Quasi
una tradizione, nel periodo che segue la Pasqua, per il Nunzio
Apostolico in Croazia recarsi in visita pastorale nei luoghi
ecclesiali della Dalmazia (vedi questi post del 2013 e del 2014
riguardanti la visita all'arcidiocesi di Spalato (Split) e
l'ostensione delle reliquie di San Doimo). Quest'anno il mezzo
migliaio di chilometri che separano Zagabria dalla sponda adriatica
di Split sono stati percorsi in auto dal Nunzio con la prospettiva di
trascorrere anche qualche giorno sull'isola di Hvar ospite della
Chiesa locale che celebra la festa patronale del martire San
Prospero.
La
passione per l'Agiografia e il richiamo delle Tradizioni religiose
popolari, sono sentimenti fortemente avvertiti dal Vescovo D'Errico
che impreziosiscono di grandi valori ecclesiali la sua testimonianza
apostolica ed il suo servizio di rappresentante della Santa Sede in
Croazia. Deve aggiungersi anche la particolarità della Dalmazia come
luogo di grandi tradizioni storiche ed agiografiche che si sono
originate con il primo e più antico cristianesimo in Europa.
La
lunga strada del ritorno alla Nunziatura di Zagabria, per la
mezzanotte di domenica 10 Maggio 2015, sarà sicuramente per il
Nunzio una occasione di riflessione spirituale e di gratitudine al
Signore per il suo ministero itinerante che lo vede impegnato a
portare il segno della Chiesa e del Papa nei luoghi che egli
raggiunge per la Croazia.
Il
7 Maggio 2015 Mons. D'Errico ha partecipato alla celebrazione
eucaristica sul lungomare di Spalato dove si è svolta una lunga
processione e dove si sono riunite migliaia di persone intorno alla
mensa insieme con un folto numero di vescovi, sacerdoti, ministri e
religiosi. Alla cerimonia ha presenziato anche la Presidente della
Repubblica di Croazia, la Signora Kolinda Grabar-Kitarovic,
insieme con altre personalità del governo e della società civile.
Sul portale dell'Arcidiocesi di Spalato è stato postato un lungo
commento con una bella galleria fotografica, ed è stato riportatata
quasi per intero l'omelia del vescovo Duro
Hranić. Un'altro ampio commento lo si può leggere
su IKA.
Il
Nunzio Apostolico in Croazia è stato ospite della Chiesa locale di
Hvar dall'8 al 10 Maggio 2015 con una agenda pastorale che lo ha
visto partecipe alla vita ecclesiale e civile dell'isola.
Il
giorno 8 Maggio 2015, al suo arrivo, Mons. D'Errico è stato accolto
ufficialmente nella Cattedrale dell'Isola, e nel clima della Vigilia
della Festa di San Prospero, Patrono della Diocesi, ha ricevuto i
saluti del Vescovo e delle rappresentanze cittadine. Ha partecipato
poi con il Vescovo e con il Clero locale alla solenne liturgia
dell'apertura del sacello del Santo Patrono per l'ostensione della
sua reliquia.
Il
giorno 9 al mattino, insieme con il Vescovo di Hvar Mons. Slobodan
Stambuk e con p. Ivica Hadas s.j., Mons. D'Errico ha visitato il
monastero delle benedettine. Un portale dalmata dedicato, come pure
l'agenzia IKA, riporta i concetti che il Nunzio ha espresso nel
dialogo con la Madre Superiora. Li leggiamo nella traduzione ad
sensum dal croato.
"Sono
venuto a portare una speciale benedizione papale. Conto sulle vostre
preghiere. Voglio ricordare che Papa Francesco fa affidamento
soprattutto sulle contemplative come voi. Papa Francesco cerca di
portare la Chiesa alla semplicità del Vangelo e al dinamismo della
testimonianza. Abbiamo un Papa che è pieno dello Spirito Santo che
imprime un grande dinamismo alla Chiesa; e di ciò parlerò nella
omelia durante la celebrazione di San Prospero. Dobbiamo rinnovare la
nostra devozione. Pietro che è il capo degli Apostoli ha la missione
di stabilire noi nella fede".
La
Reverenda Madre Ana Vukas ha brevemente informato il Nunzio sulla
vita e sulla missione delle suore benedettine di Hvar, che è
attualmente sono nove nel convento. Ha sottolineato che le suore del
monastero di Hvar, come ordine benedettino, sono molto impegnate
nella liturgia. In particolare esse producono pizzi fatti a mano
dalla pianta di agave e famosi in tutto il mondo. Ha ricordato che il
pizzo di agave è un bene culturale tutelato dall'UNESCO. Al termine
della riunione, che si è svolta in un'atmosfera piacevole la Madre
Vukas ha donato al Nunzio D'Errico una croce realizzata in pizzo di
agave.
