domenica 12 luglio 2020

Cronache del tempo dell’emergenza


Per oltre 100 giorni, dal finire dell’inverno, le popolazioni e le istituzioni europee e mondiali hanno dovuto confrontarsi con le problematiche sanitarie e sociali legate alla fase acuta della epidemia di coronavirus (COVID19). I sistemi sanitari nazionali sono stati fortemente e criticamente impegnati, nel far fronte a numerosi contagi e decessi. Sono stati istituiti regimi di quarantena, di isolamento e di “distanziamento” fisico che hanno portato alla chiusura e/o al rallentamento di attività produttive, di relazioni sociali e di scambi tra i popoli; prevalendo necessariamente su tutti i territori le attività legate alle politiche dell’emergenza e al soccorso sanitario. Per fortuna non è mancato l’ausilio della comunicazione legata ai media e alle reti informative, che ha consentito la partecipazione attenta delle popolazioni e l’ascolto di voci autorevoli della scienza della, della politica, della religione, della cultura e della vita ecclesiale.
In Italia, in un clima di grande solidarietà, hanno assunto un significato emblematico le iniziative popolari espresse in attuazione delle misure del “io resto a casa”, e le immagini sia del Santo Padre che cammina solo in Piazza San Pietro per recarsi all’atrio della preghiera universale, e sia del Presidente della Repubblica che si reca con la mascherina all’Altare della Patria.
A Malta il Nunzio Apostolico non ha fatto mancare la sua voce e la sua guida, con le sue attività che si sono man mano sviluppate dalla semplice comunicazione social al compimento del lavoro pastorale e diplomatico in rappresentanza di Papa Francesco e della Santa Sede.
Seguiamo direttamente gli interventi e le iniziative dell’Arcivescovo D’Errico nella successione che si rileva dalla sua pagina social, a partire da quelli più recenti.


Incontro di lavoro con S. E. Mons. CHARLES J. SCICLUNA, Arcivescovo Metropolita di Malta e Presidente della Conferenza Episcopale Maltese (Rabat, Malta, 10 luglio 2020).



FESTA DI COMPLEANNO di Mons. THOMAS HABIB, Consigliere della Nunziatura Apostolica in Malta e Libia (Malta, 6 luglio 2020).
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Caro Mons. Thomas ,
a distanza di un anno dalla tua nomina a Malta,
siamo lieti di poter oggi
insieme a te rendere grazie a Dio
per il dono della vita
e per il qualificato servizio alla Santa Sede e alla Chiesa.
Grazie per l'esempio che ci dai
e per il prezioso contributo
al lavoro e alla testimonianza
della Casa del Papa per Malta e Libia.
Al multos annos!
Auguri di ogni desiderato bene!
Fraternamente
+ Alessandro D'Errico



FESTA DI COMPLEANNO di S. E. Mons. GEORGE BUGEJA, OFM, Vicario Apostolico di Tripoli (Libia) (Malta, 1 luglio 2020).
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Complimenti e auguri di ogni bene, cara Eccellenza, con tanta stima e viva gratitudine per il prezioso servizio alla Chiesa di Dio che è in Tripoli.




Incontro con la "famiglia allargata" della Nunziatura Apostolica (Collaboratori esterni),
- per festeggiare il termine della emergenza sanitaria covid-19;
- dire gratitudine e "arrivederci" a Padre Konrad Grech, S.I. (trasferito a Roma per il nuovo servizio di Padre Spirituale del Venerabile Collegio Inglese) ,
- e introdurre Suor Rosaria Peña, arrivata agli inizi dell' emergenza
(Malta, 30 giugno 2020).



Ordinazione Sacerdotale di 10 diaconi (5 diocesani, un gesuita, 3 salesiani e 1 Focolarino), presieduta dall'Arcivescovo Charles J. Scicluna, con la partecipazione del Nunzio Apostolico, del Vescovo Ausiliare, di numerosi sacerdoti e una notevole rappresentanza di fedeli (Parrocchia di Cristo Re in Paola, Malta, 29 giugno 2020).



25 GIUGNO 2020 - FESTA DI COMPLEANNO DI SUOR ESTHER VILLARROEL LOPEZ, SOSC.
Cara Suor Esther,
nel giorno del tuo Compleanno,
insieme a te rendiamo grazie a Dio
per il dono della vita
e del servizio alla Congregazione SOSC e alla Chiesa
nella Casa del Papa a Malta
Congratulazioni. Many Happy Returns !
Buon Compleanno,
con intenso e grato ricordo nella preghiera.
Auguri di ogni desiderato bene !!!!
+ Alessandro D'Errico
e Personale della Nunziatura Apostolica
nella Repubblica di Malta e in Libia.



