Il
Portale dell’Arcidiocesi di Malta ha pubblicato un ampio commento
ed il video intero di circa due ore relativo alla solenne
celebrazione eucaristica della Solennità di Maria Assunta in Cielo,
presieduta il 15 agosto 2017 dall’Arcivescovo Alessandro D’Errico
nella suggestiva chiesa parrocchiale di Mosta.
La
celebrazione è stata molto bella e partecipata dal clero e dal
popolo di Malta.
Alla
conclusione del rito eucaristico l’Arcivescovo D’Errico ha tenuto
un intenso discorso in italiano, durato circa mezzora e spesso
accompagnato da scroscianti applausi dell’assemblea, intorno alla
missione pastorale affidatagli da Papa Francesco in Malta e Libia.
Parlando
in inglese ha poi descritto i formalismi istituzionali della nomina e
presentato al Presidente della Conferenza Episcopale di Malta le
credenziali di Nunzio Apostolico a Malta prodotte dalla Santa Sede.
Leggiamo
di seguito le parole del Nunzio trascritte dall’ascolto del video
dell’Arcidiocesi.
Eccellenza
Reverendissima, Arcivescovo di Malta, miei cari confratelli nel
sacerdozio, miei cari fratelli e sorelle. Consentitemi anzitutto di
dire un grande grazie al carissimo arcivescovo Charles
Scicluna per le amabili, profonde
parole di benvenuto che mi ha rivolto, e soprattutto per l’invito
che mi ha fatto a presiedere, come primo atto del mio servizio di
rappresentante pontificio, questa solenne celebrazione eucaristica
durante la solennità dell’Assunzione di Maria, in questa
bellissima e storica chiesa parrocchiale. Insieme all’arcivescovo
saluto fraternamente il parroco, l’arcprete don Sebastian, i
sacerdoti che hanno voluto prendere parte a questa concelebrazione, i
religiosi, le religiose, e gli operatori di pastorale. Un particolare
saluto sia consentito di rivolgere allo speaker del Parlamento della
Repubblica di Malta, il signor Angelo Parrugia; al signor capo
dell’opposizione Simon Fusutile; al signor Sindaco di Mosta Kirk
Cassite; e atutte le distinte Autorità civili e religiose che sono
presenti a questa celebrazione. Come forse avrete saputo sono
arrivato a Malta soltanto pochi giorni fa, e un po’ per volta cerco
di approfondire la mia conoscenza del contesto culturale, sociale e
politico, ove dovrò svolgere la mia missione di rappresentante del
Santo Padre Francesco, al quale va, come ha detto l’arcivescovo, il
nostro filiale e grato saluto. In questi giorni, sin dal mio arrivo a
Malta, parecchi mi hanno chiesto quali sono le mie aspettative e
quqle è il mio programma di rappresentante pontificio. Ho cercato di
rispondere in termini semplici, e lo stesso vorrei ripetere anche
oggi. Il mio programma, le mie aspettative sono di servire il Santo
Padre Francesco in queste belle chiese particolari, con gioia e al
meglio delle mie possibilità. E tuttavia oggi vorrei anche
aggiungere qualche breve osservazione che mi sembra opportuna. Ho
incontrato il Santo Padre Francesco qualche settimana fa in udienza
privata quando era stata già pubblicata la mia nomina a Malta e in
Libia. E’ stato un incontro che ha lasciato il segno nella mia
esperienza di vescovo e di sacerdote. Sono rimasto impressionato
dalla profonda conoscenza di persone e di situazioni che il Santo
Padre ha della Chiesa in Malta e in Libia. Ma sono stato
impressionato in particolare dalla grande fiducia con cui egli guarda
alle potenzialità di queste chiese particolari. Per me è stata la
conferma che per la Santa Sede Malta è una realtà importante. E’
importante per la sua tradizione paolina e apostolica; è importante
per la ricchezza delle tradizioni e di fede; è importante per la sua
storia di fedeltà alla Sede Apostolica; è importante per il ruolo
che tradizionalmente Malta esercita nel Mediterraneo, al quale la
comunità internazionale guarda ancora con maggiore interesse durante
questi tempi un po’ spinosi e delicati per le gravi questioni
umanitarie che si dibattono in queste aeree. Perciò penso che
insieme, da una parte gli organismi della Santa Sede e dall’altra
parte le Chiese particolari, dobbiamo cercare, come l’Arcivescovo
ha menzionato in diverse circostanze, dobbiamo cercare di rendere
ancora più operative e ancora più visibili la nostra fedeltà alle
direttive pastorali di Papa Francesco, che a me personalmente
sembrano di grande attualità anche per la Chiesa di Dio che è in
Malta.
Seconda
osservazione. Per esperienza personale che ho maturato in più di
quarant’anni di servizio per la Santa Sede in giro per il mondo, so
bene che per le chiese di grandi tradizioni di fede come è quella di
Malta qualche volta si corre anche un rischio sottile, come Papa
Francesco più volte ha sottolineato; e cioè il rischio di guardare
più al passato anziché al futuro. Il rischio di autocompiacimento
per guardare tutta la grande tradizione di fede che abbiamo ereditato
dai nostri padri. E perciò la parola, l’insegnamento, la
testimonianza di Papa Francesco, mi sembrano molto attuali
nell’invitarci ad un atteggiamento un poco diverso. Papa Francesco,
ricordate… E’ vero che volete bene a Papa Francesco? Avete stima
di Papa Francesco, è vero? Un applauso al Papa.
