martedì 2 maggio 2017

L’opera del Nunzio Apostolico nei servizi di Vecernji List

E’ considerato tra i maggiori giornali della Croazia, ed ha dedicato all’opera del Nunzio Apostolico a Zagabria sempre una importante attenzione. Vecernji List ha colto in genere i risvolti laico-politici dell’opera dell’Arcivescovo Alessandro D’Errico, evidenziando le specificità del ruolo del rappresentante del Papa rispetto all’opera dell’episcopato croato e rimarcando il significato delle relazioni diplomatiche e del dialogo con le autorità politiche e culturali della Croazia.
La notizia della nomina di Mons. D’Errico a nuovo Nunzio Apostolico nella Repubblica di Malta, dopo gli anni della Nunziatura in Bosnia-Erzegovina e in Croazia, è stata accompagnata da commenti ed approfondimenti dai redattori del giornale che hanno voluto ripercorrere e sintetizzare per il pubblico i significati ed il particolare valore assunto del lavoro svolto da S. E. l’Arcivescovo Alessandro D’Errico.
Appena dopo l’ufficializzazione della nomina VL il 27 aprile 2017 ha dedicato al Nunzio un primo servizio a firma di Drazen Klaric, Darko Pavcic e Silvia Tomasevic. Ne leggiamo di seguito la traduzione ad sensum dal croato.

Il Papa ha nominato il Nunzio per un nuovo servizio a Malta

I vescovi croati saluteranno il Nunzio con una solenne celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Zagabria il 26 giugno
In un periodo di cinque anni in Croazia il Nunzio è stato coinvolto nella nomina di sei nuovi vescovi voluti da Papa Francesco e nella creazione di televisione cattolica.
La Santa Sede ha annunciato ieri che l'ex nunzio in Croazia, mons. Alessandro D'Errico è inviato al nuovo servizio a Malta, che coprirà anche la Libia, e pone fine al suo mandato in Croazia, che è stato di cinque anni.
Ha contribuito al dialogo. Il Nunzio D'Errico ha informato i vescovi croati, che questa settimana a Zagabria sono impegnati nella sessione regolare di primavera, e per le sue attività in Croazia ha ringraziato il presidente della Conferenza episcopale croata, Mons. Zelimir Puljic, arcivescovo di Zara, il quale ha riassunto il suo mandato in tre punti. Il primo è il rinnovamento evangelico, ed il ringiovanimento dell'episcopato croato con la nomina dei vescovi di Đakovo, Krk, dell'Ordinariato militare, di Gospic e Sibenik e di Hvar, la cui pubblicazione dovrebbe essere in maggio o giugno, perché la procedura è stata completata e prevede solo la firma Papa Francesco. Ha considerato il mandato del Nunzio D'Errico nello spirito del pontificato di Papa Francesco, e cioè che i vescovi eletti esprimano la chiesa più vicina alla gente, che vanno verso la periferia e che sono aperti al dialogo. Mons. D'Errico, ha detto mons. Puljic, ha avuto in questi cinque anni molti contatti con le autorità nazionali, indipendentemente dalle loro posizioni politiche, e che sono stati importanti sia per la Croazia e per la Chiesa cattolica in Croazia, ed ha fortemente contribuito al dialogo ecumenico e interreligioso nella regione. In realtà, mons. D'Errico è venuto cinque anni fa a Zagabria, da Sarajevo, dove il suo dialogo interreligioso è stato di fondamentale importanza, come per il destino della Chiesa cattolica e dei croati in Bosnia-Erzegovina, e non si nasconde che anche negli anni di Zagabria in Croazia egli ha fortemente incoraggiato e sostenuto i croati e cattolici in Bosnia-Erzegovina, perché è uno degli interessi strategici del Vaticano.
Papa Francesco ora lo invia alla nuova "periferia nevralgica del cristianesimo", che è la Libia. Mentre i suoi colleghi stanno godendo la pensione, il diplomatico esperto D'Errico è pronto ad affrontare le nuove sfide e ad inizio maggio si incontrerà personalmente con Papa Francesco, che per lui ha una missione specifica. Non si sa di che tipo, ma tutto sarà più chiaro dopo il ritorno del papa dal recente viaggio in Egitto, e si sa che Papa Francesco ritiene questa zona importante per il lavoro umanitario e per la questione dei rifugiati che arrivano in Europa. Il Nunzio D'Errico in Croazia ha lasciato una forte impronta nello spirito della saggia diplomazia vaticana ed ha aperto una nuova attività nel capitolo della Chiesa nelle nostre aree.

