Sulle
colonne di VL del 27 Giugno 2017 Jozo Pavkovic narra, commenta e
propone una chiave di lettura complessa circa l’opera svolta dal
Nunzio Apostolico in Croazia, e precedentemente in Bonia-Errzegovina,
negli anni della sua missione diplomatica e pastorale in
rappresentanza della Santa Sede e del Papa. Egli parte dalla
descrizione dell’evento del Ricevimento di addio tenutosi nella
sede della Nunziatura di Zagabria e sviluppa una argomentazione di
carattere etico, politico, diplomatico e religioso, per rappresentare
il valore e l’importanza dell’opera di Mons. D’Errico. Un valore ed una importanza che assumono una dimensione storica e di
merito tale da spingere il redattore a farsi promotore della proposta
della cittadinanza onoraria per il Nunzio Italiano, e della
dedicazione al suo nome di una strada e di un monumento.
Questo
omaggio si legge in un ampio articolo apparso anche sul portale in
rete del giornale e che noi presentiamo nella doppia versione: croata
direttamente letta sul portale ed italiana nella traduzione orientata
da Alenka
Smrkolj
follower
di Mons. D’Errico su fb.
Nadam
se kako će Hrvati znati cijeniti D’Erricove zasluge. On zaslužuje
biti naš počasni građanin
Stotine
uzvanika večeras će u Zagrebu zahvaliti apostolskom nunciju
Alessandru D’Erricu na njegovoj petogodišnjoj službi u Hrvatskoj.
Među uzvanicima na Ksaveru bit će i brojno izaslanstvo iz BiH. U
toj državi bio je šest godina. Tada je bio zadužen i za Crnu Goru.
Ukupno više od jedanaest godina bio je s Hrvatima.
Njegova dva mandata ostat će upamćena po brojnim događajima. Tijekom službe nuncija D’Errica u Hrvatskoj imenovana su petorica biskupa (Hranić, Petanjek, Bogdan, Rogić, Križić), a u BiH četvorica (Vukšić, Semren, Kutleša i Rajić). Postignuti su brojni sporazumi između državnih vlasti, poput onih u RH između Filozofskog fakulteta Družbe Isusove i državnog Sveučilišta u Zagrebu, temeljnih ugovora Svete Stolice s BiH i s Crnom Gorom, Ugovora o osnutku Vojnog ordinarijata u BiH. Pokušavao je unutarcrkvene probleme rješavati dogovorom, kompromisom. U tom smislu zalagao se za rad Mješovitog povjerenstva hrvatskih i srpskih stručnjaka za ponovno zajedničko iščitavanje uloge lika blaženoga Alojzija Stepinca, kao i uspostavu Međunarodnog povjerenstva o Međugorju. U obje države stvorio je prijateljske odnose s civilnim i vjerskim vlastima, a sve u funkciji bolje međuvjerske, međunacionalne, pa čak i međustranačke tolerancije.
Alessandro D’Errico nije obični diplomat. On u svaki posao unosi emociju. Kao takav, stekao je brojne prijatelje. I ponekog oponenta. Stoga će mu rastanak s Hrvatima biti težak, bolan. Posebno je u srcu nosio Hrvate iz BiH. Na jednoj večeri na Žumberku, kada smo razgovarali o aktualnim prilikama u RH, on me suznih očiju pitao: “Dobro, Jozo, mi ćemo ovdje u Hrvatskoj nekako riješiti probleme, ali što će biti s nama u BiH?”. Tada sam shvatio – on nije stranac, on je jedan od nas. Koji se potpuno poistovjetio s patnjama hrvatskoga naroda.
Vjerojatno se nikada neće doznati što je sve dobroga uradio za Hrvate. Osobito u BiH. U ponekad bezizlaznim situacijama, kada se činilo da smo u potpunom mraku, on nije dao vjetru da ugasi svijeću. O nuncijevih 11 godina s Hrvatima mogle bi se pisati knjige i knjige. Mi iz Večernjaka napisali smo dvije. Jednu “In honorem” kada je završio mandat u BiH, a drugu “Prijatelj Hrvatske” koja iz tiska izlazi danas. Večeras će, u njegovu čast, na Ksaveru biti darovana uzvanicima. Zajedno s mojom knjigom “Urednikov pečat” koju sam također napisao na nuncijev poticaj. Eto, i moje kolumne, a potom i knjiga o položaju bh. Hrvata neki su od plodova njegove strategije. Nadam se kako će Hrvati znati cijeniti D’Erricove zasluge. On zaslužuje biti naš počasni građanin. Valjda ćemo ga proglasiti, dati ime ulici po njemu, sjetiti ga se u molitvama... Ako bude nezahvalnih, nuncij će i to razumjeti. Upoznao je hrvatski jal. Siguran sam da će i na svojoj novoj službi na Malti i u Libiji lobirati i moliti se za Hrvate jer nerijetko se čini kako nam samo Bog može pomoći u prevladavanju unutarnjih sukoba ili se, poput onih u BiH, izboriti za ravnopravnost s drugim narodima.
