioni e di grazie, per il bene della Chiesa di Dio che è in Dubrovnik
e della Chiesa Universale. Amen!
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