L'avvenimento
è di grande significato ecclesiale e pastorale. Un vescovo croato ed
un vescovo italiano, Domenica 23 marzo 2014, celebrano insieme il 40°
anniversario della loro ordinazione sacerdotale. La ricevettero
entrambi lo stesso giorno, il 24 Marzo del 1974, ai primi Vespri
dell'Annunciazione di 40 anni fa: Zelimir Puljic per le mani del
cardinale Agnelo Rossi nella Cappella di Propaganda Fide a Roma, e
Alessandro D'Errico per le mani del vescovo Antonio Cece nella
Cattedrale di Aversa. I due vescovi celebrano il quarantesimo nella
Cattedrale di Zara dedicata a Santa Anastasia, nel luogo della sede
episcopale diell'arcivescovo Puljic che è anche Presidente della
Conferenza Episcopale Croata, e nel luogo ove è ospite d'onore
l'arcivescovo D'Errico che è anche Nunzio Apostolico in Croazia.
L'evento
vissuto nella solennità delle espressioni liturgiche assume anche le
dimensioni semplici di una lieta spiritualità che traspare dal
dialogo con l'assemblea e dalle parole dei due vescovi che hanno
accompagnato i momenti salienti della celebrazione.
Tra
le cose dette il vescovo Puljic ha voluto ricordare i nomi degli
altri giovani sacerdoti ordinati con lui a Roma, e provenienti da
ogni parte del mondo: Njiru
Ephantus (Kenya), Cletus, Luigi Nwankwo e Ecke Antonius (Nigeria),
Tot Petrus Martinus An (Vietnam), Simon Ntamwane (Burundi), e Galo
Jurado (Ecuador).
Il
vescovo D'Errico ha voluto esprimere negli accenti della sua
narrazione personale i concetti che evidenziano il fondamento della
fede e della vocazione nella Chiesa universale.
I
nomi degli altri giovani sacerdoti ordinati con D'Errico ad Aversa
nel 1974 (Tonino Vitale, Clemente Petrillo, Edoardo Barretta e Paolo
Dell'Aversana) sono stati ricordati il giorno dopo dal vescovo Mario
Milano che ha presieduto nella Basilica Pontificia di San Sossio di
Frattamaggiore la Santa Messa celebrativa del 40° di sacerdozio di
don Tonino Vitale.
L'evento
celebrato a Zara è stato descritto e commentato dalle Agenzie
Cattoliche di Croazia e di Bosnia-Erzegovina (IKA e KTA), ed è stato
arricchito con un bella galleria fotografica presentata sul portale
dell'Arcidiocesi di Zara. Per la lettura di questi commenti abbiamo
indicati i relativi link.
Di
seguito presentiamo il testo in italiano dell'omelia di S. E.
Alessandro D'Errico.
Celebrazione
del 40.mo anniversario
di
Ordinazione Sacerdotale
del
Nunzio Apostolico e dell’Arcivescovo di Zadar.
Omelia
dell’Arcivescovo Alessandro D’Errico
(Zadar,
23 marzo 2014)
Rendo grazie a Dio per la gioia che mi dà oggi di
celebrare con voi questa Messa di ringraziamento in occasione del
40.mo anniversario di Ordinazione sacerdotale. Quarant’anni fa,
quando fui ordinato Sacerdote nella Cattedrale della mia diocesi di
Aversa, non avrei mai pensato che un giorno avrei celebrato
quest’anniversario come Vescovo e come Rappresentante Pontificio,
in un Paese come la Croazia, che è tanto caro al Santo Padre e alla
Santa Sede.
Sono lieto di celebrare con voi quest’Eucarestia, e
ancor più sono onorato di poter elevare il mio cantico di
ringraziamento insieme al vostro degno Pastore, l’Arcivescovo
Želimir Puljić, che pure lui fu ordinato Sacerdote quel lontano 24
marzo 1974, ai Primi Vespri della Solennità dell’Annunciazione.