I vescovi croati saranno insieme con lui in una solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Zagabria il 26 giugno.
Qual è la vera immagine Nunzio? Papa Francesco ha detto che il compito del nunzio è quello di essere di supporto e scudo della Chiesa locale. Il Nunzio dovrebbe ascoltare prima di prendere una decisione, fare il primo passo per eliminare la tensione, promuovere la comprensione e la riconciliazione. Senza umiltà non c'è nessun servizio, niente frutta, e l'umiltà il Nunzio manifesta nell’amore per il paese e per la Chiesa che è chiamato a servire. Non bisogna attaccare coloro che non la pensano come noi, ma i nostri occhi devono avere uno sguardo ampio e profondo - ha detto Francesco, aggiungendo che dal Nunzio si richiede la volontà e la disponibilità a risiedere con la gente, e a dialogare con i vescovi, sacerdoti, pastori, con le istituzioni culturali e sociali, perché in queste occasioni crea le condizioni per ascoltare, imparare, conoscere i problemi. I Nunzi sono pastori che hanno a cuore il vero bene dell'uomo, dice Francesco. (Silvia Tomasevic).


Qualche giorno dopo, il 30 aprile 2017, VL ha dedicato un ulteriore approfondimento ai significati della nomina del Nunzio e al suo lavoro svolto negli anni precedenti. Questo approfondimento, a firma di Zoran Kresic è stato poi tradotto dal croato e postato il primo maggio sul profilo di FB dell’Arcivescovo D’Errico da Antonio Anatriello, suo amico dai tempi degli studi al Seminario minore di Aversa e degli studi alla Facoltà Teologica ‘San Luigi’ dei Gesuiti di Napoli.

Di seguito lo proponiamo in questa versione postata sul social.
Antonio Anatriello
OMAGGIO DEL MAGGIORE GIORNALE DI CROAZIA AL NUNZIO APOSTOLICO SANDRO D’ERRICO
Zoran Kršić (https://m.vecernji.hr) 30 04 2017
(segue in coda ARTICOLO IN CROATO, apparso sul diario del Nunzio, di cui ho ritenuto utile chiedere la traduzione in italiano qui pubblicata).

LO HANNO ASCOLTATO ANCHE QUELLI CHE NON ERANO D'ACCORDO CON LUI. HA UNITO I POPOLI E GLI STATI, HA MIGLIORATO I RAPPORTI TRA LA CHIESA E LE COMUNITÀ RELIGIOSE.
DOPO UNA MISSIONE DI UNDICI ANNI TRA I CROATI CATTOLICI IN CROAZIA E IN BOSNIA ED ERZEGOVINA, IL NUNZIO APOSTOLICO PARTE PER MALTA.

La fine di una missione di Ambasciatore, a meno che non sia un atto di espulsione dal Paese, si nota come una semplice notizia.
Ma la partenza annunciata dell'Arcivescovo Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico, pochi ha lascato senza commento, sopratutto per i frutti del suo lavoro di undici anni tra i Croati cattolici in Croazia e in Bosnia ed Erzegovina, per la sua vicinanza a tutti gli uomini, Sacerdoti, Vescovi; e nello stesso tempo egli è stato incluso in numerosi progetti concreti.
RINNOVAMENTO DELLA CHIESA
"Quando sono venuto qui, davanti agli occhi, ho avuto chiari tre ruoli del Rappresentante Pontificio il quale, prima di tutto, deve far progredire i buoni rapporti tra la Chiesa locale e la Santa Sede.
L’Arcivescovo Puljić ha parlato del rinnovo che ho tentato di eseguire, prima di tutto, nel servizio della Chiesa in Croazia, particolarmente per quanto riguardava la nomina dei Vescovi che abbiamo creato negli ultimi anni.
Secondo, mi sono sforzato sempre di mantenere vivi i ponti, le buone strade, i buoni rapporti con le Autorità locali, sia sul livello statale, sia sul livello delle città e delle contee.
Terzo, ho tentato di mantenere e di avanzare le buone relazioni ecumeniche e un buon dialogo interreligioso sia con la Chiesa Ortodossa, sia con la Comunità islamica, sia con altre Confessioni religiose in Croazia" - ha riassunto il Rappresentante Pontificio la sua missione di cinque anni.
Sebbene ci sono state anche delle incomprensioni, persino anche delle tensioni nei rapporti con la Santa Sede dopo la complicazione del caso di Dajla, il Portavoce del Papa (questo è il significato della parola "Nunzio" tradotta dall'italiano), parte dopo aver avuto un ruolo essenziale nel rinnovamento evangelico, nella nomina di sei nuovi Vescovi in Croazia e due in Bosnia ed Erzegovina, la firma dell'Accordo fondamentale tra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina, poi il Montenegro, nonché la messa in piedi della TV Laudato.
Il Corpo dei Vescovi è stato ringiovanito a Đakovo, a Krk, nell’ Ordinariato Militare, a Gospić, a Šibenik e a Hvar, e in Bosnia ed Erzegovina prima è stato nominato il primo Ordinario Militare e poi, come Vescovo Ausiliare, è stato nominato Vescovo Ausiliare di Banja Luka il primo francescano dopo 64 anni. La missione di questo Pastore è stata sempre caratterizzata dalla vicinanza alla gente, dal dialogo promosso come il valore cruciale per il futuro.

