IL
NUNZIO D'ERRICO SMENTISCE PAROLE A LUI ATTRIBUITE IN UN RECENTE
ARTICOLO de LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
In
un recente articolo di Guido Villa apparso su La nuova Bussola
Quotidiana il 12 maggio 2019 (dal titolo "Caso Stepinac,
Chiesa croata e Vaticano ai ferri corti") - alquanto critico
sulle dichiarazioni di Papa Francesco circa l'attesa canonizzazione
del Beato Cardinale Alojzije Stepinac (durante il volo di ritorno
dalla Macedonia del Nord, il 7 maggio 2019) – è stato fatto
riferimento anche a parole che sarebbero state pronunciate dal Nunzio
Apostolico Alessandro D'Errico nell'agosto 2013. A quel tempo
Monsignor D'Errico era Nunzio Apostolico in Croazia.
Il
Presule ha prontamente negato la veridicità delle parole a lui
attribuite, e la smentita è stata pubblicata in calce all'articolo
in questione ed anche con un post in rete dal titolo "Caso
Stepinac, smentita del Nunzio e risposta". Successivamente
c'è stato un intenso scambio di corrispondenza con la medesima
direzione e il giornalista autore dell'articolo, che l'Arcivescovo ha
ritenuto opportuno rendere pubblico "per amore di verità".
Qui di seguito riportiamo l'importante scambio di corrispondenza.
1)
13 maggio - NUNZIO D'ERRICO
Spettabile Direzione,
buoni
amici mi hanno segnalato un vostro recente articolo sulla questione
del Beato Stepinac, dove si fa menzione anche di qualcosa che avrei
detto qualche anno fa a Samobor . Mi dispiace, ma ciò non risponde a
verità.
Vi
prego pertanto di eliminare tutta la parte che fa riferimento al
sottoscritto. Vi chiederei pure di pure di darmene cortese conferma
attraverso questo indirizzo email.
Grazie.
+Alessandro D'Errico
+Alessandro D'Errico
Nunzio
Apostolico
P. S. Qui di seguito riporto la parte dell'articolo dove si fa menzione del sottoscritto, che francamente mi lascia di stucco: "Le parole del Papa sull'aereo di ritorno....
«E
basta con questo Stepinac!» Così monsignor Alessandro
D'Errico, nunzio apostolico in Croazia dal 2012 al 2017, il 15 agosto
2013 rispondeva all'ennesima domanda sulla canonizzazione del beato
Alojzije Stepinac durante un incontro presso il convento francescano
di Maria Assunta di Samobor, nei pressi di Zagabria, alla presenza
dei frati del convento e dei sacerdoti del locale Decanato, per una
volta non ricorrendo alle consuete frasi fatte e dichiarazioni
falsamente tranquillizzanti. La reazione del nunzio D'Errico è
un chiaro segno che..... ".
2) 14 maggio 2019 - Dott. CASCIOLI e Dott. VILLA
Carissima Eccellenza,
mi
dispiace che il nostro articolo l'abbia negativamente colpita, ma
come vedrà dalla risposta di chi ha scritto l'articolo, il
riferimento alle sue parole viene da un testimone dell'incontro.
Pertanto io pubblicherò senz'altro la sua smentita ma anche la
precisazione di Guido Villa, come è giusto che sia. Non ritengo
invece giusto cancellare la parte che la riguarda perché è appunto
supportata da una testimonianza diretta.
Cordiali
saluti
RICCARDO
CASCIOLI
Eccellenza reverendissima,
la
frase da Lei pronunciata a Samobor mi fu riferita tre giorni dopo il
fatto da un sacerdote croato presente a quell'incontro. Era molto
triste, e mi chiese: «Cosa avrà voluto dire il Nunzio
con quella frase?». Io gli risposi, già allora:
«Significa che la canonizzazione del beato Stepinac non arriverà
presto». Non c'era bisogno di doni mistici per capire quale sarebbe
stato lo sviluppo della vicenda.
Tra
l'altro, si tratta di un sacerdote molto umile e pio, devotissimo a
papa Francesco, e non aveva nessun motivo per inventare qualcosa che
non fosse stato detto.
Prendo
quindi atto della Sua smentita, da parte mia confermo quanto ho
scritto.