Con l’Arcivescovo Puljić, che è anche Presidente della Conferenza
Episcopale, spesso ho l’occasione di condividere le ansie e le
speranze del mio servizio di Nunzio Apostolico. Attraverso lui, oggi
mi sento ancora più unito a ciascuna delle Chiese particolari che
sono in Croazia e ai loro Sacri Pastori. E questo rende ancora più
intenso e significativo questo momento di preghiera.
**********
Quali sentimenti in questi giorni stanno accompagnando
la nostra riflessione spirituale (quella dell’Arcivescovo Puljić e
la mia personale)? In primo luogo, direi che questo anniversario ci
dà l’opportunità di guardare indietro, con sguardo d’insieme, a
ciò che Gesù Eterno Sacerdote ha compiuto per noi e attraverso di
noi durante questi quarant’anni.
Ancora questo pomeriggio, il Vostro Arcivescovo mi
parlava con entusiasmo e con tanta gratitudine a Dio dell’intenso
servizio che sta svolgendo qui a Zadar, degli anni trascorsi a
Dubrovnik e di quelli in cui fu educatore e professore al Seminario
Maggiore e alla Facoltà di Teologia di Sarajevo.
A me personalmente ritorna spesso il grato ricordo delle
comunità che ho incontrato nell’esercizio del mio ministero, e in
particolare delle parrocchie, dei gruppi, dei movimenti che ho
servito in Italia nei primi anni del mio servizio sacerdotale, prima
di partire per la Thailandia, che fu la prima tappa del mio servizio
nelle Rappresentanze Pontificie. Al tempo stesso, oggi soprattutto mi
è caro pregare per i Paesi dove sono stato inviato prima dal Santo
Padre Paolo VI, e poi da Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II,
Benedetto XVI e Papa Francesco.
Insieme all’Arcivescovo Puljić, oggi ricordiamo e
preghiamo per le persone che hanno costituito per noi un prezioso
punto di riferimento: Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose,
fedeli laici, missionari, autorità civili, rappresentanti di altre
confessioni religiose.
Insieme a voi, Mons. Puljić ed io sentiamo il
dovere di ringraziare Dio per le grazie con cui ci ha accompagnato, e
specialmente per il grande dono di partecipare al ministero di Cristo
Capo, per la edificazione del Suo Corpo che è la Chiesa. E oggi -
come quarant’anni fa - con Maria, Madre della Chiesa, ci è caro
ripetere: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito
esulta in Dio mio Salvatore” (Lc. 1,46-47).
**********
Al tempo stesso, quest’anniversario è anche un
momento di grazia per guardare al futuro e rinnovare il nostro
impegno sacerdotale di servizio.
In questi giorni, più intensamente stiamo concentrando
la nostra attenzione su ciò che il Signore ci domanda nel servizio
episcopale. Siamo ben consapevoli dei nostri limiti. Avvertiamo molto
la nostra indegnità per un servizio tanto impegnativo. Con
l’Apostolo Paolo, cerchiamo ogni giorno di trovare ispirazione e
sostegno nella parola del Signore: “Ti basta la mia grazia, è
nella debolezza che si manifesta pienamente la mia potenza” (2 Cor.
12,9). E spesso ci ritornano alla mente le parole di Gesù: “Non
voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho costituiti perche
andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga” (Gv. 15,16).
D’altra parte, ci conforta il pensiero che tante
persone di buona volontà ci accompagnano con la preghiera. Non solo
oggi, ma in ogni momento della nostra missione. Tuttavia,
consentiteci di dire che contiamo molto sulla preghiera del popolo di
Dio che è in Croazia, al quale il Santo Padre ci ha inviato. Siamo
certi che essa otterrà per noi la luce e la forza necessarie per
affrontare le sfide che si presentano lungo il nostro cammino, per
una soluzione che sia secondo il desiderio di Dio e le direttive del
Santo Padre.
**********
A questo proposito, mi sta a cuore aggiungere un’altra
breve riflessione. Come forse saprete, il motto del mio ministero
episcopale è “Veni Sancte Spiritus”. Scelsi questo motto
soprattutto perché la chiamata all’episcopato mi fu rivolta nel
1998, che era l’anno che il Beato Giovanni Paolo II aveva dedicato
allo Spirito Santo, nel cammino spirituale di preparazione al Terzo
Millennio.
