venerdì 24 gennaio 2014

Il discorso di Papa Francesco ai Diplomatici accreditati presso la Santa Sede

Sono riflessioni che scaturiscono “dal suo cuore di pastore, attento alle gioie e ai dolori dell'umanità”, espresse nello spirito del Natale che infonde in noi cristiani la certezza che l’ultima e definitiva parola appartiene al Principe della Pace, che muta le spade in vomeri e le lance in falci (cfr Is 2,4) e trasforma l’egoismo in dono di sé e la vendetta in perdono”. 
Esse sono state indirizzate ai rappresentanti di tutti i Paesi per favorire quei legami di fraternità, che sono riverbero dell’amore di Dio, e fondamento della concordia e della pace”.
Il discorso del Santo Padre, rivolto ai Diplomatici riuniti nella Sala Regia del Vaticano nella mattinata del 13 gennaio 2014, da conto dei progressi della Diplomazia Vaticana registrati nell'ultimo anno e delle nuove relazioni allacciate in molte parti del mondo.
I temi trattati da Papa Francesco sono molteplici ed indicativi delle più sentite problematiche etiche e sociali contemporanee: la Pace, la Famiglia, i Giovani, gli Anziani, le Povertà, i Rifugiati, le Guerre.
A fronte di tutte le questioni che affliggono l'umanità il Santo Padre afferma che “ovunque la via per risolvere le problematiche aperte deve essere quella diplomatica del dialogo”. E porta l'esempio dell'azione svolta da papa Benedetto XV durante la I Guerra Mondiale e tesa a far prevalere la “la forza morale del diritto su quella materiale delle armi per porre fine a quella inutile strage”.
Descrivendo le situazioni conflittuali esistenti tra diversi Stati ed aree della terra, e riproponendo i concetti della Evangelii Gaudium egli esorta ad avere “il coraggio di andare oltre la superficie conflittuale per considerare gli altri nella loro dignità più profonda, affinché l’unità prevalga sul conflitto e sia possibile sviluppare una comunione nelle differenze”.
Parafrasando Paolo VI, il quale affermava che “la pace non si riduce ad un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze” ma “si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini”, Papa Francesco chiarisce lo spirito che anima l'azione della Chiesa in campo internazionale. Sono queste le sue parole: “È questo lo spirito che anima l’azione della Chiesa ovunque nel mondo, attraverso i sacerdoti, i missionari, i fedeli laici, che con grande spirito di dedizione si prodigano, tra l’altro, in molteplici opere di carattere educativo, sanitario ed assistenziale, a servizio dei poveri, dei malati, degli orfani e di chiunque sia bisognoso di aiuto e conforto. A partire da tale 'attenzione d’amore' (Esort. ap. Evangelii gaudium, 199), la Chiesa coopera con tutte le istituzioni che hanno a cuore tanto il bene dei singoli quanto quello comune”.

Il link che segue conduce al testo intero del Discorso del Papa pubblicato sul portale della Santa Sede. 


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