Nel
cuore della devozione religiosa della Diocesi di Rijeka (Fiume), al
Santuario della Madre di Dio che si ritrova a Trsat, rione storico e
attrattivo della città istriana, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico
ha celebrato la Solennità di Pentecoste. Insieme con i confratelli
Ivan
Devčić arcivescovo metropolita di Rijeka e Zelimir Pulic
arcivescovo di Zadar e Presidente della Conferenza Episcopale Croata,
egli ha vissuto un momento intenso di spiritualità ecclesiale e di
impegno pastorale legato sia ai significati della Pentecoste e sia al
Ringraziamento per la Canonizzazione di Giovanni Paolo II, il quale è
stato ricordato nello stesso giorno e nella stessa ricorrenza
liturgica che lo vide undici anni fa pellegrino al Santuario.
La
celebrazione è stata ampiamente commentata dai media cattolici che
hanno anche riportato brani e testo intero dell'omelia del Nunzio
Apostolico. Un buon commento si legge a firma di Helena Anušić sul
portale web del Santuario che anche nella grafica fa riferimento al
pellegrinaggio del Papa Santo.
Dal commento tradotto ad sensum dal
croato si conoscono le fasi e gli interventi della Celebrazione.
L'Arcivescovo Devcic ha tenuto il discorso di benvenuto ed ha
ricordato la figura ed il messaggio per la vita e per l'unità dato
da Giovanni Paolo II che al Santuario per la Pentecoste esortò la
Croazia ad essere il 'popolo della speranza'. Mons. D'Errico nella
sua omelia, ricordando anch'egli la figura di Giovanni Paolo II, ha
toccato le tematiche legate alla Preghiera allo Spirito Santo, alla
Catechesi della Famiglia, che trova grande ispirazione nella
devozione mariana del Santuario di Trsat, agli interventi del
Magistero e al significato per la Pace degli avvenimenti legati al
recente Viaggio di Papa Francesco in Terra Santa e all'accoglienza in
Vaticano dei leader israeliano e palestinese nello stesso giorno di
Pentecoste.
In
effetti i temi che si evincono dalla lettura diretta del testo
dell'omelia del Nunzio Apostolico sono molteplici ed abbracciano
anche le problematiche dell'attualizzazione del messaggio evangelico
nel contesto particolare della vita ecclesiale e sociale della
Croazia.
Per
la conoscenza e l'approfondimento di tutte queste tematiche
proponiamo alla lettura l'intero testo in italiano dell'omelia di S.
E. Alessandro D'Errico. Seguono in fondo al post alcuni link ai media cattolici e al portale del Santuario che ha proposto un sintesi fotografica della celebrazione.
Solennità di Pentecoste
Messa di ringraziamento
per la canonizzazione di Giovanni Paolo
II
nell’11° Anniversario della Sua Visita
del 2003
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Omelia del Nunzio Apostolico
(Rijeka,
Santuario di Trsat, 8 giugno 2014)
Cari Confratelli
nell’Episcopato,
Distinte
Autorità civili e militari,
Cari Sacerdoti, Religiosi
e Religiose,
Fratelli e
Sorelle!
Vorrei
rivolgere anzitutto un cordiale saluto a S.E. Mons. Ivan Devčić, Arcivescovo di
Rijeka, ed esprimergli la mia viva gratitudine per l’invito a presiedere questa
Santa Messa di ringraziamento per la canonizzazione del Papa Giovanni Paolo II,
nel grato ricordo della sua Visita all’Arcidiocesi di Rijeka e a questo
Santuario nel 2003. Insieme a lui, saluto fraternamente l’Ecc.mo Mons. Želimir
Puljić, Presidente della Conferenza Episcopale croata, i Vescovi qui presenti,
i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, i Seminaristi e gli Operatori di pastorale.
Un particolare saluto rivolgo alle Autorità civili e militari, la cui presenza testimonia una volta di più la
loro devozione verso San Giovanni Paolo II e rende ancora più significativa
questa celebrazione. Uno speciale pensiero rivolgo alla Comunità francescana
dei Frati Minori, alla cui custodia è affidato questo splendido Santuario fin dalla
metà del quattrocento.
Sono
lieto di vedere oggi tanta partecipazione di autorità e fedeli. A tutti ho l’onore
di portare una particolare benedizione di Papa Francesco, con l’augurio che da
questa celebrazione possano venire tanti buoni frutti, nel cammino di fede
personale e comunitario, e nell’impegno di servizio alla società, specialmente
verso le fasce più povere e bisognose.
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Nei
giorni scorsi ho riletto l’omelia che Giovanni Paolo II fece qui, nella
Solennità di Pentecoste, l’8 giugno 2003, durante la celebrazione della Santa
Messa per le Famiglie. L’ho trovata di grande attualità, e per la nostra meditazione
vorrei far riferimento a qualche indicazione pastorale che egli presentò in
quella circostanza.
Ricorderete che il tema principale fu la famiglia.
Egli si riferì alla permanenza della Santa Casa della Vergine Maria, di San
Giuseppe e di Gesù a Trsat, per presentare una densa catechesi sul carattere sacro e inviolabile della famiglia,
e sulle conseguenze che ne derivano. Egli chiese un’attenzione privilegiata per l’istituto familiare, e provvedimenti concreti che ne favoriscano
e tutelino la costituzione, lo sviluppo e la stabilità. E ciò perché non mancano
difficoltà che esso spesso deve affrontare, qui in Croazia e dappertutto nel
mondo.