Un'ultima osservazione: è Suo buon diritto proporre una smentita o una rettifica, mi lascia un po' perplesso la Sua richiesta di cancellazione della parte di articolo che si riferisce alle Sue parole. E' una cosa che sinistramente ricorda il romanzo “1984” di George Orwell.…
Un'ultima osservazione: è Suo buon diritto proporre una smentita o una rettifica, mi lascia un po' perplesso la Sua richiesta di cancellazione della parte di articolo che si riferisce alle Sue parole. E' una cosa che sinistramente ricorda il romanzo “1984” di George Orwell.…
GUIDO
VILLA
3)
15 maggio 2019- NUNZIO D'ERRICO
Caro
Direttore,
La
ringrazio per la Sua mail. Avrà la cortesia di inviarmi il link
della smentita da Lei pubblicata. Per quanto concerne la risposta del
Dott. Villa, non avendo il suo recapito, chiedo la gentilezza di
trasmettergli le mie osservazioni, che sottopongo pure alla Sua
considerazione.
1.
Non ho idea di chi sia il Sacerdote o Frate di questa
"testimonianza", ma assolutamente non mi riconosco nello
stile che avrei usato nella "risposta". Ho dovuto spesso
rispondere a domande circa il Beato Stepinac, ma posso assicurare che
ho sempre cercato di avere uno stile rispettoso verso tutti, e in
primo luogo verso il medesimo Beato, per il quale nutro sincera
devozione.
2.
Le espressioni riportate si riferiscono al 2013. A quel tempo non
c'erano difficoltà di gestione della questione Stepinac. Era stato
da poco riconosciuto il miracolo dalla Congregazione per le Cause dei
Santi e tutti aspettavamo con grande gioia la data della
canonizzazione.
3.
La questione divenne più complessa quando Papa Francesco decise di
istituire una Commissione di Esperti Mista, composta del ortodossi
serbi e cattolici croati. Questa iniziativa non piacque molto al
grande pubblico croato, e per ovvi motivi la Nunziatura Apostolica si
trovò “tra l'incudine e il martello", cercando di mediare tra
le attese della Chiesa croata e la decisione del Papa…. Ma eravamo
più avanti nel tempo (dal 2015 in poi). In diverse circostanze
cercai di chiarire la decisione pontificia, per espresso mandato di
Papa Francesco . Ma anche allora mi feci dovere di usare rispetto
verso tutti, e di offrire i chiarimenti richiesti al meglio delle mie
possibilità. Oggi, a distanza geografica e di qualche anno, "coram
Domino" posso affermare serenamente che non ho mai liquidato
le questioni in maniera sbrigativa e poco rispettosa, come purtroppo
viene riportato nell'articolo del 12 maggio.
4.
A mio parere, le affermazioni erroneamente a me attribuite creano
ulteriore confusione: abbinando qualcosa che non ho detto alle
dichiarazioni di Papa Francesco al ritorno dalla Macedonia del Nord,
lasciano intravvedere una "strategia" che con c'è
mai stata.
5.
In questo senso rinnovo la richiesta di eliminare la parte che fa
riferimento al sottoscritto.
6.
Sono fiducioso che si potrà risolvere tutto in maniera amichevole.
Grazie per l' attenzione. Cordialmente auguro buon lavoro, "in iustitia et veritate".
+
ALESSANDRO D'ERRICO
Nunzio
Apostolico a Malta e in Libia
4)
15 maggio 2019 - DOTT. VILLA
Eccellenza Reverendissima,
sono
il dottor Guido Villa, autore dell’articolo apparso sulla Nuova
Bussola Quotidiana del quale Ella ha smentito il primo paragrafo,
quello che riguarda la frase da Lei pronunciata davanti ai frati del
convento di Samobor e ai sacerdoti del locale Decanato il 15 agosto
2013.
