martedì 10 giugno 2014

Solennità di Pentecoste al Santuario della Madre di Dio di Trsat

Nel cuore della devozione religiosa della Diocesi di Rijeka (Fiume), al Santuario della Madre di Dio che si ritrova a Trsat, rione storico e attrattivo della città istriana, l'Arcivescovo Alessandro D'Errico ha celebrato la Solennità di Pentecoste. Insieme con i confratelli Ivan Devčić arcivescovo metropolita di Rijeka e Zelimir Pulic arcivescovo di Zadar e Presidente della Conferenza Episcopale Croata, egli ha vissuto un momento intenso di spiritualità ecclesiale e di impegno pastorale legato sia ai significati della Pentecoste e sia al Ringraziamento per la Canonizzazione di Giovanni Paolo II, il quale è stato ricordato nello stesso giorno e nella stessa ricorrenza liturgica che lo vide undici anni fa pellegrino al Santuario.

La celebrazione è stata ampiamente commentata dai media cattolici che hanno anche riportato brani e testo intero dell'omelia del Nunzio Apostolico. Un buon commento si legge a firma di Helena Anušić sul portale web del Santuario che anche nella grafica fa riferimento al pellegrinaggio del Papa Santo. 


Dal commento tradotto ad sensum dal croato si conoscono le fasi e gli interventi della Celebrazione. L'Arcivescovo Devcic ha tenuto il discorso di benvenuto ed ha ricordato la figura ed il messaggio per la vita e per l'unità dato da Giovanni Paolo II che al Santuario per la Pentecoste esortò la Croazia ad essere il 'popolo della speranza'. Mons. D'Errico nella sua omelia, ricordando anch'egli la figura di Giovanni Paolo II, ha toccato le tematiche legate alla Preghiera allo Spirito Santo, alla Catechesi della Famiglia, che trova grande ispirazione nella devozione mariana del Santuario di Trsat, agli interventi del Magistero e al significato per la Pace degli avvenimenti legati al recente Viaggio di Papa Francesco in Terra Santa e all'accoglienza in Vaticano dei leader israeliano e palestinese nello stesso giorno di Pentecoste.

In effetti i temi che si evincono dalla lettura diretta del testo dell'omelia del Nunzio Apostolico sono molteplici ed abbracciano anche le problematiche dell'attualizzazione del messaggio evangelico nel contesto particolare della vita ecclesiale e sociale della Croazia.


Per la conoscenza e l'approfondimento di tutte queste tematiche proponiamo alla lettura l'intero testo in italiano dell'omelia di S. E. Alessandro D'Errico. Seguono in fondo al post alcuni link ai media cattolici e al portale del Santuario che ha proposto un sintesi fotografica della celebrazione.

Solennità di Pentecoste
Messa di ringraziamento
per la canonizzazione di Giovanni Paolo II
nell’11° Anniversario della Sua Visita del 2003
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Omelia del Nunzio Apostolico
(Rijeka, Santuario di Trsat, 8 giugno 2014)


Cari Confratelli nell’Episcopato,
Distinte Autorità civili e militari,
Cari Sacerdoti, Religiosi e Religiose,
Fratelli e Sorelle!

Vorrei rivolgere anzitutto un cordiale saluto a S.E. Mons. Ivan Devčić, Arcivescovo di Rijeka, ed esprimergli la mia viva gratitudine per l’invito a presiedere questa Santa Messa di ringraziamento per la canonizzazione del Papa Giovanni Paolo II, nel grato ricordo della sua Visita all’Arcidiocesi di Rijeka e a questo Santuario nel 2003. Insieme a lui, saluto fraternamente l’Ecc.mo Mons. Želimir Puljić, Presidente della Conferenza Episcopale croata, i Vescovi qui presenti, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, i Seminaristi e gli Operatori di pastorale. Un particolare saluto rivolgo alle Autorità civili e militari,  la cui presenza testimonia una volta di più la loro devozione verso San Giovanni Paolo II e rende ancora più significativa questa celebrazione. Uno speciale pensiero rivolgo alla Comunità francescana dei Frati Minori, alla cui custodia è affidato questo splendido Santuario fin dalla metà del quattrocento.

Sono lieto di vedere oggi tanta partecipazione di autorità e fedeli. A tutti ho l’onore di portare una particolare benedizione di Papa Francesco, con l’augurio che da questa celebrazione possano venire tanti buoni frutti, nel cammino di fede personale e comunitario, e nell’impegno di servizio alla società, specialmente verso le fasce più povere e bisognose.

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Nei giorni scorsi ho riletto l’omelia che Giovanni Paolo II fece qui, nella Solennità di Pentecoste, l’8 giugno 2003, durante la celebrazione della Santa Messa per le Famiglie. L’ho trovata di grande attualità, e per la nostra meditazione vorrei far riferimento a qualche indicazione pastorale che egli presentò in quella circostanza.

 Ricorderete che il tema principale fu la famiglia. Egli si riferì alla permanenza della Santa Casa della Vergine Maria, di San Giuseppe e di Gesù a Trsat, per presentare una densa catechesi sul carattere sacro e inviolabile della famiglia, e sulle conseguenze che ne derivano. Egli chiese un’attenzione privilegiata per l’istituto familiare, e provvedimenti concreti che ne favoriscano e tutelino la costituzione, lo sviluppo e la stabilità. E ciò perché non mancano difficoltà che esso spesso deve affrontare, qui in Croazia e dappertutto nel mondo.