SOLENNITÀ del SACRO CUORE DI GESÙ. Festa patronale e rinnovamento dei voti delle SUORE SALESIANE OBLATE DEL SACRO CUORE DI GESÙ in servizio alla Nunziatura Apostolica in Malta (19 giugno 2020).



ANNUNCIO DELLA NOMINA DEL NUOVO VESCOVO DI GOZO (Ta' Pinu, 17 Giugno 2020).

Sono molto grato a S. E. Mons. Mario Grech per aver voluto organizzare questo Incontro, qui in questo bel Santuario della Madonna di Ta' Pinu, che ci consente di sincronizzarci ai piedi della Madonna con l’annuncio che proprio ora viene fatto in Vaticano di una notizia molto importante per la Chiesa di Gozo.
E cioè, entrando subito "in medias res", ho l’onore d’annunciare che il Santo Padre Francesco, in seguito alla nomina di Mons. Grech a Pro-Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha eletto il suo successore a Gozo.
La persona scelta è un ecclesiastico ben conosciuto, stimato e ben voluto da tutti, per le sue distinte doti umane e pastorali. Si tratta del carissimo Don Anthony TEUMA, finora Delegato Episcopale per la Pastorale Familiare, al quale vanno le nostre più vive felicitazioni.
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Congratulazioni di tutto cuore, caro Ecc.mo Don Anthony. Ho sempre sentito un gran bene di Lei; e perciò sono veramente grato al Santo Padre per aver voluto scegliere proprio Lei come successore del carissimo Mons. Grech. Questo ci consente di guardare con fiducia al lavoro che ci attende, nel contesto delle sfide pastorali che la Chiesa di Dio che è in Gozo sta affrontando in questi tempi delicati. L’augurio che formulo molto fraternamente, insieme ai Collaboratori della Nunziatura Apostolica, è che Lei possa affrontare questo nuovo capitolo di servizio alla Chiesa che il Santo Padre oggi Le affida, con la stessa matura serenità, la medesima prudente saggezza, la stessa nota di eccellenza che hanno contraddistinto finora il suo ministero sacerdotale. La accompagniamo con preghiera intensa, sicuri che - come ha fatto finora - continuerà a mettere a servizio della Chiesa i molti talenti che il Signore Le ha dato.
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Consentitemi anche di aggiungere una parola di sincera gratitudine a tutti coloro che hanno collaborato con la Nunziatura Apostolica per questo evento di Chiesa. Nei mesi scorsi abbiamo dovuto presentare alla Santa Sede non soltanto una terna di candidati, ma anche un quadro completo delle necessità della Diocesi, e soprattutto delle qualità che si auspicavano per il nuovo Vescovo.
Ebbene, quando facevamo le consultazioni prescritte dal Codice di Diritto Canonico, sapevamo bene che le persone alle quali ci rivolgevamo erano prese da molti impegni; ma eravamo fiduciosi che esse avrebbero assolto anche questo servizio con senso di responsabilità ecclesiale. E così, se oggi siamo arrivati alla nomina del nuovo Vescovo, questo è stato possibile anche perché abbiamo trovato esemplare disponibilità e grande serietà nel venire incontro alle nostre richieste. Perciò sento il dovere di dire a tutti: "Grazie, grazie di cuore. Il Signore vi ricompensi! ".

