Pubblichiamo il testo in italiano del saluto di congedo del Nunzio
Apostolico S.E. l’Arcivescovo Alessandro D’Errico, da lui
predisposto e pronunciato nella Cattedrale di Zagabria al termine
della Santa Messa di ringraziamento per la sua missione in Croazia.
Mons. D’Errico ha
concelebrato la sera di lunedì 26 Giugno 2017 insieme con il
Cardinale Bozanic, con numerosi Vescovi della Conferenza Episcopale
Croata e con un folto Presbiterio.
La celebrazione è
coincisa con la giornata della Carità del Papa, e l’occasione è
stata colta dal Nunzio per introdurre il suo discorso con il
riferimento ispirativo al magistero di Papa Francesco. Ha narrato i
momenti salienti della sua missione quinquennale in Croazia,
sottolineando l’importanza degli eventi ecclesiali da lui vissuti e
che lo hanno visto operare come Rappresentante della Santa Sede; ed
illustrando gli orientamenti ecumenici e di dialogo da lui seguiti
nelle relazioni confessionali, interreligiose e civili. Ha poi espresso i
sentimenti personali e spirituali della sua azione pastorale ed
ecclesiale vissuti nella fraternità e nella preghiera con i Vescovi
e con la Chiesa di Croazia.
PAROLE
DEL NUNZIO APOSTOLICO AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE PER LA FESTA DEL
PAPA E DELLA MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA SUA MISSIONE IN CROAZIA
(Zagabria,
26 giugno 2017)
Mentre
mi accingo a lasciare Zagabria per la nuova missione in Malta e in
Libia affidatami dal Santo Padre Francesco, sono lieto di poter
vivere con voi questo momento di preghiera, per la Festa del Papa e
di ringraziamento all’eterno Signore della storia per il mio
servizio di Rappresentante Pontificio in Croazia. Non mi è facile
esprimere i sentimenti che si affollano nel mio animo. Perciò, con
tutta semplicità, vorrei più che altro condividere con voi alcuni
pensieri sparsi, che mi stanno accompagnando in queste settimane.
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In
primo luogo, celebriamo oggi la Festa del Papa. Personalmente
considero Papa Francesco il più grande dono che lo Spirito Santo
poteva fare alla Chiesa e al mondo per i nostri tempi. Pertanto,
soprattutto oggi vorrei invitare ad elevare il nostro ringraziamento
a Dio per questo dono e a pregare per Lui, il nostro amatissimo Papa
Francesco, per il Suo instancabile servizio petrino e per il Suo
illuminato Magistero.
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In
secondo luogo, questa è anche Messa di ringraziamento per il mio
servizio in Croazia. Esattamente cinque anni fa, nella Cattedrale di
Sarajevo presiedetti una solenne Concelebrazione a conclusione degli
anni intensi che avevo vissuto con il popolo croato di Bosnia ed
Erzegovina e di Montenegro. Ora, come allora, rendo grazie a Dio per
i cinque anni che ho potuto trascorrere in mezzo a voi.
La
Provvidenza di Dio ha disposto che arrivassi a Zagabria in un momento
di particolare importanza per la Croazia. Il pensiero va soprattutto
al 1° luglio 2013, allorché la Croazia coronò con successo il
lungo cammino di integrazione europea; alle solenni celebrazioni del
mese di gennaio di quest’anno per il 25° anniversario del
riconoscimento della Croazia; al molto che è stato fatto in questi
anni per il rafforzamento delle istituzioni democratiche.
Così
pure, ad un livello più specificamente ecclesiale, ci sono stati
eventi altrettanto importanti: 5 nomine vescovili, l’Intesa tra la
Facoltà di Filosofia dei Gesuiti e l’Università statale di
Zagabria, i lavori della Commissione mista di Esperi croati e serbi
per una rilettura in comune della figura del Beato Alojzije Stepinac,
le Visite di alte Autorità croate in Vaticano e di parecchi
Cardinali di Curia in Croazia.
Inoltre,
guardando indietro con sguardo di insieme, trovo che, accanto a
questi avvenimenti “maggiori”, ce ne sono stati altri meno
eclatanti, più discreti, ma di primaria rilevanza per la missione
che il Santo Padre mi aveva affidato. Mi riferisco in particolare ai
contatti che ho cercato di stabilire con tante Autorità civili e
religiose, al fine di contribuire a promuovere una cultura del
dialogo, un’atmosfera di armonia sociale, tolleranza religiosa e
buone relazioni ecumeniche e interreligiose. A mio avviso, questa era
e resta una priorità, se si ha veramente a cuore il processo
sociale, civile e religioso delle giovani democrazie. Molte volte ho
detto che dovremmo parlare più di ciò che abbiamo in comune anziché
di ciò che ci divide; e che sarebbe assai meglio se si mettessero da
parte le tensioni e i pregiudizi ereditati dal passato, e ci si
adoperasse per trovare insieme le giuste soluzioni per le sfide che
il Paese si trova ad affrontare. Questo vorrei ripetere oggi, una
volta di più, con tutto l’affetto di cui sono capace e con tanta
fiducia nelle grandi potenzialità della Croazia e del popolo croato.