Sono
passati undici anni. Purtroppo sembrerebbe che le difficoltà non siano
diminuite in questi anni. Lo ha sottolineato qualche giorno fa anche Papa
Francesco, al Raduno promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo (1° giugno
2014): “Le famiglie sono la Chiesa
domestica, dove Gesù cresce nell’amore dei coniugi e nella vita dei figli. E
per questo il nemico attacca tanto la famiglia: il demonio non la vuole! E
cerca di distruggerla, e far sì che l’amore non sia lì”.
Perciò,
mi è caro ricordare a voi alcuni compiti
specifici che Giovanni Paolo II affidò qui a Trsat alle famiglie cristiane.
In primo luogo egli invitò a proporre, innanzitutto con la testimonianza
di vita, l’autentico progetto di Dio sulla famiglia come comunità di vita fondata sul matrimonio; e cioè, sull’unione
stabile e fedele di un uomo e di una donna, tra loro legati da un vincolo pubblicamente
manifestato e riconosciuto. Poi egli esortò a farsi carico con responsabilità
dell’educazione umana e cristiana dei
figli, affidandosi anche all’aiuto esperto di educatori e catechisti seri e
ben formati. Così pure, egli insistette sulla necessità di non stancarsi
mai di pregare e di essere popolo della speranza.
Come
sapete, anche Benedetto XVI presentò ed elaborò questi compiti nella sua Visita in Croazia del 2011, in occasione del
primo Incontro Nazionale delle Famiglie.
E questi compiti sono ripetuti con insistenza da Papa Francesco, specialmente
nel cammino di preparazione all’Assemblea Straordinaria Generale del Sinodo dei
Vescovi, che avrà luogo in
Vaticano, dal 5 al 19 ottobre 2014.
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So
bene che la Chiesa di Dio che è in Croazia, fedele alle sue tradizioni, non ha
mai trascurato di fare tutto il possibile per dare pratica attuazione alle indicazioni
del magistero pontificio. In particolare, mi rallegro con voi per il fatto che
durante le prossime celebrazioni di san Vito (14-15 giugno), l’Arcidiocesi di
Rijeka aprirà l’Anno della Famiglia,
e che proprio qui a Trsat nel 2015 sarà celebrato il Secondo Incontro Nazionale delle Famiglie.
Come
Rappresentante Pontificio, apprezzo molto questo impegno costante in difesa della famiglia. E’ il segno della vitalità di queste Chiese particolari; di
Chiese che vogliono essere fedeli alla loro missione, nonostante le difficoltà
che talvolta si presentano.
Nella
nostra visione di fede, la famiglia e il matrimonio costituiscono uno dei beni più preziosi dell’umanità
(Familiaris Consortio, 1), “la cellula
fondamentale della società” (Ev. Gaudium, 66), “la sorgente di ogni fraternità … il fondamento e la via primaria della
pace” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014, 1). Essi hanno
in Dio stesso la loro origine e sono stati benedetti dalla nascita di Gesù a
Betlemme e dalla sua vita a Nazareth. Così pure, resta per noi fondamentale
l’insegnamento di Gesù sull’unità e fedeltà degli sposi, allorché egli rifiutò
il ripudio e l’adulterio.
Ci
rendiamo conto delle visioni diverse che spesso vengono proposte da chi non
vive il nostro dinamismo di fede, e si ispira a criteri diffusi di secolarizzazione
e relativismo. E neppure trascuriamo le difficoltà oggettive che vengono dalla
delicata situazione economica. Tuttavia, riteniamo nostro dovere fondamentale e
irrinunciabile di riaffermare il carattere sacro della famiglia e difenderla
con tutto l’impegno di cui siamo capaci. Vogliamo farlo come un contributo
positivo al progresso e alla crescita della Croazia; in spirito di dialogo costruttivo
con tutti, anche con coloro che sono lontani da ogni sentimento religioso; con
rispetto, in un’atmosfera di confronto sereno e pacato, ma senza rinunciare
alle nostre convinzioni, nella ricerca di soluzioni adeguate per le spinose questioni che la nostra società deve affrontare.
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Oggi
è Pentecoste: la Solennità dello Spirito Santo che scende sulla Chiesa e la
anima con il suo soffio potente. È soprattutto allo Spirito Santo che oggi vogliamo
rivolgere la nostra richiesta di luce e di sostegno, come fece qui San Giovanni
Paolo II.
Vieni Spirito Santo!
È la preghiera che ripeto spesso, perché ho dedicato a lui il mio ministero
episcopale. È una preghiera semplice, che vorrei invitarvi a ripetere molte
volte al giorno. Vogliamo dirigere allo Spirito di Dio questa preghiera
soprattutto per le nostre famiglie, e specialmente per quelle che di più
avvertono il peso delle difficoltà.
Vieni Spirito Santo!
Illumina il nostro cammino. Sostieni il nostro impegno. Ispira tante famiglie
cristiane ad essere sempre testimoni fedeli e coraggiosi del progetto di Dio
per la nostra società.
Vieni Spirito Santo!
Rinnova la faccia della terra, oggi e sempre. Amen!
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