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Ora, con la nomina di Mons. Teuma, Mons. Grech resterà Amministratore Apostolico fino alla presa di possesso del nuovo Vescovo; poi, potrà dedicarsi a tempo pieno al suo importante ufficio in Vaticano, a contatto diretto con il Santo Padre e al servizio dell’Episcopato sparso nel mondo.
Caro Ecc.mo Mons. Mario, mi consenta di dirLe che questo da una parte ci inorgoglisce, perché è bello vedere un gozitano in posizione di così alta responsabilità ecclesiale. Dall’altra parte, tuttavia, ci rende un po’ tristi perché non potremo più contare sulla Sua presenza fisica qui a Malta… anche se sappiamo bene che potremo sempre ricorrere a Lei in qualsiasi momento, come abbiamo fatto in questi anni.
Grazie, cara Eccellenza, per il bene largamente dispensato nei suoi 14 anni di episcopato. La ricorderemo come un Pastore saggio, intelligente, competente, premuroso, dedicato al bene della Chiesa. Personalmente, La ricorderò specialmente per la fraterna vicinanza con la quale mi ha sempre accompagnato nel servizio di Rappresentante Pontificio nella Repubblica di Malta. Siamo uniti a Lei nella preghiera, fiduciosi che Gesù Eterno Sacerdote continuerà ad effondere su di Lei abbondanza di benedizioni e di grazie.
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"Last but not least", consentitemi un piccolo chiarimento. Come spesso succede in questi casi, so bene che i tempi trascorsi per la nomina del nuovo Vescovo ad alcuni sono sembrati un po’ lunghi. Ebbene, con tutta semplicità, vorrei dirvi che alla Nunziatura Apostolica abbiamo tutti lavorato alacremente nei mesi scorsi per la felice soluzione di questa nomina, al meglio delle nostre possibilità. Se poi sono passati otto mesi, vorrei ricordarvi che questo ordinariamente è un periodo normale per una provvista di Chiesa, ed è dovuto al fatto che ci sono procedure complesse da seguire, prescritte dal Codice di Diritto Canonico e dai pertinenti documenti della Santa Sede, che non è possibile espletare in tempi brevi. Perciò sono fiducioso di trovare la vostra comprensione anche su questo punto.
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Di nuovo grazie a tutti e complimenti a Mons. Teuma. La Madonna di Ta’ Pinu continui a proteggere, ad accompagnare e guidare il cammino della Chiesa di Dio che è in Gozo!


10 MAGGIO 2020 - AUGURI a tutte le MAMME, un ricordo orante per le MAMME CHE CI GUARDANO DALL'ALTO, vivo apprezzamento per le MAMME SPIRITUALI .
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A proposito della MATERNITÀ SPIRITUALE, chiarisco con una citazione di SAN GIOVANNI PAOLO II: "Vorrei manifestare particolare gratitudine alle donne impegnate nei più diversi settori dell'attività educativa, ben oltre la famiglia: asili, scuole, università, istituti di assistenza, parrocchie, associazioni e movimenti.

Dovunque c'è l'esigenza di un lavoro formativo, si può constatare l'immensa disponibilità delle donne a spendersi nei rapporti umani, specialmente a vantaggio dei più deboli e indifesi. In tale opera esse realizzano una forma di MATERNITÀ AFFETTIVA, CULTURALE E SPIRITUALE, dal valore veramente inestimabile, per l'incidenza che ha sullo sviluppo della persona e il futuro della società“.



28 APRILE 2020 - LA PREGHIERA DEL PAPA QUESTA MATTINA"In questo tempo,nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell'obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni".


26 APRILE 2020 - TIMES MALTA



20 APRILE 2020 - IL PAPA SULLA CHIESA VIRTUALE

19 APRILE 2020 - ANSA su COVID

10 APRILE 2020 - Ieri nella sua omelia PAPA FRANCESCO ha fatto riferimento a un FRANCESCANO CHE PASSA LA PASQUA FACENDO APOSTOLATO NEL CARCERE (come si può vedere nel video al minuto 4). ... Si tratta di P. HAYDEN WILLIAMS, Cappuccino maltese.



10 APRILE 2020 - BUON VENERDI’ SANTO 



5 APRILE 2020 - Rileggo con emozione questo post del 2015 del professor Pasquale Saviano, con sempre vivo ricordo del nostro carissimo don ENZO CAPASSO, nel QUINTO ANNIVERSARIO della PREMATURA SCOMPARSA .


3 APRILE 2020 - IRONIA


30 MARZO 2020 - PADRE NOTARI s.j.

29 MARZO 2020 - Un bel COMMENTO alla CERIMONIA DI PREGHIERA del 27 marzo 2020 (la traduzione in maltese è di EVARIST BARTOLO).


