giovedì 27 marzo 2014

I vescovi Puljic e D'Errico celebrano a Zara il 40° dell'ordinazione sacerdotale

L'avvenimento è di grande significato ecclesiale e pastorale. Un vescovo croato ed un vescovo italiano, Domenica 23 marzo 2014, celebrano insieme il 40° anniversario della loro ordinazione sacerdotale. La ricevettero entrambi lo stesso giorno, il 24 Marzo del 1974, ai primi Vespri dell'Annunciazione di 40 anni fa: Zelimir Puljic per le mani del cardinale Agnelo Rossi nella Cappella di Propaganda Fide a Roma, e Alessandro D'Errico per le mani del vescovo Antonio Cece nella Cattedrale di Aversa. I due vescovi celebrano il quarantesimo nella Cattedrale di Zara dedicata a Santa Anastasia, nel luogo della sede episcopale diell'arcivescovo Puljic che è anche Presidente della Conferenza Episcopale Croata, e nel luogo ove è ospite d'onore l'arcivescovo D'Errico che è anche Nunzio Apostolico in Croazia.
L'evento vissuto nella solennità delle espressioni liturgiche assume anche le dimensioni semplici di una lieta spiritualità che traspare dal dialogo con l'assemblea e dalle parole dei due vescovi che hanno accompagnato i momenti salienti della celebrazione.
Tra le cose dette il vescovo Puljic ha voluto ricordare i nomi degli altri giovani sacerdoti ordinati con lui a Roma, e provenienti da ogni parte del mondo: Njiru Ephantus (Kenya), Cletus, Luigi Nwankwo e Ecke Antonius (Nigeria), Tot Petrus Martinus An (Vietnam), Simon Ntamwane (Burundi), e Galo Jurado (Ecuador).
Il vescovo D'Errico ha voluto esprimere negli accenti della sua narrazione personale i concetti che evidenziano il fondamento della fede e della vocazione nella Chiesa universale.
I nomi degli altri giovani sacerdoti ordinati con D'Errico ad Aversa nel 1974 (Tonino Vitale, Clemente Petrillo, Edoardo Barretta e Paolo Dell'Aversana) sono stati ricordati il giorno dopo dal vescovo Mario Milano che ha presieduto nella Basilica Pontificia di San Sossio di Frattamaggiore la Santa Messa celebrativa del 40° di sacerdozio di don Tonino Vitale.
L'evento celebrato a Zara è stato descritto e commentato dalle Agenzie Cattoliche di Croazia e di Bosnia-Erzegovina (IKA e KTA), ed è stato arricchito con un bella galleria fotografica presentata sul portale dell'Arcidiocesi di Zara. Per la lettura di questi commenti abbiamo indicati i relativi link.

Di seguito presentiamo il testo in italiano dell'omelia di S. E. Alessandro D'Errico.

Celebrazione del 40.mo anniversario
di Ordinazione Sacerdotale
del Nunzio Apostolico e dell’Arcivescovo di Zadar.
Omelia dell’Arcivescovo Alessandro D’Errico
(Zadar, 23 marzo 2014)

Rendo grazie a Dio per la gioia che mi dà oggi di celebrare con voi questa Messa di ringraziamento in occasione del 40.mo anniversario di Ordinazione sacerdotale. Quarant’anni fa, quando fui ordinato Sacerdote nella Cattedrale della mia diocesi di Aversa, non avrei mai pensato che un giorno avrei celebrato quest’anniversario come Vescovo e come Rappresentante Pontificio, in un Paese come la Croazia, che è tanto caro al Santo Padre e alla Santa Sede.

Sono lieto di celebrare con voi quest’Eucarestia, e ancor più sono onorato di poter elevare il mio cantico di ringraziamento insieme al vostro degno Pastore, l’Arcivescovo Želimir Puljić, che pure lui fu ordinato Sacerdote quel lontano 24 marzo 1974, ai Primi Vespri della Solennità dell’Annunciazione. Con l’Arcivescovo Puljić, che è anche Presidente della Conferenza Episcopale, spesso ho l’occasione di condividere le ansie e le speranze del mio servizio di Nunzio Apostolico. Attraverso lui, oggi mi sento ancora più unito a ciascuna delle Chiese particolari che sono in Croazia e ai loro Sacri Pastori. E questo rende ancora più intenso e significativo questo momento di preghiera.