Con
tutto il rispetto dovuto a Lei come successore degli apostoli e
Nunzio Apostolico, mi permetto di ribadire quanto già scritto nella
mia risposta alla richiesta di smentita. Rimanendo sulla mia
posizione, tuttavia non affermo assolutamente che Ella non stia
dicendo la verità. Da una parte, come ho scritto nella replica,
questa frase mi è stata riferita dal sacerdote in questione tre
giorni dopo, domenica 18 agosto 2013, mentre è perfettamente
comprensibile che Lei possa non ricordare con precisione ogni singola
parola detta nei cinque anni di servizio quale Nunzio Apostolico
presso la Repubblica di Croazia, tanto più che quello che ho
riferito, essendo accaduto una volta sola, appare chiaramente come
uno scatto di impazienza dinanzi alla milionesima domanda sulla
canonizzazione del beato Stepinac, che però, ho ipotizzato,
manifestava il fatto che la canonizzazione del cardinal Stepinac
rappresentava un problema per la Chiesa, e ciò per i motivi che ho
specificato nell’articolo.
Nella
Sua e-mail al direttore dott. Cascioli, che ci legge in copia, Ella
scrive che "Le espressioni riportate si riferiscono al 2013. A
quel tempo non c'erano difficoltà di gestione della questione
Stepinac. Era stato da poco riconosciuto il miracolo dalla
Congregazione per le Cause dei Santi e tutti aspettavamo con grande
gioia la data della canonizzazione".
Anche
a proposito di questo punto mi permetto di non essere d'accordo.
I
serbi hanno seguito con molta attenzione lo sviluppo della causa di
canonizzazione, tant'è che il patriarca Irinej ha affermato, nella
sua lettera a papa Francesco del 2016, di avere già scritto a papa
Benedetto XVI sulla questione, ma di non avere avuto risposta (vedi
qui). Quindi il caso Stepinac ha sempre rappresentato un problema,
tanto maggiore quanto più avanzava il processo.
In
realtà i problemi sono nati esattamente con l'annuncio pubblico
dell'approvazione del miracolo e della prossima canonizzazione di
Stepinac. Ricordo perfettamente l'annuncio fatto in cattedrale dal
cardinale Bozanić
, e ricordo ahimè perfettamente anche i miei pensieri immediati di
quel momento:
è
un errore annunciare pubblicamente una cosa del genere fin da subito
senza aspettare la firma del Papa e l'annuncio della data della
cerimonia (a quel punto i giochi sarebbero stati fatti), poiché i
serbi reagiranno sicuramente e impediranno la canonizzazione.
Non
ho doni mistici, era semplicemente una considerazione oggettiva
fondata sulla conoscenza della situazione.
Eccellenza
Reverendissima, quanto io ho scritto non rappresenta minimamente
un'offesa personale rivolta a Lei. Essendo in stretti rapporti di
amicizia con la signora Ksenija Abramović
, fondatrice e direttrice di Laudato televizija, sono al corrente dei
Suoi sforzi e dell'appoggio decisivo che Ella ha dato affinchè
questa opera del Signore prendesse corpo con tutti i benefici
spirituali che ne derivano, nonchè il Suo impegno affinchè a Radio
Marija non venisse tolta la concessione radiofonica.
Egualmente sono al corrente dei Suoi sforzi, soprattutto quando Ella era Nunzio Apostolico in Bosnia-Erzegovina, ma anche dopo, affinchè la Santa Sede avesse un atteggiamento non negativo nei confronti dei fatti di Medjugorje, e so che il Suo intervento a tale proposito è risultato decisivo.
Egualmente sono al corrente dei Suoi sforzi, soprattutto quando Ella era Nunzio Apostolico in Bosnia-Erzegovina, ma anche dopo, affinchè la Santa Sede avesse un atteggiamento non negativo nei confronti dei fatti di Medjugorje, e so che il Suo intervento a tale proposito è risultato decisivo.
Al
di là del fatto che ogni decisione sul taglio o meno della frase in
questione spetta al direttore della Nuova Bussola Quotidiana, per
amore di verità non posso di mia sponte modificare l'articolo poichè
il fatto che tale frase mi sia stata riferita da un sacerdote tre
giorni dopo l'incontro è la pura e semplice veritè (al limite si
può aggiungere nel testo una frase del tipo "come riferito da
un sacerdote presente all'incontro").
Allo
stesso modo, in occasione di un articolo sui fatti di Medjugorje che
ho intenzione di scrivere nelle prossime settimane, egualmente per
amore della verità sono disposto a menzionare Sua Eccellenza e i
Suoi sforzi per vedere accolti positivamente presso la Santa Sede i
fatti che avvengono nella cittadina dell'Erzegovina croata.