HO VISTO UN UOMO

Ho visto un Uomo
vestito di bianco
e stanco
sotto la pioggia battente
e il vento freddo
salire lento
verso l’altare
carico di dolore
di sofferenza
ma anche di speranza.
Ho visto un Uomo
anziano
zoppicante
fare le tante scale
con sulle sue spalle
tutto il dolore del mondo.
Ho visto un Uomo
concentrato
nel suo silenzio
fremente
nella sua preghiera
chiedere il perdono
di tutti i peccati
degli uomini
e la loro Salvezza.
Ho visto un Uomo,
uomo fra gli uomini,
innalzarsi
su tutti
e pregare
per tutti.
Ho visto un Uomo
dire
“nessuno si salva da solo”
perché
non siamo soli
se crediamo
in Dio
e nella sua Salvezza.
Ho visto un Uomo
che,
con tutti gli altri uomini del mondo,
si salverà
perché ha creduto
e crederà
per sempre.
GIUSEPPE MESSE
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RAJIT RAGEL
(traduzione in maltese di EVARIST BARTOLO)
Rajt ragel
liebes l-abjad
u ghajjien
taht ix-xita qawwija
u r-rih kiesah
tiela' bil-mod
lejn l-altar
mimli wgigh
mimli tbatija
imma anki tama.
Rajt ragel
xih
izappap
tela' hafna tarag
u fuq spallejh
l-ugigh kollu tad-dinja.
Rajt ragel
migbur
fis-skiet tieghu
imqanqal
fit-talb tieghu
jitlob il-mahfra
tad-dnubiet kollha
tal-bnedmin
u s-salvazzjoni taghhom.
Rajt ragel
qalb il-bnedmin
iqum bil-wieqfa
fuq kulhadd
biex jitlob
ghal kulhadd.
Rajt ragel
jghid
"Hadd ma jsalva wahdu"
ghax
m'ahniex wahedna
jekk nemmnu
f'Alla
u s-salvazzjoni tieghu.
Rajt ragel
li mill-bnedmin l-ohra kollha tad-dinja
jsalva
ghax emmen
u jibqa' jemmen
ghal dejjem.
GIUSEPPE MESSE


TESTO INTEGRALE DELL'OMELIA del PAPA durante il momento di preghiera sul sagrato di Piazza San Pietro (27 marzo 2020).


«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.

È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).
Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.
Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.
Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.
«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).


26 MARZO 2020 - Il PAPA ha annunciato che VENERDÌ 27, ALLE ORE 18, in Piazza San Pietro, completamente vuota, sarà esposto il SS. Sacramento e sarà impartita a TUTTO IL MONDO la Benedizione "URBI ETORBI " a cui sarà annessa la possibilità di ricevere L'INDULGENZA PLENARIA.


LA BENEDIZIONE CHE RISCHIARA LE TENEBRE. IL forte momento di preghiera del Papa, con la BENEDIZIONE EUCARISTICA “URBI ET ORBI ”, come opportunità per vivere con fede e speranza questo tempo di prova per tutta l’umanità (Debora Donnini – Città del Vaticano).

È con particolare forza che Papa Francesco ha rivolto un invito a partecipare spiritualmente al momento di preghiera che presiederà domani. Di fronte ad una Piazza San Pietro vuota ma “piena” della presenza spirituale dei fedeli che seguiranno attraverso i mezzi di comunicazione, dal Sagrato della Basilica di San Pietro, il Papa darà con il Santissimo Sacramento la Benedizione “Urbi et Orbi”, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria, “secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica”, ha fatto sapere la Sala Stampa vaticana. E quindi, qui, domani saranno puntati gli occhi del mondo.
Un evento sicuramente straordinario, quello che il Papa farà, in un periodo particolare, dove il mondo è in ginocchio per la pandemia. Un momento di grazia straordinario che concede un’opportunità di vivere con fede e speranza questo tempo di sofferenza e paura.
La Benedizione con il Santissimo Sacramento viene normalmente data al termine dell’adorazione eucaristica, che ha le sue origini intorno alla fine del 1100, inizi del 1200 in Belgio. Il Papa Urbano IV la conobbe e instaurò nel 1264 la Solennità del Corpus Domini per la Chiesa universale. L’anno prima ci fu il miracolo eucaristico di Bolsena. Fu poi incentivata dal Concilio ecumenico tridentino.
La Benedizione “Urbi et Orbi”, che normalmente viene impartita dopo l’elezione del Pontefice, nel giorno di Pasqua e in quello di Natale, è propria del ministero petrino, perché, ricorda il liturgista padre Arturo Elberti, si riferisce alla città di Roma, in quanto vescovo della diocesi, e al mondo, in quanto Sommo Pontefice. Ed è una benedizione a cui è annessa l’indulgenza plenaria.
INDULGENZA PLENARIA - "L'Indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, dispensa ed applica autoritativamente il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi", dice il Catechismo della Chiesa cattolica. La Chiesa ha il potere di perdonare tutti i peccati però ci sono delle conseguenze di questi peccati in questa vita e nell’altra, spiega il biblista don Francesco Voltaggio. Da una parte quindi c’è la serietà del peccato che provoca in noi e negli altri delle ferite e poi c’è il riferimento alla grazia di Cristo e ai meriti dei santi: “così come nel peccato c’è un’influenza negli altri, così c’è una solidarietà nella santità, perché il fondamento è la comunione dei santi”, sottolinea. In alcune occasioni, per autorità della Chiesa, vengono quindi “dischiusi questi tesori” e si applicano al fedele con le dovute disposizioni. Questa indulgenza plenaria si può applicare sia a sé stessi, sia ai defunti.
INDULGENZA PLENARIA E POSSIBILI ASSOLUZIONI COLLETTIVE PER L'EMERGENZA CORONAVIRUS - L’indulgenza plenaria si chiama così perché rimette tutte le conseguenze del peccato a differenza dei casi in cui si può ricevere l’indulgenza parziale. Ora in questo particolare momento, l’indulgenza plenaria viene concessa secondo il recente decreto della Penitenziaria Apostolica, che prevede la possibilità di riceverla in forma straordinaria rispetto a quanto ordinariamente richiesto, in particolare per quanto concerne il Sacramento della Confessione e dell’Eucarestia. Questa grazia è concessa sia ai fedeli affetti da Coronavirus e a chi li assiste, in primo luogo i familiari e i sanitari, sia a tutti i fedeli che pregano per i malati, a condizioni leggermente differenti, illustrate nel decreto della stessa Penitenzieria. “E’ un grazia che risponde al momento che tutti stiamo vivendo, per aiutare tutti a scoprire che Cristo si fa presente nella malattia, nella paura e nella debolezza dell’uomo, come il Buon Samaritano”, sottolinea il canonista don Antonio Interguglielmi.