Sono passati undici anni. Purtroppo sembrerebbe che le difficoltà non siano diminuite in questi anni. Lo ha sottolineato qualche giorno fa anche Papa Francesco, al Raduno promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo (1° giugno 2014): “Le famiglie sono la Chiesa domestica, dove Gesù cresce nell’amore dei coniugi e nella vita dei figli. E per questo il nemico attacca tanto la famiglia: il demonio non la vuole! E cerca di distruggerla, e far sì che l’amore non sia lì”.

Perciò, mi è caro ricordare a voi alcuni compiti specifici che Giovanni Paolo II affidò qui a Trsat alle famiglie cristiane. In primo luogo egli invitò a proporre, innanzitutto con la testimonianza di vita, l’autentico progetto di Dio sulla famiglia come comunità di vita fondata sul matrimonio; e cioè, sull’unione stabile e fedele di un uomo e di una donna, tra loro legati da un vincolo pubblicamente manifestato e riconosciuto. Poi egli esortò a farsi carico con responsabilità dell’educazione umana e cristiana dei figli, affidandosi anche all’aiuto esperto di educatori e catechisti seri e ben formati. Così pure, egli insistette sulla necessità di non stancarsi mai di pregare e di essere popolo della speranza.

Come sapete, anche Benedetto XVI presentò ed elaborò questi compiti nella sua Visita in Croazia del 2011, in occasione del primo Incontro Nazionale delle Famiglie. E questi compiti sono ripetuti con insistenza da Papa Francesco, specialmente nel cammino di preparazione all’Assemblea Straordinaria Generale del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo in Vaticano, dal 5 al 19 ottobre 2014.

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So bene che la Chiesa di Dio che è in Croazia, fedele alle sue tradizioni, non ha mai trascurato di fare tutto il possibile per dare pratica attuazione alle indicazioni del magistero pontificio. In particolare, mi rallegro con voi per il fatto che durante le prossime celebrazioni di san Vito (14-15 giugno), l’Arcidiocesi di Rijeka aprirà l’Anno della Famiglia, e che proprio qui a Trsat nel 2015 sarà celebrato il Secondo Incontro Nazionale delle Famiglie.

Come Rappresentante Pontificio, apprezzo molto questo impegno costante in difesa della famiglia. E’ il segno della vitalità di queste Chiese particolari; di Chiese che vogliono essere fedeli alla loro missione, nonostante le difficoltà che talvolta si presentano.

Nella nostra visione di fede, la famiglia e il matrimonio costituiscono uno dei beni più preziosi dell’umanità (Familiaris Consortio, 1), “la cellula fondamentale della società” (Ev. Gaudium, 66), “la sorgente di ogni fraternità … il fondamento e la via primaria della pace” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014, 1). Essi hanno in Dio stesso la loro origine e sono stati benedetti dalla nascita di Gesù a Betlemme e dalla sua vita a Nazareth. Così pure, resta per noi fondamentale l’insegnamento di Gesù sull’unità e fedeltà degli sposi, allorché egli rifiutò il ripudio e l’adulterio.  

Ci rendiamo conto delle visioni diverse che spesso vengono proposte da chi non vive il nostro dinamismo di fede, e si ispira a criteri diffusi di secolarizzazione e relativismo. E neppure trascuriamo le difficoltà oggettive che vengono dalla delicata situazione economica. Tuttavia, riteniamo nostro dovere fondamentale e irrinunciabile di riaffermare il carattere sacro della famiglia e difenderla con tutto l’impegno di cui siamo capaci. Vogliamo farlo come un contributo positivo al progresso e alla crescita della Croazia; in spirito di dialogo costruttivo con tutti, anche con coloro che sono lontani da ogni sentimento religioso; con rispetto, in un’atmosfera di confronto sereno e pacato, ma senza rinunciare alle nostre convinzioni, nella ricerca di soluzioni adeguate per le spinose questioni che la nostra società deve affrontare.

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Oggi è Pentecoste: la Solennità dello Spirito Santo che scende sulla Chiesa e la anima con il suo soffio potente. È soprattutto allo Spirito Santo che oggi vogliamo rivolgere la nostra richiesta di luce e di sostegno, come fece qui San Giovanni Paolo II.  

Vieni Spirito Santo! È la preghiera che ripeto spesso, perché ho dedicato a lui il mio ministero episcopale. È una preghiera semplice, che vorrei invitarvi a ripetere molte volte al giorno. Vogliamo dirigere allo Spirito di Dio questa preghiera soprattutto per le nostre famiglie, e specialmente per quelle che di più avvertono il peso delle difficoltà.

Vieni Spirito Santo! Illumina il nostro cammino. Sostieni il nostro impegno. Ispira tante famiglie cristiane ad essere sempre testimoni fedeli e coraggiosi del progetto di Dio per la nostra società.

Vieni Spirito Santo! Rinnova la faccia della terra, oggi e sempre. Amen!


  

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