Sono
riflessioni che scaturiscono “dal suo cuore di pastore, attento
alle gioie e ai dolori dell'umanità”, espresse nello spirito
del Natale che “infonde
in noi cristiani la certezza che l’ultima e definitiva parola
appartiene al Principe della Pace, che muta le spade in vomeri e le
lance in falci (cfr Is 2,4) e trasforma l’egoismo in dono di sé e
la vendetta in perdono”.
Esse sono state indirizzate ai rappresentanti di tutti i Paesi “per
favorire quei legami di fraternità, che sono riverbero dell’amore
di Dio, e fondamento della concordia e della pace”.
Il
discorso del Santo Padre, rivolto ai Diplomatici riuniti nella Sala
Regia del
Vaticano nella mattinata del 13 gennaio 2014, da conto dei progressi
della Diplomazia Vaticana registrati nell'ultimo anno e delle nuove
relazioni allacciate in molte parti del mondo.
I
temi trattati da Papa Francesco sono molteplici ed indicativi delle
più sentite problematiche etiche e sociali contemporanee: la Pace,
la Famiglia, i Giovani, gli Anziani, le Povertà, i Rifugiati, le
Guerre.
A
fronte di tutte le questioni che affliggono l'umanità il Santo Padre
afferma che “ovunque
la via per risolvere le problematiche aperte deve essere quella
diplomatica del dialogo”.
E porta l'esempio dell'azione svolta da papa Benedetto XV durante la
I Guerra Mondiale e tesa a far prevalere la “la
forza morale del diritto su quella materiale delle armi per porre
fine a quella inutile strage”.
Descrivendo
le situazioni conflittuali esistenti tra diversi Stati ed aree della
terra, e riproponendo i concetti della Evangelii
Gaudium
egli esorta ad avere “il
coraggio di andare oltre la superficie conflittuale per considerare
gli altri nella loro dignità più profonda, affinché l’unità
prevalga sul conflitto e sia possibile sviluppare una comunione nelle
differenze”.
Parafrasando
Paolo VI, il quale affermava che “la
pace non si riduce ad un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio
sempre precario delle forze”
ma “si
costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto
da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini”,
Papa Francesco chiarisce lo spirito che anima l'azione della Chiesa
in campo internazionale. Sono queste le sue parole: “È
questo lo spirito che anima l’azione della Chiesa ovunque nel
mondo, attraverso i sacerdoti, i missionari, i fedeli laici, che con
grande spirito di dedizione si prodigano, tra l’altro, in
molteplici opere di carattere educativo, sanitario ed assistenziale,
a servizio dei poveri, dei malati, degli orfani e di chiunque sia
bisognoso di aiuto e conforto. A partire da tale 'attenzione d’amore'
(Esort. ap. Evangelii
gaudium, 199),
la Chiesa coopera con tutte le istituzioni che hanno a cuore tanto il
bene dei singoli quanto quello comune”.
Il
link che segue conduce al testo intero del Discorso del Papa
pubblicato sul portale della Santa Sede.
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