La
visita al mattino del Nunzio si è protratta fino all'incontro con il
Sindaco di Hvar. Mons. D'Errrico ha avuto modo di esprimere il suo
compiacimento per la bellezza ambientale dell'isola, per le
attrattive turistiche, per le capacità produttive degli isolani, per
la loro bella accoglienza e per il senso della religiosità che si
nota nel rispetto e nel dialogo della popolazione con i religiosi e i
sacerdoti locali. Gli operatori del turismo locale che si sono
incontrati con il Nunzio hanno avuto modo di guidarlo nella visita e
di proporgli un saggio delle tradizioni culturali e delle bellezze
monumentali dell'isola che ha molti luoghi, come il centro storico,
che sono patrimonio dell'UNESCO.
Commenti
approfonditi circa la visita del Nunzio a Hvar sono stati pubblicati
dai portali locali e dai principali delle agenzie cattoliche.
Il
momento culminante della visita pastorale del Nunzio a Hvar è stata
la Celebrazione eucaristica in onore del martire San Prospero seguita
dalla tradizionale processione con la sua reliquia per le vie
dell'isola. Il Vescovo D'Errico ha presieduto la celebrazione ed ha
tenuto una bella omelia che ha recuperato la storia agiografica del
santo ed ha illustrato il significato attuale dell'esempio del
martire San Prospero.
Faccio
seguire il testo intero dell'omelia preparato direttamente dal Nunzio
Apostolico.
FESTA
DI SAN PROSPERO
Omelia
del Nunzio Apostolico
(Hvar,
9 maggio 2015)
Sono
contento che il nostro incontro abbia luogo oggi, nella festa di San
Prospero, un Martire-testimone di fede, che può insegnare molto
anche a noi. Purtroppo, come sapete, non ci sono pervenuti molti
elementi circa la sua vita. Ma sappiamo la cosa più importante; e
cioè, che egli fu Martire per la fede nei primi secoli dell'era
cristiana, e che le sue reliquie furono conservate nelle catacombe di
Roma. Poi arrivarono qui a Hvar secoli più tardi; e dal 10 maggio
1671 si cominciò a celebrare la sua festa in questa data.
Nei
giorni scorsi, pensando alla gioia di questa Visita alla Diocesi di
Hvar, mi sono posto sopratutto una domanda: Cosa
può insegnare San Prospero a noi oggi? Ebbene,
la risposta è stata facile. Lui che diede la suprema testimonianza
di fede con il suo sangue, invita anche noi ad essere testimoni
coerenti e coraggiosi, come lo fu lui in tempi difficili.
Pensando
a San Prospero, mi sono tornate alla mente le parole di Gesù che
ascoltiamo spesso durante questo tempo pasquale: ”Sarete
miei testimoni”.
E' interessante questa insistenza di Gesù. Egli vuole mettere in
chiaro che la missione che ha ricevuto dal Padre Celeste non vuole
portarla a compimento da solo. Il Maestro vuole associarci a Lui, e
domanda che ciascuno faccia la sua parte, con zelo e responsabilità,
nella costruzione del Regno di Dio. Questo l'hanno capito bene i
grandi Santi - e in particolare i Martiri - che con il loro esempio e
il loro sangue hanno dato la più alta testimonianza di fede.
Evidentemente,
queste parole di Gesù valgono per ogni epoca; ma esse sono di
particolare attualità oggi, quando il Santo Padre Francesco propone
con insistenza un rinnovato impegno di tutti, dinanzi alle sfide
dell'ora presente, per una nuova fase evangelizzatrice della Chiesa.
Ecco
allora il primo insegnamento di San Prospero. Come lui, anche noi
dobbiamo essere testimoni di fede. Anche noi dobbiamo fare buon uso
dei talenti ricevuti. E questo riguarda tutti i membri del popolo di
Dio (Vescovi, Sacerdoti, Religiose, Religiosi, e fedeli laici), senza
differenze, nessuno escluso.
**********
In
secondo luogo, mi sono posto un’altra domanda: In
concreto, cosa possiamo fare per realizzare la nostra testimonianza,
nelle circostanze specifiche della nuova evangelizzazione auspicata
dal Santo Padre? Nella
riflessione e nella preghiera, ho trovato alcuni elementi stimolanti,
che vorrei indicare pure a voi, partendo dalle riflessioni che il
Santo Padre ha elaborato nell’Esortazione Apostolica Evangelii
Gaudium,
e ripete spesso, sopratutto nelle omelie che quasi ogni giorno fa a
Santa Marta. Che cosa propone il Papa, per il nostro impegno di
testimonianza evangelizzatrice oggi?
1.
