lunedì 19 maggio 2014

Festa liturgica del beato Ivan Mertz nella Basilica del Sacro Cuore di Zagabria

Sul luogo e sui caratteri storici della Basilica del Sacro Cuore di Zagabria, officiata dai Padri Gesuiti, in questo blog si possono leggere utili riferimenti in alcuni post del 2012 e del 2013 che riguardano l’incontro del Nunzio Apostolico con le Associazioni Mediche Croate in occasione delle celebrazioni in onore di San Luca.
Il 10 Maggio 2014 l’Arcivescovo Alessandro D’Errico è ritornato nella Basilica per la celebrazione serotina  della festa liturgica del beato Ivan Mertz.  Mons. D’Errico vi è giunto in compagnia con mons. Jean-Francois Lantheaum, Consigliere di Nunziatura, ed ha concelebrato con p. Tustonjić, provinciale della Compagnia di Gesù, con p. Nagy, postulatore della causa di canonizzazione del Beato Ivan Merz,  e con altri sacerdoti.
La festa è stata preceduto da un triduo preparatorio e da veglie ispirate alla preghiera e alla spiritualità del Beato, esempio di sacrificio e di apostolato.  
L’Arcivescovo D’Errico ha tenuto una omelia che è stata commentata e riportata per intero nel testo croato sul portale di Laudato e delle altre Agenzie cattoliche. I suoi contenuti hanno riguardato gli aspetti  storici ed agiografici dell’esperienza spirituale e dell’exemplum del  Beato Mertz. Leggiamo di seguito, nel testo italiano, l’intera omelia di S. E. Mons. Alessandro D’Errico.

Festa Liturgica del Beato Ivan Merz
Omelia del Nunzio Apostolico 
(Basilica del Sacro Cuore - Zagabria, 10 maggio 2014)


Oggi celebriamo la Festa liturgica del Beato Ivan Merz, nella memoria del giorno in cui – 86 anni orsono – nel 1928 egli fu chiamato dal Padre celeste ad entrare nella pienezza della vita. Come Rappresentante Pontificio, sono lieto di celebrarla insieme a voi in questa bella Basilica del Sacro Cuore - ove riposano i suoi resti mortali - che negli ultimi sei anni della sua vita terrena fu testimone del suo continuo progredire nella santità.

Con emozione mi è caro ricordare che – dopo il suo ritorno a Zagabria da Parigi nel 1922 – questa Basilica e questa Residenza dei Padri Gesuiti diventarono per il Beato Ivan il principale centro dove nutrì e sviluppò la sua vita spirituale e intellettuale. Qui egli scelse il suo Padre Spirituale e confessore, nella persona di P. Josip Vrbanek, che accompagnò il suo cammino spirituale fino alla morte. Qui, oltre a partecipare quotidianamente alla Santa Messa e a ricevere la Comunione, nelle ore pomeridiane egli passò ore di preghiera, facendo adorazione eucaristica oppure la Via Crucis. Qui, nella Residenza accanto alla Basilica, egli fece gli Esercizi Spirituali annuali, nel corso dei quali comprese - illuminato dalla grazia divina - che doveva restare nel mondo come laico consacrato, lavorando per il Regno di Dio. Qui, sotto la guida di P. Antun Alfirević, egli approfondì gli studi di filosofia e teologia. Qui, egli fu membro della Congregazione Mariana che esisteva nell’ambito della Basilica del Sacro Cuore. Qui, egli coltivò una intensa devozione al Sacro Cuore di Gesù.

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Sono ben noti i tratti fondamentali della vita terrena del Beato Ivan Merz. In questo giorno del suo transito al Cielo, vorrei ricordarli brevemente insieme a voi.

Nacque a Banja Luka il 16 dicembre 1896, ove ricevette un'educazione piuttosto liberale. Conseguito il diploma liceale nel 1914, frequentò per tre mesi l'Accademia Militare di Vienna e poi cominciò gli studi universitari. A causa della prima guerra mondiale, dovette interrompere gli studi: venne arruolato e sperimentò sul fronte tutte le atrocità della guerra. Finita la guerra, riprese gli studi di letteratura a Vienna e li terminò a Parigi. Nel 1922, ritornò a Zagabria, dove diventò docente di letteratura e lingua francese. Poi, nel 1923 si laureò in filosofia all'Università di Zagabria.

            In seguito, si dedicò agli studi di filosofia e teologia, e approfondì i documenti del magistero della Chiesa. Attraverso la meditazione, ma soprattutto grazie all'esperienza acquisita durante la guerra, egli comprese il vero significato della vita nella fede cristiana. Così, si donò completamente a Cristo, e fece da laico il voto di castità perpetua. Dedicò tutto il suo tempo libero all'educazione della gioventù, all'organizzazione delle "Aquile", nell'ambito dell'Azione Cattolica, e creò per questa il motto "Sacrificio-Eucaristia-Apostolato".

Come intellettuale cattolico, attraverso scritti e incontri, animò e orientò giovani e adulti verso Cristo e verso la Chiesa. Diffuse sistematicamente l'Azione Cattolica e fu uno dei massimi iniziatori del Movimento Liturgico. Si distinse per l'amore e la devozione verso la Chiesa di Roma e verso il Vicario di Cristo: i due sentimenti che cercò di inculcare in tutte le persone con le quali venne  in contatto. Con la sua vita cristiana esemplare, con l'apostolato e le voluminose opere scritte, ha lasciato una preziosa eredità spirituale, che è diventata fonte di ispirazione per le future generazioni.

