E’
considerato tra i maggiori giornali della Croazia, ed ha dedicato
all’opera del Nunzio Apostolico a Zagabria sempre una importante
attenzione. Vecernji List ha colto in genere i risvolti
laico-politici dell’opera dell’Arcivescovo Alessandro D’Errico,
evidenziando le specificità del ruolo del rappresentante del Papa
rispetto all’opera dell’episcopato croato e rimarcando il
significato delle relazioni diplomatiche e del dialogo con le
autorità politiche e culturali della Croazia.
La
notizia della nomina di Mons. D’Errico a nuovo Nunzio Apostolico
nella Repubblica di Malta, dopo gli anni della Nunziatura in
Bosnia-Erzegovina e in Croazia, è stata accompagnata da commenti ed
approfondimenti dai redattori del giornale che hanno voluto
ripercorrere e sintetizzare per il pubblico i significati ed il
particolare valore assunto del lavoro svolto da S. E. l’Arcivescovo
Alessandro D’Errico.
Appena
dopo l’ufficializzazione della nomina VL il 27 aprile 2017 ha
dedicato al Nunzio un primo servizio a firma di Drazen Klaric, Darko
Pavcic e Silvia
Tomasevic. Ne
leggiamo di seguito la traduzione ad sensum dal croato.
Il Papa ha nominato il Nunzio per un nuovo servizio a Malta
I
vescovi
croati saluteranno
il Nunzio
con
una solenne
celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Zagabria il 26 giugno
In
un
periodo di cinque anni in
Croazia il Nunzio
è stato coinvolto nella nomina di sei nuovi vescovi voluti
da Papa
Francesco e nella
creazione di televisione cattolica.
La
Santa Sede ha annunciato ieri che l'ex nunzio in Croazia, mons.
Alessandro D'Errico è
inviato al nuovo servizio a Malta, che coprirà anche
la
Libia, e pone
fine al suo mandato in Croazia, che è stato
di cinque anni.
Ha
contribuito al dialogo. Il
Nunzio
D'Errico ha
informato
i vescovi croati, che questa settimana a Zagabria sono impegnati
nella sessione
regolare di primavera, e per
le
sue attività in Croazia ha ringraziato il presidente della
Conferenza episcopale croata, Mons.
Zelimir Puljic, arcivescovo di Zara, il
quale ha riassunto il
suo mandato in tre punti. Il primo è il rinnovamento evangelico, ed
il
ringiovanimento dell'episcopato croato con
la nomina dei vescovi
di
Đakovo, Krk, dell'Ordinariato
militare, di
Gospic
e Sibenik e di
Hvar,
la cui pubblicazione dovrebbe essere in maggio o giugno, perché la
procedura è stata completata e prevede solo la firma Papa Francesco.
Ha
considerato
il mandato del
Nunzio D'Errico nello spirito del pontificato di Papa Francesco, e
cioè che i vescovi eletti esprimano
la chiesa più vicina alla gente, che vanno verso la periferia e che
sono aperti al dialogo. Mons. D'Errico, ha detto mons. Puljic, ha
avuto in questi cinque anni molti
contatti
con le autorità nazionali, indipendentemente
dalle loro posizioni
politiche, e che sono stati importanti sia per la Croazia e per la
Chiesa cattolica in Croazia, ed
ha
fortemente contribuito al dialogo ecumenico e interreligioso nella
regione. In realtà, mons. D'Errico è venuto cinque anni fa a
Zagabria, da
Sarajevo,
dove il suo dialogo interreligioso è stato di fondamentale
importanza, come
per il destino
della Chiesa cattolica e dei
croati
in Bosnia-Erzegovina, e
non
si nasconde che
anche negli
anni di Zagabria in
Croazia
egli
ha fortemente
incoraggiato
e
sostenuto
i croati e cattolici in Bosnia-Erzegovina, perché è uno degli
interessi strategici del Vaticano.
Papa Francesco ora lo invia
alla nuova "periferia nevralgica
del cristianesimo", che
è
la Libia. Mentre i suoi colleghi stanno godendo la pensione, il
diplomatico
esperto
D'Errico è pronto
ad affrontare le nuove sfide e ad
inizio
maggio si
incontrerà
personalmente con Papa Francesco, che per lui ha una missione
specifica. Non si sa di che tipo, ma tutto sarà più chiaro dopo il
ritorno del papa dal
recente
viaggio in Egitto, e
si sa
che
Papa
Francesco ritiene
questa
zona importante per il lavoro umanitario e per
la
questione dei rifugiati che arrivano in Europa. Il
Nunzio
D'Errico in Croazia ha lasciato una forte impronta nello spirito
della
saggia
diplomazia vaticana ed
ha
aperto una nuova attività nel
capitolo
della Chiesa nelle nostre aree.