**********
Quali sentimenti in questi giorni stanno accompagnando la nostra riflessione spirituale (quella dell’Arcivescovo Puljić e la mia personale)? In primo luogo, direi che questo anniversario ci dà l’opportunità di guardare indietro, con sguardo d’insieme, a ciò che Gesù Eterno Sacerdote ha compiuto per noi e attraverso di noi durante questi quarant’anni.

Ancora questo pomeriggio, il Vostro Arcivescovo mi parlava con entusiasmo e con tanta gratitudine a Dio dell’intenso servizio che sta svolgendo qui a Zadar, degli anni trascorsi a Dubrovnik e di quelli in cui fu educatore e professore al Seminario Maggiore e alla Facoltà di Teologia di Sarajevo.

A me personalmente ritorna spesso il grato ricordo delle comunità che ho incontrato nell’esercizio del mio ministero, e in particolare delle parrocchie, dei gruppi, dei movimenti che ho servito in Italia nei primi anni del mio servizio sacerdotale, prima di partire per la Thailandia, che fu la prima tappa del mio servizio nelle Rappresentanze Pontificie. Al tempo stesso, oggi soprattutto mi è caro pregare per i Paesi dove sono stato inviato prima dal Santo Padre Paolo VI, e poi da Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco.

Insieme all’Arcivescovo Puljić, oggi ricordiamo e preghiamo per le persone che hanno costituito per noi un prezioso punto di riferimento: Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose, fedeli laici, missionari, autorità civili, rappresentanti di altre confessioni religiose.

Insieme a voi, Mons. Puljić  ed io sentiamo il dovere di ringraziare Dio per le grazie con cui ci ha accompagnato, e specialmente per il grande dono di partecipare al ministero di Cristo Capo, per la edificazione del Suo Corpo che è la Chiesa. E oggi - come quarant’anni fa - con Maria, Madre della Chiesa, ci è caro ripetere: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore” (Lc. 1,46-47).
**********
Al tempo stesso, quest’anniversario è anche un momento di grazia per guardare al futuro e rinnovare il nostro impegno sacerdotale di servizio.

In questi giorni, più intensamente stiamo concentrando la nostra attenzione su ciò che il Signore ci domanda nel servizio episcopale. Siamo ben consapevoli dei nostri limiti. Avvertiamo molto la nostra indegnità per un servizio tanto impegnativo. Con l’Apostolo Paolo, cerchiamo ogni giorno di trovare ispirazione e sostegno nella parola del Signore: “Ti basta la mia grazia, è nella debolezza che si manifesta pienamente la mia potenza” (2 Cor. 12,9). E spesso ci ritornano alla mente le parole di Gesù: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho costituiti perche andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga” (Gv. 15,16).

D’altra parte, ci conforta il pensiero che tante persone di buona volontà ci accompagnano con la preghiera. Non solo oggi, ma in ogni momento della nostra missione. Tuttavia, consentiteci di dire che contiamo molto sulla preghiera del popolo di Dio che è in Croazia, al quale il Santo Padre ci ha inviato. Siamo certi che essa otterrà per noi la luce e la forza necessarie per affrontare le sfide che si presentano lungo il nostro cammino, per una soluzione che sia secondo il desiderio di Dio e le direttive del Santo Padre.

**********

A questo proposito, mi sta a cuore aggiungere un’altra breve riflessione. Come forse saprete, il motto del mio ministero episcopale è “Veni Sancte Spiritus”. Scelsi questo motto soprattutto perché la chiamata all’episcopato mi fu rivolta nel 1998, che era l’anno che il Beato Giovanni Paolo II aveva dedicato allo Spirito Santo, nel cammino spirituale di preparazione al Terzo Millennio.