              Morì a Zagabria a soli 32 anni, il 10 maggio 1928. In punto di morte, offrì a Dio la sua vita per la gioventù croata.

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              Miei cari fratelli e sorelle, sappiamo bene che Ivan Merz fu un giovane brillante, che fece buon uso dei talenti ricevuti e conseguì notevoli successi. Ma evidentemente la ragione per cui egli venne iscritto nell’albo dei Beati è il suo successo davanti a Dio. La grande aspirazione di tutta la sua vita fu quella di “mai dimenticare Dio, desiderare sempre di unirsi a Lui”. In ogni sua attività, egli ricercò “la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù” e si lasciò “conquistare” da Lui (cfr. Fil. 3, 8.12). Sulla sua tomba qui, in questa Basilica del Sacro Cuore, è scolpito l’epitaffio che egli stesso compose prima della sua morte: “Morto nella pace della fede cattolica. La mia vita fu Cristo e la morte un guadagno. Aspetto la Misericordia del Signore e l’indivisibile, completo, eterno possesso del Santissimo Cuore di Gesù. Felice nella gioia e nella pace. La mia anima raggiunse lo scopo per il quale è stata creata”.

San Giovanni Paolo II, nell’introduzione alla Messa di beatificazione del Beato Ivan Merz a Banja Luka, il 22 giugno 2003 presentò la sua figura con queste parole : “Cristo Gesù, luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo, vuole che i suoi discepoli siano luce del mondo e sale della terra… La luce di Cristo brilla in Ivan Merz… Egli fu laico esemplare e coraggioso, uomo di cultura e di sensibilità liturgica, immerso nel sopranaturale e attivo nella diffusione del Regno di Dio. In lui voglio proporvi un testimone di Cristo e un protettore, ma anche un compagno di cammino nella vostra storia… Egli sarà fin da oggi un modello per i giovani, un esempio per i laici”. E nell’omelia della beatificazione, il medesimo Giovanni Paolo II aggiunse: “Il nome di Ivan Merz ha significato un programma di vita e di azione per tutta una generazione di giovani cattolici. Deve continuare ad esserlo anche oggi!”.

     Personalmente sono stato affascinato dalla figura di Ivan Merz, fin dal 2006, allorché per la prima volta visitai Banja Luka, ove è molto vivo il culto verso il nostro Beato. Fui colpito dalla sua personalità, per un motivo molto semplice. Come sapete, ho trascorso già sedici anni del mio servizio alla Santa Sede in Paesi di Europa che hanno fatto la triste esperienza di regimi totalitari, fondati su ideologie contrarie alla fede cristiana (prima in Polonia, poi in Bosnia Erzegovina e Montenegro e da due anni in Croazia). Spesso ho dovuto costatare che purtroppo in questa parte di Europa durante quegli anni tristi non fu possibile formare e organizzare il laicato cattolico come avveniva in altre parti del mondo. Da qualche anno – grazie a Dio – la situazione è completamente cambiata e abbiamo la possibilità di ricuperare ciò che non fu possibile realizzare in passato. Perciò sono convinto che le parole di Giovani Paolo II a Banja Luka nel 2003 furono ispirate dallo Spirito Santo e restano attualissime anche oggi: Ivan Merz - oggi ancor più che in passato - è un modello, un compagno di cammino e un protettore.


     Ricorderete pure ciò che Papa Francesco ha scritto recentemente al numero 102 della Evangelii Gaudium, che vi inviterei a meditare con molta attenzione: La formazione dei laici e l’evangelizzazione delle categorie professionali e intellettuali rappresentano un’importante sfida pastorale.... È cresciuta la coscienza dell’identità e della missione del laico nella Chiesa.... Ma la presa di coscienza di questa responsabilità laicale.... non si manifesta nello stesso modo da tutte le parti. In alcuni casi perché non si sono formati per assumere responsabilità importanti, in altri casi per non aver trovato spazio nelle loro Chiese particolari per poter esprimersi ed agire... Anche se si nota una maggiore partecipazione di molti ai ministeri laicali, questo impegno non si riflette nella penetrazione dei valori cristiani nel mondo sociale, politico ed economico. Si limita molte volte a compiti intraecclesiali, senza un reale impegno per l’applicazione del Vangelo alla trasformazione della società”.

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Perciò è questa la preghiera che vorrei invitare ad elevare questa sera, tutti insieme, all’eterno Signore della Vita e della Storia.

Possa l’intercessione di Ivan Merz suscitare rinnovata attenzione ai carismi che lo Spirito Santo distribuisce oggi nella nostra Chiesa, per la necessaria sinergia tra clero, religiosi e fedeli laici. Possa il suo esempio ispirare tanti fedeli laici ad assumere responsabilità e ministeri utili al rinnovamento e alla crescita della Chiesa. Possa egli essere modello di vita per tanti giovani, per una testimonianza sempre nuova, sempre gioiosa, sempre coraggiosa, della Buona Novella di Gesù per i nostri tempi! Amen. 

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