I
vescovi
croati saranno insieme
con lui in una
solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Zagabria il 26
giugno.
Qual è la vera immagine Nunzio? Papa Francesco ha detto
che
il compito del
nunzio è
quello di
essere di supporto e scudo della Chiesa locale. Il
Nunzio
dovrebbe ascoltare prima di prendere una decisione, fare il primo
passo per eliminare la tensione, promuovere la comprensione e la
riconciliazione. Senza umiltà non c'è nessun servizio, niente
frutta, e l'umiltà il
Nunzio
manifesta nell’amore
per il paese e per la Chiesa che è
chiamato
a servire. Non bisogna
attaccare coloro che non la pensano come noi, ma i nostri occhi
devono
avere
uno sguardo ampio
e profondo - ha detto Francesco, aggiungendo che dal
Nunzio si
richiede la
volontà
e la disponibilità a risiedere con la gente, e
a dialogare con i vescovi,
sacerdoti, pastori, con
le istituzioni culturali
e sociali, perché in queste occasioni crea le condizioni per
ascoltare, imparare, conoscere i problemi. I
Nunzi
sono pastori che hanno a cuore il vero bene dell'uomo, dice
Francesco. (Silvia Tomasevic).
Qualche
giorno dopo, il 30 aprile 2017, VL ha dedicato un ulteriore
approfondimento ai significati della nomina del Nunzio e al suo
lavoro svolto negli anni precedenti. Questo approfondimento, a firma
di Zoran
Kresic è
stato poi tradotto dal croato e postato il
primo maggio sul
profilo di FB dell’Arcivescovo D’Errico da Antonio Anatriello,
suo amico dai tempi degli studi al Seminario minore di Aversa e degli
studi alla Facoltà Teologica ‘San Luigi’ dei Gesuiti di Napoli.
Di
seguito lo proponiamo in questa versione postata sul social.
Antonio Anatriello
OMAGGIO
DEL MAGGIORE GIORNALE DI CROAZIA AL NUNZIO APOSTOLICO SANDRO
D’ERRICO
(segue in coda ARTICOLO IN CROATO, apparso sul diario
del Nunzio, di cui ho ritenuto utile chiedere la traduzione in
italiano qui pubblicata).
LO
HANNO ASCOLTATO ANCHE QUELLI CHE NON ERANO D'ACCORDO CON LUI. HA
UNITO I POPOLI E GLI STATI, HA MIGLIORATO I RAPPORTI TRA LA CHIESA E
LE COMUNITÀ RELIGIOSE.
DOPO UNA MISSIONE DI UNDICI ANNI TRA I
CROATI CATTOLICI IN CROAZIA E IN BOSNIA ED ERZEGOVINA, IL NUNZIO
APOSTOLICO PARTE PER MALTA.
La
fine di una missione di Ambasciatore, a meno che non sia un atto di
espulsione dal Paese, si nota come una semplice notizia.
Ma la
partenza annunciata dell'Arcivescovo Alessandro D'Errico, Nunzio
Apostolico, pochi ha lascato senza commento, sopratutto per i frutti
del suo lavoro di undici anni tra i Croati cattolici in Croazia e in
Bosnia ed Erzegovina, per la sua vicinanza a tutti gli uomini,
Sacerdoti, Vescovi; e nello stesso tempo egli è stato incluso in
numerosi progetti concreti.
RINNOVAMENTO DELLA CHIESA
"Quando
sono venuto qui, davanti agli occhi, ho avuto chiari tre ruoli del
Rappresentante Pontificio il quale, prima di tutto, deve far
progredire i buoni rapporti tra la Chiesa locale e la Santa
Sede.
L’Arcivescovo Puljić ha parlato del rinnovo che ho
tentato di eseguire, prima di tutto, nel servizio della Chiesa in
Croazia, particolarmente per quanto riguardava la nomina dei Vescovi
che abbiamo creato negli ultimi anni.
Secondo, mi sono sforzato
sempre di mantenere vivi i ponti, le buone strade, i buoni rapporti
con le Autorità locali, sia sul livello statale, sia sul livello
delle città e delle contee.
Terzo, ho tentato di mantenere e di
avanzare le buone relazioni ecumeniche e un buon dialogo
interreligioso sia con la Chiesa Ortodossa, sia con la Comunità
islamica, sia con altre Confessioni religiose in Croazia" - ha
riassunto il Rappresentante Pontificio la sua missione di cinque
anni.