Nell'implorare
la Sua benedizione di successore degli apostoli su di me e la mia
famiglia, La saluto cordialmente.
dott.
GUIDO VILLA
5) 15 maggio 2019 - NUNZIO D'ERRICO
Caro Dott. Villa
grazie
per la mail, per il tempo che mi dedica, e per le espressioni di
apprezzamento sul mio servizio nel Balcani (ai quali, come ben
scrive, mi sono dedicato con grande dedizione).
Mi
permetta di ribadire la mia amara sorpresa per le espressioni che mi
vengono addebitate. Ripeto che non è nel mio stile rispondere in tal
modo, che mi sembra autoritario e un po' villano, specialmente quando
si tratta di Sacerdoti e Religiosi .
Quanto
all'agosto 2013, ha ragione Lei che la questione Stepinac era già di
vecchia data. Ma in Croazia vivevamo "sonni tranquilli",
felici che il miracolo fosse stato riconosciuto. Delle difficoltà
che il Patriarca Ireneo stava scrivendo a Papa Francesco, venni a
conoscenza parecchi mesi dopo, e dal Papa stesso fui informato che i
Serbi avevano già scritto cose analoghe in occasione della
beatificazione.
Allora
mi domando: perché mi sarei dovuto impazientire dinanzi ad una
richiesta che mi veniva fatta circa il Beato Stepinac, che tra
l'altro avevo scelto come Patrono del mio servizio in Croazia? .... E
con i Frati francescani, che mi sono particolarmente cari, anche per
il poco che ho cercato di fare per essi in Bosnia ed Erzegovina e in
Montenegro?
D'altra
parte, non mi meraviglia anche questa, perchè purtroppo, quando la
questione si complico', furono diffusi parecchi falsi sul mio
conto, per la posizione che ritenni doveroso assumere, nel cercare di
spiegare la decisione del Santo Padre circa la Commissione di Esperti
Mista .
Sicchè,
se proprio non se la sente di eliminiare il primo paragrafo
dell'articolo, mi dispiace... molto, anzi moltissimo. ..... Qualcuno
mi consiglia di andare per vie legali..... Ma in questo caso ciò mi
pare lontano da ogni logica evangelica.... Preferisco accogliere
anche questa sofferenza ....e perdonare, largamente .
Mi
dispiace pure che il web è già pieno di questo paragrafo che
certamente, mio malgrado, può offuscare il mio servizio alla causa
del Beato Stepinac. .... Veda Lei...... magari con il Direttore.
Il
Signore La assista e illumini nel Suo servizio alla verità.
+
ALESSANDRO D'ERRICO
6)
15 maggio 2019 - NUNZIO D'ERRICO
Caro Direttore,
Grazie
per la pubblicazione della mia smentita e della replica del dottor
Villa.
Giacchè poi tra ieri e oggi c'è stato un sostanzioso scambio di corrispondenza a tre (l'ultimo direttamente con il giornalista autore dell'articolo, e per conoscenza a Lei), Le domanderei di valutare se non sia il caso che si pubblichi tutto.... per amore di verità.
Giacchè poi tra ieri e oggi c'è stato un sostanzioso scambio di corrispondenza a tre (l'ultimo direttamente con il giornalista autore dell'articolo, e per conoscenza a Lei), Le domanderei di valutare se non sia il caso che si pubblichi tutto.... per amore di verità.
Eventualmente
questa corrispondenza recente potrebbe seguire nel medesimo post ciò
che è stato già pubblicato. Grazie
+
ALESSANDRO D'ERRICO
7) 16 maggio - DOTT. CASCIOLI
Caro monsignor D'Errico,
la
ringrazio della sua attenzione e delle sue precisazioni su tutta la
vicenda Stepinac. Le dirò anche un mio piccolo pensiero in merito,
che viene da un giornalista cattolico che non è croato e che guarda
quindi alla vicenda da una prospettiva non certo nazionalista.
