Mons.
D'Errico ha vissuto gli ultimi due giorni della Settimana Santa con
intensa partecipazione alle celebrazioni pasquali in Croazia. Dopo la
Messa Crismale nella Cattedrale di Zagabria e i Riti del Venerdì
Santo nella Cattedrale di Dubrovnik, egli ha celebrato la Veglia
Pasquale presso l'Ordinariato Militare di Croazia, ed al mattino
della Pasqua di Risurrezione è ritornato nella Cattedrale di
Zagabria per la celebrazione della Santa Messa con il Cardinale
Bozanic. La sua partecipazione alla vita della Chiesa Croata nel
periodo quaresimale e nella Settimana Santa si è arricchita anche
con un messaggio radiofonico lanciato in onda tra Sabato Santo e
Domenica di Pasqua dalla Radio Cattolica Croata e dal programma “La
Voce della Croazia” di Radio Croata.
I
media croati, sia d'impostazione laica e sia d'impostazione
cattolica, hanno dato un'ampia risonanza al messaggio divulgandone la
notizia e brani significativi. Alcuni link segnalati in fondo al post
evidenziano questi aspetti.
Nella
prospettiva e nella riflessione del Nunzio Apostolico e
rappresentante del Papa in Croazia, le significazioni sono state
particolarmente importanti e suggestive anche per gli eventi
ecclesiali che hanno caratterizzato lo stesso periodo, dalle
dimissioni di Benedetto XVI alla elezione di Papa Francesco il cui
pontificato assume fin dall'origine la forte impronta pasquale.
Leggiamo direttamente dal testo originale il contenuto del messaggio
preparato e letto dal Vescovo Alessandro D'Errico per l'ascolto
radiofonico del popolo croato.
Messaggio pasquale
del Nunzio Apostolico
Arcivescovo Alessandro D’Errico
trasmesso dalla Radio Cattolica Croata
e dal programma “La voce della Croazia” di Radio Croata
(Zagabria,
Santa Pasqua 2013)
Cari
ascoltatori della Radio Cattolica,
Cari
ascoltatori del programma La voce della
Croazia di Radio Croata,
Stretan
Uskrs!
In questo giorno santo, mi è caro
condividere con voi qualche pensiero che mi sta accompagnando durante le Festività
pasquali. In primo luogo, vorrei menzionare che Pasqua è la festa cristiana più
importante. A Pasqua celebriamo il centro della nostra fede: Gesù, che con la
sua Croce ha vinto il peccato e la morte. È la festa della vita. È la festa
della luce, che emana dalla persona di Gesù Risorto. È la festa della speranza
e della gioia, perché con Lui possiamo affrontare con serenità le sfide di ogni
giorno. È Lui la vita; è Lui la luce per il nostro cammino; in Lui possiamo
trovare vita e luce sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Perciò, auguro di cuore che da Gesù
Risorto possano venire vita, luce e speranza per le nostre Comunità e,
attraverso di esse, per tutte le persone di buona volontà.
**********
C’è poi una seconda riflessione che
vorrei condividere con voi. Nei giorni scorsi ho riletto i racconti biblici
della Risurrezione del Signore e degli eventi che ne seguirono. Mi sono
soffermato su alcuni incontri del Risorto: quelli con Pietro, con Tommaso e con
i discepoli di Emmaus.
Ebbene, mi piace rilevare che i
dialoghi che li caratterizzano avvengono sempre in un clima esemplare di
rispetto e di ricerca della verità. Ogni incontro si inizia con un dialogo
paziente ed amorevole, che poi produce apertura, nuova speranza e gioia.
Questo mi pare un elemento importante
anche per noi oggi. E cioè, dall’esempio di Gesù e dai dialoghi dei racconti successivi
alla Risurrezione possiamo comprendere ancor meglio la necessità di uno “stile
di vita” sempre ispirato a criteri di dialogo sincero e rispettoso.
A questo proposito, mi è caro ricordare
ciò che Papa Francesco ha detto qualche giorno fa al Corpo Diplomatico
accreditato presso la Santa Sede. Parlando della Sua missione, Egli ha detto
parole semplici e profonde, che sono un
programma per tutti: “Uno dei titoli del
Vescovo di Roma è ‘Pontefice’; cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra
gli uomini. Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra
tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non
un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare!” (Discorso del
Santo Padre al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, del 22.03.2013).
**********
Cari ascoltatori, come sapete, sono in
Croazia da meno di un anno. Rendo grazie a Dio per l’esperienza intensa che sto
vivendo, sia a livello ecclesiale, sia nelle relazioni con le autorità
politiche e con i responsabili di altre Comunità religiose. Ora, quando mi si
domanda quali priorità posso raccomandare nelle nostre concrete situazioni per
il futuro della Croazia, sono solito indicare tra l’altro anche questa: la
necessità di una profonda convinzione circa l’importanza di un dialogo positivo
e costruttivo, nelle relazioni sociali e nelle iniziative intese a promuovere
un futuro migliore per la nostra società.
Questo vorrei riaffermare anche oggi,
come messaggio pasquale. Come cristiani, testimoni della Risurrezione, vogliamo
continuare a promuovere un autentico dialogo, capace di generare incontri
fecondi per il bene comune, nelle comunità ecclesiali e nella società civile. Questo
“stile” mi sembra importante ancor più in questi mesi, così carichi di
significato per la nostra cara Croazia, che si prepara a rientrare a pieno
titolo in Europa, alla quale è sempre appartenuta per la sua storia e la sua
geografia. Sì, specialmente in questi mesi, quando - insieme a questo lieto
evento, che è senz’altro di portata storica - dobbiamo registrare anche le preoccupanti
conseguenze della grave crisi economica globale, specialmente per i giovani che
cercano lavoro e per le fasce più povere della società.
Come cristiani, insieme a Papa
Francesco, vogliamo ancor più riaffermare che è possibile e anzi doveroso lavorare
insieme - quali che siano le diversità - in spirito di fraternità e di dialogo
rispettoso e fecondo; e soprattutto, vogliamo continuare a dare il nostro
contributo per lo sviluppo sociale e civile del Paese e della Nazione croata. E
specialmente oggi che è Pasqua, vogliamo anche auspicare e pregare che questo
“stile” sia recepito e contraccambiato, a tutti i livelli.
**********
In questo spirito, auguro che le Festività
pasquali portino serenità, luce e rinnovata speranza. In questo spirito, mi è
caro estendere a tutti i miei auguri pasquali. In primo luogo, ai credenti
cattolici; ma al tempo stesso, ai credenti delle altre Chiese cristiane e di
altre religioni, e a tutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi
appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, si sentono tuttavia in ricerca
della verità, della bontà e della bellezza: “Verità,
bontà e bellezza di Dio - come ha detto il Santo Padre - che sono nostri preziosi alleati
nell’impegno a difesa della dignità dell’uomo, nella costruzione di una
convivenza pacifica fra i popoli, e nel custodire con cura il creato”
(Discorso del Santo Padre ai Rappresentanti delle Chiese e delle Comunità
ecclesiali, degli Ebrei e delle varie religioni, del 20.03.2013).
Cari amici, a tutti vada il mio cordiale e fraterno
augurio pasquale. SRETAN USKRS !
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