Nella
settimana che ha preceduto la Pasqua e in quella dell'Ottavario che
l'ha seguita, il Nunzio ha vissuto momenti intensi della sua presenza
diplomatica e della sua comunicazione ecclesiale in Croazia. Ha anche
vissuto momenti ed avvenimenti che hanno assunto per lui significati
particolari e personali.
Dalla
rete recuperiamo due video: uno che riporta l'intervento
dell'Arcivescovo Alessandro D'Errico per l'ordinazione del Vescovo di
KRK (vedi questo post sul blog), e l'altro che riporta per intero il
suo Messaggio di Pasqua alla Croazia (vedi questo post sul blog).
Di
seguito possiamo raggiungere i due video che si ascoltano in italiano
della viva voce del Nunzio.
La
mattina del Giovedì Santo il Nunzio Apostolico ha partecipato alla
Santa Messa Crismale all'Ordinariato Militare, la cui Sede è
contigua alla Sede della Nunziatura Apostolica di Zagabria e alla
Sede della Conferenza Episcopale della Croazia.
Da
un portale parrocchiale locale recuperiamo anche la notizia della
partecipazione di Mons. D'Errico alla liturgia del Venerdì Santo
nella Parrocchia di San Giovanni Battista di Sv. Ivan Zelina, situata
nell'Hinterland a nord-est di Zagabria e nella diocesi
di Bijelovar. Con la traduzione ad sensum dal
croato possiamo anche leggere brani significativi della sua omelia:
Il
Nunzio ha tenuto un'omelia in cui ha parlato del tema centrale della
nostra fede - la croce, perché Venerdì Santo è il ricordo della
passione e morte di Cristo, e la seconda parte della cerimonia è
l'adorazione della croce.
Qual
è l'importanza della croce - ha chiesto ai credenti Nunzio.
La
croce è un simbolo di fede e per due ragioni. Primo: La Croce ci
dice che Dio ci ama e non ci lascia in situazioni difficili; è
amore, è il Buon Pastore e sempre in attesa di noi. Osservando la
croce possiamo vedere che Dio non ci lascia mai. Dio è il centro
della nostra vita. Egli è il mio pastore, mi vuole bene, mi ama: Dio
mi ama, il Signore è il mio pastore.
Un'altra
ragione per cui la croce è un simbolo di fede la ritroviamo nella
frase di Gesù: “Se qualcuno vuole seguire, prenda la sua croce
ogni giorno e mi segua”.
Ogni
giorno ci incontriamo con la sua croce. Questo è un bene perché
siamo purificati e quindi siamo più vicini a Gesù sulla croce.
Attraverso la sua Croce, Gesù ci chiama a lui come Simone di Cirene
che contribuisce a portare la sua croce.
Con
la sua omelia il Nunzio ha esortato i giovani e li ha incoraggiati a
non avere paura di prendere la croce. Egli ha raccontato la storia di
un uomo che si lamentava delle difficoltà della vita, e che la sua
croce era troppo pesante. Allora il Signore gli ha concesso di
scegliere una più leggera. Ha provato un paio di croci ed0 ha scelto
quella che meglio si adattava a lui: era la stessa croce della quale
si lamentava.
Al
termine del rito, il Nunzio ha esortato i fedeli a pregare per il
Santo Padre, a pregare per il suo impegno e per aiutare a costruire
una chiesa che risponde a tutti, che non aspetta che la gente venga a
lei, ma realizza per prima l'approccio con le persone.
Per
la Veglia Pasquale il Nunzio è stato alla Basilica del Sacro Cuore
di Zagabria, officiata dai Padri Gesuiti. L'indirizzo in rete della
Basilica risulta disattivato e la notizia è priva di commenti.
Dal
portale dell'Arcidiocesi di Zagabria recuperiamo la notizia,
arricchita di una vasta galleria fotografica, della concelebrazione
del Nunzio della Santa Messa di Pasqua nella Cattedrale della
capitale della Croazia insieme con il Cardinale Bozanic e con il
presbiterio locale. I link consentono di raggiungere le pagine con
l'omelia del Cardinale e con la galleria fotografica.