Sicuramente
non possiamo non tenere conto delle vicende storiche e delle tante
sensibilità che in un caso di santità sono coinvolte. Però quello
che trovo molto pericoloso è sottomettere ogni decisione sulla
canonizzazione di una persona o di un gruppo di persone
all'approvazione del mondo o, almeno, di una parte interessata. Come
cattolico è questo che mi lascia molto perplesso. Stepinac non è
certo l'unico caso, e non è neanche il primo. Questo avviene anche
per Pio XII e certamente per altri casi. Per i martiri cinesi
Giovanni Paolo II sfidò apertamente il regime comunista e andò
avanti malgrado minacce e ritorsioni. Credo sia la strada corretta,
una volta accertata la santità della persona secondo l'iter previsto
dalla Chiesa.
Le
dirò anche che non trovo ne insultante ne diffamante l'episodio a
cui le sue mail fanno riferimento, è piuttosto la fotografia di una
situazione sicuramente complessa. Ho comunque pubblicato la sua
smentita sia in un articolo a parte sia in fondo all'articolo
incriminato, credo quindi di aver assolto a ogni dovere di
correttezza e di rispetto. Invece la ricchezza di spunti delle mail
successive potrebbe essere l'occasione di un altro articolo che
approfondisca altri aspetti del caso Stepinac (senza ritornare
sull'episodio incriminato). Ad esempio con una intervista a lei,
fatta da un nostro redattore. Potremmo così aggiungere altri
tasselli per far comprendere tutta la vicenda senza appesantire
quanto già scritto e rettificato con dei botta e risposta che ai
lettori risulterebbero incomprensibili.
Grazie per la sua attenzione
Grazie per la sua attenzione
RICCARDO
CASCIOLI
8)
17 maggio 2019 - NUNZIO D'ERRICO
Grazie,
caro Direttore.
Capisco
le perplessità circa una pubblicazione dell'intero nostro scambio di
corrispondenza e ne prendo atto. Mi riservo di farlo io in qualche
modo, per amore di verità e anche perchè
questa è stata un'occasione per chiarire alcuni aspetti di una
questione certamente complessa, come ben dice.
Purtroppo non sono in grado di accettare la proposta di un'intervista, che comunque ho apprezzato. Ho lasciato la Croazia due anni fa, ed è come se non avessi più "il polso della situazione"; e neppure conosco abbastanza gli sviluppi di questioni allo studio. D'altra parte è buona prassi del nostro servizio di "non invadere il campo" affidato ad altri degnissimi colleghi.
Purtroppo non sono in grado di accettare la proposta di un'intervista, che comunque ho apprezzato. Ho lasciato la Croazia due anni fa, ed è come se non avessi più "il polso della situazione"; e neppure conosco abbastanza gli sviluppi di questioni allo studio. D'altra parte è buona prassi del nostro servizio di "non invadere il campo" affidato ad altri degnissimi colleghi.
Comunque, per informazione Sua e del Dott. Villa, e in vista di un nuovo eventuale articolo, segnalo un' intervista tra le tante che ho concesso circa il Beato Stepinac. L'ho riascoltata poco fa e la ritengo ancora di grande attualità, specialmente per gli aspetti da Lei menzionati nella sua ultima mail. Perciò, con mail successive invio: 1) il link per l'edizione video di YouTube, pubblicata da Laudato TV (è in italiano con sottotitoli in croato, con due o tre frasi di introduzione in lingua croata); e 2) il link per l'edizione testuale apparsa su un blog che segue le mie attività.
E’ stato un piacere avere questa corrispondenza con Lei e con il Dott. Villa, pur con l'amarezza delle circostanze. Mi rendo conto che era difficile realizzare quello che domandavo, ma.... almeno il primo scambio di corrispondenza è stato pubblicato.
Buon
lavoro! Il Buon Dio vi illumini e vi assista in questo momento non
proprio facile per la Chiesa.
+ ALESSANDRO D'ERRICO
+ ALESSANDRO D'ERRICO
Nunzio
Apostolico a Malta e in Libia
Il
testo dell'intervista è il seguente:
Eccellenza,
abbiamo letto molte volte, in vari articoli di stampa, che il Santo
Padre, proponendo un Gruppo di Esperti misto sul Card. Stepinac, ha
l'intenzione di costruire un "ponte" verso il Patriarca di
Belgrado, Ireneo, e verso il Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa,
Cirillo. Può dirci qualcosa a proposito di questa strategia
ecumenica?