Questa preghiera allo Spirito Santo ripeto spesso nel
corso delle mie giornate. Vorrei elevarla insieme al vostro
Arcivescovo e a tutti voi soprattutto questa sera, con semplicità e
fiducia, in povertà di spirito. Essa è necessaria sempre, perché è
lo Spirito Santo che guida e anima la Chiesa di Cristo. Ma essa mi
sembra ancora più necessaria ai nostri giorni, nel contesto della
profonda conversione pastorale e missionaria che Papa Francesco
chiede insistentemente alle comunità cristiane del mondo intero.
Cosa propone Papa Francesco? Egli ripete spesso che
questo è un tempo di sfide complesse per la Chiesa; perciò è tempo
di nuova evangelizzazione; anche nei Paesi - come la Croazia -
tradizionalmente a grande maggioranza cristiana. Ciò richiede che
tutti - nessuno escluso - sentiamo la responsabilità di far buon uso
dei talenti ricevuti. È urgente che tutti ci facciamo docili
all’azione dello Spirito e avvertiamo la responsabilità di
ripensare la nostra testimonianza di Chiesa. Non possiamo limitarci
soltanto a conservare, per quanto sia possibile, la gloriosa eredità
spirituale che abbiamo ricevuto dai nostri Padri nella fede. Non
possiamo chiuderci a nessuno. È tempo - dice il Papa - di avvertire
la necessità di andare, uscire per le vie del mondo, secondo il
mandato di Gesù, per portare la Buona Novella dell’amore e della
misericordia di Dio a tutti, senza differenze. Fino alle periferie
del mondo: quelle materiali e quelle esistenziali; e in particolare a
quelli che sono un po’ lontani dalla fede, e ai poveri che di più
avvertono l’urgenza di una parola di solidarietà e di speranza.
In altre parole, il Papa invita a farci muovere dallo
Spirito: ad abbandonare i nostri schemi precostruiti e il criterio
del “si è sempre fatto così” (Evangelii Gaudium, 33); a farci
audaci e creativi nel ripensare le strutture, lo stile e i metodi di
evangelizzazione.
In questo senso, Papa Francesco - nella Evangelii
Gaudium, al N. 27 - parla di un sogno che Egli coltiva, nella Sua
sollecitudine di Supremo Pastore della Chiesa: “Sogno una scelta
missionaria - egli scrive - capace di trasformare ogni cosa”. E
cioè, una Chiesa in movimento, che si apra agli orizzonti del mondo,
al servizio della comunione e della cultura dell’incontro. Una
Chiesa dalle porte aperte, simbolo di luce, amicizia, fiducia; una
Chiesa tesa ad annunciare e testimoniare la gioia del Vangelo.
È il sogno che oggi soprattutto l’Arcivescovo Puljić
ed io sentiamo il dovere di accogliere senza riserve; e di riproporre
a voi, insieme ai confratelli Vescovi, che seguono con tanta
attenzione le illuminate indicazioni pastorali che il Santo Padre sta
dando giorno dopo giorno, con il Suo magistero e il Suo esempio di
vita.
************
Miei cari Fratelli e Sorelle, vi chiediamo di unirvi a
noi, nella preghiera allo Spirito Santo. Venga lo Spirito di Dio e ci
rinnovi! Ci faccia strumenti efficaci di nuova evangelizzazione! Ci
accompagni nel nostro uscire e andare verso le periferie del mondo!
Vieni Santo Spirito! È una preghiera facile da
ricordare: vi consiglieremmo di ripeterla spesso, insieme a noi,
molte volte al giorno. Siamo certi che - com’è sempre avvenuto
nella storia della Chiesa - lo Spirito Creatore continuerà a venire,
ad animare le nostre Chiese e a guidare il nostro cammino secondo le
vie di Dio.
Maria - Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli -
accompagni i nostri passi. Possa la Sua materna intercessione
ottenere abbondanza di benedizioni e di grazie per il vostro
carissimo Arcivescovo, per me, per i Sacri Pastori della Croazia, e
per tutte le componenti della Chiesa di Dio che è in queste terre.
Amen!
Nessun commento:
Posta un commento