Questa preghiera allo Spirito Santo ripeto spesso nel corso delle mie giornate. Vorrei elevarla insieme al vostro Arcivescovo e a tutti voi soprattutto questa sera, con semplicità e fiducia, in povertà di spirito. Essa è necessaria sempre, perché è lo Spirito Santo che guida e anima la Chiesa di Cristo. Ma essa mi sembra ancora più necessaria ai nostri giorni, nel contesto della profonda conversione pastorale e missionaria che Papa Francesco chiede insistentemente alle comunità cristiane del mondo intero.

Cosa propone Papa Francesco? Egli ripete spesso che questo è un tempo di sfide complesse per la Chiesa; perciò è tempo di nuova evangelizzazione; anche nei Paesi - come la Croazia - tradizionalmente a grande maggioranza cristiana. Ciò richiede che tutti - nessuno escluso - sentiamo la responsabilità di far buon uso dei talenti ricevuti. È urgente che tutti ci facciamo docili all’azione dello Spirito e avvertiamo la responsabilità di ripensare la nostra testimonianza di Chiesa. Non possiamo limitarci soltanto a conservare, per quanto sia possibile, la gloriosa eredità spirituale che abbiamo ricevuto dai nostri Padri nella fede. Non possiamo chiuderci a nessuno. È tempo - dice il Papa - di avvertire la necessità di andare, uscire per le vie del mondo, secondo il mandato di Gesù, per portare la Buona Novella dell’amore e della misericordia di Dio a tutti, senza differenze. Fino alle periferie del mondo: quelle materiali e quelle esistenziali; e in particolare a quelli che sono un po’ lontani dalla fede, e ai poveri che di più avvertono l’urgenza di una parola di solidarietà e di speranza.

In altre parole, il Papa invita a farci muovere dallo Spirito: ad abbandonare i nostri schemi precostruiti e il criterio del “si è sempre fatto così” (Evangelii Gaudium, 33); a farci audaci e creativi nel ripensare le strutture, lo stile e i metodi di evangelizzazione.

In questo senso, Papa Francesco - nella Evangelii Gaudium, al N. 27 - parla di un sogno che Egli coltiva, nella Sua sollecitudine di Supremo Pastore della Chiesa: “Sogno una scelta missionaria - egli scrive - capace di trasformare ogni cosa”. E cioè, una Chiesa in movimento, che si apra agli orizzonti del mondo, al servizio della comunione e della cultura dell’incontro. Una Chiesa dalle porte aperte, simbolo di luce, amicizia, fiducia; una Chiesa tesa ad annunciare e testimoniare la gioia del Vangelo.

È il sogno che oggi soprattutto l’Arcivescovo Puljić ed io sentiamo il dovere di accogliere senza riserve; e di riproporre a voi, insieme ai confratelli Vescovi, che seguono con tanta attenzione le illuminate indicazioni pastorali che il Santo Padre sta dando giorno dopo giorno, con il Suo magistero e il Suo esempio di vita.

************

Miei cari Fratelli e Sorelle, vi chiediamo di unirvi a noi, nella preghiera allo Spirito Santo. Venga lo Spirito di Dio e ci rinnovi! Ci faccia strumenti efficaci di nuova evangelizzazione! Ci accompagni nel nostro uscire e andare verso le periferie del mondo!

Vieni Santo Spirito! È una preghiera facile da ricordare: vi consiglieremmo di ripeterla spesso, insieme a noi, molte volte al giorno. Siamo certi che - com’è sempre avvenuto nella storia della Chiesa - lo Spirito Creatore continuerà a venire, ad animare le nostre Chiese e a guidare il nostro cammino secondo le vie di Dio.

Maria - Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli - accompagni i nostri passi. Possa la Sua materna intercessione ottenere abbondanza di benedizioni e di grazie per il vostro carissimo Arcivescovo, per me, per i Sacri Pastori della Croazia, e per tutte le componenti della Chiesa di Dio che è in queste terre. Amen!




Nessun commento:

Posta un commento