Grazie,
caro Nikola, per questa domanda che ritengo molto importante. Anch’io
ho letto tante volte in merito a questa supposta "strategia",
ecumenica o geo-politica, del Santo Padre, attraverso la proposta di
un Gruppo di Esperti misto (della Chiesa cattolica e della Chiesa
serbo-ortodossa) in merito al Beato Alojzije Stepinac. Anzi, di
questo ho parlato con Lui personalmente, quando mi ha ricevuto il 17
dicembre scorso. Quando sono tornato, poco prima di Natale, ho
pensato spesso a quell'Udienza (che durò buoni 45 minuti). Devo dire
che sono veramente e sinceramente convinto che non c’è nessuna
"strategia" del tipo di quello che abbiamo letto in questi
giorni e nei mesi passati.
Sono
stato dal Santo Padre e abbiamo parlato soprattutto di questa Sua
proposta, e poi anche di questioni che riguardano il presente e il
futuro della Chiesa in Croazia. Mi ha colpito soprattutto una cosa:
Papa Francesco mi ha fatto anche qualche confidenza, ma non una volta
sola ha fatto riferimento ad una Sua "strategia",
attraverso il Gruppo di lavoro sul Cardinale Stepinac.
D’altra
parte, per come conosciamo il Santo Padre, che è veramente un
esempio di vita cristiana e di Pastore illuminato, a me personalmente
sembrerebbe molto strano che Egli faccia questi giochetti, che sanno
più di manovre politiche, che di un'alta visione ecclesiale, che
certamente dobbiamo riconoscere al nostro amatissimo Papa Francesco.
Eccellenza,
Signor Nunzio Apostolico, può dirci di che cosa Lei ha parlato con
il Santo Padre, e che cosa ha detto il Santo Padre di questo Gruppo
di Lavoro misto?
Certamente.
E’ quello che spesso mi domandano da diverse parti e che in qualche
modo ho già cercato di esporre, prima ai nostri Vescovi - quando li
ho incontrato in occasione della Conferenza Episcopale di gennaio - e
poi anche alla Settimana Pastorale, organizzata dalla Facoltà
Teologica di Zagabria. Volentieri posso richiamare qualche elemento
anche oggi.
Anzitutto,
sono rimasto impressionato da come il Santo Padre è informato delle
reazioni venute in Croazia. Poi sono rimasto impressionato anche
dalla chiarezza del quadro che aveva, dalla Sua "visione"
della questione, e al tempo stesso, dalla fermezza con cui diceva le
cose.
Circa
i contenuti, posso sintetizzarli intorno a tre nuclei, e cioè
intorno a tre argomenti. Il primo: Il Santo Padre ha cercato di dirmi
quali sono le Sue intenzioni a proposito di questo Gruppo di Esperti
misto. Il secondo: la natura di questo Gruppo. E terzo: alcuni
aspetti organizzativi, che riguardano il lavoro del Gruppo.
Allora,
per quanto riguarda le Sue intenzioni, Egli ha insistito soprattutto
sul fatto che potrebbe firmare anche subito il Decreto sulla santità
di Stepinac perchè non ha dubbi, e me l'ha fatto capire in mille
modi. Non ha dubbi sulla figura di Stepinac, per la conoscenza che
già aveva del Beato (attraverso i tanti croati che ha incontrato in
Argentina, quando era Arcivescovo di Buenos Aires), e che ora ha
approfondito ancora meglio attraverso il lavoro compiuto dalla
Congregazione per le Cause dei Santi, che è quasi terminato. Come
sa, lo scorso anno tutti speravamo che si potesse giungere al Decreto
del Santo Padre in tempi brevi. Invece sono nate le difficoltà che
conosciamo, che hanno portato a questa proposta del Santo Padre.
Lei
mi domanda: che cosa ha detto il Santo Padre? Cercherà di essere
fedele il più possibile.