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E'
in partenza il Nunzio nel cui mandato sono stati nominati nove
nuovi vescovi croati
Centinaia
di ospiti questa sera a Zagabria ringrazieranno il Nunzio Apostolico
Alessandro D'Errico per il suo servizio di cinque anni in Croazia.
Tra gli ospiti a Ksaver ci saranno numerose delegazioni dalla
Bosnia-Erzegovina dove è stato sei anni. Nel frattempo è stato
responsabile anche per il Montenegro. In totale più di undici anni
con i croati. I suoi due mandati saranno ricordati per molti eventi.
Durante il servizio del Nunzio D'Errico in Croazia sono stati
nominati cinque vescovi (Hranić, Petanjek, Bogdan, Rogić e Križić)
e in Bosnia-Erzegovina quattro (Vukšić, Semren, Kutleša e Rajić).
Numerosi accordi sono stati stipulati tra le autorità nazionali,
come quelli in Croazia tra la Facoltà di Filosofia della Compagnia
di Gesù e l'Università statale di Zagabria, l’Accordo della Santa
Sede con la Bosnia-Erzegovina, con il Montenegro, l’Accordo sulla
costituzione dell'Ordinariato militare in Bosnia-Erzegovina. Ha
cercato di risolvere i problemi interni nella Chiesa mediante il
negoziato ed il compromesso. In questo senso, si è dedicato al
lavoro della Commissione mista degli esperti croati e serbi per una
rilettura comune sul ruolo della persona di Beato Alojzije Stepinac,
nonché all'istituzione della Commissione internazionale per
Medjugorje. In entrambi i Paesi ha creato un rapporto di amicizia con
le autorità civili e religiose, tutto nella funzione di una migliore
tolleranza interreligiosa, tra le nazioni e persino tra i partiti.
Alessandro
D'Errico non è un diplomatico comune. Egli porta emozioni in ogni
attività. Come tale, ha conquistato molti amici. E qualche
avversario. Perciò la sua separazione con i croati sarà difficile,
dolorosa. Soprattutto aveva a cuore i croati dalla Bosnia-Erzegovina.
Durante una cena in Žumberak, quando abbiamo parlato della
situazione attuale in Croazia, tra le lacrime negli occhi mi ha
chiesto: "Beh, Jozo, noi qui in Croazia in qualche modo
risolveremo i problemi, ma cosa accadrà con noi in
Bosnia-Erzegovina?". Poi mi sono reso conto - egli non è uno
straniero, lui è uno di noi che si è completamente identificato con
la sofferenza del popolo croato.
Probabilmente
non si potrà mai scoprire tutto il bene che è stato fatto per i
croati. In particolare in Bosnia-Erzegovina. Nelle situazioni a volte
disperate, quando sembrava di essere nel buio più totale, lui non ha
permesso al vento che spegnesse la candela. Sui circa 11 anni del
Nunzio con i croati si potrebbero scrivere i libri e libri. Noi da
Večernji list ne abbiamo scritto due. Uno "In onore"
quando ha finito il mandato in Bosnia-Erzegovina, ed un altro "Amico
della Croazia", che oggi esce dalla stampa. Questa sera, a suo
onore, a Ksaver sarà offerto agli ospiti assieme al mio libro "Il
sigillo del redattore" che ho scritto anche incoraggiato dal
Nunzio. Ecco, le mie colonne, e poi il libro sulla posizione dei
croati nella BiH sono alcuni dei frutti della sua strategia. Mi
auguro che i croati apprezzano il merito di D'Errico. Egli merita di
essere il nostro cittadino onorario. Credo che lo dichiareremo,
daremo il nome ad una strada, lo ricorderemo nella preghiera ... Se
saranno ingrati, il Nunzio lo capirà. Ha conosciuto l'invidia
croata. Sono certo che nel suo nuovo servizio a Malta e in Libia
fara' il suo lavoro e pregherà per i croati, perché spesso sembra
che solo Dio può aiutarci a superare i conflitti interni o, come
quelli in Bosnia-Erzegovina, a lottare per l'uguaglianza con le altre
nazioni.
27
giugno 2017
Kolumna
Jozo Pavković
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