Sul
luogo e sui caratteri storici della Basilica del Sacro Cuore di Zagabria,
officiata dai Padri Gesuiti, in questo blog si possono leggere utili riferimenti in alcuni post del 2012 e del 2013 che riguardano l’incontro del Nunzio Apostolico
con le Associazioni Mediche Croate in
occasione delle celebrazioni in onore di
San Luca.
Il
10 Maggio 2014 l’Arcivescovo Alessandro D’Errico è ritornato nella Basilica per
la celebrazione serotina della festa
liturgica del beato Ivan Mertz. Mons. D’Errico
vi è giunto in compagnia con mons. Jean-Francois Lantheaum, Consigliere di
Nunziatura, ed ha concelebrato con p. Tustonjić, provinciale della Compagnia di
Gesù, con p. Nagy, postulatore della causa di canonizzazione del Beato Ivan
Merz, e con altri sacerdoti.
La
festa è stata preceduto da un triduo preparatorio e da veglie ispirate alla preghiera
e alla spiritualità del Beato, esempio di sacrificio e di apostolato.
L’Arcivescovo
D’Errico ha tenuto una omelia che è stata commentata e riportata per intero nel
testo croato sul portale di Laudato e
delle altre Agenzie cattoliche. I suoi contenuti hanno riguardato gli aspetti storici ed agiografici dell’esperienza
spirituale e dell’exemplum del Beato
Mertz. Leggiamo di seguito, nel testo
italiano, l’intera omelia di S. E. Mons. Alessandro D’Errico.
Festa Liturgica del Beato Ivan Merz
Omelia del Nunzio Apostolico
(Basilica del
Sacro Cuore - Zagabria, 10 maggio 2014)
Oggi celebriamo la Festa liturgica del
Beato Ivan Merz, nella memoria del giorno in cui – 86 anni orsono – nel 1928 egli
fu chiamato dal Padre celeste ad entrare nella pienezza della vita. Come
Rappresentante Pontificio, sono lieto di celebrarla insieme a voi in questa
bella Basilica del Sacro Cuore - ove riposano i suoi resti mortali - che negli
ultimi sei anni della sua vita terrena fu testimone del suo continuo progredire
nella santità.
Con emozione mi è caro ricordare che –
dopo il suo ritorno a Zagabria da Parigi nel 1922 – questa Basilica e questa Residenza
dei Padri Gesuiti diventarono per il Beato Ivan il principale centro dove nutrì
e sviluppò la sua vita spirituale e intellettuale. Qui egli scelse il suo Padre
Spirituale e confessore, nella persona di P. Josip Vrbanek, che accompagnò il
suo cammino spirituale fino alla morte. Qui, oltre a partecipare quotidianamente
alla Santa Messa e a ricevere la Comunione, nelle ore pomeridiane egli passò ore
di preghiera, facendo adorazione eucaristica oppure la Via Crucis. Qui, nella Residenza accanto alla Basilica, egli fece gli
Esercizi Spirituali annuali, nel corso dei quali comprese - illuminato dalla
grazia divina - che doveva restare nel mondo come laico consacrato, lavorando
per il Regno di Dio. Qui, sotto la guida di P. Antun Alfirević, egli approfondì
gli studi di filosofia e teologia. Qui, egli fu membro della Congregazione
Mariana che esisteva nell’ambito della Basilica del Sacro Cuore. Qui, egli coltivò
una intensa devozione al Sacro Cuore di Gesù.
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Sono ben noti i tratti fondamentali della vita terrena
del Beato Ivan Merz. In questo giorno del suo transito al Cielo, vorrei
ricordarli brevemente insieme a voi.
Nacque a Banja Luka il
16 dicembre 1896, ove ricevette un'educazione piuttosto liberale. Conseguito il
diploma liceale nel 1914, frequentò per tre mesi l'Accademia Militare di Vienna
e poi cominciò gli studi universitari. A causa della prima guerra mondiale,
dovette interrompere gli studi: venne arruolato e sperimentò sul fronte tutte
le atrocità della guerra. Finita la guerra, riprese gli studi di letteratura a
Vienna e li terminò a Parigi. Nel 1922, ritornò a Zagabria, dove diventò docente
di letteratura e lingua francese. Poi, nel 1923 si laureò in filosofia
all'Università di Zagabria.
In seguito, si dedicò agli studi di filosofia e teologia, e approfondì i documenti del magistero della Chiesa. Attraverso la meditazione, ma soprattutto grazie all'esperienza acquisita durante la guerra, egli comprese il vero significato della vita nella fede cristiana. Così, si donò completamente a Cristo, e fece da laico il voto di castità perpetua. Dedicò tutto il suo tempo libero all'educazione della gioventù, all'organizzazione delle "Aquile", nell'ambito dell'Azione Cattolica, e creò per questa il motto "Sacrificio-Eucaristia-Apostolato".
Come intellettuale
cattolico, attraverso scritti e incontri, animò e orientò giovani e adulti
verso Cristo e verso la Chiesa. Diffuse sistematicamente l'Azione Cattolica e
fu uno dei massimi iniziatori del Movimento Liturgico. Si distinse per l'amore
e la devozione verso la Chiesa di Roma e verso il Vicario di Cristo: i due
sentimenti che cercò di inculcare in tutte le persone con le quali venne in contatto. Con la sua vita cristiana
esemplare, con l'apostolato e le voluminose opere scritte, ha lasciato una preziosa
eredità spirituale, che è diventata fonte di ispirazione per le future
generazioni.