"Se
firmo oggi questo decreto, mi ha detto, c'è il rischio di una nuova
tensione tra le due Chiese, la Chiesa serbo-ortodossa e la Chiesa
cattolica in generale, e in particolare la Chiesa di Dio che è in
Croazia. E aggiungeva: "Questo dobbiamo evitarlo, perchè noi
siamo sicuri del lavoro che abbiamo fatto. Non dobbiamo avere paura
di mostrare il lavoro che abbiamo fatto. Ci ho pensato a lungo,
personalmente. Quando il Patriarca Ireneo mi ha scritto, ci ho
pensato a lungo e ho ritenuto che potevamo metterci insieme intorno a
un tavolo e rileggere insieme il ruolo che il Beato Stepinac ha avuto
durante la Seconda Guerra Mondiale, e così presentare anche il
lavoro che è stato fatto dalla Congregazione, in un'atmosfera di
serenità. La speranza è che questo possa servire a dissipare le
ombre che ci sono state nel cammino tra le due Chiese, e così
mettere le due Chiese intorno a un tavolo per una serena e fraterna
discussione. La speranza è anche che questo possa servire nel
cammino di piena riconciliazione tra i due popoli, perchè anche
questo è un aspetto importante. Dobbiamo lavorare insieme per una
piena riconciliazione, perchè questo sarebbe di grande significato,
non solo tra le due Chiese, ma anche tra i due popoli e i due Stati.
E questo sarebbe un grande contributo anche alla stabilità nella
regione.
D'altra
parte, se si legge bene l'Evangelii Gaudium, questa proposta che
faccio è soltanto un'applicazione dei principi che ho esposto in
quel Documento, e che cerco di proporre frequentemente nelle Messe
che celebro a Santa Marta. Io parlo spesso di un cambiamento di
mentalità. Questo è il punto di partenza: dobbiamo cambiare
mentalità. Purtroppo dobbiamo riconoscere che c'è stata, e in
qualche ambiente c'è ancora, una mentalità di Chiesa un po' chiusa,
che andava avanti da sola per le proprie strade, e non si preoccupava
di quello che altri possono obiettare o possono dubitare. Invece noi
dobbiamo sentire la necessità di confrontarci con le diverse istanze
che incontriamo nella vita sociale, nella vita politica, nella vita
religiosa. Sentiamo la necessità di costruire una cultura del
dialogo e dell'incontro, e di non restare chiusi nei nostri
parametri.
Questa
proposta è un po' anche l'applicazione delle ultime parole di Gesù:
"Andate nel modo intero, annunciate la Buona Novella a tutti i
popoli". E’ necessario "uscire" dai nostri schemi e
"andare" verso tutti, in particolare verso le periferie; ma
non solo le periferie "materiali" (i poveri, i diseredati,
i profughi che incontriamo nella vita di ogni giorno). Ci sono anche
le "periferie spirituali": di tante persone che venivano e
non vengono più, o che non sono mai venute nelle nostre chiese. In
questo "uscire", in questo "andare" verso le
periferie spirituali, evidentemente dobbiamo dare un posto
privilegiato ai fratelli separati. E cioè, penso che la via
ecumenica sia molto importante in questo processo di Chiesa-in-uscita
che vogliamo costruire".
E
poi, aggiungeva con tanto calore e con tanta fermezza: "Lo dica
a tutti, e non si stanchi di ripeterlo:io non ho niente contro la
figura del Cardinale Stepinac e non ho niente contro il popolo
croato. So che alcuni dicono che io non capisco la storia e le
relazioni tra serbi e croati; ma vorrei che fosse chiaro che per me
la Chiesa dovrebbe essere una Chiesa aperta, nonostante le difficoltà
che si presentano: una Chiesa che dialoga, una Chiesa ecumenica; e
questo si applica anche nel campo specifico di ciò che riguarda la
decisione che dobbiamo prendere, circa la canonizzazione del Beato
Cardinale Alojzije Stepinac".
Grazie
mille, caro Nunzio. Abbiamo compreso questo primo punto. Lei ha
menzionato altri due punti, che mi pare siano interessanti per il
nostro popolo e per i nostri media.
Sì,
ci sono altri due punti. Il secondo è collegato alle intenzioni del
Santo Padre. Esso riguarda la natura di questo Gruppo di Esperti; e
cioè, che cosa è questo Gruppo, che cosa si propone di realizzare.