24 marzo 1974 – 2020: 46° ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE SACERDOTALE .
Pur tra i disagi del coranavirus anche per Malta, rendo grazie a Dio per questi anni di ministero itinerante in giro per il mondo al servizio della Santa Sede e delle Chiese locali, e a coloro che mi hanno sostenuto e mi sostengono con la preghiera e con l'affetto.




23 MARZO 2020 - VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO A MALTA.
Questa mattina in Vaticano è stato annunciato che a causa della situazione mondiale in corso, in accordo con le Autorità e la Chiesa locale, Il VIAGGIO APOSTOLICO A MALTA DEL SANTO PADRE FRANCESCO (in programma per il 30 e 31 maggio 2020) è stato RINVIATO A DATA DA DEFINIRE .
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A nome della Delegazione della Santa Sede, desidero esprimere al Presidente della Repubblica, al Primo Ministro e agli Uffici governativi interessati, alla Conferenza Episcopale Maltese, all'Arcidiocesi di Malta e alla Diocesi di Gozo, VIVA GRATITUDINE per la disponibilità e l'intenso lavoro svolto nelle ultime settimane per l'organizzazione del Viaggio Apostolico. Non è stato tempo perso. Attraverso il lavoro di preparazione, siamo cresciuti in amicizia e nella condivisione di comuni ideali di servizio al popolo maltese e alla Chiesa. E giacché si tratta di "rinvio", speriamo e preghiamo di poter presto riprendere la preparazione dal punto in cui eravamo arrivati, ... anche perché questo significherà che l'emergenza attuale è stata superata.


12 MARZO 2020 - In questi giorni di emergenza sanitaria, Francesco affida la città di Roma, l’Italia e il mondo alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza. In un videomessaggio, il Pontefice rivolge una preghiera a Maria, “Salute dei malati” e “Salvezza del popolo romano”.

Santa Messa alla MARIAPOLI 2020 del Movimento dei Focolari (Ramla Bay Resort, Mellieha, Malta, 7 marzo 2020).


Visita del Ministro per lo sviluppo sostenibile, il dialogo sociale e l'implementazione del programma, S. E. l' On. CARMELO ABELA, con la gentile Consorte, Signora MELANIE ABELA , e l' Ambasciatore di Malta presso la Santa Sede, S. E. il Sig. FRANK ZAMMIT (Rabat, Malta, 5 marzo 2020).



VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO A MALTA. RIUNIONE CONGIUNTA delle TRE DELEGAZIONI (Santa Sede, Governo e Chiesa locale) per SICUREZZA e MEDIA, a conclusione della tre giorni di incontri e sopralluoghi (1-3 marzo) (Rabat, Malta, 3 marzo 2020).



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