Anzitutto egli dice che dobbiamo prendere sul serio le ultime parole
di Gesù. Sono sempre importanti le ultime parole di una persona
cara. Tanto più devono essere per noi quelle del Maestro, prima di
far ritorno al cielo: “Andate
nel mondo intero, annunciate la Buona Novella a tutti i popoli”.
Questo deve essere il punto di partenza della nostra testimonianza
oggi.
Da
ciò viene una conseguenza ovvia. Gesù ci chiede di andare.
Questo significa che non possiamo restar fermi. Non possiamo
limitarci ad amministrare ciò che abbiamo ereditato da un passato
glorioso di fede. Al contrario, bisogna avere un atteggiamento
attivo. Bisogna andare,
uscire per le vie del mondo, con spirito missionario. In breve,
dobbiamo adoperarci tutti per costruire una Chiesa
in uscita.
Notiamo
anche - e questo è molto importante - che la testimonianza
missionaria che Gesù domanda, deve estendersi a tutte
le
attività della Chiesa. E cioè, essa non può ridursi soltanto
all'ambito della proclamazione della Buona Novella in terre lontane,
a coloro che ancora non conoscono Gesù o l’hanno sempre rifiutato.
Questo certamente è molto importante, ed è un campo in cui - grazie
a Dio - la Chiesa in Croazia si è sempre distinta.
Ma le ultime
parole di Gesù intendono animare e vivificare pure il campo della
pastorale ordinaria, che riguarda i fedeli che frequentano
regolarmente le nostre comunità. Anche ad essi, anche a noi Gesù
rivolge il Suo invito e chiede una testimonianza missionaria, nella
vita di ogni giorno.
2.
In questo impegno di costruzione di una Chiesa
in uscita,
il Santo Padre chiede di avere una cura particolare per le periferie,
quelle materiali e quelle esistenziali. E cioè, per i poveri e per i
lontani, che di più hanno bisogno di una parola di consolazione e di
conforto. In questo senso, nella nostra testimonianza dobbiamo
privilegiare una cultura della solidarietà, dell'incontro, della
comunione, del dialogo: con un atteggiamento rispettoso verso tutti,
senza tuttavia rinunciare ai presupposti fondamentali della nostra
fede.
3.
Come le prime comunità cristiane, anche noi dobbiamo trasmettere la
gioia che ci viene dall'incontro con il Signore Risorto. Non ha senso
vedere cristiani tristi e melanconici, come se stessero partecipando
ad una veglia funebre. E neppure ha senso vedere cristiani inamidati.
E cioè, rigidi e formalisti, che hanno sempre di qualcosa di cui
lamentarsi. La nostra gioia è grande, viene dalla certezza che Gesù
è risorto; dalla consolante consapevolezza che nella risurrezione
troviamo il sigillo di Dio sulla parola e sulla Buona Novella del
Maestro; dalla fede - ogni giorno rinnovata dallo Spirito - che Lui
è la vita, Lui è la verità, e Lui è la via.
E
neppure possiamo accontentarci di comunicare questa gioia solo a
quelli che ci sono cari o ci sono vicini. Dobbiamo allargare sempre
lo sguardo agli orizzonti di Gesù, che chiede di andare ed
annunciare la Buona Novella a tutti
i popoli.
4.
Nel ripensare la nostra testimonianza di Chiesa sull'esempio dei
Santi - ed in particolare dei Martiri - è urgente che tutti ci
rendiamo conto che il primo soggetto di evangelizzazione non siamo
noi, ma è lo Spirito Santo che guida la Chiesa. Perciò, dobbiamo
renderci docili all'azione dello Spirito.
Perciò,
si può ben capire perché il Papa ripete con insistenza l’invito a
farci muovere dallo Spirito di Dio; a metterci ogni volta in
discussione, con povertà di spirito, dinanzi alle sorprese di Dio,
che lo Spirito Santo non cessa di suscitare anche per noi; ad
abbandonare il criterio del "si
è sempre fatto così"
(Evangelii Gaudium, 33); ad essere semplici
nella nostra testimonianza e nel nostro annuncio; a farci audaci e
creativi nel ripensare le strutture, lo stile e i metodi
dell'evangelizzazione.
**********
Miei
cari fratelli e sorelle, affido le speranze e i progetti della Chiesa
di Dio che è in Hvar alla materna protezione di Maria; e a quella di
San Prospero, che - con il suo esempio - invita a seguirlo per le vie
del mondo, con zelante e perseverante impegno di testimonianza.
Siano
loro ad ottenere per il vostro degno Pastore, il Vescovo Štambuk,
e per tutto il polo di Dio di questa bella Diocesi, abbondanza di
benedizioni e di grazie; e specialmente, tanta luce e tanta forza per
accogliere ed attuare le direttive del Santo Padre Francesco per una
nuova fase di testimonianza evangelizzatrice della Chiesa. Amen!
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