I
giorni Pasqua e del Lunedì in albis hanno registrato anche una
concentrazione spirituale del Nunzio sull'evento della dipartita del
suo carissimo confratello sacerdote compaesano don Vincenzo Capasso
(vedi questo post sul blog Doctrina et Humanitas), per il quale egli
personalmente si è mosso comunicando sui social il testo della sua
riflessione e della sua partecipazione al lutto.
CI
LASCIA DON ENZO, UN SACERDOTE DAL CUORE D'ORO
Apprendo
con grande dolore la triste notizia dell’improvvisa scomparsa di
Don Enzo Capasso. E’ una perdita grave per il presbiterio aversano,
e in particolare per quelli della mia generazione, che avevamo in lui
un sicuro punto di riferimento.
In queste ore di sofferte
emozioni, leggo sui "socials" tanti bei commenti circa le
sue doti umane e sacerdotali. Ne rendo grazie a Dio: Enzo meritava
tanti apprezzamenti e tanta gratitudine!
Anche a me, che lo
conoscevo bene - perché avevamo percorso insieme le tappe del
cammino di preparazione al Sacerdozio - piace ricordarlo come il
Sacerdote del bene “alla spicciolata”, “in punta di piedi”,
sempre premuroso e sollecito verso le persone in difficoltà,
intelligente, arguto, fedele e sincero.
Ci ha lasciati senza
preavvisi, nel giorno di Pasqua e della sua festa onomastica. Viene
da pensare che - secondo il suo stile - non abbia voluto dare
fastidi. Oppure, che Gesù Eterno Sacerdote abbia voluto chiamarlo
più vicino a sé nella data della singolare coincidenza di due
eventi tanto importanti per la sua sensibilità sacerdotale.
Ai
suoi carissimi Familiari, già provati da tanti lutti in questi anni,
presento sentite condoglianze.
Per tutti – Confratelli,
familiari e amici – chiedo a Gesù Risorto, vincitore del peccato e
della morte, la luce e la consolazione della fede.
E specialmente
in questi giorni sono intensamente unito nella preghiera a quanti
domandano per lui il premio eterno.
+ Alessandro D’Errico
Riportiamo
anche la notizia letta su IKA della partecipazione del Nunzio
Apostolico alla Santa Messa con i Neocatecumenali nella Chiesa della
Natività di Maria a Zagabria il 10 Aprile 2015.
Riportiamo
la traduzione ad sensum dal croato della notizia riguardante la sua
omelia.
Il
Nunzio ha detto di aver studiato il discorso di Papa Francesco sul
Cammino Neocatecumenale e di voler conoscere il Cammino
Neocatecumenale in Croazia. Ha ringraziato il parroco Padre Piotr Mai
e Padre Przemyslaw Palmowskom per l'ospitalità e al la comunità dei
neocatecumenali assemblati ha trasmesso il sostegno di Papa Francesco
che ha dedicato l'udienza e la benedizione del 6 marzo a Roma a
centinaia di famiglie neocatecumenali che vanno nel mondo per
annunciare la Buona Novella.
Egli ha fatto riferimento
all'omelia del cero pasquale e al carattere
catecumenale della veglia di Pasqua, e ha indicato le candele
illuminate di sera come un un simbolo di Pasqua che illumina la
nostra mente e riscalda il cuore. Ecco perché Gesù ha detto: "Io
sono la luce del mondo". Il Papa sostiene e benedice il Cammino
Neocatecumenale perché i neocatecumenali sono in partenza per le
missioni in tutti gli angoli del mondo, verso i poveri e verso coloro
che sono "lontani" dalla fede, per annunciare nelle strade
e tenere la catechesi nelle chiese. La nuova evangelizzazione è un
progetto della Chiesa voluta da Papa Francesco, il quale ha detto che
a Gesù spesso chiudiamo la chiesa e non gli permettiamo di uscire,
"quindi cerchiamo di non frustrare lo Spirito Santo, di
imbottigliato e di limitare l'attività del suo carisma".
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