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Miei
cari fratelli e sorelle, sapete bene che in questi anni ho cercato di
fare del mio meglio non solo per stabilire buone relazioni con le
Autorità civili e con le persone più impegnate nel campo del
dialogo. Al tempo stesso, mi son fatto dovere di visitare spesso
diocesi, comunità religiose e istituzioni laicali. Mi avete accolto
nelle vostre case; mi avete aperto il vostro cuore. Ebbene, presso di
voi e con voi ho avuto la possibilità di conoscere meglio la
ricchezza di civiltà, le grandi tradizioni di fede e di fedeltà
alla Sede Apostolica, la bellezza di queste terre.
Perciò,
insieme al rendimento di grazie all’Eterno Signore della storia, mi
è caro dirvi la mia profonda gratitudine per l’amicizia fraterna
che mi avete offerto, la comprensione che ho trovato, il sostegno e
la vicinanza spirituale con cui mi avete accompagnato, il buon
esempio che mi avete dato, anche in circostanze talvolta delicate.
Nell’atmosfera
di preghiera di questa celebrazione eucaristica, il mio pensiero
grato va in primo luogo alle Autorità civili, per la squisita
attenzione che hanno sempre avuto per me e per la Santa Sede. Un
ringraziamento speciale esprimo ai Collaboratori della Nunziatura
Apostolica, di oggi e di ieri; ai Colleghi del Corpo Diplomatico;
all’Em.mo Card. Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagreb; al
Presidente della Conferenza Episcopale, Arcivescovo Želimir Puljić,
ed ai Confratelli Vescovi; al Presidente della Conferenza dei
Superiori e delle Superiore Maggiori, Fra Jure Šarčević; ai
Confratelli nel sacerdozio, alle Religiose ed ai Religiosi, ai fedeli
laici; ai Rappresentanti delle diverse confessioni religiose. A tutti
e a ciascuno di voi – e, attraverso voi, a tutto il popolo di Dio
che è in Croazia lasciate che ripeta: grazie, grazie di tutto,
grazie di cuore.
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Ora
è tempo di dirci arrivederci. Per me non è facile, dopo più di
undici anni di servizio al popolo croato. L’ho detto pure ai
Superiori della Santa Sede. Così come ho detto che - se fosse dipeso
da me - sarei restato qui ancora a lungo.
Al
Santo Padre Francesco ho detto pure che mi sento un po’ come nella
situazione di Abramo: chiamato ad iniziare una nuova “avventura”,
che si aggiunge – ora che non sono più in verde età - a quelle
che ho vissuto in quaranta anni di servizio nelle Rappresentanze
Pontificie.
Ebbene,
come Abramo fece con Dio che lo chiamava, pur con i miei limiti,
anche oggi desidero rinnovare al Santo Padre Francesco convinta
obbedienza, e piena disponibilità ad andare per le vie alle quali
Egli mi invia, per offrire il mio modesto contributo di Chiesa in
un’area di grande importanza nel contesto internazionale attuale,
per il ruolo che il Mediterraneo svolge nello scenario mondiale.
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Ai
Superiori ho detto pure che sento molto la mia indegnità per questa
nuova designazione in un’area tanto delicata. Perciò, nel momento
un po’ sofferto di questo congedo, desidero anche affidarmi alle
vostre preghiere.
Sono
certo che vorrete accompagnarmi con preghiera intensa nella mia nuova
missione. Vi chiedo di pregare spesso per me il Beato Alojzije
Stepinac, che è stato il Patrono del mio servizio in Croazia, e che
spero vivamente veder presto annoverato nel numero dei Santi. Vi
chiedo pure di pregare spesso per me lo Spirito Santo, che è il
celeste Patrono del mio ministero episcopale. Come sapete, il mio
motto episcopale è “Veni Sancte Spiritus”. Vi domando di
invocarLo spesso con questa preghiera, insieme a me. È una preghiera
breve, facile da ricordare. Sono sicuro che porterà molti buoni
frutti: non solo per me, ma anche per voi, per la Croazia, per la
Repubblica di Malta e per la Libia. Amen!
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