Sebbene ci sono state anche delle incomprensioni, persino
anche delle tensioni nei rapporti con la Santa Sede dopo la
complicazione del caso di Dajla, il Portavoce del Papa (questo è il
significato della parola "Nunzio" tradotta dall'italiano),
parte dopo aver avuto un ruolo essenziale nel rinnovamento
evangelico, nella nomina di sei nuovi Vescovi in Croazia e due in
Bosnia ed Erzegovina, la firma dell'Accordo fondamentale tra la Santa
Sede e la Bosnia ed Erzegovina, poi il Montenegro, nonché la messa
in piedi della TV Laudato.
Il Corpo dei Vescovi è stato
ringiovanito a Đakovo, a Krk, nell’ Ordinariato Militare, a
Gospić, a Šibenik e a Hvar, e in Bosnia ed Erzegovina prima è
stato nominato il primo Ordinario Militare e poi, come Vescovo
Ausiliare, è stato nominato Vescovo Ausiliare di Banja Luka il primo
francescano dopo 64 anni. La missione di questo Pastore è stata
sempre caratterizzata dalla vicinanza alla gente, dal dialogo
promosso come il valore cruciale per il futuro.
Il
Ministro degli Affari Esteri ed Europei sottolinea che la Croazia in
lui ha avuto un amico e che il suo ruolo, per la Bosnia ed
Erzegovina, è molto importante. "Abbiamo collaborato molto bene
con il Nunzio D'Errico, in modo particolare si è impegnato affinché
la Santa Sede dia l'appoggio alla politica che incoraggia tutte le
riforme in Bosnia ed Erzegovina, che favoriscono la sua strada
europea per essere uno Stato di tre popoli sostitutivi e che così
anche il popolo croato abbia gli stessi diritti", ha detto
Stier.
Il Diplomatico del Vaticano, acuto e perseverante, lo
hanno ascoltato tanti, sebbene all'inizio dei colloqui non andavano
d'accorso con lui. Non ha avuto dei problemi nelle comunicazioni con
gli interlocutori, sia che siano stati i rappresentanti dello Stato o
del popolo, delle altre confessioni religiose o dei partiti politici.
Ha ricevuto un riconoscimento proprio per la promozione del dialogo
interreligioso. Questo era evidente particolarmente in Bosnia ed
Erzegovina nel collegare i rappresentanti della Chiesa Cattolica,
della Chiesa Ortodossa e della Comunità musulmana.
CON
UN OCCHIO SEMPRE IN BOSNIA ED ERZEGOVINA
Il risultato rilevante
del suo lavoro in Bosnia ed Erzegovina è arrivato già all'inizio
della missione quando è riuscito ad assicurare la firma dell’Accordo
di Base tra la Santa Sede e la Bosnia ed Erzegovina e poi quello
sull'erezione dell’ Ordinariato Militare.
In questo Paese ha
avuto un grande ruolo nel sanare la ferita della cosiddetta
“questione erzegovinese”, i problemi che si sono creati dopo la
divisione delle parrocchie tra i sacerdoti diocesani e i francescani,
e il suo influsso è stato riconosciuto anche nelle decisioni che
riguardano Međugorje.
Oltre
il ruolo spirituale ed ecclesiale, in Bosnia ed Erzegovina ha avuto
un notevole ruolo come mediatore tra i politici e tra i popoli che
erano divisi e in litigio tra di loro. Su questa dimensione ha
parlato anche il Cardinale Vinko Puljić, Arcivescovo di
Vrhbosna-Sarajevo, al quale egli era molto vicino.
“È
veramente una cosa grande che egli non solo ha capito i problemi che
impedivano lo stabilimento della vera pace, ma non ha mai tralasciato
l'occasione per evidenziare i problemi in questa Terra, impegnandosi
affinché tutti abbiano gli stessi diritti in questi territori.
Apertamente sottolineava che senza presenza e senza uguaglianza nei
diritti dei Croati, non ci sarà nemmeno l'uguaglianza dei diritti
dei cattolici", ha detto il Cardinale Puljić.
Sebbene
stava a Zagabria, con un occhio sempre guardava alla Bosnia ed
Erzegovina, invitando i Vescovi alla stretta unione.
Dopo la
"problematica" Bosnia ed Erzegovina e la Croazia
turbolenta, il Nunzio D'Errico continua la sua missione a Malta e in
Libia, da cui verso l'Europa partono magliaia di migranti.
Questa
è la continuazione delle "speciali" attività delle quali
gli parlerà personalmente il Papa Francesco nell'udienza che gli
sarà concessa nel corso del prossimo mese
di maggio, che per questo sacerdote di Frattamaggiore, carismatico e
cordiale, sono già un'abitudine.
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