Egli è stato molto chiaro. Poi me ne ha parlato ancora di più il
Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, con il quale mi sono
fermato per un'altra ora e mezza, per approfondire ciò che il Santo
Padre mi aveva detto. In breve, posso ribadire che la natura del
Gruppo di Esperti non è quella di studiare o ristudiare la santità
del Cardinale Stepinac. Questa è una questione interna alla Chiesa
Cattolica. Invece, la natura della Commissione vuole essere,
anzitutto, quella di rileggere le circostanze nelle quali il Beato
Stepinac storicamente si è trovato a svolgere la sua missione di
cristiano, di Sacerdote e di Vescovo. E' una rilettura storica di ciò
che il Beato Stepinac ha potuto fare, durante quegli anni molto
travagliati. D'altra parte è facile renderci conto che non è
possibile giudicare con gli occhi di oggi una realtà di cinquanta,
sessanta, settant'anni fa, che per molti aspetti era parecchio
diversa da quella attuale, sia per il contesto generale, sia per il
contesto di riflessione ecumenica, che è venuta successivamente.
Allora,
la scopo della Commissione non è quello di "far giudicare di
nuovo da Belgrado - come qualcuno pure ha scritto - la santità di
Stepinac", di fare "un secondo giudizio" su Stepinac.
La sua natura è di ordine storico: rileggere le circostanze che il
Cardinale ha affrontato in quel tempo e che in qualche modo possono
avere influito su qualche aspetto della sua personalità o dei suoi
interventi. Inoltre direi che essa ha anche uno scopo informativo,
nel senso che si vuole condividere il lavoro storico, che è stato
fatto in questi anni. Mons. Batelja mi ha ripetuto tante volte che ci
sono quattro grandi volumi che raccolgono gli studi che sono stati
fatti, a livello di inchiesta diocesana, e al livello della
Congregazione per le Cause dei Santi. Si tratta di mostrare il lavoro
compiuto sulla figura di Stepinac e serenamente di rispondere a
eventuali obiezioni che ancora ci fossero, per potere arrivare -
nella maniera più serena possibile - a una decisione, da parte
nostra, di canonizzazione del Cardinale.
D'altra
parte, i nostri Vescovi, nella Conferenza Episcopale di ottobre,
hanno diffuso un comunicato molto bello, in cui hanno detto che
dobbiamo ringraziare il Santo Padre per l'iniziativa di questo Gruppo
di Esperti, perchè questo darà l'opportunità di far meglio
conoscere la santità, l'eroicità, l'esemplarità del Cardinale
Stepinac in una maniera più approfondita, e in ambiti più larghi di
quelli che potevano essere costituiti dalle nostre comunità.
Attraverso questo Gruppo, speriamo di poter mostrare la figura
luminosa del Beato Alojzije Stepinac anche alle Chiese Ortodosse, e
non soltanto in Croazia e nei Paesi vicini, ma anche fuori degli
orizzonti geografici di queste terre.
Grazie.
Signor Nunzio, è molto interessante. E il terzo punto?
Il
terzo punto riguarda gli aspetti organizzativi. Eravamo al 17
dicembre, il Santo Padre mi diceva che aspettava per metà gennaio
un'alta Delegazione serbo-ortodossa per discutere del Gruppo di
Esperti (e, come sapete, ciò è avvenuto). Il Santo Sinodo della
Chiesa serbo-ortodossa aveva accettato in linea di principio la
proposta del Santo Padre. Ora si trattava di mettere a punto qualche
aspetto pratico e di stabilire quanti saranno i membri del Gruppo,
quando si incomincerà il lavoro, dove si farà la prima riunione,
ecc. Il 17 dicembre, il Santo Padre diceva che si pensa grosso modo a
tre membri per ciascuna parte, ma che si può essere elastici se sarà
opportuno allargare il numero dei membri per una parte e per l'altra;
si pensa a un patrocinio della Santa Sede e si dovrà stabilire quale
Organismo della Santa Sede avrà il patrocinio di questa Commissione;
e aggiungeva che si proporrà che la prima riunione si faccia a Roma,
e sarà proprio durante questa prima riunione che si stabilirà con
esattezza il programma di lavoro da seguire e in particolare l'arco
di tempo necessario per il lavoro della Commissione.
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