Il Ministro degli Affari Esteri ed Europei sottolinea che la Croazia in lui ha avuto un amico e che il suo ruolo, per la Bosnia ed Erzegovina, è molto importante. "Abbiamo collaborato molto bene con il Nunzio D'Errico, in modo particolare si è impegnato affinché la Santa Sede dia l'appoggio alla politica che incoraggia tutte le riforme in Bosnia ed Erzegovina, che favoriscono la sua strada europea per essere uno Stato di tre popoli sostitutivi e che così anche il popolo croato abbia gli stessi diritti", ha detto Stier.
Il Diplomatico del Vaticano, acuto e perseverante, lo hanno ascoltato tanti, sebbene all'inizio dei colloqui non andavano d'accorso con lui. Non ha avuto dei problemi nelle comunicazioni con gli interlocutori, sia che siano stati i rappresentanti dello Stato o del popolo, delle altre confessioni religiose o dei partiti politici. Ha ricevuto un riconoscimento proprio per la promozione del dialogo interreligioso. Questo era evidente particolarmente in Bosnia ed Erzegovina nel collegare i rappresentanti della Chiesa Cattolica, della Chiesa Ortodossa e della Comunità musulmana.

CON UN OCCHIO SEMPRE IN BOSNIA ED ERZEGOVINA
Il risultato rilevante del suo lavoro in Bosnia ed Erzegovina è arrivato già all'inizio della missione quando è riuscito ad assicurare la firma dell’Accordo di Base tra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina e poi quello sull'erezione dell’ Ordinariato Militare.
In questo Paese ha avuto un grande ruolo nel sanare la ferita della cosiddetta “questione erzegovinese”, i problemi che si sono creati dopo la divisione delle parrocchie tra i sacerdoti diocesani e i francescani, e il suo influsso è stato riconosciuto anche nelle decisioni che riguardano Međugorje.

Oltre il ruolo spirituale ed ecclesiale, in Bosnia ed Erzegovina ha avuto un notevole ruolo come mediatore tra i politici e tra i popoli che erano divisi e in litigio tra di loro. Su questa dimensione ha parlato anche il Cardinale Vinko Puljić, Arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo, al quale egli era molto vicino.

È veramente una cosa grande che egli non solo ha capito i problemi che impedivano lo stabilimento della vera pace, ma non ha mai tralasciato l'occasione per evidenziare i problemi in questa Terra, impegnandosi affinché tutti abbiano gli stessi diritti in questi territori. Apertamente sottolineava che senza presenza e senza uguaglianza nei diritti dei Croati, non ci sarà nemmeno l'uguaglianza dei diritti dei cattolici", ha detto il Cardinale Puljić.
Sebbene stava a Zagabria, con un occhio sempre guardava alla Bosnia ed Erzegovina, invitando i Vescovi alla stretta unione.
Dopo la "problematica" Bosnia ed Erzegovina e la Croazia turbolenta, il Nunzio D'Errico continua la sua missione a Malta e in Libia, da cui verso l'Europa partono magliaia di migranti.
Questa è la continuazione delle "speciali" attività delle quali gli parlerà personalmente il Papa Francesco nell'udienza che gli sarà concessa nel corso del prossimo mese di maggio, che per questo sacerdote di Frattamaggiore, carismatico e cordiale, sono già un'abitudine.


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