Papa
Francesco ci ricorda spesso che l’essenziale della missione della
Chiesa è di essere fedeli all’ultima parola di Gesù: “Andate!
Andate nel mondo intero! Annunciate la Buona Novella a tutti i
popoli!” Questo significa, dice il Papa, “andare” significa che
non possiamo fermarci, non possiamo restare seduti dinanzi alle sfide
dell’ora presente. Il programma di Papa Francesco che noi sposiamo
volentieri è di una Chiesa che va, una Chiesa che esce; dice lui che
esce dalle sacrestie; una Chiesa che va per il mondo; una Chiesa in
movimento. Sommatizziamo che cosa intende il Papa quando parla di una
“Chiesa in uscita”, di una “Chiesa in movimento”. E’
importante per la mia missione di rappresentante pontificio, è
importante per il carissimo arcivescovo Scicluna, come abbiamo
ascoltato e sentito già diverse volte durante questa liturgia, è
importante per tutti coloro che hanno a cuore il bene di questo
popolo e di questa Chiesa. Una chiesa in movimento, una Chiesa in
uscita secondo lo spirito della Evangelii Gaudium. E’ in primo
luogo una Chiesa che va verso tutti senza discriminazioni, senza
differenze, in un atteggiamento di dialogo, dialogo positivo,
costruttivo, attento e rispettoso. In secodo luogo è una Chiesa, il
Papa lo ripete spesso, che deve amare le “periferie”, deve andare
verso le periferie, non solo verso il centro; in primo luogo le
“periferie esistenziali”, verso i lontani, verso quelli che sono
lontani dalla nostra fede e dalla nostra visione di vita; quelli che
non sono mai venuti in chiesa. Qualche volta qualcuno dice che tu
vai, caro Nunzio, da quello che è un comunista, da quello che non è
mai venuto in chiesa. E Papa Francesco mi fa. “ma bravo, Nunzio,
così devi fare! Dobbiamo andare ai lontani, da quelli che non sono
mai venuti”.
E
poi, aggiunge Papa Francesco, non ci sono solo quelli che non sono
mai venuti , ci sono anche, e sono tanti, quelli che venivano e non
vengono più. E dobbiamo andare, è la nostra visione, andate non vi
fermate, non vi sedete, andate! E’ la parola motto, la parola
simbolo del programma di Papa Francesco. E dobbiamo andare anche in
un altro contesto molto delicato, anche per la relatà storica,
reale, dell’isola di Malta. Ma questo il Papa ce l’ha a cuore.
Lui dice: caro Nunzio ho dei progetti particolari ne parleremo quando
lei ha già potuto rendersi conto di come è la realtà maltese. Vi
prego di accogliere questa parola del Papa con tutta la devozione e
lo spirito filiale di cui siete capaci. Dobbiamo continuare la grande
tradizione di carità che ha animato il cammino di fede di questa
Chiesa, dei vostri padri. Dobbiamo andare anche verso le “periferie
materiali”, i poveri, gli ammalati, e lo dobbiamo fare con grande
zelo. Ma dobbiamo andare anche verso i migranti, verso i profughi,
verso i rifugiati che bussano alle nostre porte. Dobbiamo sentirci
messi in discussione. La ricchezza della vostra fede è la Parola che
Paolo migrante ha annunciato. E come possiamo chiudere
oggi
le porte dinanzi ai tanti “paoli” che bussano alla nostra
sensibilità pastorale e cristiana.
Terza
e ultima osservazione. Papa Francesco mi diceva: “caro Nunzio, devo
dire la verità, a volte mi domando se non è troppo quello che
domando”. “Ma, dice, penso che questa è la missione di Pietro
oggi, di confermare nella fede i fratelli, di richiamare
all’essenziale della vita cristiana, di richiamare la parole di
Gesù. E io vi ripeto, dice Papa Francesco, lo dica alla Chiesa in
Malta, la parola di Gesù è di andare, con gioia, con fiducia nello
Spirito che ama la Chiesa. Dica alla Chiesa in Malta di non
imbottigliare lo Spirito Santo, di non mettere lo Spirito Santo
dentro una bottiglia! Di lasciare che lo Spirito lavori in
profondità, in ascolto delle suggestioni e dei consigli che Egli ci
darà”.
Eccellenza,
Arcivescovo Charles, dieci anni fa quando ci siamo incontrati per la
prima volta in Vaticano, quando lei era Promotore di Giustizia alla
Congregazione della Dottrina della Fede, io Nunzio Apostolico in
Bosnia ed Erzegovina, non avrei mai pensato che un giorno avrei avuto
la gioia di servire la Chiesa di Dio che è in Malta, lo spirito
della grande tradizione paolina, avendo come Arcivescovo Vostra
Eccellenza.
Il
Papa saluta tutti, ma soprattutto incoraggia tutti. Il nostro
programma, le nostre aspettative: andiamo con gioia per le vie che lo
Spirito ci indica, per le vie che hanno fatto grande questa chiesa.
Mi
raccomando alla vostra preghiera e ffido a Maria Assunta in Cielo,
segno di consolazione e di sicura speranza, i nostri comuni progetti
di servizio. E attravereso la moderna intercessione di Maria domando
abbondanza di grazie, abbondanza di consolazione e di gioia,
abbondanza di zelo apostolico e di ardore paolino, in tutti e
ciascuno di voi nella Chiesa di Dio che è in Malta e in Libia.
Thank
you very much.
Nessun commento:
Posta un commento