Morì a Zagabria a soli 32 anni, il 10 maggio 1928. In punto di morte, offrì a Dio la sua vita per la gioventù croata.
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Miei cari fratelli e sorelle, sappiamo bene che Ivan Merz fu un giovane brillante, che fece buon uso dei talenti ricevuti e conseguì notevoli successi. Ma evidentemente la ragione per cui egli venne iscritto nell’albo dei Beati è il suo successo davanti a Dio. La grande aspirazione di tutta la sua vita fu quella di “mai dimenticare Dio, desiderare sempre di unirsi a Lui”. In ogni sua attività, egli ricercò “la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù” e si lasciò “conquistare” da Lui (cfr. Fil. 3, 8.12). Sulla sua tomba qui, in questa Basilica del Sacro Cuore, è scolpito l’epitaffio che egli stesso compose prima della sua morte: “Morto nella pace della fede cattolica. La mia vita fu Cristo e la morte un guadagno. Aspetto la Misericordia del Signore e l’indivisibile, completo, eterno possesso del Santissimo Cuore di Gesù. Felice nella gioia e nella pace. La mia anima raggiunse lo scopo per il quale è stata creata”.
San Giovanni Paolo
II, nell’introduzione alla Messa di beatificazione del Beato Ivan Merz a Banja
Luka, il 22 giugno 2003 presentò la sua figura con queste parole : “Cristo Gesù, luce che illumina ogni uomo
che viene in questo mondo, vuole che i suoi discepoli siano luce del mondo e
sale della terra… La luce di Cristo brilla in Ivan Merz… Egli fu laico
esemplare e coraggioso, uomo di cultura e di sensibilità liturgica, immerso nel
sopranaturale e attivo nella diffusione del Regno di Dio. In lui voglio proporvi
un testimone di Cristo e un protettore, ma anche un compagno di cammino nella vostra
storia… Egli sarà fin da oggi un modello per i giovani, un esempio per i
laici”. E nell’omelia della beatificazione, il medesimo Giovanni Paolo II aggiunse:
“Il nome di Ivan Merz ha significato un
programma di vita e di azione per tutta una generazione di giovani cattolici.
Deve continuare ad esserlo anche oggi!”.
Personalmente sono stato affascinato dalla
figura di Ivan Merz, fin dal 2006, allorché per la prima volta visitai Banja
Luka, ove è molto vivo il culto verso il nostro Beato. Fui colpito dalla sua
personalità, per un motivo molto semplice. Come sapete, ho trascorso già sedici
anni del mio servizio alla Santa Sede in Paesi di Europa che hanno fatto la
triste esperienza di regimi totalitari, fondati su ideologie contrarie alla
fede cristiana (prima in Polonia, poi in Bosnia Erzegovina e Montenegro e da
due anni in Croazia). Spesso ho dovuto costatare che purtroppo in questa parte
di Europa durante quegli anni tristi non fu possibile formare e organizzare il
laicato cattolico come avveniva in altre parti del mondo. Da qualche anno –
grazie a Dio – la situazione è completamente cambiata e abbiamo la possibilità
di ricuperare ciò che non fu possibile realizzare in passato. Perciò sono
convinto che le parole di Giovani Paolo II a Banja Luka nel 2003 furono
ispirate dallo Spirito Santo e restano attualissime anche oggi: Ivan Merz -
oggi ancor più che in passato - è un modello,
un compagno di cammino e un protettore.
Ricorderete pure ciò che Papa Francesco ha
scritto recentemente al numero 102 della Evangelii
Gaudium, che vi inviterei a meditare con molta attenzione: “La formazione
dei laici e l’evangelizzazione delle categorie professionali e intellettuali
rappresentano un’importante sfida pastorale.... È cresciuta la coscienza
dell’identità e della missione del laico nella Chiesa.... Ma la presa di
coscienza di questa responsabilità laicale.... non si manifesta nello stesso
modo da tutte le parti. In alcuni casi perché non si sono formati per assumere
responsabilità importanti, in altri casi per non aver trovato spazio nelle loro
Chiese particolari per poter esprimersi ed agire... Anche se si nota una
maggiore partecipazione di molti ai ministeri laicali, questo impegno non si
riflette nella penetrazione dei valori cristiani nel mondo sociale, politico ed
economico. Si limita molte volte a compiti intraecclesiali, senza un reale impegno
per l’applicazione del Vangelo alla trasformazione della società”.
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Perciò è questa la preghiera che vorrei
invitare ad elevare questa sera, tutti insieme, all’eterno Signore della Vita e
della Storia.
Possa l’intercessione di Ivan Merz
suscitare rinnovata attenzione ai carismi che lo Spirito Santo distribuisce
oggi nella nostra Chiesa, per la necessaria sinergia tra clero, religiosi e
fedeli laici. Possa il suo esempio ispirare tanti fedeli laici ad assumere responsabilità
e ministeri utili al rinnovamento e alla crescita della Chiesa. Possa egli essere
modello di vita per tanti giovani, per una testimonianza sempre nuova, sempre gioiosa,
sempre coraggiosa, della Buona Novella di Gesù per i nostri tempi! Amen.
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